“Anche quell’estate arrivò impetuosa a Key West. E come ogni anno arrivarono anche i Madoc, verso la fine di giugno, secondo tradizione di famiglia.”
È così che inizia l’avventura di Raphael Madoc, un normale ragazzo di dodici anni. L’estate che affronterà lo cambierà per tutta la vita perché lui è: il Prescelto.
Tutto parte da un semplice regalo che suo padre gli consegna prima della partenza per le vacanze: lo Scrigno della Verità. È un gioco che tutti i ragazzi vorrebbero avere, ma che per il nostro eroe si trasformerà in un’indimenticabile avventura nel profondo degli abissi. Lì incontrerà il popolo degli Idros: esseri semi-umani dalla pelle verde che nel passato erano uomini ma che per loro scelta si erano trasferiti in fondo al mare.
Molti personaggi tessono la trama di quest’avvincente avventura: il giovanissimo Principe Brendon, la perfida Principessa Fallon Poleyn, il saggio Aran Bennett e i suoi intraprendenti figli Raya e Farris, il Comandante delle Guardie del Presidio Brock Hell, l’enigmatico Cardinale John Morton, la coraggiosa Naida.
In perenne corsa contro il tempo tra il Presidio e l’Abbazia, il Prescelto cercherà di comprendere cosa si nasconde nel libro della legge chiamato il Protocollo.
Ma chi sono in realtà gli Idros? Perché si sono staccati dalla Terra per andare a vivere in fondo agli abissi in un’isola che si chiama Utopia? E come mai Raphael è il Prescelto?
Inseguimenti, sotterfugi, cunicoli misteriosi e un processo, in cui Raphael Madoc è l’indiziato principale di un omicidio, sono gli ingredienti di questo coinvolgente sussidio per l’estate ragazzi.
L’Autore
Mariano Diotto, nato a Torino nel 1971, è laureato in Scienze della Comunicazione Sociale e in Teologia. In questi studi riconosce la sua passione per la musica, per la televisione, per la spiritualità, per la scrittura e la narrativa per i ragazzi, affascinato da come questi elementi comunicativi così diversi possano unirsi in un unico linguaggio.
Attualmente insegna Semiotica all’università, continuando a svolgere attività ricreative ed educative per ragazzi e giovani.
Ha scritto diversi racconti per ragazzi dai quali sono stati tratti dei sussidi di successo per l’animazione: Il segreto di Ryù (2004), Mega-play. Una vita in gioco (2005), Enigma. Famiglie nel mistero (2006), Esteban (2007).
Nel 2008 ha esordito con il suo primo romanzo: L’acchiappasogni di Hashale, che l’ha portato in numerose scuole a contatto con i suoi giovani lettori.
Con Idros e lo Scrigno delle carte torna a scrivere un romanzo appartenente a un genere letterario a lui caro: il fantasy.
Il romanzo è stato adattato e utilizzato da INEstate come cornice narrativa per la creazione di un sussidio per l’animazione e la formazione di bambini e ragazzi.
"Non si può tenere a mente tutto". Con questa frase spesso ci si giustifica di distrazioni che continuamente si sperimentano nella quotidianità e che talvolta possono avere conseguenze tragiche sulla vita delle persone. Ma la distrazione svolge anche un'importante funzione positiva quando, ad esempio, allontana da emozioni negative. E soprattutto non è, come erroneamente saremmo portati a credere, l'opposto dell'attenzione. L'autrice del volume, servendosi anche di interessanti incursioni nella letteratura e nella filosofia, offre un quadro completo di questo complesso meccanismo dell'intelletto umano: cosa è e come funziona, come riuscire a controllarla, quali sono i suoi costi e i suoi benefici, infine qual è la sua relazione con altri fondamentali processi mentali come le emozioni e la memoria.
La papirologia ha per oggetto la decifrazione e lo studio dei testi greci e latini conservati su papiro, legno e altro materiale. Tra le discipline che studiano il mondo classico, essa ha l'indubbio fascino di risultare sempre aperta alle novità e di essere in continua evoluzione, grazie soprattutto alle ricerche archeologiche svolte in Egitto. Il volume presenta gli aspetti fondamentali della disciplina, spaziando dalla pianta di papiro e la fabbricazione della relativa carta ai principali contenuti dei testi papiracei, al loro contributo alla storia dell'Egitto greco-romano e delle letterature classiche, fino ai più importanti strumenti di lavoro del papirologo, compresi quelli offerti dall'informatica.
Originaria di Pizzano, vicino a Bologna, ma vissuta in Francia, Christine de Pizan fu tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento la prima donna intellettuale di professione. Un destino fuori dal comune, a cominciare dalla straordinaria opportunità che fu per lei l'istruzione ricevuta dal padre, noto medico e astrologo. Rimasta vedova e priva di risorse, divenne scrittrice di apprezzate opere che lei stessa faceva miniare. Ma soprattutto fu oppositrice fiera ed efficace dei pregiudizi contro le donne, come testimonia «La città delle dame».
«Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza. È un indizio questo, di come oggi più che mai, nella civiltà dell'immagine, l'immagine sacra possa esprimere molto più della stessa parola» (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica). Questo passo commenta in modo eccellente l'edificio che - attraverso queste pagine - si vuole visitare. Dal punto di vista artistico e spirituale, la chiesa di Santa Maria Maddalena e Santa Teresa a Monza è unica nel suo genere. Poche chiese, infatti, specie del tardo Ottocento, vantano un'unità tematica di tal portata. Grazie al genio femminile di una mistica monzese, Madre Maria Serafina della Croce, e all'opera di diversi e pregiati artisti lombardi, il fedele viene introdotto nel mistero della celebrazione eucaristica. Ogni opera di questo piccolo edificio educa alla preghiera e alla fede della Chiesa nel Mistero dell'Eucaristia. Il libro propone un originale percorso catechetico per la comprensione della Messa. Gli affreschi si rifanno esclusivamente ad episodi evangelici: è quindi possibile ricostruire l'itinerario qui offerto indipendentemente dalla possibilità di visitare dal vivo l'edificio.
Nasce dalla necessità di rendere l'approccio alla lingua latina più semplice soprattutto per gli studenti delle Università Pontificie che provengono da culture eterogenee e molto diverse da quella italiana. Partendo dall'esperienza maturata in quindici anni di insegnamento presso la Pontificia Università della Santa Croce, si è cercato di rendere l'apprendimento del latino più pratico e semplice, tenendo presente proprio le diverse culture degli studenti che frequentano questi corsi.
Le caratteristiche del metodo utilizzato sono: 1) non imparare nulla a memoria; 2) schemi riassuntivi / deduttivi su tutti gli argomenti con relativa spiegazione di utilizzo; 3) esercizi di traduzione con testi vari di filosofia, teologia e di diritto canonico; 4) autocorrezioni degli esercizi e quindi la possibilità di effettuare da soli lo studio, in quanto si può controllare se la traduzione è corretta e capire se si è compreso l'argomento studiato nelle unità di teoria; 5) vocabolario con termini filosofici, teologici e di diritto canonico.
Cecilio Cipriano Tascio (inizio III sec. - 14 settembre 258) si convertì al cristianesimo in età matura e ben presto divenne vescovo di Cartagine. Ricoprì la carica episcopale per circa un decennio, guidando con fermezza e autorevolezza la Chiesa africana in un periodo di grave crisi, segnato da persecuzioni, pestilenze e scismi, e rivelando oltre ad una personalità determinata ed energica, anche doti di pastore benevolo, sollecito e premuroso nei confronti dei suoi fedeli. La sua produzione letteraria risente profondamente del clima difficile e confuso degli anni a cavallo della metà del III secolo e deriva direttamente dall’attività pastorale, rispondendo a problemi e situazioni che erano sorte in seno alla comunità cristiana africana. Non scrisse pertanto opere teologiche, speculative o polemiche, ma prevalentemente opere pastorali in cui predomina l’aspetto parenetico; esse ne rivelano lo spirito pratico, le doti umane e la profonda conoscenza dell’animo e delle debolezze degli uomini. La sua missione fu coronata dalla palma del martirio, circostanza che contribuì ad accrescerne la fama anche oltre i confini africani e che consegnò ai secoli successivi una figura ideale di vescovo e martire.
Quanti pericoli deve affrontare Filippo! Mentre fa colazione viene travolto da onde gigantesche, in bagno approda un terribile pirata e nella sua camera si nasconde addirittura una bruttissima strega... Per non parlare poi dei terribili robot divora-bambini che camminano per strada! Età di lettura: da 4 anni.
Viviamo in una nuova era robotica. È l'era in cui i robot, una volta solo supporto industriale, escono dalle fabbriche e iniziano ad abitare altri luoghi: l'interno del corpo umano, il mondo sottomarino, lo spazio. È l'era in cui i robot vivono in mezzo a noi, ci aiutano, ci connettono, a volte ci sostituiscono. Soprattutto, i robot, interagendo con noi, ci cambiano e cambiano la nostra società. Il libro di Maria Chiara Carrozza, nato dalle lezioni alla Scuola di Politiche, ci insegna che capire l'evoluzione della robotica è fondamentale per comprendere la sfida culturale e politica della quarta rivoluzione industriale. Intraprendere questo viaggio nella robotica, quindi, significa fare un viaggio nel futuro dell'umanità.
A nove anni Lino viene spedito dai genitori in campagna, a trascorrere l'estate con la nonna. È un ragazzo mingherlino, pallido e timido che ha paura di tante, troppe cose, come il tetano, le congestioni, la polmonite, le vipere e persino i galli. Fa amicizia con Chicco, maestro delle mitiche palline clic-ciac, tanto in voga negli anni Settanta, e acerrimo nemico di Nero, il bulletto del paese. Insieme a Chicco, Fausto e Lisa, Lino costituisce la banda delle Quattro Strade, che deve subito difendersi dalle aggressioni del malvagio Nero e dalla banda del Vallino, la crème dei teppisti locali. Uniti, i quattro ragazzi riusciranno ad affrontare le situazioni più pericolose e a smascherare tutte le malefatte di Nero. Una storia di amicizia, di giochi e di grandi prove di coraggio da affrontare insieme per imparare a superare le paure. Età di lettura: da 12 anni.
Oltre la fantasmagoria dello spettacolo e delle merci, di fronte alla violenza e allo sfruttamento, la riflessione filosofica cerca nel passato l'imprevedibilità del presente
Alla fine del secolo passato - nell'euforia dilagante della New Economy e dei processi finanziari globali - l'idea della fine della storia divenne senso comune: sembrava possibile una sorta di "capitalismo pacificato", disposto a superare ogni conflitto e a rimodulare giocosamente le memorie e gli stili del passato. Le tragedie del '900 potevanno essere dimenticate: una "realtà virtuale", immateriale, prometteva di liberarci dai pesi del corpo e della materia, divulgando l'illusione che la violenza e lo sfruttamento fossero sul punto di svanire dalla storia, lasciando il posto a una pace universale. Certo, già allora per credere a tale utopia bisognava essere ciechi alla contemporanea distruzione delle altre culture in ogni parte del mondo o salutarla come un progresso benefico e inevitabile. Oggi è fin troppo facile dire che nessuna utopia ha subito più cruda smentita. Questa constatazione ci impone l'esigenza di dare un'altra lettura e un'altra teoria di quegli stessi fenomeni: perché il lavoro immateriale non ha prodotto forme di liberazione ma colonizzazione e sfruttamento delle capacità mentali dell'uomo? Perché fuori dell'Europa si concentra comunque una densità ed una violenza di sfruttamento che non ha nulla da invidiare all'accumulazione originaria della prima rivoluzione idustriale? Perché la tecnica digitale invece di potenziare la comunicazione tra gli uomini, crea uno spazio astratto in cui i singoli faticano a mantenere la propria identità? Questo libro rievoca autori e forme di pensiero del '900 che possono aiutarci a rispondere a tali domande e propone una riflessione sulla società dello spettacolo sia nella sua forma democratica che in quella totalitaria. Il possibile è ciò che sorge oltra la fantasmagoria dello spettacolo e delle merci, che, seducendo la nostra immaginazione, ci lascia al contempo schiavi di una esistenza immutabile.