C’è posto per Dio in un’etica filosofica? E quale sarebbe? Se partiamo da un quadro etico-normativo condiviso, è necessario riferirsi a Dio per comportarsi in modo corretto? Ma nell’orizzonte post-moderno un tale quadro è svanito: è forse necessario riferirsi a Dio per rielaborarlo? Chi ritiene che sia possibile elaborare un’etica senza presupporre la posizione di Dio, sostiene anche che essa sia indipendente da Dio – ossia che ammettere o negare Dio sia indifferente? Il presente volume, articolato in una parte storica e una parte sistematica, cerca di rispondere a queste domande. L’indagine storica fa emergere i problemi trattati, considerando le soluzioni proposte dai diversi pensatori nella loro integrità, evitando di incapsularle in un ordine ideologico pregiudiziale. La parte sistematica è tesa in primo luogo a stabilire se ci sia un sapere sul quale la normatività etica si fonda e che tipo di sapere sia; quindi si chiede se e in che modo si possa parlare di Dio; alla luce di ciò giunge a tematizzare il ruolo di Dio nella vita umana e nel discorso etico.
Il discernimento è riproposto nell’attuale cammino ecclesiale come dinamica necessaria dell’esistenza credente e metodo nella prassi pastorale. Si pensi alle Assemblee sinodali sulla famiglia e sui giovani; al Magistero di papa Francesco. Tuttavia, sebbene già dal Vaticano II sia auspicato un ritorno all’esercizio della coscienza personale ed ecclesiale, permangono riserve circa l’autonomia morale, quale costitutivo dell’agire etico. Di conseguenza appare il pericolo di una fallacia: in linea teorica si riconosce la possibilità razionale dell’uomo, ma sotto il profilo morale ci si limita a valutare la correttezza di un’azione dalla giustezza del procedimento e dalla conformità alle norme. Riflettere sull’agire intenzionale, dunque, colloca la riflessione sugli atti umani tra l’ordine morale, la serietà del capire/decidere in coscienza e il ruolo di Dio in questo impegno di responsabilità. È chiamata in causa l’identità stessa del discernimento, che rischia di ridursi a espediente sofistico per dilazionare situazioni complesse o per differire decisioni spigolose. Discernere è attraversare la decisione per giungere alla scelta; si tratta di un presupposto e non di un correlato. Nel testo si analizzano diverse prospettive argomentative con il supporto di J. M. Aubert ed E. Chiavacci e di altri teologi post-conciliari. L’enciclica Veritatis splendor afferma che «la legge di Dio non attenua né tanto meno elimina la libertà dell’uomo, al contrario la garantisce e la promuove» (n. 35), la vera autonomia è dono creazionale ed effetto della redenzione. L’uomo, pertanto, è creato capace di partecipare alla sapienza divina e in questa relazione, razionale e storica, è abilitata la sua creatività nel mondo.
Il libro raccoglie testi scritti lungo un decennio aventi come tema il pensiero di Ignacio Ellacuría non da un punto di vista prettamente specialistico né semplicemente d'occasione, ma che volutamente intrecciano la riflessione del gesuita basco con altre prospettive (Papa Francesco, gli altri martiri dell'UCA ed il maestro Zubiri, il dibattito sul realismo, l'umanesimo delle vittime e degli oppressi, la cristologia). Da ciò emerge sia una rigorosa enucleazione dei temi pivotali del pensiero di Ellacuría - la salvezza nella/della storia, il popolo crocifisso, la realtà storica, le periferie, la civiltà della povertà - sia la possibilità che essi possano essere giocati nei centri nevralgici del presente - il rapporto tra etica e prassi e la metafisica. Ne sorge una riflessione che siamo convinti sia originale non solo per la teologia o per la filosofia, ma per il pensiero tout court grazie alla straordinaria e, a propria volta, originalissima saldatura tra filosofia e teologia che emerge dal pensiero del gesuita basco.
A che serve il nostro denaro? Per che cosa lo usiamo? Che ne è dell’essere umano di fronte al denaro? L’autore si sofferma su tali interrogativi e ci presenta l’originalità dell’approccio biblico e, in particolare, del messaggio di Gesù. Accolto come un dono di Dio, il denaro non è più condannato a essere luogo delle nostre paure. Può divenire un segno di gratuità, può essere reinvestito per permettere la relazione e l’attenzione gli uni agli altri, in modo che l’utilizzo dei beni non manifesti più la dismisura delle nostre brame, ma l’amore del Dio che dona.
Daniel Marguerat (Losanna 1943), pastore della chiesa riformata del cantone di Vaud e professore emerito alla Facoltà di teologia dell’Università di Losanna, è un rinomato biblista, esegeta del Nuovo Testamento e specialista della ricerca su Gesù e sulle origini cristiane.
Il libretto presenta le caratteristiche peculiari e le potenzialità distruttive, a livello psicologico, relazione e sociale, dell'invidia, confermando la sua caratteristica di vizio antipatico". " L'invidia è un vizio strano, non mira ad alcun bene, eppure per essa si arriva a sacrificare ogni cosa. Può essere contrastata solo da una visione della vita improntata alla beatitudine, dove si gioirà della gioia degli altri, non tanto della propria: per questo non ha senso invidiare ciò che di per sè già ci appartiene.
Nel saggio vengono presentate le caratteristiche più importanti della superbia, dal punto di vista spirituale, morale e psicologico, cercando in particolare di mostrare perchè, tra tutti i vizi, esso è stato riconosciuto non solo come il più grave, ma come la radice di ogni atteggiamento malvagio. La superbia è il vizio dei perfetti", o piuttosto di coloro che si credono tali, e presumono di essere autosufficienti, chiudendosi in tal modo a Dio e alla salvezza. In questo confronto interdisciplinare, oltre a ritrovare molte cose in comune, viene ricordata l'importanza del limite e di una relazione sana e affettuosa con le figure educative caratteristiche della crescita e dello sviluppo, in particolare i genitori. "
In questo numero l'esistenza del male che non pregiudica e non contraddice però l'esistenza di Dio. La presenza del male è la principale obiezione che da sempre viene mossa all'esistenza di Dio. D'altra parte, le possibili alternative all'esistenza di un unico Dio creatore, buono e onnipotente, si rivelano contraddittorie e inconsistenti. La ragione riesce a dire che l'esistenza del male non pregiudica e non contraddice l'esistenza di Dio, ma il significato del male resta in larga misura misterioso. Dove la ragione esaurisce le proprie risorse, incontra la Rivelazione del mistero della Croce.
Le riflessioni svolte da Roberto de Mattei a Radio Maria sul problema del male e dei castighi divini, dopo il terremoto in Giappone del marzo 2011, hanno suscitato violenti attacchi mediatici da parte degli ambienti laicisti e vivaci polemiche anche all'interno del mondo cattolico. Alle considerazioni teologiche e spirituali sul mistero del male del prof. de Mattei si accompagnano in questo volume gli interventi di alcuni autorevoli esponenti della cultura cattolica, tra i quali mons. Antonio Livi, padre Giovanni Cavalcoli O.P., padre Serafino M. Lanzetta F.I., Corrado Gnerre, Cristina Siccardi. Da questa pluralità di contributi si sviluppa l'approfondimento di un punto centrale della teologia e della filosofia cristiana della storia.
"Il titolo del libro racchiude il suo mondo teologico-pastorale. Un popolo in cammino con Dio richiama la dimensione ecclesiale del pensare la morale nel contesto delle attuali situazioni di vita. Il fondamento trinitario della sua proposta teologica mostra come la vita e l'insegnamento di Gesù Cristo siano il discriminante per ogni sano discernimento nell'agire concreto del popolo di Dio. È evidente che la sua riflessione non è chiusa in se stessa, ma è aperta ad ogni sovvertimento dello Spirito Santo. In effetti il camminare insieme postula il desiderio di dialogare e di pensare insieme, sempre pronti, guidati dallo Spirito, a dare ragione della fede in Gesù Cristo. Con questo suo lavoro intendeva aprire nuovi varchi per lo studio della morale, proponendo un metodo interdisciplinare che riguardava non solo ad intra le discipline teologiche, ma che poteva interagire con i dati della sociologia, della psicologia e di altre scienze umane." (Dalla presentazione di Francesco Asti)
Contenuto
Si stanno moltiplicando le ricerche su etica sessuale e coniugale che intendono arricchire gli ambiti di approfondimento su questa delicata materia. Questa quarta edizione, rivista e aggiornata, si ripropone comunque come opera utile soprattutto per la globalità dell’impostazione, pur nella essenzialità e completezza della trattazione della materia e la ricchezza dei riferimenti bibliografici per l’approfondimento delle singole tematiche. La preoccupazione dell’Autore è stata quella di trattare la materia tenendo conto delle difficoltà sempre crescenti, oggi, in ordine al vissuto concreto, in una società molto segnata dal relativismo. Importante, quindi, partire da quanto viene evidenziato dalle scienze umane e dall’esperienza di vita per proporre motivazioni e orientamenti antropologici e biblico-teologici con impostazione e linguaggio che rendano trasmissibili concetti spesso non recepiti perché astratti.
Destinatari
Per studenti di teologia morale in Istituti di Scienze Religiose, Scuole di Teologia per laici, e pure Scuole di Teologia dei Seminari.
Autore
LUCIANO PADOVESE, è docente di teologia morale presso l’Istituto Teologico di Pordenone affiliato alla Facoltà Teologica del Triveneto e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Portogruaro. È giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Triveneto e dirige il Centro Culturale Casa A.Zanussi e il mensile di cultura «Il Momento». Da molti anni partecipa, con relazioni e interventi, specie su tematiche di carattere culturale e teologico-morale, a convegni e dibattiti in diverse città italiane. E’ autore di molti studi e varie opere a carattere manualistico.
Un dialogo sulla crisi, non solo economica, della società globale e su come ad essa si possa reagire concretamente. Le voci sono quelle dell'economista Leonardo Becchettie del biblista Giuseppe Florio, che affrontano i temi legati al profondo mutamento sociale degli ultimi anni. Si parte dal monito di Gesù "Non potete servire Dio e Mammona" e da altri passi evangelici, per analizzare l'uso del denaro e come sia possibile farne uno strumento per operare il bene comune. Gli autori dibattono dello scollamento sempre più drammatico tra economia ed etica, delle più urgenti questioni sociali (povertà, lavoro, inclusione finanziaria, distribuzione della ricchezza), del rispetto dei valori umani così come di quello per l'ambiente, della responsabilità sociale d'impresa e della sostenibilità, delle visione economiche alternative (come la cooperazione). E, soprattutto, suggeriscono come ognuno di noi possa diventare attore del cambiamento, mettendo in atto giorno dopo giorno comportamenti in grado di ridare centralità alla persona. Testi introduttivi di Mario Toso e Loretta Napoleoni.
La presente opera è una parabola di riflessione sul paradigma della pienezza di vita, come modello di riferimento unitario e trasversale a tutta la riflessione etico-teologica. Movendo da una iniziale descrizione degli assi portanti del paradigma, che sostanzialmente rappresenta il terreno di incontro tra l'etica filosofica e la teologia morale, si intende leggere in questa direzione il contributo della rivelazione biblica, che ne costituisce un orizzonte definito.la morale estetica e teofanica e quella teologale vengono individuate come importanti modulazioni del paradigma, che rileggono la più accreditata tradizione e proiettano prospetticamente la riflessione etico-teologica. per la declinazione del paradigma si considerano tre ambiti rappresentativi ed eticamente "sensibili", nei quali si dispiega la vita morale del credente: la morale sacramentale, la morale sociale e la bioetica, approfondendo la necessaria circolarità del rapporto tra fede professata/celebrata e vissuta.