
Il titolo ha una doppia valenza: da un lato richiama un curioso paradosso per il quale è possibile assegnare all'ombra una velocità superiore a quella della luce; dall'altro acquista un significato più profondo, diventando metafora della sconfitta dell'ideale illuministico che vedeva la scienza come motore del progresso sociale e "luce" in grado di respingere le "ombre" della barbarie e dell'ignoranza. L'autore sostiene che, al contrario, mai come oggi la ricerca scientifica ha fallito nel suo compito di promuovere le proprie scoperte e le proprie innovazioni come strumenti utili e necessari per la società, la quale riceve così l'immagine distorta di una "scienza nemica", oscura e pericolosa. In questo gioco di luci e ombre Lévy-Leblond vede comunque uno spiraglio: "Se l'ombra è la dimora della minaccia, può anche favorire la generazione e la schiusa. Proprio nelle tenebre germogliano i semi e si trasformano le larve. Le forze notturne non sono tutte distruttive".
Pioniere della cosmologia contemporanea, Vilenkin parla al lettore di una nuova immagine dell'Universo, inizialmente molto controversa e che sta ora diventando il paradigma cosmologico comunemente accettato. Con grande verve narrativa e un buon numero di utili illustrazioni, l'autore fornisce un fondamento scientifico alla possibile esistenza di una pluralità di mondi, ciascuno con proprietà fisiche differenti: quel che non accade nel nostro universo potrebbe realmente accadere in infiniti universi paralleli.
Il "mostro di simmetria" è un gigantesco fiocco di neve che esiste in 196.884 dimensioni... Questa è la storia di una ricerca matematica che vede tra i suoi protagonisti personaggi brillanti e dal tragico destino e che ha alla fine rivelato il "mostro", un oggetto per nulla mostruoso, la cui struttura è anzi dotata di una squisita bellezza e di una grande complessità. Viene raccontata per la prima volta la curiosa serie di coincidenze che hanno portato a significativi passi avanti nello studio matematico della simmetria e, forse, a una comprensione del tutto nuova e profonda dell'Universo.
Gli esseri umani sono unici nel loro genere, oppure sono essi stessi animali, solo in parte diversi dal resto dei viventi del regno naturale? Intervenendo su un tema antico e mai risolto dalla filosofia della scienza, John Dupré sviluppa una proposta assolutamente innovativa, distante tanto dalle visioni soprannaturalistiche oggi di nuovo molto in voga, quanto dallo scientismo di chi vorrebbe relegare alle scienze naturali l'intero ambito degli studi sulla natura umana. Dupré, sebbene consideri gli esseri umani come entità integralmente naturali, nega con decisione che la natura umana possa essere investigata a partire da un unico punto di vista: la scienza non è unitaria, né per contenuto né per metodo. Come argomenta il filosofo inglese, "la mia tesi è che l'unica speranza di trovare una risposta illuminata alle domande sulla complessità della vita è di tipo pluralistico, un approccio che attinga sia alla conoscenza empirica derivabile dalle (varie) scienze, sia alla saggezza e alla comprensione della natura umana che si possono derivare da studi più umanistici."
All'interno dell'universo della matematica sembrano esserci infiniti temi, suggestioni, letture che, prendendo le mosse dagli studi specialistici, invadono e permeano ogni campo del sapere umano. Il libro è un'opera che getta una luce nuova sui rapporti, antichi e moderni, tra la scienza dei numeri e le altre forme di cultura. Claudio Barrocci e Piergiorgio Odifreddi, due matematici da sempre aperti al confronto interdisciplinare, curano questa "Grande Opera" in quattro volumi con il contributo di un comitato scientifico di prima grandezza e composta con i saggi di quasi cento autori provenienti da tutto il mondo. Il primo volume ripercorre in circa 30 saggi la storia di altrettanti centri di cultura dai quali si è irradiata nel mondo la conoscenza matematica, da Babilonia ed Atene a Oxford e a Princeton.
Da qualche tempo, fisici, astronomi e cosmologi hanno iniziato a rendersi conto di quanto molti dei parametri fondamentali dell'universo - dalla velocità della luce, alle caratteristiche dell'atomo di carbonio - siano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l'esistenza della vita: spostamenti anche minimi nei valori di queste costanti porterebbero ad universi altrettanto fisicamente realistici del nostro, ma senza alcuna speranza di ospitare qualcosa di simile a uomini, piante e animali. Nel suo nuovo libro, il fisico Paul Davies esamina la possibilità che esistano infiniti universi paralleli al nostro, ipotesi presto scartata: secondo Davies, non esistono universi alternativi, ma solo questo, in cui le osservazioni che l'uomo compie oggi potrebbero contribuire a modellare la natura della realtà nel passato remoto. La vita e la coscienza umana non sarebbero casuali sottoprodotti dell'evoluzione cosmica, bensì i suoi attori decisivi.
La natura selvaggia e incontaminata del Polo Nord: la fotografa Mireille de la Lez ha saputo sorprendere con le sue immagini l'orso polare che porta i cuccioli alla loro prima battuta di caccia, l'imponenza dei grandi ghiacciai, la magia dell'aurora boreale. Questo libro intende sottolineare i rischi che incombono sulla Terra e sull'Artico in particolare, minacciato dal riscaldamento globale.
Perché i beduini indossano abiti scuri? Come funzionano i metal detector degli aeroporti? Cosa sono i raggi T? Tornano con un nuovo volume due dei tre fisici autori di "Le leggi del mondo", invitando i lettori a condividere il loro incanto davanti ai fenomeni naturali, l'interesse per gli esperimenti fantasiosi e la curiosità per le scoperte di inventori e colleghi scienziati. La novità di questo libro consiste nel mostrare, senza formule e per mezzo di esempi concreti e divertenti, che tanto i fenomeni quotidiani quanto gli esperimenti più moderni condotti nei laboratori di ricerca sono regolati da un piccolo numero di concetti fisici e di leggi fondamentali, che vengono qui raccontati in modo chiaro e accessibile.
Il sistema di distribuzione dell'energia elettrica è la macchina più complessa che sia mai stata realizzata: si estende geograficamente su aree enormi (gran parte dell'Europa è connessa in un unico sistema) e arriva a servire capillarmente le singole stanze delle case. È anche un sistema molto costoso, da realizzare e da mantenere, e delicato: più grande diventa e più diventa vulnerabile, e bastano un errore o un guasto di poco conto per determinare cadute catastrofe, come testimoniano il blackout che ha colpito la rete italiana nel 2003, o quello del 2001 in India (che ha lasciato senza energia 226 milioni di persone). Capire bene come funziona, ripercorrendo la storia e le scelte che l'hanno portato a essere com'è oggi, è importante, in un momento in cui da un lato l'approvvigionamento di energia si sta facendo sempre più difficile mentre, dall'altro lato, la domanda di energia elettrica cresce costantemente. Questo è un libro dedicato al sistema di distribuzione dell'elettricità che ne spiega, in termini comprensibili a tutti, struttura e funzionamento, nonché il ruolo chiave per i sistemi economici, locali e globali (e le implicazioni politiche).
Secondo Lee Smolin, la teoria delle stringhe, che ha regnato incontrastata negli ultimi venti anni, è prossima alla fine. Più che una vera e propria teoria è una congettura, un'elaborazione matematica raffinata e imponente, ma che manca di ogni possibilità di sperimentazione, di verificabilità. Lee Smolin è convinto che i fisici stiano facendo l'errore di inseguire una teoria "bella" ed "elegante", invece di trovarne una che sia supportata dagli esperimenti. Il celebre scienziato americano, che agli inizi della carriera aveva aderito alle tesi unificanti della teoria delle stringhe, oggi critica la direzione che la fisica sembra aver intrapreso con troppa sicurezza, e sprona i colleghi a cercare strade alternative, sottolineando e descrivendo il lavoro particolarmente promettente di alcuni di loro.