
La prima guerra mondiale è stata il tragico atto di nascita del XX secolo. In genere le opere sulla Grande Guerra, perfino quelle che si vogliono "globali", limitano l'indagine al fronte occidentale; questo volume si presenta invece come una storia complessiva del conflitto e delle sue conseguenze, che dà finalmente spazio a ogni teatro di guerra, comprendendo il fronte orientale e balcanico e gli interventi nei mari e in ambito extraeuropeo (in Asia orientale, nel Pacifico, in Africa), ma soprattutto i fronti interni, con l'ampio coinvolgimento delle popolazioni civili dei paesi belligeranti. Al lettore viene così offerto un quadro approfondito, utile alla comprensione di un fenomeno radicale e di lunga durata, e che oltre all'ambito militare, politico e diplomatico esamina le trasformazioni provocate dalla guerra nei comportamenti sociali, nei rapporti di lavoro o tra i sessi, nel commercio e nella finanza internazionale. Un racconto dalle molte sfaccettature, integrato con cronologie, testimonianze, documenti storici, approfondimenti e illustrato con numerose mappe e fotografie.
Abili commercianti e navigatori, stabilitisi sulle coste dell'Asia Minore in una serie di floride città-stato come Biblo, Sidone e Tiro, i fenici furono tra i protagonisti del mondo mediterraneo del I millennio a.C., espandendosi con proprie colonie anche sulle coste dell'Africa settentrionale, della Sardegna e della Sicilia. In questa concisa introduzione è ricostruita l'identità dei fenici, e ne viene ripercorsa la vicenda storica, con una particolare attenzione per l'organizzazione sociale, la vita politica, il commercio e la religione.
Michael Sommer insegna Storia antica all'Università di Liverpool. Tra i suoi libri più recenti: "Römische Geschichte II. Rom und sein Imperium in der Kaiserzeit" (2009) e "The Complete Roman Emperor" (2010).
Alla conclusione del secondo conflitto mondiale, la sovranità nazionale viene diffusamente ritenuta un ostacolo alla costruzione di un futuro di pace e prosperità. Nasce così l'Europa unita, intenzionata a coordinare l'azione dei singoli Stati per sostenere la piena occupazione e difendere la società dall'invadenza dei mercati. Ben presto, però, la promozione della concorrenza diviene il punto di riferimento per l'operato delle istituzioni europee, che finiscono per identificare nel mercato il principale strumento per redistribuire la ricchezza. La moneta unica viene creata per presidiare questo schema, perché la sua architettura impedisce agli Stati di tutelare il lavoro e alimentare il welfare: non deve esserci spazio per allocare risorse con modalità alternative a quelle riconducibili al libero incontro di domanda e offerta di beni e servizi. Di qui il crescente impoverimento della società, alla base dei drammatici conflitti che evidenziano il tradimento delle idealità da cui era scaturito il percorso verso l'unità europea. E se l'Europa unita si mostrerà irriformabile, se cioè il sogno di una stagione di pace e prosperità avrà ceduto il passo all'incubo di un futuro di conflitti e povertà, il suo destino sarà irrimediabilmente segnato.
Che relazione c'è tra guerra e capitalismo? Storicamente la guerra è stata considerata figlia del capitalismo. È il caso della concezione materialistica della storia nell'ottica dell'imperialismo come fase suprema del capitalismo. Ma la guerra è anche, se non soprattutto, madre del capitalismo. Innovando completamente lo scibile sociologico dell'epoca come quello dei nostri giorni, e invertendo l'ordine della relazione tra i due fenomeni, con questa opera Werner Sombart documenta tutti i processi sociali che hanno portato il mondo militare ad essere una delle fonti principali del capitalismo. Unica nel suo genere per intuizioni originali e capacità di dimostrazione dei relativi assunti, allora come oggi quest'opera costituisce un riferimento imprescindibile per comprendere la storia economica e militare di tutte le società moderne (se non la modernità tout court) e sopratutto le origini del capitalismo. L'analisi minuziosa di un patrimonio enorme di dati rende inoltre il lavoro uno tra i più autorevoli studi classici della (allora nascente) sociologia, quale scienza sociale empirica.
Come funzionò davvero l'Inquisizione romana, al di là della leggenda nera che ne ha connotato l'immagine sin dall'epoca moderna? Chi furono gli uomini che la governarono e favorirono? Quali gli assetti istituzionali e le pratiche sociali che ne sostennero l'azione repressiva? Il volume ricostruisce l'attività ordinaria del Sant'Uffizio con particolare attenzione alla penisola italiana, dove operò a lungo un'autentica "società inquisitoriale", composta non soltanto da giudici di fede, ma anche da consultori, avvocati, carcerieri e da centinaia di altri collaboratori, uomini che, in cambio di ampi privilegi, permisero al tribunale di controllare l'ortodossia, la moralità e il pensiero dei fedeli fino alle soglie della contemporaneità.
Riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, Testamento di un anticomunista è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
«Credo sia arrivato il momento di non tacere più nulla. Iniziando l'organizzazione militare per lo strappo al vertice sul modello gollista, io non avevo dubbi di compiere un atto dovuto.»
È il 1998 quando Edgardo Sogno chiede ad Aldo Cazzullo di collaborare alla stesura delle sue memorie. Nasce così questo libro, nel quale rivivono le tradizioni di una famiglia risorgimentale, la Torino fascista e quella antifascista, la guerra di Spagna, la Resistenza. Ma soprattutto il progetto di quel "golpe bianco" che, negli anni Settanta, avrebbe dovuto fare dell'Italia una Repubblica presidenziale. Testamento di un anticomunista, riproposto, a vent'anni dalla scomparsa di Sogno, con una nuova introduzione di Aldo Cazzullo, è un libro fondamentale per capire un ampio capitolo del nostro recente passato («Finalmente un mistero italiano risolto» ebbe a dire Michele Serra), ma anche la figura di un uomo che ha attraversato le vicende della nazione.
La riunificazione tedesca suggella il superamento della semisecolare divisione del continente in due blocchi contrapposti. La ricomparsa di una grande Germania suscita, ciò malgrado, più diffidenze, timori ed allarmi che entusiasmi. Il malcontento francese e britannico, e anche italiano, è a stento o per nulla celato da Francois Mitterand, Margareth Tatcher, Giulio Andreotti. Gli Stati Uniti hanno minori obiezioni, ma il presidente Bush sceglie di appoggiare la riunificazione anche per meglio controllarla. L'operazione va comunque a buon fine attraverso un processo politico-diplomatico la cui minuziosa ricostruzione è resa possibile dalle ormai copiose testimonianze dei suoi protagonisti.
Questo libro intende descrivere e interpretare il funzionamento dei lager anche attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e analizzare le forme di potere che governavano la vita quotidiana nei campi, attraverso l'esercizio del terrore organizzato. Tesi portante del saggio è il dimostrare come la logica del terrore nei lager non sia una temporanea caduta nella barbarie, ma un esito possibile della società moderna.

