
Nel giro di pochissimi anni, dal 1945 al 1948, l'Italia cambia volto: con la fine dell'occupazione tedesca e il ritorno alla democrazia, dopo aver fatto la resistenza, i partiti antifascisti sono chiamati a rifare l'Italia, a ridisegnarne le istituzioni, a ricostruirne le basi economiche. Dalla Liberazione alla Costituente, dalla definitiva sconfitta del fascismo alla ricostruzione. Sono gli anni di Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti, di Pietro Nenni e Benedetto Croce. Sono gli anni del decisivo referendum istituzionale in cui bisogna scegliere tra monarchia e repubblica, in un voto tesissimo che la corona perde per un soffio, lasciando in eredità al nuovo sistema un paese profondamente diviso.
A lungo si è parlato di congiura del silenzio in merito alla morte di Giordano Bruno, a causa della scarsità di documenti relativi al suo rogo, nonché del dominio quasi esclusivo di una testimonianza, la più controversa di tutte: una lettera di Kaspar Schoppe a Konrad Rittershausen, pubblicata per la prima volta nel 1621 in un pamphlet dal titolo «Machiavellizatio», inserito in seguito nell'«Index librorum prohibitorum».Tuttavia, a partire dalla fine del XIX secolo - dopo l'affaire Campo de' Fiori - e fino agli anni più recenti, sono stati pubblicati ulteriori documenti sulla morte del Nolano, di cui il volume intende offrire una ricognizione. L'analisi di tali fonti consente di ricostruire quanto avvenne dopo la condanna del filosofo da parte del Tribunale dell'Inquisizione e dimostra che l'eco della morte di Bruno fu certamente più ampia di quel che si crede.
Il precursore dell'unità italiana, simbolo principe dell'identità nazionale, amato dai patrioti romantici e dai fascisti. Il ghibellino fustigatore della Chiesa, bandiera dell'Italia laica. Ma anche il Dante guelfo capace di incarnare l'idea di una cattolicità trionfante. Infine, il Dante pop del cinema, della pubblicità, dei fumetti, icona polisemica del nostro tempo, punto di riferimento incredibilmente attrattivo anche nell'età di internet e della globalizzazione. Le declinazioni che il mito di Dante ha avuto dal Settecento a oggi ci aiutano a capire qual è stata l'evoluzione del sentimento patriottico. Il poeta ha incarnato la passionalità e la forte contrapposizione politica che caratterizzano la storia del nostro paese nel lungo periodo. Dante ha unito, ma al tempo stesso ha diviso. In ogni caso, mai ha lasciato indifferenti le molte anime della nazione.
Il 1956 fu un anno decisivo per le sorti del mondo arabo-islamico. La crisi di Suez dell'ottobre di quello stesso anno, scaturita dalla nazionalizzazione del canale (avvenuta nel luglio 1956), aveva sancito la fine degli imperialismi britannico e francese e il conseguente, prepotente, ingresso in scena degli Stati Uniti d'America e dell'Unione Sovietica. Un passaggio di consegne fatto di complotti, accordi segreti, colpi di scena, carte bollate, spie e carri armati durato dall'ottobre del 1956 sino alla primavera del 1957. Una storia dove agenti dell'intelligence, vecchi monarchi, militari e politici intrecciano i loro destini ognuno nel disperato tentativo di salvaguardare i propri interessi. Questo libro ricostruisce i complessi e ancora oscuri avvenimenti di quegli anni, accompagnando il lettore fra gli intrighi di palazzo e i retroscena, in parte ancora mai raccontati, di quei tumultuosi mesi. Il tutto partendo dalla vita del giovane Nasser, dal suo esordio nella vita pubblica egiziana sino alla conquista della presidenza dell'Egitto. Un'avvincente spy story che portò il mondo sull'orlo del terzo conflitto mondiale, cambiando per sempre gli equilibri del Medio Oriente.
Storia di Venezia dalle origini a oggi. La grande storia di una città unica al mondo, nata prima dalle mani di pescatori ex contadini e poi da profughi, in quella Laguna che la renderà inespugnabile. Case sull'acqua come non s'era mai visto: calli, campielli e poi palazzi sontuosi, una piazza e una Basilica che tutto il mondo vede e ama. Undici secoli di storia, un'originale repubblica aristocratica, la ricchezza dal commercio sui mari, l'arte del governare e del bel vivere... Paolo Scandaletti ci accompagna nella millenaria storia di Venezia.
La grande storia di Erodoto, uno dei padri della storiografia, narra la lotta tra Europa e Asia, ossia i contrasti tra Greci e "barbari". Dopo alcuni rapidi accenni alle origini mitiche del dissidio, Erodoto passa ad analizzare le cause delle guerre persiane, interrogando fonti di prima mano (orali e non) per discernere il vero dalla menzogna. Ma Erodoto è innanzitutto un narratore, e non disdegna di arricchire il proprio discorso riferendo miti e versioni fantasiose, disseminando nell'esposizione dei fatti storici innumerevoli excursus sui più vari aspetti dei territori e delle genti di cui tratta: usi, costumi, favole e leggende, economia e religione vengono descritti con grande attenzione, con curiosità, interesse e a volte con meraviglia, fino a costituire una sorta di variegata enciclopedia delle popolazioni del Mediterraneo. È un racconto, quello di Erodoto, che non stanca mai e che, come tutti i grandi classici, continua a dispensare piacere e sapere, senza risentire del passare del tempo. «Espone qui Erodoto di Alicarnasso le sue ricerche, perché delle cose avvenute degli uomini non svanisca col tempo il ricordo; né, di opere grandi e meravigliose, compiute sia da Elleni sia da Barbari, si oscuri la gloria; e narrerà fra l'altro per quale causa si siano combattuti fra loro».
Alla conclusione del secondo conflitto mondiale, la sovranità nazionale viene diffusamente ritenuta un ostacolo alla costruzione di un futuro di pace e prosperità. Nasce così l'Europa unita, intenzionata a coordinare l'azione dei singoli Stati per sostenere la piena occupazione e difendere la società dall'invadenza dei mercati. Ben presto, però, la promozione della concorrenza diviene il punto di riferimento per l'operato delle istituzioni europee, che finiscono per identificare nel mercato il principale strumento per redistribuire la ricchezza. La moneta unica viene creata per presidiare questo schema, perché la sua architettura impedisce agli Stati di tutelare il lavoro e alimentare il welfare: non deve esserci spazio per allocare risorse con modalità alternative a quelle riconducibili al libero incontro di domanda e offerta di beni e servizi. Di qui il crescente impoverimento della società, alla base dei drammatici conflitti che evidenziano il tradimento delle idealità da cui era scaturito il percorso verso l'unità europea. E se l'Europa unita si mostrerà irriformabile, se cioè il sogno di una stagione di pace e prosperità avrà ceduto il passo all'incubo di un futuro di conflitti e povertà, il suo destino sarà irrimediabilmente segnato.
Irresponsabili che con le loro azioni scatenano le rappresaglie naziste e fasciste che si abbattono sulla popolazione inerme. Esaltati che combattono per imporre una dittatura comunista in Italia. Assassini che infieriscono sui vinti. E ancora, autori di un racconto falsificato della storia, imposto a tutti. Questi giudizi sui partigiani oggi sono parte integrante di un senso comune diffuso, popolato di frasi fatte. Con un meccanismo connaturato ai media in generale ma amplificato dalla rete, prende forma un racconto che azzera i contesti, semplifica brutalmente, trasporta gli avvenimenti del passato nel presente per giudicarli con il metro dell'oggi. Come possiamo rispondere a questa offensiva pluridecennale? Chiara Colombini restituisce concretezza alla distanza che ci separa da quegli anni, calandosi nella realtà dura e drammatica, ma anche piena di speranza, di quei venti mesi che tanto hanno significato per la storia del nostro paese. Un libro per conoscere ciò che è stato. Senza retorica, tornando alla storia.
Protetto da draghi o spiriti maligni, gravato da maledizioni, rivelato da sogni e visioni, il tesoro è materia magica per eccellenza e fra le più affascinanti. Se cercassimo una ricetta alchemica per crearne uno, avremmo bisogno di alcuni ingredienti fondamentali. Il primo è il valore, quello scintillio che accende il desiderio. Il secondo è il segreto, la consapevolezza che esso esiste senza sapere dove. Il terzo è il tempo, al quale è sopravvissuto e che l'ha reso libero da ogni possesso: attende chi saprà meritarselo ma non è più di nessuno. In queste pagine si proverà a seguire la storia della ricerca dei tesori fra Medioevo ed Età Moderna, analizzando le sfumature del desiderio che ha colto gli uomini attraverso i secoli, descrivendo alcuni degli oggetti che hanno alimentato i racconti più favolosi, svelando come nascono certe leggende, alla scoperta dei nascondigli e dei loro custodi, sulla scia di quei cercatori che, dalle sponde meridionali del Mediterraneo fino all'Europa settentrionale, per secoli hanno seguito il miraggio della ricchezza fra magia e misteriose topografie auree.
Il re norvegese Sigurd Magnússon è stato il primo sovrano cristiano a visitare la Terrasanta dopo la conquista crociata di Gerusalemme. E la sua storia è unica nel panorama delle crociate medievali proprio per la sua provenienza: uno scandinavo, signore di un regno lontano in cui il cristianesimo si era affermato da appena un secolo. Un viaggio straordinario: dall'Inghilterra alla Spagna musulmana, dalla Sicilia a Gerusalemme e oltre, fino a Costantinopoli, in un susseguirsi di battaglie navali e assedi, prestigiosi incontri con re e imperatori e violenti scontri con nemici musulmani ma anche, all'occorrenza, cristiani. Un periplo del mondo allora conosciuto che, in cinque anni (1107-1111), condusse sessanta navi dagli estremi confini della terra fino al cuore della cristianità e da qui nuovamente in patria. Uno degli episodi meno conosciuti e più affascinanti della grande storia delle crociate che unisce ai tratti tipici delle scorrerie vichinghe (desiderio di avventura, di fama e di ricchezze) quella tensione spirituale di cui è permeata tutta l'epoca, e che farà guadagnare al suo giovane protagonista fama imperitura.
Questo libro è il racconto di ventiquattro ore che hanno cambiato l'Italia. Poche volte nella storia capita che un intero Paese si accorga immediatamente di essere di fronte a uno spartiacque, a un momento da cui si uscirà profondamente diversi. È quello che accade il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di Aldo Moro ma anche il giorno della fiducia al primo governo che vede il voto favorevole del Partito comunista. Il 16 marzo 1978 è un giorno sbagliato. Un giorno che, destinato a entrare nella storia italiana come inizio di una nuova fase democratica, diventa improvvisamente tutt'altro: il giorno della violenza e della 'geometrica potenza' di fuoco delle armi. Il giorno del sequestro di Aldo Moro a via Fani.
"Del buon uso del tradimento" è il titolo di un celebre libro di Pierre Vidal-Naquet sulla figura e sulla straripante opera del comandante militare, sacerdote, storico Giuseppe Flavio (nato nel 37 d.C. e vissuto fin sotto il regno di Traiano). Straripante e giunta a noi intatta. Come è avvenuta la straordinaria salvazione, caso unico in tutta la storiografia di lingua greca dei quattro secoli che intercorrono tra Polibio e Cassio Dione? Chi prese in carico l'opera e perché? Quale ruolo ebbe in questo prodigioso fenomeno storico-letterario il cosiddetto Testimonium sulla vita e morte di Gesú, inserito nelle Antichità giudaiche di Giuseppe? E cosa intendeva davvero essere quella sottile e tormentata testimonianza? L'interpolazione - se tale è - più controversa della storia dei testi greci racchiude la chiave che può avviare alla soluzione di queste domande. Con qualche sorpresa.