
Negli ultimi anni enormi progressi sono stati fatti nell'ambito dell'educazione emotiva: la letteratura in materia si è notevolmente ampliata e gli interventi oggi disponibili sono numerosi ed eterogenei. Il volume risponde al bisogno di tracciare un aggiornamento degli ultimi esiti della Terapia Razionale Emotiva Comportamentale (REBT), la metodologia a cui il volume si ispira e da cui trae la prospettiva teorico-applicativa, per presentarne le particolarità e potenzialità nell'applicazione con soggetti in età evolutiva. Il volume presenta a genitori, insegnanti e educatori, un programma di educazione emotiva specificamente pensato per la fascia d'età tra i 4 e i 7 anni. Il materiale proposto permette di strutturare un intervento completo, dalla conoscenza delle principali emozioni all'apprendimento di efficaci strategie cognitive per superare e gestire i pensieri e gli stati d'animo negativi. Grazie alla guida dell'adulto, a esercizi divertenti e illustrazioni accattivanti, i bambini impareranno a conoscere i sentimenti, sentirsi felici, riconoscere le emozioni, gestire la rabbia, affrontare la paura, reagire alla tristezza, riconoscere i pensieri.
Il giudizio morale non è (solo) una faccenda per specialisti. Quotidianamente tutti noi formuliamo valutazioni e siamo oggetto della valutazione altrui. Non solo. Noi giudichiamo costantemente noi stessi, ci domandiamo qual è l'azione giusta da fare e se l'azione che abbiamo compiuto possa essere considerata buona e ammirevole, oppure vile e detestabile. Ma da dove proviene la nostra capacità di formulare giudizi morali? E come si sviluppa durante i primi anni della nostra vita? Nell'affrontare queste domande, gli autori danno conto dei progressi compiuti nella recente ricerca empirica e nella teorizzazione psicologica sulle competenze precoci dimostrate dai bambini in vari ambiti.
L'essere umano, quando fronteggia la vita quotidiana in generale e le situazioni problematiche, i vissuti di disagio, i percorsi di disadattamento in particolare, si misura con realtà simboliche e sociali. Parallelamente mette in gioco aspettative, piani d'azione, competenze, risorse più o meno funzionali al benessere e all'adattamento, che spesso portano ad alimentare e amplificare i problemi, piuttosto che contribuire a risolverli. Tali anticipazioni e strategie che guidano l'azione non sono mai rappresentate unicamente su un palcoscenico intrapsichico e individuale, ma sempre all'interno di caratteristiche di interdipendenza tra le menti, l'energia e lo spirito. Questa consapevolezza è il filo conduttore di questo lavoro e il principio ispiratore delle metodologie psicoterapeutiche in esso proposte. I contribuiti raccolti in Mente e psicoterapia approfondiscono differenti prospettive teoriche, metodologiche e pratiche cliniche che partendo dalla cornice interattivo-cognitiva e avvalendosi dei principi della fisica quantistica, confermano che la psicologia clinica e la psicoterapia, in modo creativo ed efficace stanno ridefinendo i concetti di salute e di psicopatologia all'interno del modello emergente mente-corpo-energia.
Nella società multiculturale, i bambini nati da genitori provenienti dal mondo intero ci obbligano a pensare e ad agire secondo modalità inedite. È l’invito che ci rivolge questo libro, a partire da storie raccontate e messe a disposizione di tutti.
Gravidanza, parto, costruzione della genitorialità: le strategie di prevenzione e di cura inerenti al periodo perinatale sono studiate qui in maniera concreta, per aiutare i professionisti di una prima infanzia di ogni colore, figli di migranti, bambini meticci, adottati, figli di nomadi...
Le autrici
Marie Rose Moro insegna Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’Università Paris 13. Nella collana di Psicologia clinica ha pubblicato Genitori in esilio (2002).
Dominique Neuman, psichiatra, lavora all’ospedale Jean Verdier di Bondy, nei pressi di Parigi.
Isabelle Réal, psicologa clinica, lavora al servizio di consultazione transculturale dell’ospedale Avicenne di Parigi.
L’autore mostra come il gruppo, da oggetto di indagine che merita attenzione per la sua presenza in molteplici contesti, possa diventare strumento professionale di lavoro, come cioè sia possibile istituire diversi tipi di gruppo al fine di intervenire nella realtà sociale.
Nella prima parte del volume si propone un esame critico delle principali teorie, focalizzandosi sullo sviluppo del tema nella prospettiva psicosociologica.
La seconda parte si concentra su alcune dimensioni del gruppo di lavoro oggi, partendo dalla pratica professionale ed evidenziando aspetti relativi alla conduzione.
L'autore
Cesare Kaneklin insegna Psicologia dei gruppi e delle organizzazioni all’Università Cattolica di Milano. Nelle nostre edizioni ha pubblicato Formazione e narrazione (con G. Scaratti, 1998).
A partire dall’esperienza di quanti sono coinvolti negli errori medici – pazienti, familiari, medici e altri professionisti della salute – il volume affronta le difficoltà insite nel parlare di errori con onestà e franchezza nella pratica clinica. Basandosi sulle linee guida sviluppate dall’Institute for Professionalism and Ethical Practice e sull’esperienza degli autori, l’approccio esperienziale presentato in questo libro offre un aiuto concreto per iniziare la conversazione, gestire le reazioni dei pazienti con professionalità ed empatia, decidere chi dovrà partecipare alla conversazione, selezionare quali informazioni documentare nella cartella clinica, rispondere alle domande relative al risarcimento economico.
Con l’obiettivo di favorire la soluzione dei conflitti e la cura, gli autori sottolineano l’importanza di una comunicazione chiara ed empatica per riparare agli errori nel miglior modo possibile. Una particolare attenzione è riservata ad alcuni aspetti della relazione medico-paziente: trasparenza, rispetto, responsabilità, continuità e sensibilità. Le esperienze in prima persona raccolte in questo libro mostrano come parlare degli errori possa migliorare il percorso di cura.
Gli autori
Robert D. Truog è professore di Etica medica, Anestesia e Pediatria presso la Harvard Medical School e senior associate presso il reparto di terapia intensiva del Children’s Hospital di Boston.
David M. Browning è ricercatore presso l’Institute for Professionalism and Ethical Practice del Children’s Hospital di Boston e docente presso la Harvard Medical School.
Judith A. Johnson è avvocato ed eticista clinico presso il Children’s Hospital di Boston e docente presso la Harvard Medical School.
Thomas H. Gallagher è medico internista e docente presso il Dipartimento di Medicina e il Dipartimento di Bioetica e Scienze Umane della Facoltà di Medicina, della University of Washington, a Seattle.
Il volume presenta il contributo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni alla comprensione delle dinamiche che modulano l'equilibrio tra ruolo lavorativo e vita privata. Quali sono i modelli teorici utilizzati per spiegare la conciliazione? Qual è il ruolo dell'organizzazione nel sostenere o nell'ostacolare la conciliazione? Quali le implicazioni per la pratica organizzativa e le soluzioni, formali e informali, in grado di sostenere la conciliazione? Quali sono le vie della ricerca, tra approccio qualitativo e quantitativo, allo studio della conciliazione? Le risposte a queste domande vengono rintracciate sia nella letteratura scientifica di riferimento sia in esempi concreti tratti da ricerche effettuate in contesti lavorativi. Le curatrici di questo volume si propongono di offrire a studenti, studiosi e professionisti riferimenti teorici e dati empirici utili a riflettere sul tema della relazione tra differenti domini di vita e a progettare ulteriori studi e interventi pratici per promuovere un equilibrio migliore.
La mediazione familiare si presenta come una terra di confine, in cui coesistono termini apparentemente inconciliabili: mentre da una parte si accompagna la coppia durante la separazione coniugale, dall'altra è necessario costruire un nuovo patto che la sostenga nei compiti legati alla crescita dei figli e alla tutela dei legami familiari e generazionali. In questa nuova edizione il modello simbolico trigenerazionale viene presentato in una versione ampliata e completamente revisionata. Nella prima parte, oltre agli sviluppi della mediazione familiare sia nella prassi sia negli aspetti legislativi, si presenta una proposta metodologica per le équipe dei servizi che lavorano con casi complessi di conflittualità familiare. Nella seconda parte il lettore troverà un approfondimento e una riconcettualizzazione del tema della funzione genitoriale applicato all'intervento di mediazione familiare, con la presentazione di nuove tecniche interattive per l'incontro con i figli.
Tema del volume è la ricerca su quello che viene definito il “cervello genitoriale”, ossia sulle basi neurali e psicofisiologiche dei comportamenti di cura del bambino da parte dell’adulto. La ricerca neuro e psicofisiologica tende a individuare i correlati biologici di tali comportamenti, intercettando i meccanismi adattivi e tipici, accanto a quelli atipici e/o francamente patologici, che possono costituire fattori di fragilità nell’adeguatezza con cui i comportamenti genitoriali si manifestano.
Il testo affronta la presentazione dei più attuali modelli neuro-psico-dinamici del parenting, riportando quindi i risultati delle ricerche nazionali e internazionali sul tema. Inoltre, vengono trattati i dati relativi al ruolo delle caratteristiche dei genitori e del bambino nella costruzione della relazione. Infine, vengono declinati in senso clinico i risultati delle ricerche presentate, per favorire la riflessione sulle implicazioni di queste nel lavoro di assessment e presa in carico nelle situazioni atipiche e psicopatologiche.
Questo saggio è stato scritto alla luce delle ultime scoperte di importanti scienziati a livello internazionale e rappresenta un superamento deciso delle vecchie teorie freudiane e junghiane. In esso si prospetta la possibilità di curare in profondità le malattie mentali, con risultati nettamente superiori a quelli attuali. Secondo l'autore, l'anima non solo esiste ma è localizzabile in alcune zone del cervello da lui identificate. Secondo l'autore l'individuazione dell'anima permette di poter avere maggiori informazioni sulle malattie della psiche che in realtà andrebbero chiamate malattie dell'anima, perché questa è l'unica struttura del cervello che si ammala.
Il bambino vuole essere compreso per sentirsi amato. Tale esigenza trova spesso l'adulto impreparato in quanto non riesce più a comunicare con quei "segni" e "gesti" emotivi, corporei e verbali con i quali il bambino si esprime. L'autore, nel tentativo di fornire agli adulti gli strumenti tecnici e umani che facilitino la comprensione e quindi il dialogo con il bambino, ha raccolto in questo volume alcune riflessioni sistematiche sulla psicoterapia infantile, sui suoi presupposti teorici e umani e sugli strumenti di intervento.
Ancora oggi siamo succubi di un numero incredibile di proibizioni e inibizioni che nella maggior parte dei casi non hanno motivi validi di esistere. Il processo di razionalizzazione non solo ha cancellato i vecchi tabù ma ne alimenta in continuazione di nuovi, finalizzati consapevolmente ad una sorta di tutela psicofisica e che rimangono comunque strutture portanti di dogmatismi e demagogie, destinati quindi ad intossicare l'esistenza. Leggere per credere.