
Si dice che ogni assistente sociale - quelli di cinquant'anni fa sicuramente, ma anche quelli di oggi - ha consumato sette paia di scarpe, per comprendere le storie delle persone e delle comunità, per comprendere la sofferenza, il disagio, per riallacciare relazioni, suscitare e orientare risorse capaci di offrire sollievo, per ricostruire il tessuto sociale. Sette paia di scarpe hanno condotto gli assistenti sociali a esplorare ogni miseria fin dall'inizio della storia repubblicana del nostro Paese. Sette paia di scarpe ci sono volute per arrivare a ottenere il riconoscimento della professione, essenziale a chi ha meno, ma spesso ignorata dai potenti che hanno molto. In sette capitoli l'autice ripercorre la sua storia e insieme la storia di tutto il servizio sociale.
Linguaggi cifrati compresi solo dalla tribù degli amici, bronci, segreti, passioni totalizzanti e cocenti delusioni, fitte al cuore, bugie, porte sbattute in faccia. È l'adolescenza, indecifrabile limbo tra lo stato di grazia dell'infanzia e l'età adulta. Ogni equilibrio è sovvertito. Non sono consentite certezze né punti fermi. Nemmeno per i genitori, che non riescono a trovare un dialogo e temono che i figli possano non farcela. Eppure, c'è sempre un modo per riprendere in mano le redini, valorizzare le risorse, riattivare le energie, partendo dal cemento che lega genitori e figli: l'amore incondizionato. Il metodo del coaching ci allena a capire come muoverci, attraverso una modalità molto pragmatica. A volte è necessario prendere consapevolezza delle lenti deformanti con cui guardiamo la realtà, fare un passo indietro per andare avanti e gettare un ponte verso il futuro. Ecco allora un terreno di confronto sulla gioventù, una zona franca dove sperimentare parole e strade nuove che aiutino i ragazzi a specchiarsi nelle proprie inquietudini -l'ansia e la paura di cambiare - e i genitori a ritrovare il ruolo di guide cui hanno abdicato smarriti. Attraverso una serie di casi pratici, il coaching offre il punto di vista esterno spesso necessario per rimettere a fuoco gli obiettivi, per darsi il tempo di capire, di ascoltare e individuare dentro di sé le potenzialità inespresse. Ricostruendo un percorso educativo sereno.
Per tutto il periodo della sua vita fetale, fino al momento della nascita, il cervello sviluppa con l'organismo a cui appartiene una relazione fisiologicamente armonica che si instaura attraverso un network di comunicazioni rappresentate dai neurotrasmettitori e neuropeptidi. Questi messaggeri neurochimici, prodotti dalle cellule del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario, influenzano la crescita delle fibre nervose, la plasticità delle sinapsi, il ciclo vitale dei neuroni con la loro morte programmata, determinando l'assetto definitivo del sistema nervoso centrale e periferico. Al momento della nascita l'impatto con i fattori ambientali e le esperienze individuali condizionano l'assetto definitivo del cervello e l'espressione dei geni la cui premessa è quella di raccogliere i suggerimenti dell'ambiente. Alla luce della PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia) l'autore illustra una serie di casi clinici "singolari" dandone l'interpretazione scientifica per dimostrare l'importanza di un modello di vita volto a ridurre al minimo il disagio psichico con conseguente prevenzione del danno biologico. Presentazione di Umberto Galimberti.
La televisione non è una scatola di tutte le meraviglie ma neanche una trappola demoniaca. Si tratta di imparare a far diventare i bambini spettatori più selettivi, a far loro capire il linguaggio delle immagini e gestire a proprio vantaggio questa forma di comunicazione. Con esempi concreti, tabelle ed esercizi da fare insieme, una guida concreta e curiosa per genitori e insegnanti.
Attenzione, prova a non pensare a un orso bianco. Ci riesci o l’orso bianco è nella tua mente? Probabilmente ti renderai conto che stai proprio pensando a un orso bianco. Come quasi tutti noi, pensi di poter controllare i tuoi pensieri,ma non è completamente vero. In realtà è il tuo cervello che li controlla. Ma cosa sai di questo potentissimo organo? Davvero poco, sai solo che è molto più complesso delle più complicate macchine costruite dall’uomo. Che crea la tua mente, ti rende umano, è ‘te’. Questo volume è un laboratorio di esperimenti sul funzionamento del cervello che ha coinvolto ragazzi dai 12 ai 18 anni. Chiunque può ricrearlo a casa propria, con gli amici, senza bisogno di attrezzi o materiali particolari e scoprire con sorpresa le illusioni e i paradossi della mente. Ad esempio, sarà facile capire quello che stai facendo in questo momento: leggere ciò che è scritto su questa pagina. Proprio ora il tuo sistema visivo sta traducendo luci e ombre che si stagliano sulla retina in milioni di impulsi nervosi, li ridistribuisce alle appropriate aree cerebrali e poi li riassembla in immagini significative. Così riesci a trasformare macchie di inchiostro su una pagina in parole e frasi con significato, tutto in un istante. Niente male se pensi che condividi il 90% del tuo Dna con una mucca!
Indice
Premessa - Parte prima: Illusioni sensoriali - Introduzione - 1. Illusioni visive - 2. Illusioni degli altri sensi: I. ILLUSIONI NON VISIVE - II. ILLUSIONI DEI SENSI MESCOLATI - 3. Illusioni nel mondo reale - Parte seconda: Trucchi delle funzioni mentali più elevate - Introduzione - 4. Attenzione e memoria: I. ATTENZIONE VISIVA - II. MEMORIA - 5. Regole consolidate e inibizioni - 6. Paradossi sociali - 7. Giusto per divertirsi: magia e trucchi - Un pensiero finale - Ringraziamenti - Gli autori
Deumanizzare significa negare l’umanità dell’altro. È un fenomeno poliedrico, multiforme, flessibile. Si adatta ai luoghi, alle relazioni, alle persone singole come a intere popolazioni e assume di volta in volta i contenuti richiesti dal clima culturale del momento. Un primo gradino, ad esempio, di questo processo sono i pregiudizi, i luoghi comuni o le espressioni razziste con cui si pongono in contrapposizione dei gruppi di persone, creando un “noi” e un “loro”: “noi” che siamo i settentrionali, i bianchi, i cattolici, gli europei e “loro” che sono i meridionali, i negri, gli zingari. Già nel porre questa divisione si crea il germe di una presunta umanità un po’ diversa, che può essere stigmatizzata ed emarginata al di fuori di quella che viene ritenuta la reale dimensione umana. Andando indietro nella storia occidentale, lo sterminio delle popolazioni americane nel ’600 è sorretto da un’ideologia che appiattisce l’immagine dei nativi su quella delle bestie. Gli esempi di deumanizzazione dei nativi pervade le cronache della conquista e la saggistica successiva: i conquistatori li definiscono creature barbare, prive di intelligenza, cannibali e i filosofi spagnoli discussero a lungo se gli indiani fossero uomini o scimmie, semplici bruti o creature capaci di pensieri razionali e se Dio li avesse creati allo scopo di fornire schiavi agli europei. Chiara Volpato propone in questo volume una rassegna degli studi sui fenomeni di deumanizzazione con una prospettiva psicosociale. Analizza le diverse espressioni che può assumere questo processo – l’animalizzazione, la demonizzazione, la biologizzazione, l’oggettivazione, la meccanizzazione – attraverso una ricognizione delle loro manifestazioni storiche. Uno sguardo particolare è riservato al ruolo che hanno oggi i media nella diffusione e nel mantenimento di immagini e concetti deumanizzanti
"Se la memoria non mi inganna, è successo due weekend fa, mentre stavo andando a Firenze in treno". E se la memoria ci ingannasse? Fin dove può spingersi l'inganno? Quanto possono essere distorti i ricordi? Possiamo arrivare, addirittura, a ricordare qualcosa che non è mai accaduto? Se capita, ce ne accorgiamo o ne siamo vittime inconsapevoli? Il libro si propone di rispondere a queste domande, descrivendo le illusioni di memoria più frequenti e insidiose (false memorie testimoniali, autobiografiche, per parole e oggetti), illustrando i possibili meccanismi che ne sono all'origine e indicando le strategie per difendersi. Il testo affronta questi temi alla luce dei più recenti sviluppi della psicologia cognitiva e delle neuroscienze, mettendone in evidenza sia il contributo alla conoscenza dei processi di memoria che la rilevanza in campo applicativo, soprattutto in ambito giudiziario (psicologia della testimonianza).
La scienza inventata da Freud ha ormai più di un secolo di vita; non molto, se paragonata ad altre discipline. Tuttavia in questo arco di tempo la psicoanalisi – al tempo stesso una teoria dei processi psichici inconsci, una tecnica di indagine di questi stessi processi e il più efficace metodo di terapia per la sofferenza psichica – si è imposta come lo strumento che offre la comprensione più approfondita della mente umana. Con l’ausilio di accessibili definizioni dei concetti più importanti, questo breve volume ne affronta alcuni dei temi principali – la teoria del sogno, il concetto di inconscio, la clinica psicoanalitica, l’analisi dei bambini e degli adolescenti, la storia della psicoanalisi in Italia –, avvicinando il lettore non specialista a una disciplina straordinariamente affascinante.
Le riflessioni di Marcello Bernardi guidano alla scoperta "dell'universo-bambino" da zero a sei anni, ci aiutano a seguire le tappe del suo sviluppo, a comprendere le sue piccole e grandi crisi, a rispondere alle sue richieste con la giusta fermezza. Sempre nel rispetto della personalità. Una passione che riesce a tramutare le ansie e i dubbi di tante mamme e papà in consigli e suggerimenti per affrontare nel migliore dei modi il mestiere più difficile del mondo: crescere un figlio.
Di fronte al destino e agli ostacoli che mettono a repentaglio la nostra felicità viene spontaneo credere che l'unica reazione sensata sia quella di convivere serenamente con i propri fallimenti. L'autore insegna a proiettasi nella giusta dimensione mentale per realizzare le proprie aspirazioni, lasciando da parte la paura di sbagliare.
Il titolo sembra un indovinello, un gioco, uno dei tanti proposti in questo libro. Eric Berne, nella parte del terapeuta, attraverso i giochi che noi tutti conosciamo ci insegna a liberarci da ciò che limita la nostra piena espressività, utilizzando l'analisi transazionale da lui ideata che suddivide l'io nei tre stati di Genitore, Adulto, Bambino e con un insieme di transazioni esplicative dei rapporti tra due o più persone. Berne inserisce le regole dei giochi in un sistema più ampio che comprende l'intero arco dell'esistenza dell'individuo: dal 'gioco', resoconto di un 'motto di spirito', al 'copione', modello ereditato dai genitori nella prima infanzia sotto forma di ordini e insegnamenti. Il gioco, se costrittivo, impedisce di giocare e il copione, inteso come modello del destino umano, se negativo impedisce di vivere; ma sia dal gioco, sia dal copione, ci si può liberare e grazie all'analisi transazionale ogni individuo può opporre alla programmazione parentale un piano di vita autonomo.

