
Funziona attraverso un cammino che si snoda in due tappe. Nella prima il lettore è accompagnato in un viaggio dove i puntuali e sorprendenti riferimenti scientifici - in particolare alle neuroscienze e alla biologia le suggestioni filosofiche e le immagini utilizzate costruiscono una comprensione profonda del fenomeno relazionale e fanno emergere quella "capacità empatica", che parte dal cervello prima che dal cuore, imprescindibile per una relazione di qualità. La seconda entra potentemente nella dinamica concreta, quella che viviamo nella vita di tutti i giorni in famiglia, sul posto di lavoro o anche solo con uno sconosciuto incontrato sul treno. Qui accompagna il lettore a costruirsi una mappa per muoversi con precisione verso la creazione di legami straordinari e per far crescere dentro di essi ciò che sta a cuore, in un'ottica di vittoria comune.
La paura delle malattie esiste da sempre, poiché la malattia è indissolubilmente legata alla vita, ma mai come oggi si è consapevoli dell'importanza della salute, alla quale dedichiamo attenzioni a volte persino eccessive. Certo, tutti ci preoccupiamo di condurre uno stile di vita sano, quando però è la paura di ammalarsi a prendere il sopravvento, allora può facilmente degenerare in un disturbo psichico. E lo fa in modo subdolo, assumendo due forme apparentemente contrarie. Esistono infatti i "sani che si credono malati" e i "malati che si credono sani". Da un lato, l'ipocondriaco manifesta la tendenza a voler spiegare ogni minimo sintomo sottoponendosi a continui esami diagnostici; sul fronte opposto il patofobico esprime la sua paura negando ogni sintomatologia, rifiutando consulti medici per il timore di trovarsi faccia a faccia con lo stato inaccettabile di "ammalato". Due volti, dunque, che però sono espressione di un medesimo problema in grado di avvelenare la vita di chi ne soffre e anche delle persone che gli sono vicine. Ecco allora l'importanza di questo manuale d'aiuto che, scandagliando la paura della malattia a trecentosessanta gradi, la fa prima comprendere per poi aiutare a vincerla.
Revisione e integrazione generale dei contenuti. Il volume sottolinea l'importanza della relazione, per cui non solo gli adulti parlano di Dio ai figli", ma anche "i figli parlano di Dio". "
Il testo introduce in maniera approfondita e critica i fondamenti epistemologici e teorici della metodologia di tipo narrativo in psicologia della devianza: la ricerca qualitativa e le analisi dei contenuti, l'utilizzo delle narrazioni e i principali modelli di lettura dei materiali narrativi, i meccanismi di rendicontazione dell'azione deviante e la costruzione narrativa del Sé in situazione, gli aspetti tecnici e operativi dell'utilizzo dei software più idonei e le loro implicazioni. Nella seconda parte i costrutti introdotti vengono esemplificati in termini di ricerca empirica con la descrizione di un ampio studio condotto utilizzando le narrazioni di una serie di reati alla ricerca delle modalità e delle strategie di ricostruzione narrativa delle azioni devianti. I risultati, elaborati con l'ausilio del programma per analisi di informazioni qualitative ATLAS.ti, vengono discussi a diversi livelli di complessità, coerentemente con l'approccio di tipo costruzionista adottato.
«Il titolo del presente contributo può suscitare immediatamente una domanda: non è improprio utilizzare una categoria di origine religiosa come l'idolatria nel parlare dell'ansia? Non si stanno confondendo i piani? Non si perde il rigore del ragionamento?». Gli autori in questo libro propongono di utilizzare il termine idolatria, che è categoria di origine biblica e di alta potenza simbolica, come chiave interpretativa dell'ansia contemporanea e come valore narrativo e non solo simbolico. Nel loro percorso attraverso la crisi dell'attuale società post-moderna, illustrano come vi sia un uso dell'ansia legato alla paura del non riconoscimento ed al terrore dell'incontro con l'altro. Il cuore dell'opera è dato dalla possibilità di riscoprire, anche attraverso il racconto di casi clinici, la bellezza della realtà intesa come dono verso il quale porsi "semplicemente" per come si è. Il concetto di limite acquista così nel corso dell'opera un significato sempre più positivo, sino ad arrivare alla conclusione che è da qui che si debba passare per avvicinarsi sempre più alla costituzione della propria identità attraverso un incontro di fragilità. Con una prefazione di Luca Doninelli.
È difficile impedire al corpo di rivelare ciò che pensiamo e sentiamo davvero, perché indipendentemente dalla nostra volontà, le emozioni trovano sempre un modo per manifestarsi. E il volto è la parte più sensibile del corpo, la sede di ben quattro dei cinque sensi, quella che con più facilità reagisce agli stimoli interni ed esterni. I tratti del viso rivelano molto di noi, per questo è importante saperli leggere. Chi è in cerca di un compagno, per esempio, dovrebbe guardare per prima cosa la nuca. Per un buon commerciale meglio osservare le tempie, e per capire in generale se fidarsi di qualcuno, le sopracciglia. Con un linguaggio semplice e preciso e disegni esplicativi, Anna Guglielmi, esperta di comunicazione non verbale, ci insegna a leggere ciò che le persone hanno scritto in faccia. Ci svela come scoprire da uno sguardo o un sorriso se il nostro interlocutore è annoiato o interessato, se mente o è sincero, se è triste o preoccupato, o se nasconde qualche segreto dietro il fremito di una ruga. Per capire meglio il prossimo e noi stessi e costruire rapporti personali e professionali soddisfacenti.
Punta i piedi per un no. Urla non appena vi allontanate. Viene travolto da un'onda di incontenibile rabbia quando lo aiutate a mangiare o a vestirsi. Spesso i capricci dei bambini sono così spiazzanti che i genitori non sanno più che comportamento adottare. Gli autoritari aumentano la fermezza, i permissivi si colpevolizzano. Ma il problema resta. E alla fine alzano bandiera bianca: "Le ho provate tutte! Non so più cosa fare". Ma farsi ubbidire non basta, la vera domanda resta: perché il bambino si comporta così? Vuole davvero provocare o sfidare il genitore? È in grado di architettare strategie? E se il suo comportamento avesse un'origine fisiologica, o fosse una reazione a provocazioni inconsapevoli da parte del genitore? Con linguaggio semplice e chiaro, Isabelle Filliozat, psicologa e psicoterapeuta di lunga esperienza, affronta i comportamenti più difficili dei bambini tra 1 e 5 anni e offre un punto di vista diverso sulle situazioni della vita quotidiana che mandano in crisi mamma e papà. Grazie ai molti esempi concreti, illustrati con simpatici disegni, risolvere i conflitti con il proprio bambino diventerà semplice come un gioco e regalerà a tutti tempo e serenità.
"Non sai quello che dici". A chi non è mai successo di ricevere - o di fare questa accusa? E spesso è proprio così. Perché come il corpo ha un suo linguaggio segreto, anche le parole, e il modo in cui vengono usate e pronunciate, possono trasmettere un significato sotterraneo, a volte indipendente dalla volontà di chi parla. Accade che espressioni comuni possano, a vostra insaputa, risultare per chi vi ascolta manipolative, fuorvianti, irritanti o seducenti; possano farvi apparire degni di fiducia oppure poco sinceri e inaffidabili, simpatici e piacevoli da frequentare o persone scostanti e da evitare. E lo stesso vale al contrario, vi può capitare di diffidare o di provare antipatia per qualcuno nonostante vi stia parlando con gentilezza, e magari, a suo dire, "con la massima sincerità". (In quel caso, forse è l'istinto che vi rende sospettosi, perché non è raro che "la massima sincerità" camuffi una bugia). Con il suo stile ricco di esempi, Anna Guglielmi, esperta di comunicazione verbale e non verbale, svela i segreti del linguaggio e insegna a individuare le spie che segnalano falsità, reticenza, noia, interesse, fastidio, invidia, preoccupazione. Per imparare a leggere tra le righe delle conversazioni ed evitare insuccessi, fraintendimenti e manipolazioni. E per capire, e farsi capire, oltre ogni ragionevole dubbio.
Storie d'analisi di grandi e di bambini, racconti che parlano utilizzando la metodica del "Gioco della sabbia": un mondo in miniatura, un'Arca di Noè per salvare immagini interiori, frammenti di vita, sogni. È la visione, non la parola, a dominare la scena, e questo ci rimanda alla profondità dell'inconscio, al radicamento del nostro piccolo mondo interiore dentro le grandi immagini del mondo, ben prima della parola. Il mondo che ci viene raccontato dal "Gioco della sabbia" è ricco e prezioso, insaturo, inconcluso, come le grandi visioni degli artisti o, più umilmente, come i "mandala" di sabbia che i monaci buddisti compongono e poi lasciano andare al vento e all'acqua: impermanenza. Ecco allora che questo libro è fatto di pietre pesanti, di sabbia lieve e di vento leggero, per ricordarci che il gioco è una realtà che aiuta a curare la vita.
È difficile pensare alla psiche come a qualcosa di catalogabile e all'inconscio, di per sé sconosciuto, come a un territorio che possa essere "cartografato" assegnandogli degli spazi ben definiti e tracciandone una mappa; eppure sappiamo che qualsiasi carta geografica, oltre che rappresentare luoghi e posizioni, è l'indicatore di percorsi possibili che permettono innumerevoli scelte. Mettendo in relazione diversi paesi e culture del mondo è ipotizzabile tracciare una mappa della psiche basata su interconnessioni e interferenze. L'immagine di un Atlante contribuisce a evocare il desiderio esplorativo che dovrebbe caratterizzare la diffusione della psicoanalisi nel mondo, ma anche la necessità di non perdere, nel continuo processo di ridefinizione e cambiamento, le coordinate che guidano il nostro discorso. Presentazione di Stefano Bolognini.
Quanto tempo passiamo tutti i giorni a pensare a noi stessi, a ciò che è nostro, alle nostre azioni, a quello che abbiamo fatto e a quello che ancora dobbiamo fare? Ogni giorno le nostre vite sono piene di impegni da portare a compimento, con il risultato che le giornate diventano nient'altro che una somma di cose fatte o da fare. Tutto questo ci causa ansia e dolore, e non ci permette di vivere bene. Passiamo più tempo a pensare alla nostra vita che a viverla per davvero. La "mindfulness" ha l'obiettivo di insegnarci a essere presenti alle nostre vite, di farci scoprire il valore del "non sapere" e il valore di imparare a stare con noi stessi, senza giudicare e senza pensare troppo. Solo vivendo. Include tracce audio per pratiche di mindfulness, sia in lingua inglese (condotte dallo stesso Jon Kabat-Zinn) sia in lingua italiana, da ascoltare on line.
Per lungo tempo è esistita nelle specie animali solo una sessualità anonima e priva di legami. Solo con i mammiferi sono comparsi gli affetti, solo con gli esseri umani si è realizzata compiutamente la saldatura tra sentimenti positivi e sessualità. Sopravvivono ancora dentro di noi caratteristiche legate al cervello arcaico, che interpretano il rapporto uomo-donna secondo lo schema dominio-sottomissione. Su base biologica si fonda però anche la nostra capacità di favorire relazioni sociali positive: l'essere umano vive fin dalla nascita intense relazioni di attaccamento e di affetto, e crescendo sperimenta con i propri simili l'empatia, l'aiuto, la cooperazione. Silvia Bonino ci aiuta a scoprire le influenze culturali che stimolano le dimensioni più primitive e meno umane della nostra identità biologica: bisogna partire da questa consapevolezza per costruire un futuro di relazioni affettive e sessuali paritarie, le uniche capaci di soddisfare le esigenze più evolute di uomini e donne.