La domanda che Dio rivolge ad Adamo all'inizio della Bibbia - "Dove sei?" - risuona oggi nella sua intatta attualità. Le vere e proprie mutazioni antropologiche in atto segnano un panorama inedito nella vicenda umana: si pensi alle nuove frontiere della genetica e delle neuroscienze, all'intelligenza artificiale, al transumanesimo dei cyborg; ma ancora all'infosfera, ai social network, fino allo sfumare della differenza sessuale nella teoria del gender. Questa transizione pone interrogativi sull'uomo davvero radicali, a cui il sapere, anche della religione, fa fatica a rispondere. Il card. Ravasi in questo libro descrive il nuovo paesaggio dell'umano, evitando gli opposti del rimpianto di un mondo che non esiste più o dell'acritica accettazione di quanto accade. Rinnova piuttosto in queste pagine l'atteggiamento di una ricerca sapiente, che attinge la sua forza e vitalità a quel "grande codice" della visione umana occidentale che è stata la Bibbia. In quest'epoca di profondi cambiamenti sociali e culturali, per inoltrarci nel futuro ignoto è indispensabile tenere insieme presente e passato, classicità e modernità, arti e scienze, filosofia e tecnologia. "Lo stesso cristianesimo, mantenendosi fedele alla sua identità e al tesoro di verità ricevuto da Gesù Cristo, sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando così sbocciare la sua perenne novità."
«La Sezione prima degli Opera omnia di Henri de Lubac si sostanzia di quattro scritti che, sotto il titolo lluomo davanti a Dio, sono ricondotti dallo stesso Autore a questo ordine: 1. Sulle vie di Dio; 2. Il dramma dell'umanesimo ateo; 3. Proudhon e il cristianesimo; 4. Paradossi e Nuovi paradossi. L'intento non è stato quello di una proposizione cronologica, ma dell'articolazione dei nuclei tematici del lavoro e della riflessione teologici e storico-teologici dell'Autore. [...] Dovessimo trovare, per quanto ci è dato osservare, un centro, non sistematico ma genetico, a questo plesso di opere, attorno a cui far gravitare l'impegno circoscritto da questa produzione letteraria, lo vedremmo in quel dialogo "disarmato" tra due ventenni, un gesuita o meglio aspirante gesuita e un neo-insegnante non credente, nelle trincee della Grande Guerra. Ci pare che il fatto, insistentemente ricordato dal teologo, conferisca intensità al titolo stesso scelto per la sezione e alla sua problematicità. E ci pare che esso sia ciò che concretamente segna il fuoco o l'anima dell'impegno intellettuale di de Lubac, almeno per questa sezione. [...] Se la pubblicazione del Proudhon fu intensamente voluta da Mounier, quella dei Paradoxes lo fu dal letterato e critico d'arte Stanislas Fumet, figura di punta del cattolicesimo sociale ed anche editore, ma per de Lubac "l'uomo meno commerciale" da lui conosciuto. "Egli - ebbe a scrivere - mi strappò i Paradoxes, la maggior parte dei quali scritti prima della guerra; fu questo, credo, il primo della serie dei suoi Cailloux blancs. Ma la sua casa editrice fallì e il libro restò pressoché invenduto. I Paradoxes "strappati" da Fumet, così come i Nouveaux paradoxes che seguirono sono, secondo lo stesso Autore, "riflessioni di ordine spirituale".» (Dall'Introduzione di Costante Marabelli alla Sezione prima dell'Opera Omnia)
L'attuale situazione mondiale presenta una serie di crisi che mettono a rischio la continuità della nostra civiltà e perfino la sussistenza della vita sul pianeta. Tutti speriamo «che i dolori di questo tempo non siano i rantoli di una persona agonizzante, ma piuttosto le doglie del parto di un altro tipo di mondo che ci permetterà di continuare a vivere su questo piccolo e grazioso pianeta Terra». Quali sono le alternative possibili all'attuale modello di sviluppo basato sul profitto e sullo sfruttamento illimitato delle risorse? Possiamo anticipare la grande crisi della Terra e trasformare una possibile tragedia in una nuova convivenza con la natura e tra i popoli? Attraverso una teologia ecologica o "ecoteologia", spesso ispirata dall'enciclica di papa Francesco Laudato si', Leonardo Boff racconta la minaccia che grava sulla Terra e propone un cammino per evitare la nostra distruzione: cambiare modo di vivere e seguire la Natura, che ha sempre trovato una via d'uscita e di crescita. Attraverso una ricognizione documentata sull'evoluzione del cammino umano, un percorso accessibile che parte dal cuore.
Una ricerca di antropologia biblica che intende offrire alcuni spunti di riflessione su chi è l'uomo raccontato dalla Bibbia secondo il modo in cui la leggono e la presentano sia l'Antico che il Nuovo Testamento. L'Autore presenta in maniera semplice i vari tipi di uomo che emergono, di volta in volta, dallo svolgersi della storia della salvezza, puntualizzando ciò che l'uomo è di fatto e ciò che Dio desidera che lui sia.
Nel medioevo si riteneva che la donna fosse esclusa dal sacerdozio perché inferiore all'uomo per natura e quindi non adatta a un ministero direttivo. Dio crea la donna perché sia di "aiuto" all'uomo, ciò comporta che la donna non abbia una identità autonoma, ma è in funzione dell'uomo. Per secoli questa è stata la fede indiscussa di tutta la cristianità. Poi il vento della modernità ha spazzato via queste false certezze. Pur crollato il fondamento dell'inferiorità della donna, l'esclusione dal sacerdozio rimane. Si trova un altro fondamento: la metafora nuziale tra Cristo uomo-sposo e la Chiesa donna-sposa, quindi il ministro che agisce in persona Christi deve essere uomo-maschio. A parte l'inconsistenza del fondamento, perché le metafore servono per spiegare, mai per dimostrare, è curioso notare come una convinzione permanga nonostante il crollo delle motivazioni su cui poggia. Gesù non ha mai usato il termine sacerdote, che compare all'interno della comunità cristiana solo nel terzo secolo. Nel contesto cristiano ha senso il sacerdote o l'apostolo? C'è una differenza essenziale. Allora ciò che deve essere messo in discussione nella istituzione della Chiesa è la struttura maschilista e sacerdotale.
Il volume mette a tema la procreazione ottenuta mediante tecnologie e le conseguenze antropologiche, culturali e sociali di questo fenomeno che avviene ormai da anni nelle società occidentali e che la presente collana aveva colto, con largo anticipo, editando ben 18 anni orsono il testo intitolato "Famiglia generativa o famiglia riproduttiva?". In che senso il fatto procreativo è un fatto di natura? Quali i suoi limiti invalicabili? Se, e come, possiamo identificare le caratteristiche specie-specifiche del generare umano? Dove va posta l'origine del generare? Quali le possibili conseguenze del "generare tecnologico" sia dal punto di vista del generante che del generato? Questi gli interrogativi, di assoluta rilevanza, al centro dei contributi di carattere teologico, etico, psicologico, filosofico, sociologico, giuridico, medico che, nel loro articolarsi, offrono un apporto fondativo e analitico al dibattito odierno, superando l'angustia di tecnicismi e ideologismi per delineare un orizzonte culturale di senso che consenta di identificare la posta in gioco. Il testo consentirà agli studiosi e a chi è quotidianamente a contatto con questa problematica, di confrontarsi con una riflessività di ampio respiro in grado di offrire chiavi di lettura del fenomeno con riferimento alle dinamiche familiari e al loro svolgersi nel tempo.
Il volume raccoglie i contributi relativi al settimo Seminario internazionale organizzato nel novembre 2016 dall'Archivio «Julien Ries» per l'antropologia simbolica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, dedicato al tema "Il dramma dell'inizio. L'origine dell'uomo nelle religioni". La comparsa dell'uomo nel mondo è stata spesso descritta dalle diverse religioni come un evento drammatico (o almeno problematico) legato a una frattura e a una separazione rispetto a un'unità originaria. A partire dalla distinzione essenziale tra i concetti di inizio e di origine, il volume presenterà il tema della comparsa dell'uomo esplorando differenti contesti religiosi e culturali: l'antica Grecia, l'Ebraismo, il Cristianesimo, lo gnosticismo, il vicino Oriente, la Cina, il mondo andino e quello degli Indiani d'America, cercando di offrire una riflessione il più possibile articolata sulla questione.
L'adulterazione della vita, determinata dagli esiti infausti del post-umano, ci mette dinanzi ad una esclusiva emergenza antropologica. Infatti «intorno all'uomo si pronunziano, oggi più che mai, parole contrastanti, come contrastanti sono le prospettive che lo riguardano» (N. Galantino). La riflessione che viene offerta in questo volume si origina dalla presa di coscienza dei riduzionismi antropologici che hanno caratterizzato la parabola anti-umanistica del Novecento. Nella rivisitazione del vasto e pluriforme panorama delle antropologie del Novecento, referente storico e teorico dell'autore è il filosofo e teologo italiano Nunzio Galantino, il cui percorso - di ispirazione fenomenologico-personalista - si propone, attraverso categorie di pensiero personali -relazione/reciprocità -, di superare le varie forme di anti-umanesimo contemporaneo. Come dimostrano l'ampiezza e la ricchezza dei riferimenti, al centro dell'ampia rassegna di studi che soggiace a quest'opera d'insieme sta, ancora una volta, la "questione persona", centrale nella riflessione di Galantino. L'articolato impianto epistemologico dell'intero volume non nasconde la pretesa, che per certi versi è anche l'obbiettivo, di rivolgersi alla cura dell'uomo, per toglierlo dal vuoto speculativo e dal mutismo esistenziale, indicandogli - contestualizzando la riflessione fatta da Galantino e dipanandone le articolazioni teoretiche in modo da rilevarne la pertinenza in rapporto all'attuale condizione dell'umano - la via per educarsi a diventare Persona. Questo è l'azzardo del saggio: continuare a scommettere sull'uomo rispondendo alla domanda "chi è l'uomo?", nello sforzo continuo di comprenderne il mistero che infinitamente ci supera.
"Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare; il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza per conoscerne la differenza" Reinhold Niebuhr
Due dei più noti studiosi italiani di liturgia si interrogano, a partire da prospettive differenti, su chi sia l'uomo della liturgia, su quale affinità esistenziale esista tra l'uomo di oggi e il «fatto» della liturgia cristiana. Queste pagine, nate da conversazioni tenute a giovani universitari, offrono ad ogni lettore interessato e in ricerca un'introduzione chiara e autorevole alla liturgia e alla ricchezza antropologica di cui essa è maestra.
L'intellettuale ebreo francese André Neher (1914-1988), a partire dall'esperienza "indiretta" della Shoà, ha condotto una prolungata riflessione sul silenzio di Dio ad Auschwitz. Attraverso una originale ermeneutica evidenzia i momenti in cui nella Bibbia Dio è silente, rivelando una sua tipica modalità nel manifestarsi. Si rifà, in questo percorso, all'opera teologico-mistica del seicentesco Gran Rabbino Loew di Praga, rivalutandone la figura. Riesce così, in maniera persuasiva, a creare le condizioni per la nascita di una "fede ex-nihilo" dalle macerie del non-senso di Auschwitz; una fede basata sulla speranza e derivata paradossalmente da quel silenzio di Dio che risulta essere ineliminabile.
«Dio è amore». Un nuovo paradigma che prende le distanze dalle categorie della filosofia greca e riscopre la sconvolgente rivelazione cristiana. Gli antichi attributi della divinità e i suoi interventi nella storia sono rivisti in questa ottica singolare e consolante. Un Dio capovolto. Un Dio che spiazza definitivamente le obiezioni dei maestri del sospetto. Semplicemente il Dio di Gesù Cristo.