In che senso oggi si può parlare di "parrocchia missionaria"? La conversione di una parrocchia, da un modello di cristianità sociale a uno missionario, non avviene dalla sera alla mattina. Ogni piccolo gesto generativo all'interno delle nostre comunità parrocchiali prepara il futuro della fede cristiana. Questo testo nasce dal laboratorio teologico pastorale che un'equipe di laici, laiche, religiose, presbiteri appartenenti alle diocesi del Triveneto, guidati da Enzo Biemmi, ha condotto nell'arco di tre anni, nella ricerca di una risposta a questa domanda così decisiva. Il metodo adottato ha visto l'ascolto di otto esperienze parrocchiali, per ritrovare in esse i germogli che indicano, già ora, dove lo Spirito sta generando un modo nuovo di essere comunità parrocchiale. Il testo si offre come strumento di riflessione dentro la prassi, utile per chi desidera abitare il cambiamento in atto con un orizzonte di speranza.
Il volume offre una raccolta di testi fondamentali per conoscere le radici del diaconato e comprenderne sia la specificità ministeriale sia le potenzialità di sviluppo nell'oggi della vita e della pastorale ecclesiale. Le "Fonti scritturistiche e patristiche", di "Documenti" dei Concili e della Santa Sede, il "Magistero pontificio fino a papa Francesco", indicano - dice l'autore nell'Introduzione - "il lungo e graduale percorso del ministro diaconale fino al nostro tempo, ne evidenziano le tappe più significative ed aprono la strada a riflessioni, ricerche e approfondimenti". L'opera si inserisce in un contesto in cui l'interesse teologico-pastorale verso la ministerialità e i ministeri nella Chiesa vive un crescente interesse; lo stesso che allo stesso tempo e allo stesso modo è presente, con una sensibilità particolare, nei confronti del ministero diaconale. Tale interesse è stato approfondito anche nelle riflessioni conciliari e post-conciliari e ha portato oggi ad una rinnovata attenzione verso il ruolo che i diaconi hanno nella Chiesa. Il volume è completato da una appendice documentaria sul diaconato nella Chiesa italiana e dal Discorso del Santo Padre Francesco all'Unione Internazionale Superiore Generali (UISG) - sull'inserimento delle donne nella vita della Chiesa - tenuto presso l'Aula Paolo VI il 12 maggio 2016.
A 830 anni dalla nascita di santa Chiara d'Assisi (1193/1194-1253) e a 800 anni dalle stigmate di san Francesco, ricevute a La Verna il 14 settembre 1224, viene restituita alla storia, senza filtri, la figura di santa Chiara, attraverso le sue parole, i suoi atti e il suo sguardo: limpido, sereno, libero. Scopo del libro, che l'autrice ha scritto dopo meticolose indagini sulle fonti originali, è quello di gettare una luce di giustizia - dopo decenni di strumentalizzazioni politico-medievaliste e menzogne letterarie e cinematografiche - su colei che è stata definita lungo i secoli «Clara est lux» e «luce del mondo». «Cristina Siccardi - scrive Padre Serafino Tognetti - ha il dono di saper tenere il lettore fermo e inchiodato sul testo, con un crescendo di percezioni ed emozioni che determinano una sorta di rapimento interiore. [...] Leggendo questo libro, si conosce santa Chiara d'Assisi, e l'esperienza che la beata assisana ha di Dio entra in qualche modo a far parte del nostro vissuto. È lei che ci parla, e ci parla di Dio. [...] Così ho conosciuto finalmente santa Chiara e anche, oso dire, mi sono fatto conoscere da lei. E la mia vita ha preso una nuova svolta, ha conosciuto una ripartenza. Una ripartenza decisiva».
Uno strumento utile per il cammino vocazionale. Le storie vocazionali sono state gravate per lungo tempo da un linguaggio e da uno stile di accompagnamento che le ha sganciate dai dinamismi umani e soprattutto dal benessere della persona, come se la "chiamata" di Dio fosse in competizione con i suoi desideri più profondi. L'analisi dei processi psicologici che sostengono una scelta sacerdotale o di vita in comune - come nasce, come si sviluppa, come matura o come si arena - ha diversi obiettivi: ridurre i miti che circondano la vocazione, riflettere sulla vita in comune nel terzo millennio (ha ancora senso?) e ricongiungere finalmente vocazione e felicità.
Un'omelia è un'esortazione o un insegnamento? Non basta rispondere che ci vuole equilibrio, perché l'equilibrio implica un'opposizione. La fede non è una questione di equilibrio. La fede è intensità divina. E così, nell'omiletica del cardinal Giacomo Biffi, l'intensità è data dalla dimensione contemplativa del mistero, in cui esortazione e insegnamento sono un'anima sola. Lo si avverte in questa raccolta di omelie sul sacerdozio. La consapevolezza del fatto che chi segue Cristo diventa più uomo, nasce dall'esperienza della fragilità umana coinvolta con "l'incredibile coraggio di un cuore credente". Il volume raccoglie 75 omelie inedite del cardinal Biffi pronunciate in occasione della Messa crismale del Giovedì Santo e delle ordinazioni sacerdotali. Sono meditazioni sempre attuali sui regali che Dio continuamente elargisce. Il cardinal Biffi è stato sempre molto apprezzato per le sue prediche, brevi e dense di contenuto, spesse condite di fine ironia.
Il volume è il frutto di 40 anni d'insegnamento dell'Autore nella Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana e dell'esperienza di Consultore per tanti anni di vari Dicasteri della Curia Romana. Opera di un unico Autore, è espressione di una profonda unità di pensiero e di metodologia. Commento dettagliato dei canoni riguardanti il Sacramento dell'Ordine e i chierici o ministri sacri, tratta prima della dimensione ontologico-sacramentale e poi di quella esistenziale dello stato clericale. Il volume è pensato per l'utilità di docenti di Diritto Canonico, di studenti del corso di licenza e di dottorato nelle Facoltà di Diritto Canonico, di operatori nei seminari come responsabili e formatori e di cultori del Diritto Canonico in genere. Sulla base dei fondamenti teologici e spirituali dei canoni, è esposta la disciplina positiva, in modo che appaia una disciplina ecclesiale volta al conseguimento del bene soprannaturale dei fedeli sia come singoli che come comunità. Degli Istituti ritenuti più importanti viene data anche una breve introduzione storica. L'Autore ha voluto essere appositamente sobrio, evitando nelle note di citare frequentemente i propri scritti e di eccedere nel citare altri autori. Il volume contiene l'elenco di tutti i documenti ufficiali citati, una ricca e aggiornata bibliografia e un indice analitico per materia.
Come sottolinea nella sua acuta Prefazione il prof. Giuseppe Crea, «se uno si sposa e non sa stare a distanza dalla moglie, l'evento-matrimonio sarà scisso dai vissuti di solitudine. Allo stesso modo, se uno entra in seminario e non sa stare a distanza dalla pastorale e dalla voglia di salvare il mondo, l'entrata in seminario sarà semplicemente una pia illusione o ancora, una fuga... Nel presente lavoro l'Autore ha affrontato alcune sostanziali domande in merito, come per esempio: Cosa vuole dire "solitudine"?, Che rapporto c'è tra solitudine e maturità emotiva?, Quanto tutto ciò influenza la vita del presbitero e il suo ministero sacerdotale?». A partire da queste domande l'Autore giunge ad analizzare i progetti formativi dei seminari d'Italia, in vista dell'elaborazione di un orizzonte di prevenzione: formare i futuri presbiteri affinché raggiungano una quanto più giusta e alta maturità psico-emotiva. Quello di Nicosia è uno studio di peculiare importanza e oggi particolarmente necessario, che apre nuove prospettive sia per gli educatori nei seminari (ma anche in altri ambiti di formazione consacrata), sia per coloro che vogliono capire le dinamiche complesse che il ministero, talvolta, fa emergere in chi a esso dedica la propria vita.
In occasione del cinquantesimo di ordinazione sacerdotale dell'arcivescovo Mario Delpini - che verrà festeggiato con tutti i suoi compagni di messa in occasione delle Festa dei Fiori nel maggio 2025 - il Seminario Arcivescovile di Milano gli ha preparato come "regalo" una raccolta di tutte le omelie sul ministero ordinato. Un volume prezioso che mette in luce il significato dell'essere prete oggi, nella visione del Vescovo, e le qualità che rendono i sacerdoti degli annunciatori credibili della buona notizia del Vangelo.
La dissertazione si prefigge lo scopo di evidenziare la concezione di consacrazione religiosa elaborata dal canonista francescano A. Boni (1927-2014) negli anni successivi al Vaticano II. La tesi è composta da una nota biografica iniziale e da quattro appendici finali; il suo corpus è articolato in tre capitoli ai quali seguono le conclusioni.
In queste pagine Angelo De Donatis propone riflessioni e meditazioni dedicate al sacerdozio e alla vita consacrata, che traggono forza e concretezza dall'esperienza e dalla saggezza pastorale coltivate come Cardinale e Vicario del Papa per la diocesi di Roma, esplorando il significato profondo di tali percorsi alla luce della fede e della missione pastorale. Attraverso un linguaggio chiaro e accessibile, ma ricco di riferimenti biblici e teologici, l'autore invita i lettori - sacerdoti, religiosi e laici - a riscoprire la gioia dell'incontro con Cristo e del servizio alla Chiesa, rivolgendo loro parole ispirate che incoraggiano a ricercare un cammino di fede sempre propositivo e generativo. Le omelie contenute nel libro si soffermano su temi fondamentali, come il senso della chiamata, l'umiltà del servizio, la testimonianza evangelica e il ruolo del pastore nella comunità cristiana. Favorendo la riflessione personale e comunitaria, l'opera si pone come guida spirituale e strumento di discernimento, capace di illuminare il cammino vocazionale e pastorale con parole di incoraggiamento, speranza e fede.
Le fragilità del sacerdote vanno tenute in considerazione non per giustificare i suoi errori, ma per prevenirli, così che possano anche essere d'aiuto nella sua formazione personale. Partendo dal tema della vanità, intesa come il rischio di perdere l'essenza del proprio servizio, l'autore arriva a esplorare la sfida dell'affettività, considerando che una formazione eccessivamente rigida può generare distacco e freddezza nei rapporti con la propria comunità. Lungo il cammino, si affronta anche il pericolo dell'ipocrisia, una maschera che può celare la vera identità del presbitero, minando la sua autenticità e indebolendo l'efficacia di ogni azione evangelica. Attraverso le pagine si illuminano aspetti nascosti del ministero ordinato, delineando un itinerario di crescita interiore che invita all'umiltà, alla trasparenza e a una rinnovata autenticità.
Il volume vuole essere un compendio di quelle regole, a volte non scritte e molto spesso, ahimè, dimenticate, che sono utili per una più serena vita civile di quel settore del clero che si trova a dover presenziare eventi civili regolati da un'etichetta o da un cerimoniale. Si tratta di uno studio che vuole offrire anche agli agenti culturali, agli studiosi del cerimoniale, alle autorità che si relazionano con il clero, semmai ce ne fosse bisogno, quelle norme di bon ton e di protocollo che rendono più facile e a volte anche più piacevole i doveri della buona educazione e delle relazioni urbane. Non ci sono ambienti e settori sociali che possono considerarsi esenti dalle buone maniere.