Questo romanzo intreccia fatti, luoghi, persone reali e alcuni personaggi e circostanze che sono frutto dell'immaginazione dell'autore. La storia del Celtic Football Club e dei suoi atleti è tutta vera. La finale di Coppa dei Campioni del 1967 e tutti gli avvenimenti sportivi raccontati si svolsero come descritto. Per il resto, la narrazione ripercorre pagine di storia e vicende personali legate in qualche modo a quell'evento.
Letture, riflessioni e preghiere per meditare sulla figura e sulla vita di Gesù. I testimoni del Cristo in mezzo agli uomini ci dicono: «Noi abbiamo visto lo splendore della sua bellezza, della sua santità». Questa santità splendente è un mistero, e la chiave di questo mistero è la divinità di Gesù. Egli dimora in Dio, anzi è "uno dei tre" della trinità santissima. E questo non polverizza la sua umanità, ma la unisce, il più possibile, a Dio.
L'esperienza giuridica medievale si pone come un pianeta separato e distinto da quello moderno: un insieme di valori fortemente incisivi e largamente diffusi creano una particolare mentalità giuridica e impongono precise scelte e soluzioni per i grandi problemi della vita associata. Su questa base Paolo Grossi ricostruisce magistralmente tale mentalità, assumendo a sue fedeli cifre espressive in primo luogo i vari istituti che organizzano la vita di ogni giorno, ciò che oggi noi chiameremmo 'diritto privato'. Ne emerge una civiltà intimamente giuridica, perché fondata su un ordine che è offerto dal diritto e che sul diritto si incardina. A fronte di una tumultuosa superficie politico-sociale, fa spicco la saldezza e la stabilità della costituzione sottostante, l'ordine giuridico appunto, garanzia e salvataggio della civiltà medievale. E, per questo, uno dei suoi messaggi storici più vivi e vitali.
Chiunque abbia a che fare con la parola scritta sta attraversando una vera e propria mutazione genetica: la rivoluzione digitale ha scompaginato i palinsesti, sconfessato il marketing tradizionale e travolto i vecchi paradigmi dell'informazione, della pubblicità, della narrazione politica e d'impresa. È come se il nostro scrivere avesse perso la capacità di fissarsi, e una volta in rete le nostre parole smarrissero i propri riferimenti, volassero via, ormai prive di contesto, e si trasformassero in altro. Scrivere bene sembra non bastare più; oggi è fondamentale cambiare l'atteggiamento progettuale, e la grammatica dei social network può insegnarci una nuova sintassi. Con "Scripta volant" Paolo Iabichino ha creato un nuovo abbecedario della comunicazione, per imparare a scrivere una pubblicità migliore per tutti, a prescindere dai media che la ospitano.
Paolo Borsellino è uno dei simboli della lotta alla mafia e dell'impegno civile, un esempio di vita che cancella le forme d'indifferenza e di prevaricazione ancora oggi imperanti. Eppure, per la sua dedizione assoluta al lavoro, e per il suo carattere schivo, furono rarissimi i suoi interventi scritti, nonostante l'intensa attività oratoria, e la personalità complessa e umanissima. In questo volume sono presentati gli scritti privati e gli appunti di Borsellino, dimenticati per troppo tempo e invece fondamentali per comprenderne il pensiero. Una raccolta di riflessioni originali, redatte con energia e fiducia, sulle problematiche civili affrontate da Borsellino durante la carriera, contesti ancora oggi di urgente attualità: la sicurezza personale dei cittadini, la rete del traffico di droghe, le implicazioni tra mafia e lavoro, e tra mafia e cultura popolare. Ma anche scritti più personali - come la durissima commemorazione dell'amico Giovanni Falcone - che ci restituiscono finalmente tutta la forza, la sensibilità e il coraggio di un grande magistrato.
In questo volume si cerca di collegare le Scritture bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento con la ricerca filosofica che ha mosso l'intera civiltà occidentale nel corso del Novecento, ponendosi domande relative ai tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Figura centrale in questa riflessione è André Neher (1914-1988), autore del capolavoro filosofico L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz, intellettuale ebreo per nascita e per scelta, dal profilo culturale ricchissimo: studioso di eccezionali competenze bibliche e giudaistiche e allo stesso tempo uomo di grande sensibilità, attento alle questioni filosofiche più urgenti e brucianti che la nostra contemporaneità ha posto e pone sotto i nostri occhi.
In questo volume il lettore ritrova la prima parte del testo pubblicato con il titolo Gesù Zero, best-seller di Paolo Curtaz, qui presentato in veste rinnovata e suddiviso in due volumi agili. Perché "Gesù Zero"? Perché c'è un punto "Zero" dal quale è necessario ricominciare. "Zero" nel senso che "Gesù" non vale a nulla per il mondo contemporaneo; "Zero" è quello che ne sappiamo, credendo di sapere tutto; "Zero" per azzerare i pregiudizi. Questo libro è stato scritto per le tante persone che sentono simpatia nei confronti del Nazareno ma che sono frastornate e confuse dalle tante parole che si dicono su di lui. Un libro per chi crede di credere e per chi crede di non credere. Il presente volume affronta prima una serie di temi che, con semplicità, danno fondamento alla fede in Gesù: la sua esistenza storica, le fonti da cui attingerne la conoscenza, l'interpretazione dell'annuncio.
Gli orientamenti nazionali CEI per l'annuncio e la catechesi Incontriamo Gesù (2014) invitano a considerare la mistagogia come un punto di riferimento per riqualificare la cura pastorale di preadolescenti e adolescenti. Finora tale riferimento è stato coniugato prevalentemente a partire dall'ispirazione catecumenale dei cammini di iniziazione cristiana e quindi in prospettiva catechetico-sacramentale. Manca quasi del tutto una adeguata prospettiva catechetico-pedagogica (e in assenza di tale approfondimento taluni suppongono che le istanze educative e quelle sacramentali si elidano). Il volume cerca anzitutto di colmare il vuoto nella ricerca relativamente alla dimensione catechetico-pedagogica e propone come tesi che i due indirizzi (educativo e sacramentale) non siano contrapposti ma si richiamino e si completino a vicenda. Alla luce di questa intuizione sintetica, esamina alcune proposte esistenti e suggerisce piste praticabile per la costruzione di un progetto pastorale di mistagogia con i ragazzi.
Alfonso Ugolini, nato in una misera famiglia di emigrati, passa l'infanzia e l'adolescenza nella povertà. Ben presto orfano, guidato dallo Spirito Santo e sostenuto dall'aiuto della Madonna, indirizza la sua giovinezza verso le mete della perfezione evangelica.
Consegue la laurea in Servizievolezza con una lunga tesi pratica al servizio dei fratelli e della Chiesa. Il successivo Dottorato in Teologia della Semplicità convince il Vescovo ad ordinarlo sacerdote all'età di 65 anni. L'abbraccio del suo Signore lo coglie a 91 anni sereno e pienamente realizzato perché si è donato, senza riserve, a Dio e all'uomo.
«Come lavoro»? Si chiedeva Gadda nel 1949 in uno dei suoi saggi più famosi. E rispondeva subito, depistando il lettore: «Come non lavoro», rivelando l'impossibilità, per l'autore, di svelare il segreto della propria arte, così intrecciata alla propria vita, inestricabile «groppo, o nodo, o groviglio, di rapporti fisici e metafisici». Paola Italia, che da anni studia l'opera di Gadda attraverso l'analisi delle sue carte, guida il lettore nel labirinto dei suoi archivi e delle sue biblioteche, dagli appunti manoscritti alle bozze, tra correzioni, revisioni, riscritture e autocensure. Un viaggio avventuroso e affascinante - che è anche una «confessione d'autore» sui «problemi d'officina» - nella sua scrittura, intesa come «indefettibile strumento per la scoperta e la enunciazione della verità».
L'apparizione delle prime serie iconografiche dei Sette Sacramenti nell'arte monumentale italiana del Trecento rappresenta un episodio significativo, ma finora poco indagato, della grande vitalità artistica dei secoli del Basso Medioevo. In diversi contesti e con diverse finalità, i committenti dei cicli di Firenze, Napoli, Galatina (Lecce) e Priverno (Latina) si appropriarono del tema - ampiamente discusso dalla trattatistica filosofica e dottrinaria del XII e del XIII secolo, ma non ancora oggetto di sistematico insegnamento da parte della Chiesa - per farne uno strumento di autorappresentazione di alto valore simbolico. Il volume ricostruisce le occasioni e le circostanze in cui i quattro cicli furono ideati, le loro finalità e i rispettivi contesti, in relazione alla progressiva affermazione del tema sacramentario nella comune coscienza religiosa medievale.