
Durante il Terzo Reich furono uccisi tra i 5 e i 6 milioni di ebrei. Per i nazisti, l'antisemitismo finalizzato all'eliminazione fisica degli ebrei era una questione di importanza fondamentale e le principali divergenze tra gli studiosi riguardano l'interpretazione piuttosto che il fatto in sé. Questo dizionario è frutto del lavoro collettivo di oltre cento autori di undici paesi, con l'aggiunta di saggi specifici dedicati alla peculiare situazione italiana.
Gli anni 1918-1933 furono in Germania gli anni della Repubblica di Weimar, di uno storico incontro fra il vecchio e il nuovo nella cultura e nella politica, nelle arti e nella letteratura, nel pensiero sociale e nella scienza, con i cabaret affollati, l'espressionismo, Lola-Lola e Heinrich Mann, la musica di Arnold Schönberg e il teatro di Bertold Brecht, l'espressionismo e la Bauhaus. Ma quegli anni conobbero anche la miseria, la rabbia politica, gli estremismi, la violenza, l'inflazione devastante, gli effetti del trattato di Versailles.
Perché, nonostante gli orrori del Novecento, molta gente sembra essere ancora attratta dall'ideologia fascista? Perché in Italia, in Francia, in Austria, in Russia e in altre nazioni del mondo continuano a sorgere partiti di estrema destra? Potranno mai diventare una forza maggioritaria in quei paesi? E quali sono le regioni a maggior rischio di una deriva politica fascista? La paura irrazionale degli immigrati, l'antisemitismo, la folle negazione dell'Olocausto, la nascita di un "fascismo clericale", l'intrecciarsi di un fondamentalismo islamico militante a governi dittatoriali: da Mussolini a Zhirinovski, la lucida analisi dello storico americano Walter Laqueur illustra le tappe di un fenomeno che non smette di riproporre le sue antiche ruggini, alimentando nuovi, inquietanti scenari.
Il prodotto scientifico realizzato da Salvatore Lardino, lasciandosi alle spalle ogni pur residua logica di approccio celebrativo e mitizzante di "un'epopea contadina, intrisa di lotte eroiche", presenta, e in una dimensione di rigorosa analisi storica e storiografica, un lineare e ricco snodarsi del movimento per la terra, nell'articolazione sociale e territoriale del suo formarsi e svilupparsi, sempre dovutamente contestualizzato, dalle premesse, riflessi ed incidenze della grande crisi del '29 nelle campagne all'emergere e consolidarsi del nuovo blocco sociale dei primi anni Cinquanta, in un rinnovato quadro del sistema di potere politico-istituzionale, nell'ambito del quale, pur tra una serie di nuovi limiti e precondizionamenti, comunque si andò concretizzando un processo di "nazionalizzazione" di ceti rurali sino ad allora emarginati: da contadini ad italiani.
Il presente volume analizza a fondo le radici della civiltà cinese: sono illustrati i miti e le leggende dei primordi, le credenze con il culto al Cielo e agli Spiriti, la formazione dell’Impero con i suoi re leggendari. Infine vengono presentati un capitolo sulla lingua ideogrammatica, utile a chiunque voglia accostarsi a questa cultura, e un originale studio sui primi testi, i Classici, che hanno fatto da fondamento alla civiltà cinese. L’impegno di questo popolo è stato quello di creare, talvolta con successo, un universo fondato sull’armonia delle istituzioni politiche, della società civile, della famiglia e dell’individuo. Il suo genio ha prodotto, in letteratura e nell’arte, opere incomparabili e meravigliose e ha cercato soprattutto di formare nella gente comune un tipo di uomo ideale, colto e intelligente, rispettabile per l’onestà dei costumi e la saggezza delle abitudini, modello a cui i Cinesi non hanno mai cessato di fare riferimento.
È un mondo straordinario quello che Claude Larre ci restituisce nella sua prodigiosa vitalità, nei suoi colori, nella sua magia, interpretati magistralmente a partire dai testi raffinati e fondamentali della cultura cinese antica.
Il 3 settembre 1939, in risposta all'occupazione della Polonia da parte di Hitler, la Gran Bretagna dichiara guerra alla Germania, e l'intero paese si prepara ai bombardamenti e all'invasione naziste. Le istruzioni del governo, impartite alla popolazione, non smorzano affatto la gravità dell'ora: «Dove il nemico atterrerà» avvertono, «i combattimenti saranno violentissimi». Vengono smontati i segnali stradali, distribuite trentacinque milioni di maschere antigas ai civili, l'oscuramento è così totale che nelle notti senza luna i pedoni urtano contro i pali della luce e inciampano nei sacchi di sabbia. La paura di ritrovarsi i tedeschi nel giardino di casa è tale che persino gli alti vertici dello Stato si preparano a scelte estreme. Harold Nicolson, futuro segretario parlamentare al ministero dell'Informazione, e la moglie, Vita Sackville-West, mettono nel conto la possibilità di suicidarsi pur di non cadere in mano nemica. «Dovrà essere qualcosa di rapido, indolore e poco ingombrante» scrive Vita al marito. Nel maggio 1940 i bombardamenti cominciano realmente. Dapprima con attacchi apparentemente casuali, poi con un assalto in piena regola contro la città di Londra: cinquantasette notti consecutive di bombardamenti, seguiti nei sei mesi successivi da una serie sempre più intensa di raid notturni. Nel maggio 1940, alle prime incursioni aeree sul suolo britannico, il primo ministro Neville Chamberlain, sfiduciato di fatto dal parlamento, si dimette e re Giorgio vi nomina al suo posto Winston Churchill. Dal 10 maggio 1940 al 10 maggio 1941 si svolge l'anno decisivo delle sorti del Regno Unito, l'anno che si conclude con «sette giorni di violenza quasi fantascientifica, durante i quali realtà e immaginazione si fusero, segnando la prima grande vittoria della guerra contro i tedeschi». L'anno in cui «Churchill diventò Churchill - il bulldog con il sigaro in bocca che tutti noi crediamo di conoscere - e in cui tenne i suoi discorsi più memorabili, dimostrando al mondo intero che cosa fossero il coraggio e la leadership». Erik Larson lo narra in questo libro, cronaca dei giorni bui e di quelli luminosi di Churchill e della sua cerchia ristretta, e racconto dei «piccoli ma curiosi episodi che rivelano come fosse realmente la vita durante le tempeste d'acciaio di Hitler».
Il libro rappresenta un documento di importante testimonianza. Quella che viene raccontata è storia di prima mano: gli indios e i loro costumi, le credenze originarie, prima della contaminazione spagnola. La scrittura di Las Casas è semplice ed efficace, a differenza della tipica prosa dell'epoca, e conduce il lettore a calarsi con semplicità nel ritratto di un intero popolo, spazzato via dall'avidità europea. Opera tradotta in tutta Europa, ha influenzato il pensiero illuminista del filosofo francese Montaigne ed è stata la base, nei secoli moderni, per la ricostruzione di una coscienza storica sudamericana. Le cronache e le descrizioni contenute in essa raccontano le atrocità commesse dai conquistadores e ne hanno fatto, nel corso del tempo, uno strumento di propaganda per i nemici del colonialismo spagnolo e un elemento cardine della "leggenda nera".
Il libro di Giuliana Laschi è una guida per chiunque voglia conoscere la storia e il funzionamento dell'Unione Europea. Con linguggio privo di tecnicismi, vengono ricostruite le genesi del processo di integrazione, l'evoluzione delle politiche comunitarie, la struttura del trattato di Maastricht e l'attuale discussione sull'allargamento dell'Unione a est, in un'ottica sempre attenta al più ampio contesto delle relazioni internazionali.
Il complesso rapporto tra la monarchia e il baronaggio ha sempre condizionato la vita politica siciliana, e da esso ne discende tutta la storia costituzionale isolana. A supporto di questa ipotesi un Appel des Siciliens del 1817 rappresenta un vero e proprio manifesto del malcontento della classe dirigente e intellettuale siciliana nei confronti della monarchia borbonica alla luce degli accordi che scaturirono dal Congresso di Vienna. La perduta individualità della Sicilia, divenuta provincia napoletana, era mal digerita dal ceto nobiliare che, attraverso l'Appel, rivendicava le antiche origini della storia costituzionale isolana, risalenti al XII secolo allorché i baroni sedevano già in parlamento. Da questo incipit costituzionale bisogna, dunque, partire per spiegare le vicissitudini politiche, istituzionali e sociali dell'isola. Il tratto saliente che contraddistingue l'intera ipotesi interpretativa del documento preso in esame è che la classe baronale ha rappresentato l'elemento insostituibile della politica isolana, nonostante i continui cambiamenti di corona avvicendatisi nel corso dei secoli.
Legata indissolubilmente all'elemento naturale acqua, "La Storia di Portuense" ha origine dalle terre sommerse. Intrappolata tra i grandi bacini, l'acqua marina forma quello che i romani chiameranno Campus Salinarum. Intorno alla metà del I secolo d.C., l'imperatore Claudio fa costruire la via che poi darà il nome al quartiere: la via Portuensis. È il collegamento con Portus, il nuovo scalo marittimo dell'urbe. Portuense è anche terra di martiri cristiani. In seguito alle persecuzioni di Diocleziano del 303, infatti, nella chiesetta di Santa Passera vengono sepolti gli eremiti egiziani Ciro e Giovanni, mentre nelle Catacombe di Generosa vengono deposti i resti dei martiri Portuensi, Simplicio e Faustino. Con la decadenza dell'Impero romano, la via consolare diventa una delle strade percorse dagli invasori per arrivare a Roma. È il 455 quando i vandali di Genserico, sbarcati a Portus, la percorrono per arrivare alla scomparsa Porta Portuensis. Solo l'intervento di papa Leone I riuscirà a scongiurare la completa distruzione della città.