
Il volume viene pubblicato nel settantesimo della morte di Romualdo Chiesa (Roma, 1 settembre 1922 - Roma, 24 marzo 1944), partigiano del Movimento dei Cattolici Comunisti, ucciso a 22 anni alle Fosse Ardeatine (medaglia d'oro al valor militare alla memoria). Di Romualdo Chiesa restano solo le parole delle numerose lettere ai familiari inviate dal carcere di Regina Coeli nei mesi di detenzione, dal 1 settembre 1941 al 24 gennaio 1942. Tutto il resto è affidato alle testimonianze degli amici che l'hanno conosciuto, apprezzato, amato (Franco e Marisa Rodano, Adriano Ossicini, Silvia Cìarroni, Paolo Maruzzi, Vittorio Tranquilli ... ), ai ricordi delle sorelle maggiori, Enrichetta
e Margherita, del fratello Adolfo e alla memoria di lui tuttora viva nel cuore degli altri fratelli e sorelle.
Un libro che condensa in un volume mille anni di storia: la verità assai più affascinante della leggenda, gli episodi rimossi o alterati, riportati nella loro giusta luce attraverso l'obiettività dell'analisi, i modi di vita, l'ambiente e le correnti culturali, tornano a occupare un ruolo centrale nella narrazione storica. Per merito delle fonti consultate, non solo austriache ma anche provenienti da tutti quei popoli che ebbero il non sempre felice privilegio di essere sudditi austriaci, la storia di questa grande nazione è vista attraverso i problemi politico-sociali ed economici, non più sacrificati a favore di una oleografica visione di una "Austria felix".
Nel Novecento la fine degli imperi coloniali e la dirompente crescita economica del dopoguerra videro l'approdo di intere popolazioni musulmane in Occidente, ma non era la prima volta che il vecchio continente diveniva teatro di relazioni quotidiane tra migranti islamici e popolazioni locali. Lucette Valensi è andata indietro nel tempo alla ricerca di quei musulmani che, tra il XVI e il XVIII secolo, transitarono o si insediarono a vario titolo nel mondo cristiano. Galeotti nei principali porti mediterranei, moriscos in Spagna, esiliati politici, avventurieri, mercanti, viaggiatori e ambasciatori degli stati islamici: dalla Moscovia alla Gran Bretagna e dai Paesi Bassi a Malta, migliaia di essi vissero a stretto contatto con i popoli della cristianità. Ricostruendo le molteplici, avventurose e tragiche storie di questi "stranieri familiari", antenati degli immigrati del XX secolo, l'autrice, consapevole delle discriminazioni e violenze che intere popolazioni subiscono oggi, rievoca da un lato gli abusi di cui, in passato, furono oggetto alcune categorie di musulmani, e dall'altro i felici casi di accoglienza e contaminazione. La storica francese mette in guardia contro le minacce che islamofobia e xenofobia rappresentano per le democrazie europee, interrogandosi sulle ambiguità dell'universalismo illuminista che pretenderebbe di uniformare la società in nome della ragione e dell'autonomia individuale a spese della diversità delle appartenenze culturali.
Nel periodo compreso tra i due conflitti mondiali i Paesi dell'Europa centro-orientale presentano situazioni particolarmente complesse sul piano politico-religioso: la maggior parte di questi Stati, nati al termine della Grande Guerra, hanno confini politici artificiali e popolazioni non omogenee da un punto di vista etnico. In diversi di questi Paesi le classi politiche di maggioranza adottano programmi intesi alla laicizzazione della società e alla separazione della Chiesa dallo Stato e, non volendo rinunciare al controllo sulla Chiesa stessa, offrono sostegno alle tendenze riformistiche all'interno della Chiesa cattolica o all'idea di una Chiesa nazionale per rafforzare e completare l'edificio del nuovo stato nazionale. Di grande interesse è, in questo contesto, l'analisi delle politiche adottate dalla Santa Sede, dalle gerarchie cattoliche locali e dai fedeli laici nel difficile confronto con il potere statale. Il presente volume intende offrire, nei saggi qui editi - di Roberto de Mattei, Roberto Morozzo della Rocca, Massimo de Leonardis, Matteo Luigi Napolitano, Francesca Romana Lenzi, Katrin Boeckh, Jure Kristo, Massimiliano Valente, Emilia Hrabovec e L'uboslav Hromjàk - un'occasione di riflessione sugli aspetti generali delle problematiche accennate e su alcuni casi specifici, anche sulla base dei documenti conservati negli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI.
La storia delle battaglie tra Islam e Cristianesimo è una lunga scia di sangue, che visse la sua fase più acuta nei tre secoli circa in cui si concentrarono le crociate. La prima di queste imprese, ricche di epica quanto di meschinità e crudeltà, portò gli occidentali alla conquista di Gerusalemme nel 1099, grazie alle gesta di condottieri come Goffredo di Buglione e suo fratello Baldovino I. Ma meno di un secolo e una crociata dopo il Saladino recuperò la Città Santa all'Islam e sottrasse ai Franchi, come venivano chiamati in Oriente i cavalieri provenienti dall'Europa, gran parte delle loro terre. I crociati tentarono una reazione con alcuni dei più grandi condottieri dell'epoca, come Federico Barbarossa e Riccardo Cuor di Leone, ma nonostante gli sforzi i possedimenti cristiani si sarebbero progressivamente e irrimediabilmente erosi, fino a scomparire del tutto in Terrasanta. Dopo di allora, i cristiani si sarebbero dovuti preoccupare di fronteggiare l'avanzata musulmana nel cuore dell'Europa, andando incontro a nuove, devastanti disfatte come a Nicopoli e Varna.
La guida vuole illustrare le chiese ed i castelli d'Italia che furono occupati dai Templari. Un viaggio in cui i lettori, studiosi o turisti o semplici curiosi, potranno toccare con mano le pietre con cui vennero edificate le costruzioni di questi particolari cavalieri medievali. Seguendo le indicazioni di questa guida, invece dei misteri tanto sbandierati su questo Ordine monastico, potranno visitare quanto resta delle vestigia templari, con la sorpresa di percepire quel fascino particolare di cui sono permeati tutti coloro entrati a far parte della leggenda e del mito. Completano la guida le informazioni utili per organizzare il viaggio, dove dormire, dove mangiare e dove informarsi.
Nel 1869 fu indetta a Napoli un'assemblea di liberi pensatori in concomitanza con il Concilio Vaticano I. A quell'Anticoncilio aderirono anche 185 donne che chiedevano il riconoscimento della dignità e dei diritti femminili. Tra coloro che contrapponevano l'esigenza di libertà e di emancipazione alle rigide posizioni ecclesiastiche, ebbero un ruolo da protagoniste le sorelle Giulia ed Enrichetta Caracciolo: l'una era Gran maestra di loggia massonica e combattente garibaldina, l'altra, monaca irrequieta desiderosa di affrancamento da una religiosità opprimente. Il volume racconta queste esperienze e come le spaccature createsi durante e dopo la chiusura del Vaticano i portarono alla nascita della Chiesa veterocattolica che ha aperto oggi alle donne importanti ruoli ministeriali. Con i contributi di Angela Russo, Cristina Simonelli e Nadia Verdile.
Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L'eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne - dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d'Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell'Anticoncilio del 1869 e alle moderniste - tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.
Definite 'lampi nelle tenebre' che illuminano la Resistenza italiana e le danno caratteri originali, le Repubbliche partigiane rappresentano un momento significativo del passaggio dall'Italia fascista a quella repubblicana. Esse sono, al contempo, le prime realizzazioni democratiche e le prime dimostrazioni di capacità di autogoverno da parte degli italiani. Dopo tanti anni di dittatura, la popolazione era infatti chiamata a libere elezioni e dimostrava così la diffusione di un vasto movimento democratico antifascista, precursore dell'Italia repubblicana. Grazie alla convergenza di forze politiche eterogenee, nascevano quindi, soprattutto nel 1944, le esperienze della Valsesia, Val Maira, Val Varaita, Valle di Lanzo, Langhe e Alba, Val d'Ossola e Alto Monferrato, dell'Oltrepò pavese, della zona libera di Carnia e il Friuli occidentale, di Torriglia e delle Val Ceno e Val Taro, Montefiorino e Bobbio. Il volume offre un'analisi complessiva dell'organizzazione amministrativa e politica dell'esperienza italiana delle Repubbliche partigiane, presentandone un quadro completo.
Le donne che fecero parte dell'Assemblea Costituente furono solo 21. Eppure non tutti sanno che il loro contributo alla stesura della carta fu fondamentale, anche perché seppero esprimere con consapevolezza la novità della partecipazione femminile alla politica. Ancor più importante, però, è il contributo che le donne hanno dato, in oltre settant'anni, a far sì che la Costituzione diventasse realtà. Gli esempi sono innumerevoli: l'autrice ci racconta di figure come Tina Anselmi (prima donna ministro), Giulia De Marco (tra le prime 8 vincitrici del concorso per accedere alla magistratura, nel 1965), Maria Gabriella Luccioli (prima donna presidente della Cassazione), Marta Cartabia (prima donna presidente della Corte Costituzionale), E, oltre alle istituzioni, c'è la società civile: Franca Viola (la prima donna a opporsi al matrimonio riparatore con l'uomo che l'aveva violentata) e Tina Lagostena Bassi (che lottò contro la colpevolizzazione delle vittime di violenza), Luisa Spagnoli (imprenditrice), Francesca Sèrio (prima donna a denunciare reati di mafia), Bianca Piccinino (prima donna a condurre un TG), Emma Carelli (prima donna a dirigere un teatro dell'Opera), Rita Levi Montalcini (prima donna italiana a vincere il Nobel per la medicina), Lidia Beccaria Ricolfi (prima donna a testimoniare l'orrore dei campi di concentramento). Prefazione di Rosy Bindi.