
Come si studia la storia? E come si racconta? Domande difficili ma appassionanti, se soltanto gli storici si impegnano a non avere segreti, e a parlare chiaro. Se invitano il pubblico dentro la loro officina e spiegano come maneggiarne gli attrezzi. Se una tecnica, il buon uso delle ‘fonti’, diventa un’arte di ricostruzione del passato. Qui, dieci storici italiani – Alessandro Barbero, Roberto Bizzocchi, Alessandro Casellato, Antonio Gibelli, Miguel Gotor, Giovanni Levi, Salvatore Lupo, Sergio Luzzatto, Ottavia Niccoli, Lisa Roscioni – hanno scelto ciascuno una singola fonte, l’hanno lavorata con i ferri del mestiere, ne hanno fatto la base di un racconto esemplare.
Descrizione
La fine dell’Impero romano ci fu, eccome. E fu caratterizzata da una drastica flessione demografica, da un generale impoverimento, dalla perdita di quelle caratteristiche di vivibilità urbana, di cultura diffusa che avevano impresso un segno speciale alla civiltà romana. La fine dell’impero fu la fine, se non della, perlomeno di una civiltà. Al di là del tono brillante e qua e là della vis polemica, siamo dinanzi a un libro serio ed equilibrato che, non senza una punta di pessimismo, ci presenta la fine dell’età classica e dell’Impero romano. Franco Cardini
Un libro programmatico già dal titolo. La fine della civiltà romana fu cruenta, comportò sofferenza per i romani conquistati dai barbari, e un generalizzato cedimento del livello di civilizzazione. Ne scaturì una età oscura:Ward-Perkins rispolvera per l’alto medioevo questa espressione che non si leggeva da tempo. Marina Montesano, “il manifesto”
Nessuna precotta discussione sulle trasformazioni dell’impero, nel libro di Ward-Perkins. Al contrario è tutto violenza, orrore e cataclisma. Le sue argomentazioni hanno una qualità apocalittica. Tom Holland, “The Sunday Times”.
Indice
Prefazione all’edizione italiana - Premessa - I. Roma è mai caduta? - Parte prima La caduta di Roma - II. Gli orrori della guerra - III. Verso la disfatta - IV. La vita sotto i nuovi padroni - Parte seconda La fine di una civiltà - V. La scomparsa del benessere - VI. Perché la scomparsa del benessere? - VII. Morte di una civiltà? - VIII.Va tutto bene nel migliore dei mondi? - Appendice Dai cocci alle persone - Note - Bibliografia - Cronologia - Cartine - Fonti delle illustrazioni - Indice analitico
Vero laboratorio della modernità, l’Illuminismo appare nelle pagine di Vincenzo Ferrone nella sua autentica natura di nuovo umanesimo consapevole della finitezza dell’essere umano. Progetto culturale ed emancipatorio destinato a ridefinire tutti i saperi e in particolare la politica con l’invenzione del linguaggio dei diritti dell’uomo, il mondo dei Lumi ha sempre subìto e continua a subire feroci attacchi all’insegna della mistificazione. Queste lezioni, frutto di un corso tenuto al Collège de France, oltre a definire i caratteri originali dell’Illuminismo, mirano anche a smascherare le ragioni ideologiche, filosofiche e teologiche di quegli attacchi e a rilanciare l’ambiziosa sfida di una modernità fatta dall’uomo per l’uomo.
Storia Pocket: un progetto che si articola con temi di storia antica, medievale, moderna e contemporanea dove si avverte la forte impronta dell'autore nell'organizzazione della materia trattata e nella speciale capacità di presentare al grande pubblico eventi, personaggi e problemi della storia dell'umanità. Con precisione documentale e grande forza narrativa, questo libro traccia la biografia personale e politica di Lawrence d’Arabia, eroe romantico che appartiene a pieno titolo alla storia del XX secolo.
Alberto Monticone è noto per importanti studi che gli hanno assicurato un posto originale e di rilievo nella storiografia italiana moderna e contemporanea. Il suo libro di esordio, per le Edizioni Studium, La battaglia di Caporetto (1955), ha dato una svolta agli studi di storia militare del nostro Paese, alla quale ha contribuito pure con lavori successivi (ad esempio Plotone d’esecuzione, per Laterza, nel 1968) con ricadute anche nel dibattito civile.
Il libro La Germania e la neutralità italiana (il Mulino, 1971) ha poi confermato il suo ruolo nella storiografia europea. Ha coltivato inoltre filoni di storia religiosa in età moderna e di storia del movimento cattolico nel Novecento.
Innovativi sono stati i suoi studi sul regime (Il fascismo al microfono. Radio e politica in Italia, Studium 1978). L’impegno nell’associazionismo cattolico e l’attività parlamentare hanno in seguito arricchito il suo approccio alla cultura storica e consolidato il suo ruolo di riferimento per numerosi storici.
Ha insegnato nelle Università “La Sapienza” e LUMSA di Roma, in quelle di Messina e di Perugia, suscitando sempre nuove energie di ricerca, che si manifestano anche in questa raccolta di saggi che amici e allievi gli offrono al culmine della sua attività di studioso. Le quattro sezioni del libro rispecchiano gli ampi interessi coltivati da Monticone e, pertanto, i saggi qui raccolti danno originali contributi nei rispettivi campi toccati.
Angelo Sindoni ha insegnato Storia contemporanea nelle Università di Perugia e di Cosenza. È ordinario di Storia moderna nell’Ateneo di Messina.
Tra i suoi numerosi studi sull’Italia moderna e contemporanea, si ricorda l’opera, per le Edizioni Studium, Dal riformismo assolutistico al cattolicesimo sociale (2 voll., Roma 1984). Ha fondato – e ne è Coordinatore – il Dottorato di “Storia dell’Europa mediterranea”, con sede amministrativa nell’Università di Messina, dove è Prorettore con delega al Patrimonio storico, letterario e artistico.
Mario Tosti, professore straordinario di Storia Moderna nell’Università di Perugia, è studioso di storia delle istituzioni ecclesiastiche, della cultura e della sensibilità religiosa tra il Cinquecento e l’Ottocento, con saggi sul rapporto tra la cultura cattolica e i processi di laicizzazione dello Stato. Si è occupato inoltre di storia
delle strutture sociali con attenzione ai modelli di comportamento e alla mentalità (Associazionismo cattolico e civiltà contadina, Studium, Roma 1996). È Presidente dell’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea.
Un capolavoro insuperato sulla storia del popolo Rom
«... Non ho intenzione di discutere di problemi attuali. Mi attengo al mio ruolo di storico. Nell’abbondante produzione di libri e di articoli sugli Zingari ce ne sono relativamente pochi che diano spazio alla storia. Ebbene, tutto quello che si può raccogliere di fatti e di osservazioni sul loro passato aiuta a comprendere nella realtà di oggi un gruppo umano che ha vagato a lungo sulle strade del mondo, ma che, evolvendosi lentamente in mezzo ai sedentari e senza lasciarsi intaccare da loro, rivela una certa stabilità nel tempo... Qui... ho tentato di presentare, dalle origini fino alla metà del XIX secolo, una sintesi di conoscenze sul passato degli Zingari in tutti i paesi in cui si sono diffusi. Quando mi è stato chiesto questo lavoro, ho esitato molto prima di accettare, tanto mi sembrava complesso. Tuttavia… mi sono lasciato tentare dalla proposta dell’editore. Il mondo zingaro esercita uno strano fascino e non lascia più coloro che hanno cominciato a interessarsi a quelle che gli ziganologi inglesi chiamano "cose d’Egitto". Mi sono trovato sempre più in rapporto con associazioni e personalità che si preoccupano di questi problemi sia sul piano scientifico sia sul piano amministrativo e sociale, e ho avuto frequenti contatti con famiglie di gruppi rom, manouches, sinti o gitani, dalla Spagna ai Balcani. Così ho potuto confrontare il presente con il passato».
(dalla Premessa dell’autore)
Tra la fine degli anni sessanta e la prima metà degli anni ottanta l'Italia intera fu scossa dal terrorismo politico. Progressivamente sconfitto fino a ridursi a una dimensione marginale e sempre meno in grado di colpire, il terrorismo italiano rimane però uno dei nodi essenziali della nostra storia recente. Non solo esso ha segnato le vicende delle ali più radicali del nostro schieramento politico, ma ha rappresentato un drammatico problema generale per tutte le forze politiche, per lo Stato e per le sue istituzioni, per i suoi corpi di intelligence, di polizia e di giustizia, per gli interi equilibri che ne sono risultati in termini di coesione della compagine nazionale. I saggi di Angelo Ventura, scritti tutti all'inizio degli anni ottanta - nel fuoco più cruento dello scontro - e qui raccolti per la prima volta, sono insieme una testimonianza drammatica di altissimo valore civile e un presupposto indispensabile da cui partire, per chi voglia tentare di costruire oggi una storia del terrorismo italiano. Ventura, professore di Storia contemporanea all'Università di Padova (il luogo forse più denso di trame e di intrecci in quegli anni) pose la sua lucidità di storico al servizio di un'analisi rigorosa del fenomeno, cercando di individuarne nel modo più preciso cause e responsabilità. E per questo motivo pagò di persona il prezzo di un grave attentato.
Un volume dedicato alla Resistenza delle donne fra il 1943 e il 1945. Gli interventi a carattere storico di Giorgio Vecchio e Elisabetta Salvini, insieme alle numerose testimonianze raccolte, consentono di colmare un vuoto nella dettagliata ricostruzione di un fenomeno complesso e unico nella storia del nostro Paese. Dopo decenni nei quali si è identificata la Resistenza con la figura eroica del partigiano con il fazzoletto rosso al collo e il fucile in mano, oggi emerge la consapevolezza di una molteplicità di altre importanti figure, tra cui quelle di molte donne, di ogni classe sociale, e di tanti cittadini comuni, di preti, suore e frati.