O mistici o nulla, espressione attibuita a Karl Rahner, è lo slogan e il titolo scelto dal Teresianum per la sua 54a Settimana di Spiritualità. Il tema del giorno - evangelizzare all'esperienza della fede - è stato oggetto di riflessione sotto molteplici punti di vista, della dottrina, della pastorale, dell'impegno familiare e lavorativo, cominciando dalla sfida del nuovo millennio raccolta da Giovanni Paolo II e dal significato dello slogan "Il cristiano del futuro sarà un mistico o non sarà (affatto cristiano)", di Karl Rahner.
Per quanto le tre Lettere cattoliche commentate in questo volume non siano tra gli scritti più considerati del Nuovo Testamento, esse conservano e trasmettono con singolare efficacia l'evangelo primitivo, che fu vissuto e annunciato al mondo dalle Chiesa dei primi discepoli di Gerusalemme. La memoria riconoscente di quella della Chiesa, composta esclusivamente da giudei, che fu madre di tutte le Chiese, costituisce ancora l'incentivo doveroso e fecondo per ogni futura evangelizzazione. A partire da Gerusalemme, la lettura spirituale della Lettera di Giacomo, della Lettera di Giuda e della Seconda lettera di Pietro interpella la missione delle nostre Chiese di oggi e trasmette un'eredità sempre creativa alle Chiese di domani.
La dimensione contemplativa della vita, la prima lettera pastorale indirizzata alla diocesi di Milano dall'allora arcivescovo Carlo Maria Martini, rivela la mente e il cuore di colui che, per oltre vent'anni, è sato voce autorevole nella Chiesa e nella società, apprezzato sia dai suoi fedeli ambrosiani che, in ogni parte del mondo, da tanti "uomini di buona volontà". Come un vino buono, il testo, a distanza di tempo, mostra sempre più il suo sapore, la sua originalità e la sua profondità. Accompagna, con delicatezza, su strade che aiutano a ritrovare le ragioni più profonde della propria umanità e a non smarrire, giorno dopo giorno, il senso della propria vita. Lo mettono bene in luce i commenti affidati a protagonisti del mondo contemporaneo: il cardinale Angelo Scola, il dottor Giorgio Squinzi e la dottoressa Anna Maria Tarantola. L'introduzione del professor Claudio Stercal, docente alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale e già allievo del cardinal Martini, introduce con efficacia ai temi principali della lettera.
René Voillaume (1905-2003), sacerdote e teologo francese, fondatore dei Piccoli Fratelli di Gesù, è stato un grande maestro spirituale e ha offerto preziosi insegnamenti sul cammino della preghiera con un linguaggio contemporaneo e con indicazioni appropriate alla concreta realtà del mondo attuale. Osservava Paolo VI che l'esperienza di Charles De Foucauld e quella della numerosa famiglia spirituale da lui ispirata, essendo "particolarmente in accordo con le necessità e le aspirazioni del mondo di oggi, sembra marcare nella storia della Chiesa un atto della provvidenza". Toccherà a René Voillaume il compito di esprimere quell'esperienza e di illuminarla con scritti e conferenze. L'influsso e l'attrazione del suo insegnamento sono testimoniati dalla traduzione delle sue opere in 19 lingue e dal fatto che in tanti abbiano trovato la risposta alle proprie inquietudini. Riflesso ed espressione di una vita contemplativa condotta nel "cuore delle masse", l'insegnamento di Voillaume ha consentito a laici, sacerdoti e religiosi di trovare un'eco adeguata alle proprie aspirazioni e alle possibilità reali di preghiera. Voillaume parla di una dimensione contemplativa della vita cristiana. Il tema è ampiamente commentato negli ultimi due capitoli del libro, che costituiscono un vero trattato sulla preghiera. La grande innovazione è che questo cammino, per i Piccoli Fratelli e per molti, non è vissuto nel chiostro ma nel mondo.
Questo lavoro si propone di partire dai risultati ottenuti dalla sterminata letteratura esistente sull'analisi degli Scritti di San Francesco per giungere ad una visione sintetica del vissuto cristiano dello stesso, letta alla luce dello sviluppo storico della sua vicenda biografica. Lo studio si presenta suddiviso in tre parti: nella prima si offrono dati essenziali sulle fonti e viene proposta una cronologia della vita di Francesco divisa in diversi momenti che costituiscono l'ambiente vitale originario dei suoi Scritti. La seconda, più ampia e analitica, ripercorre i diversi periodi" della vita di Francesco precedentemente identificati, leggendo nei diversi contesti gli Scritti che vi appartengono. La terza ripercorre brevemente la biografia di Francesco, cercando di cogliere i punti focali della sua esperienza, così come sono stati individuati nel corso dell'indagine. Emerge così con maggiore evidenza la dimensione storica dell'esperienza spirituale di Francesco d'Assisi: in tal modo diventa possibile comprendere meglio gli Scritti situandoli nel contesto vitale nel quale hanno avuto origine. "
Nella prima parte, il volume «Mistici nello Spirito e contemporaneità» risponde certamente all’impegno di trovare un accordo sul concetto di «mistica» (Rossano Zas Friz De Col), ma anche allo sforzo di calare l’esperienza mistica nella vita dell’uomo contemporaneo, il quale vive in una società di grande attivismo, di forte dinamismo e anche di sbrigatività ma, proprio per questo, non priva di occasioni di incontrare lo Spirito (Franco Garelli).
L’abbagliante splendore dei grandi personaggi mediatici ci impedisce oggi di vedere i silenziosi «mistici nello spirito» che vivono con noi, attivi e partecipi delle grandi sfide del nostro tempo; non chiusi nel neoplatonismo delle idee, immersi nella straordinarietà degli eventi o appartenenti ad una aristocrazia elitaria dello spirito, ma «con gli occhi aperti» a tutto ciò che accade nel mondo: lavoro (Paola Bignardi), educazione (José Luis Moral), corporeità (Amedeo Cencini), politica (Paolo Carlotti), cultura virtuale (Francesco Asti).
Nella seconda parte del volume, e senza negare che alcuni «luoghi tradizionali » come la preghiera, i sacramenti, la parola, la liturgia, … sono quelli più adatti all’esperienza spirituale mistica, vengono esaminate altre zone dove lo spirito aleggia e dona vita: la bellezza nell’arte (Yvonne Zu Dohna),
il pellegrinaggio cristiano (Jesús Manuel García), la letteratura (José Luis Plascencia), la musica (Massimo Palombella).
A conclusione del volume, Bruno Secondin evoca la figura dei «mistici nostri contemporanei», uomini e donne del nostro tempo che vivono la quotidianità intesa come vita forte e pregnante in Cristo, che si lasciano abbracciare dall’Amore, nell’umile dimensione della secolarità.
Il volume è a cura di Jesús Manuel García.
Da sempre gli studi filosofici e teologici hanno indagato sulla natura dell'anima e ancora adesso le questioni sulla sua natura risultano affascinanti e controverse. Attraverso una disamina degli studi precedenti, l'autore di questo trattato offre ai lettori un mezzo per riflettere sui principali temi e problemi scaturiti dalle teorie sull'esistenza dell'anima, arrivando ad indagare le evoluzioni e i cambiamenti della società odierna e la perdita lenta e consequenziale dei valori dello spirito.
Una riflessione sull'atto del condividere il cibo, molto più che una quotidiana necessità.A tavola si fa esperienza di compagnia e umanizzazione, e i commensali possono divenire pane uno per l'altro.
Perché santa Rita, donna di un piccolo paese umbro nascosto tra i monti, vissuta all'ombra del marito e poi di un convento nella prima metà del Quattrocento, è diventata così famosa? Lucetta Scaraffia risponde a questa domanda ricostruendo la storia della 'santa degli impossibili' (come i devoti la chiamano per la grande potenza miracolosa) e soprattutto seguendo le tracce della sua strana ed eccezionale fortuna, a partire dal 1457, anno in cui compaiono le prime prove della devozione al suo corpo miracoloso, fino agli ultimi due secoli, quando Rita da Cascia, proclamata santa all'inizio del Novecento, diventa la protettrice delle donne delle città industriali. Nel condurre l'indagine, l'autrice intreccia i dati più strettamente religiosi con quelli sociali e culturali, come i conflitti tra città capoluogo e castelli del contado, le relazioni tra Cascia e lo Stato pontificio, l'intreccio tra i modelli cristiani di santità e la religiosità legata alla terra e ai culti femminili primitivi. Ne esce un ritratto inedito e appassionante non solo della santa, ma di un modo di vivere il rapporto con il sacro. La grandissima e imprevista fortuna di santa Rita presso i devoti è legata, ci dice Lucetta Scaraffia, proprio agli elementi di ambiguità di questa peculiare figura: moglie obbediente e che sa soffrire in silenzio, Rita possiede anche una specie di onnipotenza magica, solo superficialmente cristianizzata e profondamente connessa all'atmosfera stregata dei suoi monti rocciosi.
Il problema attuale dell'amicizia viene affrontato dall'Autore esponendo e commentando testi sapienziali accuratamenti scelti nella storia del pensiero occidentale, dalla Bibbia alla filosofia classica, fino ai pensatori contemporanei.
Il Messaggio al Popolo di Dio del Sinodo sulla nuova evangelizzazione, considerando il lavoro degli artisti, ha affermato: "Nelle loro opere, in quanto tendono a dare forma alla tensione dell'uomo verso la bellezza, noi riconosciamo un modo particolarmente significativo di espressione della spiritualità. Siamo grati quando con le loro creazioni di bellezza ci aiutano a rendere evidente la bellezza del volto di Dio e di quello delle sue creature". Sotto l'ispirazione di queste parole, i contributi del volume intendono illustrare il rapporto tra arte e spiritualità nel contesto della trasmissione della fede. Teologi, storici e artisti si confrontano sul valore dell'arte, nelle sue diverse forme, come espressione dell'esperienza spirituale. Padre Marko Ivan Rupnik offre spunti di orientamento che mettono in discussione non pochi luoghi comuni sul senso dell'arte e della bellezza in rapporto alla fede. Gli artisti Sidival Fila, Letizia Fornasieri e Marco Finco raccontano l'intreccio tra le loro storie di vita e la loro espressione artistica. Giuseppe Buffon e Lorenzo Cappelletti mostrano le caratteristiche dell'arte all'interno della famiglia francescana lungo la sua storia, in cui si documenta come l'esperienza del santo di Assisi abbia inciso profondamente nelle rappresentazioni artistiche di Cristo nei suoi misteri. "Nella via pulchritudinis l'uomo si scopre essere veramente Homo Viator" (mons. José Rodríguez Carballo)
Il futuro si presenta come una sfida poiché ci pone davanti all'urgenza di ritornare all'essenziale. Che cosa è essenziale e che cosa indispensabile? Che cosa non può essere in alcun modo trascurato? Che cosa merita una priorità assoluta? Come ricominciare? E su quale base, con quale trama, attorno a quale nucleo, secondo quale grammatica fondamentale? Ecco la grande sfida della modernità, fare in modo che l'essenziale emerga dalla "Legge e dai Profeti", dalla Bibbia e dalla Tradizione, dal Nuovo e dall'Antico. È quindi importante, oggi più che mai, ritornare alle tre colonne del mondo: l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera e "l'arte di amare", ossia la celebrazione dell'alleanza di Dio e l'impegno in favore degli uomini e del mondo. Chi non ha bisogno, oggi, di vedute chiare, semplici, ma solidamente fondate! Sono necessari segnali luminosi sulla strada che si snoda davanti ai nostri passi e che non ha altra meta se non la pace, non solo planetaria ma cosmica.