
L'autore affronta un tema che gli è molto caro, il cambiamento, partendo dalla constatazione che tante persone non vogliono cambiare, trasformarsi, perché sono convinte che è troppo difficile, faticoso o addirittura impossibile. Le ragioni di tale presa di posizione sono legate a pigrizia, a una certa consuetudine di accontentarsi degli obiettivi raggiunti: salute, famiglia, buon lavoro, posizione economica? Perché cambiare? Perché entrare in un percorso di trasformazione, che - secondo la proposta che Albisetti porta avanti da anni - è trasformazione spirituale, meglio, psicospirituale? Chi pensa che sia impossibile cambiare, si sbaglia. Anche la scienza, dalla genetica alla biologia, ci conferma che tutto - compresa la creatura umana - è in continuo processo di cambiamento. Partendo dal principio che "noi siamo i nostri pensieri", e che è la nostra visione della vita che ci dirige, il lettore è sollecitato a cambiare mentalità, ad accogliere e a recuperare una proposta di trasformazione spirituale, finalizzata a ridurre al minimo la nevrosi e a purificare il proprio vissuto, alleggerirsi di alcune pesantezze che inquinano e condizionano negativamente. Il cambiamento reale e profondo dona energia vitale e creatività nuova, "è fonte di importanti informazioni e di indicazioni utili per saperci orientare meglio nel nostro viaggio di senso".
Secondo l'Autore, molti degli insegnamenti di Gesù si accordano con quelli della psicoterapia. Innanzi tutto, il punto di partenza: come l'esortazione di Gesù «Convertitevi» è un invito a cambiare mentalità, così la psicoterapia propone un cambiamento di convinzioni e comportamenti dannosi per la persona. Quindi sono prese in considerazione alcune parabole (es. Padre misericordioso, Buon Samaritano, parabola dei talenti) e alcuni dialoghi evangelici (es. con la Samaritana, con i discepoli durante la tempesta), da cui emerge come sia essenziale, sia per Gesù sia per la pratica psicoterapica, l'accettazione incondizionata della persona con tutti i suoi bisogni psicologici: primo fra tutti quello di sentirsi amata al di là di errori, pregiudizi e condizionamenti. I tre capitoli centrali costituiscono una sorta di «itinerario terapeutico»: dalla legge umana dell'amore all'esperienza correttivo-emotiva deducibile dalle parabole, al valore terapeutico della preghiera individuale.
L'assenza della paura, o comunque la capacità di gestirla e di trasformarla in positivo, cioè in coraggio e amore, è un requisito fondamentale della personalità matura, condizione sine qua non per lo sviluppo delle qualità e capacità relazionali. Quindi è necessario liberarsene per avanzare nella ricerca della felicità. La «madre» di tutte le paure è la paura della morte; le «figlie» sono: la paura della vecchiaia, della malattia, del dolore, del fallimento, degli altri, degli stranieri, dei luoghi aperti, dei luoghi chiusi e così via. Gli autori propongono un percorso per abbandonare la paura e incrementare la gioia di vivere. Fra le varie tappe: mettere per iscritto le proprie paure e decidere un piccolo cambiamento che si è disposti ad attuare; visualizzare immagini rilassanti; darsi degli obiettivi per accrescere l'autostima.
Il testo offre alcuni spunti di riflessione sui meccanismi capaci di favorire il benessere psicologico e la salute emotiva a partire da un dialogo costruttivo tra Vangelo e psicoterapia. A fare da filo conduttore sono alcune storie di guarigione, a volte di gente comune, che l’Autore ha incontrato nel suo lavoro clinico, a volte di personaggi evangelici (la cananea, il giovane ricco, l’emorroissa, il paralitico di Cafarnao, l’adultera ecc.). In entrambi i casi si giunge alla stessa conclusione, cioè che solo l’amore guarisce.
In effetti, le ferite emotive e la sofferenza che ne deriva sono sempre causate dalla mancanza o dalla perdita di amore, a tutti i livelli. Perciò il loro risanamento consiste nell’esperienza della restituzione e del recupero di amore, inteso nella totalità della sua manifestazione psichica: idee e valori, emozione e sentimenti, azioni e gesti concreti di contatto intra e interpersonale. Tra gli argomenti trattati: le dinamiche della relazione umana, il perdono come possibilità di guarigione e rinascita emotiva, l’empatia come scoperta dell’Altro e punto di partenza per la costruzione di percorsi di crescita.
È una riedizione ampliata, aggiornata e integrata del libro Essere se stessi. Un impegno per la vita con considerazioni ed esperienze che l'autore ha maturato negli ultimi anni. Essere se stessi significa sentirsi solidi, radicati, centrati nella zona più profonda e più intima della nostra persona. Fa parte del cammino di crescita, è come un mettersi in viaggio, il viaggio della vita. Occorre superare la paura, elaborare i lutti, alimentare la fiducia e ammettere le proprie debolezze. Soprattutto accettare se stessi, coltivare l'autonomia e la responsabilità personale e acquisire una buona autostima. E di fronte all'amore, costruire una relazione fatta di lealtà e di rispetto vicendevole.
Quello dell'amicizia è un tema fondamentale: riguarda ciascuno di noi. L'amicizia è infatti un vitale rapporto con il prossimo, capace di innescare un dialogo che ci trasforma reciprocamente. È una miracolosa fonte di gioia ma anche un equilibrio fragile, da tutelare. La relazione non esclude la solitudine, che anzi si trova al cuore dell'amicizia. I rapporti amicali non sono poi tutti uguali: mutano nel tempo, a seconda delle diverse età della vita, del genere, dei caratteri, delle condizioni esterne, familiari, sociali e storiche. L'amicizia, non ultimo, ha risonanze in psichiatria, tanto più in una situazione post-pandemica, ed è alla base della cura. Grandi pensatori, poeti e scrittori accompagnano Eugenio Borgna in questa riflessione a tutto campo sul sentimento di amicizia: Friedrich Nietzsche, Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke, Thomas Mann e Antonia Pozzi, fra gli altri, prestano le loro parole per coglierne meglio il senso e il valore.
Noi non abbiamo proprio nulla da rimproverare a Schreber, né di aver avuto impulsi omosessuali, né di essersi sforzato di rimuoverli. Sono piuttosto gli psichiatri che hanno molto da imparare da questo malato, che si sforza, malgrado il suo delirio, di non confondere il mondo dell'inconscio col mondo reale.
"L'analisi infantile si è dimostrata unica per un aspetto essenziale: fu l'unica innovazione che dette la possibilità di verificare la correttezza delle ricostruzioni nell'analisi degli adulti. Ora, per la prima volta, con l'applicazione diretta del trattamento psicoanalitico a bambini piccoli, ciò che era stato semplicemente supposto o dedotto diveniva una realtà viva, visibile e dimostrabile"