
Il volume presenta il contributo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni alla comprensione delle dinamiche che modulano l'equilibrio tra ruolo lavorativo e vita privata. Quali sono i modelli teorici utilizzati per spiegare la conciliazione? Qual è il ruolo dell'organizzazione nel sostenere o nell'ostacolare la conciliazione? Quali le implicazioni per la pratica organizzativa e le soluzioni, formali e informali, in grado di sostenere la conciliazione? Quali sono le vie della ricerca, tra approccio qualitativo e quantitativo, allo studio della conciliazione? Le risposte a queste domande vengono rintracciate sia nella letteratura scientifica di riferimento sia in esempi concreti tratti da ricerche effettuate in contesti lavorativi. Le curatrici di questo volume si propongono di offrire a studenti, studiosi e professionisti riferimenti teorici e dati empirici utili a riflettere sul tema della relazione tra differenti domini di vita e a progettare ulteriori studi e interventi pratici per promuovere un equilibrio migliore.
La mediazione familiare si presenta come una terra di confine, in cui coesistono termini apparentemente inconciliabili: mentre da una parte si accompagna la coppia durante la separazione coniugale, dall'altra è necessario costruire un nuovo patto che la sostenga nei compiti legati alla crescita dei figli e alla tutela dei legami familiari e generazionali. In questa nuova edizione il modello simbolico trigenerazionale viene presentato in una versione ampliata e completamente revisionata. Nella prima parte, oltre agli sviluppi della mediazione familiare sia nella prassi sia negli aspetti legislativi, si presenta una proposta metodologica per le équipe dei servizi che lavorano con casi complessi di conflittualità familiare. Nella seconda parte il lettore troverà un approfondimento e una riconcettualizzazione del tema della funzione genitoriale applicato all'intervento di mediazione familiare, con la presentazione di nuove tecniche interattive per l'incontro con i figli.
Tema del volume è la ricerca su quello che viene definito il “cervello genitoriale”, ossia sulle basi neurali e psicofisiologiche dei comportamenti di cura del bambino da parte dell’adulto. La ricerca neuro e psicofisiologica tende a individuare i correlati biologici di tali comportamenti, intercettando i meccanismi adattivi e tipici, accanto a quelli atipici e/o francamente patologici, che possono costituire fattori di fragilità nell’adeguatezza con cui i comportamenti genitoriali si manifestano.
Il testo affronta la presentazione dei più attuali modelli neuro-psico-dinamici del parenting, riportando quindi i risultati delle ricerche nazionali e internazionali sul tema. Inoltre, vengono trattati i dati relativi al ruolo delle caratteristiche dei genitori e del bambino nella costruzione della relazione. Infine, vengono declinati in senso clinico i risultati delle ricerche presentate, per favorire la riflessione sulle implicazioni di queste nel lavoro di assessment e presa in carico nelle situazioni atipiche e psicopatologiche.
Questo saggio è stato scritto alla luce delle ultime scoperte di importanti scienziati a livello internazionale e rappresenta un superamento deciso delle vecchie teorie freudiane e junghiane. In esso si prospetta la possibilità di curare in profondità le malattie mentali, con risultati nettamente superiori a quelli attuali. Secondo l'autore, l'anima non solo esiste ma è localizzabile in alcune zone del cervello da lui identificate. Secondo l'autore l'individuazione dell'anima permette di poter avere maggiori informazioni sulle malattie della psiche che in realtà andrebbero chiamate malattie dell'anima, perché questa è l'unica struttura del cervello che si ammala.
Il bambino vuole essere compreso per sentirsi amato. Tale esigenza trova spesso l'adulto impreparato in quanto non riesce più a comunicare con quei "segni" e "gesti" emotivi, corporei e verbali con i quali il bambino si esprime. L'autore, nel tentativo di fornire agli adulti gli strumenti tecnici e umani che facilitino la comprensione e quindi il dialogo con il bambino, ha raccolto in questo volume alcune riflessioni sistematiche sulla psicoterapia infantile, sui suoi presupposti teorici e umani e sugli strumenti di intervento.
Ancora oggi siamo succubi di un numero incredibile di proibizioni e inibizioni che nella maggior parte dei casi non hanno motivi validi di esistere. Il processo di razionalizzazione non solo ha cancellato i vecchi tabù ma ne alimenta in continuazione di nuovi, finalizzati consapevolmente ad una sorta di tutela psicofisica e che rimangono comunque strutture portanti di dogmatismi e demagogie, destinati quindi ad intossicare l'esistenza. Leggere per credere.
"Il gruppo in Analisi Bioenergetica" nasce dall'esperienza più che trentennale dell'autrice come psicoterapeuta reichiana, prima, e bioenergetica poi. Durante questo periodo il rapporto che inizialmente si articolava tra terapeuta e paziente si è modificato, concentrandosi sul binomio terapeuta-gruppo. Il gruppo, considerato alla stregua di un "corpo comunitario", possiede una sua specificità nel sistema percettivo, intellettivo e linguistico. Il presupposto essenziale per l'esistenza di un'entità "gruppo" e che si apprenda a "vedere attraverso gli occhi degli altri".
Il cinema ci può aiutare a stare meglio, lo testimonia una ricerca iniziata nel 1989 dalla quale il volume trae ispirazione. I film scelti sono per la maggior parte noti e sono stati classificati per tematica psicologica; inoltre ad ognuno è stata associata la relativa prescrizione terapeutica, incluse le modalità psicologiche con cui approcciarsi al singolo film.