
"Una impressionante analisi dei documenti: i discorsi del Duce, ovviamente, ma anche i suoi articoli da giornalista, i suoi tentativi letterari di scrittore; e, accanto a questi, le veline del Min.Cul.Pop., i testi ideologici collettivi, e i testi di altri rappresentanti del fascismo che a loro volta derivano da quella del Duce la loro comunicazione, imponendo un effetto-coro di rara efficacia. L'impianto del libro di Simonini appare così davvero completo. Si comincia con l'individuazione degli stereotipi lessicali e sintattici, e si perviene alla definizione di uno stile come idioletto mussoliniano, si passa per l'analisi ritmica dei discorsi, e si individua lo studio delle cadenze come formatore di passioni." (Omar Calabrese)
Il volume ricostruisce la storia culturale di un mondo, cristiano e pagano, nel periodo che va dall'antichità al Medioevo, concluso dall'espansione militare islamica e dalla reazione e dalla rinascita carolingie. Sullo sfondo, l'estraniamento progressivo tra Oriente bizantino e Occidente latino, la separazione dell'Africa romana dall'impero, con l'invasione vandala ariana, e dalla latinità e dal mondo cristiano, a causa della conquista islamica, le guerre interminabili che flagellano l'Italia, le ondate barbariche che dilagano in Gallia e nella penisola iberica anch'essa presto islamizzata, la nascita in Irlanda e Britannia di una particolare cultura cristiana che migra poi nel continente per evangelizzarlo.
Nel 1519 Caterina de' Medici, appena nata, rimane orfana di entrambi i genitori; nel 1527 si ritrova sola, senza alcuna protezione, ostaggio dei nemici della sua famiglia, prigioniera in un convento di monache; nel 1533 sposa Enrico di Valois, uno dei figli del re di Francia, che è innamorato di un'altra donna, molto più anziana di lei; nel 1544, dopo anni di dolorosissima sterilità, riesce a partorire il primo figlio, che viene affidato però all'amante del marito; nel 1545 cade da cavallo e rischia di spezzarsi la schiena; nel 1554 promuove una guerra contro il lontano cugino Cosimo de' Medici che finisce in disastro; nel 1559 rimane vedova. E diventa regina di Francia. Quella della giovane Caterina, racconta Marcello Simonetta, è la storia romanzata del lungo apprendistato di una bambina che tra lutti, pericoli e tradimenti si prepara a diventare regina di Francia. Ma è anche la storia della guerra fratricida che legherà per sempre il destino dei Medici a quello di un'altra potente famiglia fiorentina, gli Strozzi, epigoni falliti della libertà d'Italia: "dei disperati, a loro modo titanici". Per molti secoli, Caterina è stata considerata una regina dispotica e spietata, dedita all'occultismo e alla magia nera. Questo libro ci dipinge invece una donna molto più complessa, capace di attraversare tempi convulsi esercitando semplicemente il potere che le spettava.
Chi era Niccolò Machiavelli, il Segretario fiorentino, l'autore del Principe e della Mandragola? Di lui si è detto di tutto e il contrario di tutto: era un genio, un amico dei tiranni oppure un uomo coraggioso che denunciava i vizi dei potenti? Per scoprirlo si interrogano qui i suoi contemporanei: gli amici più cari come Filippo Strozzi e Francesco Vettori, altri meno intimi come Francesco Guicciardini, gli esponenti del mondo politico fiorentino, colleghi, nemici, cardinali, uomini di lettere, e perfino un'amante, la cortigiana Barbara Salutati. La storia di Machiavelli viene così a intrecciarsi con quelle di ventitré personaggi: sono i loro occhi e le loro parole, anche indirettamente, a delineare il caleidoscopico Machiavelli, restituendo un profilo umano, contradditorio, simpatico, beffardo, tagliente, patetico e appassionato. Questo libro aggiunge un nuovo capitolo alla bibliografia machiavelliana, che a volte si ripete stancamente. In ogni pagina il lettore troverà piccole e grandi sorprese che lo accompagneranno in una promenade istruttiva e inaspettata. Tutti gli uomini di Machiavelli si chiude con un ritratto femminile. Quello raccontato è un mondo di uomini dove le donne sono ridotte a meri oggetti sessuali o a ghiribizzi letterari. Ma ride bene chi ride ultima.
Questo libro è il romanzo famigliare dei Medici dal 1492 al 1527, ma anche una storia d'Italia abbreviata, quasi un noir schiuso sui misteri del Rinascimento. E non ce niente di inventato: i dettagli più inverosimili, gli avvenimenti più incredibili, le coincidenze più improbabili, i presagi più inverificabili sono tutti veri e provati. Dalla morte di Lorenzo il Magnifico al Sacco di Roma, si compone davanti ai nostri occhi la grande fortuna e il fallimento finale della generazione dei Medici, che potè vantare ben due pontefici e due duchi. Fu una "età dell'oro ", ma anche un periodo burrascoso, così che ripercorrerlo consentirà per esempio di cogliere un'inquietante somiglianza tra la "corte dei miracoli" di Leone X, il primo papa de' Medici, e la Roma dell'ultimo ventennio. Certi personaggi coloriti e disonesti sembrano usciti dalle cronache contemporanee: cardinali e lenoni, banchieri e buffoni, faccendieri e puttanieri, sbirri e criminali, cortigiane e impuniti. All'incrocio fra politica e finanza allegra si situa allora la straordinaria figura di Filippo Strozzi, banchiere, avventuriero, seduttore, che è il protagonista occulto del libro. A lui si può attribuire l'idea che lo stato è cosa nostra (espressione diplomatica e commerciale dell'epoca). Mentre Machiavelli, anche se non fa la parte del leone, e neanche della volpe, è onnipresente in spirito, se non in carne e ossa.
Un'accurata ricerca su Luciano Luberti, il "boia di Albenga", dagli ultimi anni della seconda guerra mondiale, quando, entrato nella Wermacht e dislocato alla Fedelgendarmerie di Albenga, si rende responsabile di torture, maltrattamenti, persecuzioni personali, abusi sessuali ed esecuzioni nei confronti non solo di partigiani ma anche di civili. Ripercorrendo le vicende che lo portarono in carcere per l'omicidio della sua compagna e le frequentazioni spesso eccellenti che hanno caratterizzato la sua ambigua esistenza, l'autore ricostruisce la vicenda del Luberti, tracciando anche il ritratto psicologico di un personaggio inquietante.
A cento anni dalla frattura epocale della Grande Guerra (1914-1918), primo eccidio industriale di massa, l’umanità assiste ad una crescita costante delle spese in armamenti. L’instabilità mondiale, dalla scarsità delle risorse al fenomeno delle migrazioni, sposta le frontiere oltre i confini tradizionali degli stati alimentando la “terza guerra mondiale a pezzi” evocata da papa Francesco. Chi ricerca ancora la pace secondo giustizia non può ignorare il decisivo ruolo esercitato dalle industrie delle armi. Dal monito del presidente statunitense Eisenhower nel 1961 all’export italiano dei nostri giorni.
Questo libro contiene una cronologia ragionata e tematica dei tre secoli dell'età moderna, il Cinquecento, il Seicento e il Settecento. Per ogni secolo una cronologia generale ritma il susseguirsi dei principali eventi su scala mondiale. Seguono finestre specifiche di approfondimento sui grandi eventi che hanno profondamente trasformato la storia dell'umanità come le esplorazioni geografiche, la conquista delle Americhe, la Riforma protestante, la rivoluzione scientifica, la Rivoluzione francese, ma anche su situazioni particolari, come l'Italia del Cinquecento, la rivolta dei Paesi Bassi, la guerra dei Trent'anni e le settecentesche guerre di successione, importanti per completare e articolare il quadro generale. Ogni secolo si chiude con una finestra sulla cultura in cui si ricordano le grandi opere in campo letterario, scientifico, artistico e politico. Per ciascuna finestra un breve testo di commento mette in evidenza i significati degli eventi o ne ricorda le interpretazioni storiografiche. Una cronologia finale permette la consultazione rapida del succedersi dei papi e dei sovrani nei tre secoli. Attraverso questa struttura che ordina gli eventi senza semplificarne la complessità si vuole offrire al lettore sia il dato preciso sia il quadro di insieme, in un equilibrio di visione generale e di sguardo sul particolare che risponde a diversi livelli e diverse esigenze di conoscenza della storia.
Mario Silvestri ripercorre cinquantasei anni di storia dell'Europa: dalla "Belle Epoque" all'inizio della guerra fredda, dall'apogeo degli imperi europei alla rinuncia dell'Europa a essere protagonista attiva della storia e della politica mondiale. Prefazione di Sergio Romano.