Esistono due modelli agiografici orientali di santa Marina: quello della monaca travestita da uomo e quello della martire. Spesso le sante omonime sono soggette a sovrapposizioni e variamente localizzate. Il motivo del travestimento della donna in abiti monastici maschili è ricco di valenze antropologiche e religiose con l’unico obiettivo di votarsi unicamente al Signore e far perdere le proprie tracce andando a vivere in un monastero maschile. Dalla protocristiana Tecla, discepola dell’apostolo Paolo, a Marina e fino alla Francia del secolo xv con Giovanna d’Arco, la pulzella d’Orléans, l’agiografia si è notevolmente arricchita di donne che hanno fatto ricorso all’escamotage del travestimento da uomini per accedere a ciò che, proprio in quanto donne, non avrebbe potuto accoglierle: dalla preghiera allo studio e alla battaglia. In tal modo univano le loro esigenze sacre a quelle profane per avere un minimo di libertà individuale, fedeli al precetto del Vangelo apocrifo di Tommaso che dice: Se una donna vuole servire Cristo e tralasciare il mondo materiale, dovrà smettere di essere donna. Allora sarà considerata come un uomo.
Maria Stelladoro
Maria Stelladoro, specialista in paleografia e codicologia greca, si occupa di agiografia greco-latina, settore in cui ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche su riviste specializzate nel settore.
Per il Dizionario Biografico degli Italiani dell’Enciclopedia Treccani ha curato la voce: Metodio di Siracusa, patriarca di Costantinopoli; per il Dictionnaire d'Histoire et de Géographie Ecclésiastique le voci: Leone Luca di Corleone, monaco basiliano; Lucia, vergine e martire di Siracusa; Metodio di Siracusa, patriarca di Costantinopoli. È autrice di monografie quali Agata. La martire (=Donne d’Oriente e d’Occidente 16), Jaca Book, Milano 2005; Euplo/Euplio martire, San Paolo, Cinisello Balsamo 2006; Lucia. La martire (=Donne d’Oriente e d’Occidente 23), Jaca Book, Milano 2010; Santa Febronia. Vergine e martire sotto Diocleziano, Velar, Gorle 2011; S. Silvestro da Troina e il monachesimo italo-greco in Sicilia e in Italia Meridionale, Città Nuova, Roma 2014.
L'Antico Testamento, i Vangeli e l'intera storia della cristianità sono ricchi di profili di donne che con il loro amore, la loro sensibilità e il loro coraggio si sono rese testimoni di fede. Questa raccolta propone 40 ritratti di sante, beate e "serve di Dio" le cui vite ci hanno lasciato tracce luminose di spiritualità. Prefazione di Yvonne Reungoat.
La crisi del matrimonio è evidente in tutti i Paesi occidentali. Il volume - che si compone di un saggio d'apertura, di una sezione antologica e di schede didattiche - affronta il tema facendo leva sulla "totalità" come sentimento tipico provato da chi ama. In tal senso, l'indissolubilità matrimoniale non è un ostacolo, ma un sostegno per far sì che il sogno d'amore possa concretamente incarnarsi. La questione è soprattutto pedagogica, in quanto per essere motivati ad affrontare la sfida del matrimonio occorre una educazione al riconoscimento della grandezza dell'amore umano. Il testo vuole essere uno strumento in vista di questo scopo, a disposizione di docenti, studenti ed educatori, religiosi e laici.
Un’inchiesta giornalistica alza il sipario su quello che Giovanni Paolo II, parlando in confidenza dell’attentato alla sua vita, definì un “garbuglio molto grosso”. Il libro, frutto di informazioni riservate e di nuove prove e testimonianze, svela l’identità di gruppi e di singole “Entità” fra loro molto dissimili, ma che si compattarono nel progetto criminale del 13 maggio 1981. Ed ecco date e luoghi di riunioni segrete con presenze insospettabili; ecco i frenetici viaggi e i convulsi contatti. Terrorismo islamista, attività illecite vendicative, fanatismo cattolico politicizzato: si formò una ben strana compagnia, che fece cassa comune e creò, per l’impresa in Piazza San Pietro, l’esercito più improbabile della storia. Si raccontano per la prima volta le singole mosse dei vari “soldati” in campo in quell’anniversario dell’apparizione della Madonna a Fatima. E il paradosso fu che la disgraziata vicenda ebbe anche quel collante: “Fatima”, quasi una prospettiva ultraterrena vissuta con l’aberrante fiducia di un avallo divino per il delitto che doveva compiersi.
Note sull'autore
Anna Maria Turi, laureata in filosofia con la lode accademica presso l’università La Sapienza di Roma, iniziava giovanissima la collaborazione con le testate nazionali, firmando più frequentemente per il quotidiano ‘Il Tempo’ e i periodici della casa editrice Rizzoli. Per i casi della grande cronaca (caso Ior-Banco Ambrosiano, attentato al Papa, rapimento Orlandi, ecc.) è apparsa con notizie e interviste esclusive anche sulle colonne de ‘La Repubblica’ e ‘Panorama’. Ha viaggiato e viaggia molto, prima nell’Est europeo, poi in Sudamerica, oggi nel Nordafrica, realizzando servizi e corrispondenze su argomenti di geopolitica. Ha lavorato per reti televisive pubbliche e private. È autrice di più di trenta libri, tradotti in varie lingue, prevalentemente su tematiche storico-sociali, psico-antropologiche e religiose.
Sei storie esemplari di donne del Medioevo e del loro rapporto con la maternità. C'è l'esperienza di Dhuoda (vissuta nel IX secolo), il cui figlio Guglielmo fu consegnato come ostaggio a Carlo il Calvo; c'è - due secoli dopo - la vicenda di Matilde di Canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternità. C'è l'esempio di Caterina da Siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da 'grande madre' italiana. C'è Christine de Pizan, impegnata nell'ultimo scorcio di Medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. Ancora, c'è Margherita Datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c'è infine Alessandra Macinghi Strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. Pagina dopo pagina, si rovescia ciò che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l'effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. Insomma, madri e donne che vanno ben al di là delle nostre (spesso ristrette) concezioni del Medioevo.
Il testo guiderà la vita pastorale delle nostre comunità cristiane per il prossimo anno pastorale, aiutando gli operatori pastorali e i sacerdoti a vivere con sempre maggiore fedeltà al Vangelo. Con la proposta pastorale per l'anno 2018/2019 l'Arcivescovo Mario Delpini vuole contribuire a tenere unite e vive la speranza del compimento e l'esercizio della responsabilità per la missione, per poter condividere le ragioni della speranza. Mentre ci prepariamo alla canonizzazione del beato papa Paolo VI, il vescovo Mario ci invita a riprendere la sua testimonianza e a rileggere i suoi testi, così intensi e belli, perché il nostro sguardo su questo tempo sia ispirato dalla sua visione di Milano, del mondo moderno e della missione della Chiesa. In appendice un contributo di don Massimiliano Scandroglio, una lectio su alcuni Salmi che trasformano in esperienza di preghiera il vissuto quotidiano, con le sue speranze e le sue fatiche, i desideri e i drammi della vita. Alcuni Salmi hanno accompagnato il pellegrinaggio del popolo di Israele al tempio nella città santa, Gerusalemme. Possono accompagnare anche la comunità dei discepoli di Gesù, pellegrini nella storia verso la nuova Gerusalemme. L'Arcivescovo Mario suggerisce quindi queste pagine come esercizio di preghiera, di riflessione, di condivisione, per pregare con tutti i Salmi del Salterio e in particolare con quelli che la Liturgia delle ore propone come preghiera della Chiesa.
Basta una piccola luce per tornare a camminare, a vedere gli altri attorno a noi, a trovare le nostre cose che sembravano scomparse, perdute. E la luce non è mai "a caso". Un volume della serie Setteminuti per lo spirito, agili libretti pensati per coniugare il nostro bisogno di spiritualità con i tempi della vita moderna.
La consapevolezza del Padre, spinge Gesù a prendere il largo, a non essere più prevedibile, a iniziare un'esperienza di libertà. Un volume della serie Setteminuti per lo spirito, agili libretti pensati per coniugare il nostro bisogno di spiritualità con i tempi della vita moderna.
Dobbiamo chiederci: stiamo camminando, anzi, correndo, incontro al Signore Gesù che viene incontro a noi? E come avanziamo? Un volume della serie Setteminuti per lo spirito, agili libretti pensati per coniugare il nostro bisogno di spiritualità con i tempi della vita moderna.
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». È questa promessa di Gesù all'apostolo Pietro, iscritta a caratteri cubitali all'interno della cupola della basilica di San Pietro, a Roma, che incontriamo all'origine della storia appassionante di una dinastia di sommi sacerdoti che si è prolungata per via non ereditaria sino ai nostri giorni. Roma, la città imperiale e la città dei martiri, è la grande protagonista di questa storia. Il potere e la gloria, la grazia e il peccato, la generosità e l'ambizione, la santità e la concupiscenza si mescolano in stretto intreccio in personaggi, politiche, programmi e passioni. Nella storia delle diverse dinastie che hanno regnato lungo i secoli è difficile trovarne una paragonabile a quella dei papi: per la personalità di molti di loro e per il fascino sconcertante e la provocazione che promanano dalle loro vicende, dai loro sogni e dalle loro sconfitte. Ma anche per la persistenza dei loro ideali, nonostante le loro infedeltà. In queste pagine si dipana la storia della grandezza, della religiosità e del peccato di uomini i cui atti non sempre furono modello di virtù e santità, di quella coerenza e di quella fedeltà che essi stessi predicavano ai propri fedeli, ma che, in ogni epoca, sono rimasti decisivo punto di riferimento per i cristiani. È la storia del Cattolicesimo, ma, di fatto, anche storia dei nostri Paesi e della nostra cultura.
Fare il partigiano voleva dire salire in montagna, dormire all’addiaccio, mangiare poco e male, girare fra i monti con uno sten appeso alla spalla in attesa che arrivassero i tedeschi a spararti addosso. La storia di un ragazzo nato nel 1925, cresciuto nell’Italia fascista, che sceglie di ribellarsi e combattere per la libertà.
«Com’era la vita quando eri giovane?» Questa è la domanda che un ragazzo pone a Mario Mirri, uno dei più influenti storici italiani. È questa frase che fa tornare in vita, quasi magicamente, un mondo che abbiamo perduto, dove la civiltà contadina era ancora centrale, i figli tanti e i beni scarsi. I ricordi si mescolano all’analisi dello storico riuscendo a dare un senso più ampio alle esperienze di un singolo. Il piccolo Balilla si trova così a fare i conti con la scoperta di un padre che ascolta di nascosto Radio Londra o con l’improvvisa sparizione del compagno di classe ebreo. Ma è la guerra a dare una svolta. La ‘pugnalata alle spalle’ del regime fascista alla Francia spinge il giovane Mario, con altri compagni, ad aderire clandestinamente a Giustizia e Libertà e poi alla Resistenza. Questi anni, con le sofferenze, le torture subite, la perdita degli amici ma anche il contatto con ‘il mondo degli uomini’, saranno centrali nella formazione etica e politica sua e di una intera generazione.