
Una controstoria dell'Italia degli ultimi anni del boom tracciata da un bastian contrario e straordinariamente vicina allo spirito del nostro tempo.
Dopo la chiusura del suo «Candido», Giovannino Guareschi collaborò con «il Borghese», la rivista fondata da Leo Longanesi. Questo volume, introdotto da Alessandro Gnocchi, raccoglie per la prima volta gli articoli, le rubriche, le vignette pubblicati sul settimanale tra il 1963 e il 1964, oltre a quelli proposti ma non stampati e a brani tagliati e dunque inediti. Anche qui, Guareschi combatte con tutte le armi a sua disposizione (prima fra tutte l'ironia: della parola e del segno grafico) la sua eterna battaglia contro comunisti, democristiani, progressisti in generale (anche nella Chiesa) e conformisti. Il risultato è una controstoria dell'Italia degli ultimi anni del boom tracciata da un bastian contrario e straordinariamente vicina allo spirito del nostro tempo.
Prima donna ad essere eletta tra le fila del Partito repubblicano, Mary Tibaldi Chiesa, nel corso di tutta la sua attività politica, rimase sempre fedele agli ideali mazziniani e cattaneani ereditati dal padre Eugenio Chiesa, fiero oppositore del regime di Mussolini e punto di riferimento di tutta la sua esistenza. L'Italia repubblicana, per lei, aveva l'onere di seguire gli insegnamenti di questi due padri del Risorgimento, convinta com'era della compatibilità del loro magistero. Europeista e mondialista, riteneva indispensabile il superamento della dimensione statale e l'istituzione di una federazione internazionale, idonea a offrire adeguate risposte alle nuove esigenze dei popoli. Le scelte compiute dalle grandi potenze, al termine del secondo conflitto mondiale, non la convincevano poiché non favorivano la cooperazione internazionale e impedivano all'Organizzazione delle Nazioni Unite di divenire il primo nucleo di un'Assemblea costituente mondiale, nella quale accanto ai delegati dei vari governi avrebbero dovuto sedere i rappresentanti della società civile. Certa dell'impellente necessità del disarmo universale, confidava nelle capacità delle donne, che potevano stimolare, con il loro impegno politico, i mutamenti istituzionali. Senza venir meno ai suoi doveri famigliari, la donna aveva il diritto di ricoprire ruoli di rilievo nella sfera pubblica: si batté così per il suo ingresso in magistratura così come per il suo accesso alla carriera diplomatica.
Questo volume, frutto della collaborazione tra la L.E.V. e la Fondazione Ambrosiana Paolo VI, prende in esame la storia religiosa dell'area mediterranea, considerando le sue sedimentazioni storiche, ma anche le sue molteplici evoluzioni nel corso dei secoli. In particolare la ricerca è stata condotta partendo dagli ambiti territoriali facenti capo ai grandi patriarcati quali Costantinopoli, Antiochia, Gerusalemme, Alessandria, analizzando poi l'irradiazione della tradizione costantinopolitana in Anatolia, terra di grande significato per la storia cristiana, nonché in Caucaso e in Georgia, zone in cui ha preso vita una realtà religiosa e culturale specifica che si è conservata nel corso dei secoli. Il lavoro si conclude con una ricognizione della situazione contemporanea che permette di contestualizzare i dati precedentemente esposti nella concretezza del vissuto quotidiano. Un volume sia per gli studiosi di storia della Chiesa ma anche per i tutti i cristiani che vogliono allargare i loro orizzonti e comprendere in modo più diretto e documentato la difficile situazione di coloro che, in determinate zone, rischiano la loro vita in nome della loro fede.
Il presente volume rivolge una particolare attenzione alla diffusione dell'Evangelo negli spazi a oriente dell'Impero romano: lungo le vie carovaniere - e fin dalle prime generazioni cristiane - in Mesopotamia, e da qui - nei secoli per noi tardo antichi e medioevali - in ambito iranico, nell'Asia centrale, insediandosi già nel VII secolo in Cina; e ancora lungo le rotte dell'Oceano Indiano, a Socotra, nelle Maldive, nel Sud del subcontinente indiano e oltre. L'insieme dei contributi contenuti in questa pubblicazione sono aperti dall'Introduzione del Prof. Cesare Alzati, collaboratore e membro del Comitato Permanente della Fondazione Ambrosiana Paolo VI, che è il direttore scientifico e l'animatore di tutto il progetto "euro-mediterraneo".
In quest'opera, che affronta tematiche artistiche muovendosi liberamente tra filosofia, antropologia e religione, e in un costante dialogo critico con Freud e con Girard, l'autore offre un'interpretazione completamente inedita di Leonardo. Non più l'immagine consueta e abusata del genio universale del Rinascimento, ma una personalità tormentata e complessa, che ha trovato nelle sue creazioni l'unica alternativa a una vita affettiva e sociale fortemente segnata dalla sua nascita illegittima. La tesi di Giuseppe Fornari è che il rapporto drammaticamente incompiuto e inespresso coi genitori, e in particolare col padre, che mai darà riconoscimento legale al suo primogenito, sia stato determinante non solo nello stimolare le ambizioni di un giovane di talento, ma anche nel fargli vivere e approfondire le grandi verità del cristianesimo, che trovano una modernissima illustrazione nelle principali opere sacre di questo artista. Un saggio di notevole spessore che sottolinea l'importanza della matrice cristiana nell'ispirazione dell'opera di Leonardo, e a sostegno di questa tesi mette in luce particolari poco noti.
Nel 2013 ricorre il XVII centenario dell’Editto di Milano, che segnò una svolta decisiva nella visione storico-politica del mondo del IV secolo. Nel giro di una generazione l’impero ebbe una nuova capitale, Costantinopoli, e una nuova religione di sostegno, il cristianesimo. Per la novità storico-culturalereligiosa del progetto, l’autore della rivoluzione, Costantino, può essere paragonato al fondatore stesso dell’idea imperiale, Ottaviano Augusto. Come successore di Cesare, Costantino comprese che, al di là della forza delle armi, vi era bisogno di una nuova visione del mondo. Di qui l’idea politica della tolleranza e il ricorso alla nuova religione universale, il cristianesimo.Approfondendo filosofia politica e storia della teologia, Raymond Van Dam presenta una visione nuova della figura di Costantino e del suo progetto imperiale.
Raymond Van dam è professore di storia e direttore del programma interdipartimentale di storia greca e romana presso l’Università del Michigan. Studioso della storia e della religione del tardo impero romano, è autore di numerosi libri dedicati a quel periodo.
L'autore presenta un panorama complessivo del movimento anarchico dai primordi fino a oggi. Assumendo come prospettiva privilegiata alcuni momenti decisivi nei quali l'anarchia si manifesta come "lievito della storia", fermento rivoluzionario insopprimibile e dirompente, l'autore mostra la natura esorbitante dell'anarchismo, fenomeno che supera la dimensione del "politico", e diviene addirittura contrario alla logica stessa della lotta per la conquista del potere.
Nel latino patristico e medievale la parola traditio è talvolta usata come sinonimo di traductio. L'ampia gamma di implicazioni, tanto ideologiche quanto socio-culturali, connesse all'idea di 'tradizione' nel lessico e nella coscienza culturale di età tardo-antica, medievale e rinascimentale le hanno consentito di correre parallelamente, e talvolta anche di sovrapporsi, alla nozione di versio o translatio e di indicare lo sforzo consapevole di preservare, nel corso dei secoli, un ricco patrimonio di testi e dottrine. La collana Traditiones presenta il testo originale (latino o greco) e la traduzione italiana, corredati da ampia introduzione, commenti e apparati, di alcune fra le più importanti opere della tradizione filosofica tardo-antica, medievale e umanistica, nell'intento di assicurarne una nuova traditio. Nei primi mesi del 1523, i principati di Mirandola e Concordia furono sconvolti da un'intensa campagna persecutoria anti-stregonesca, che condusse al rogo, con l'accusa di illecito commercio con il demonio, sette uomini e tre donne. A pochi mesi di distanza da questi fatti, Gianfrancesco Pico, signore di Mirandola e nipote del più celebre Giovanni Pico, pubblicò la Strix sive de ludificatione daemonum (Strega o delle illusioni del diavolo), allo scopo di giustificare le condanne comminate. Inserendosi nel genere della letteratura demonologica seguita al Malleus Maleficarum (Il martello delle malefiche), la Strix ; offre la possibilità di esplorare i nessi tra il fenomeno della caccia alle streghe e alcuni temi fondamentali del pensiero rinascimentale (la crisi della gnoseologia aristotelica, il ritorno dello scetticismo pirroniano, la riflessione sulla potenza dell'immaginazione). L'ossessione demonologica che caratterizza la prima età moderna emerge così non più come un residuo irrazionale di un'età di trionfo della ragione, ma come snodo concettuale di particolare utilità per comprendere la filosofia del Cinquecento.
Cosa mangiavano abitualmente i Greci, i Romani, gli Etruschi? Qual era l'alimentazione dei meno abbienti e in cosa differiva da quella dei ricchi? Come si svolgeva un banchetto in una domus romana? A queste e altre domande si troverà risposta in questo catalogo, frutto di un approfondito lavoro di ricerca durato anni. Assieme alle abitudini alimentari, alle ricette e alle leccornie di un tempo vengono considerati aspetti socio-economici, quali l'agricoltura e la coltivazione, la vita di locali pubblici, taverne e altro, l'arte e la musica che allietavano e accompagnavano il pasto, l'arredo di cucine e sale da banchetti.

