
Le psicosi sono le forme più gravi di turba psichiatrica. Proprio intorno a questa forma così inquietante e sfuggente (il cui ventaglio di manifestazioni è vastissimo) si snoda il discorso di Borgna. Oggi è di moda, anche se già si sentono i primi segnali di inversione di rotta, l'interpretazione naturalistica della malattia mentale.Le cause prime andrebbero associate a un malfunzionamento dei centri cerebrali e le cure dovrebbero incentrarsi su terapie chimiche (farmaci) o di tipo affine (elettroshock). Questa impostazione è spesso viziata da motivi tutt'altro che scientifici. L'organizzazione sanitaria del nostro paese come di altri, tra cui gli Stati Uniti, non è in grado di sopportare i costi (anni di psicoterapia) di una psichiatria più umana. Eugenio Borgna, pur dichiarando che l'ausilio di farmaci può essere indispensabile quando si tratta di psicosi e non di nevrosi, difende la necessità di porsi in relazione con il paziente e di ‟penetrarne” il mondo. Il talento di Borgna consiste appunto nella capacità di penetrare il mondo psicotico tanto nel rapporto con i pazienti dell'Ospedale Maggiore di Novara quanto sulla pagina scritta, dove con l'ausilio delle storie dei suoi malati e dei testi letterari di famosi grandi psicotici, come Antonin Artaud e Gérard de Nerval, riesce a dare voce all'‟urlo silenzioso” di questa patologia. Il libro, accessibile a ogni lettore colto, si rivolge ai colleghi psichiatri perché dismettano gli alibi della scienza e si calino umanamente nel loro compito terapeutico.
L'ansia fa parte della vita, e ciascuno di noi ha a che fare con essa: con le sue figure fuggitive e arcane, camaleontiche e crepuscolari, nelle quali si riflette come in uno specchio la linea misteriosa e affranta delle realtà psicopatologiche e umane: al di qua, e al di là, di ogni malattia. Come riconoscere le figure dell'ansia, e come cogliere le sue trasformazioni e i suoi possibili sconfinamenti nella depressione, nelle malattie psicosomatiche, nell'esperienza ossessiva e in quella dissociativa, ma anche nelle situazioni umane contrassegnate dalla solitudine e dalla timidezza nell'adolescenza come nella maturità, dalla nostalgia e dall'attesa, dalle infinite agostiniane inquietudini del cuore: sono gli orizzonti di senso di questo libro che si confronta, infine, con l'ansia che sta nello sfondo tematico, umbratile e scintillante, di alcune esperienze creative. Il discorso sfolgorante di Simone Weil ci dice come solo le sonde luminose dell'intuizione consentano di scendere negli abissi dell'interiorità ferita e della sofferenza: che si nascondono, del resto, in ogni figura dell'ansia.
Che cos'è per l'essere umano il tempo? Qual è il significato che assume nelle nostre vite? Quanto è rilevante nella definizione delle identità e delle esperienze di ciascuno? Il tempo sta in rapporto con la finitudine, caratteristica della mortalità, e insieme con l'infinito, ma anche con le emozioni, quali il dolore e la gioia. La vita non sarebbe tale se non fosse cadenzata dal passare delle ore, delle stagioni, delle età e di quel tempo più personale che non può venire misurato con esattezza, ma che contribuisce a definire l'esperienza della vita stessa. Il soggetto non sarebbe insomma tale in assenza di una traiettoria temporale. Il tempo non casualmente rappresenta un tema ricorrente in letteratura e in filosofia, e ha una grande importanza pure nella psicopatologia e nella cura. Nel suo trascorrere condiziona la vita quotidiana, così come colora le esperienze mistiche che lo trascendono. È elemento costitutivo dell'identità e permea la coscienza e l'esistenza di ciascuno. Nel sondare le profondità dell'animo non si possono dunque trascurare il tempo e l'esperienza diversa che ognuno ne fa. Può trattarsi di volta in volta di un tempo sospeso, come nel sogno, o frammentato, come nella memoria lacerata di chi soffre di malattie quali l'Alzheimer; può essere il tempo della noia, per chi si sente paralizzato nel presente, o quello della nostalgia di chi volge lo sguardo al passato, o ancora dell'attesa di chi guarda avanti, al futuro.
La malinconia è analizzata e descritta qui come esperienza psicopatologica: come esperienza clinica che abbia non una connotazione neurotica o reattiva, ma una sua connotazione psicotica che la contrassegni come esistenza radicalmente altra dalla nostra. Il discorso riportato in queste pagine non intende essere un discorso clinico: un discorso incentrato sugli aspetti sintomatologici della depressione come realtà clinica; ma intende essere un discorso incentrato sugli aspetti psico(pato)logici e antropologici della depressione che insorge al di fuori delle quotidiane modalità di esperienza, ma mantendo una sua radicale dimensione psicologica e umana.
Questo libro di Eugenio Borgna ci conduce nel territorio del tempo. Non quello astratto o misurabile, ma il tempo vissuto e delle sue figurazioni nell'anima. Il tempo dell'attesa e della speranza come strutture portanti della condizione umana, ma anche il tempo della noia e della malinconia, della maternità e della giovinezza, dell'angoscia e delle esperienze psicotiche. La dimensione temporale delle esperienze, e non solo di quelle psicopatologiche, contribuisce a fare riemergere gli elementi profondi della vita interiore e della vita emozionale e, in particolare, a coglierne il senso nella sofferenza, quando il tempo vissuto si frantuma e non ci sono più attese e speranze.
Parola antiquata, astratta, scomparsa o quasi dal linguaggio della vita privata e, cosa ancora più grave nelle sue fatali conseguenze, dalla vita pubblica, la saggezza sembra riportarci a modi di vivere superati, in un’era ormai dominata dalla fretta e dall’accelerazione. E allora cosa può significare oggi vivere in modo saggio? Per Eugenio Borgna non è solo ascolto dell’intelligenza, razionalità nei giudizi e nel comportamento, ma anche capacità di scendere negli abissi della nostra interiorità, lì dove si intrecciano, insieme agli sconfinati rivoli della ragione, immagini e inclinazioni impensate, inquietudini del cuore, passioni ed emozioni. Un libro poetico, carico di umanità, che anche attraverso le voci dei classici – da Socrate a Schopenhauer, da Agostino a Montaigne, da Rilke alla Arendt – ci racconta una saggezza che si nutre prima di tutto del «conosci te stesso».
Quello dell'amicizia è un tema fondamentale: riguarda ciascuno di noi. L'amicizia è infatti un vitale rapporto con il prossimo, capace di innescare un dialogo che ci trasforma reciprocamente. È una miracolosa fonte di gioia ma anche un equilibrio fragile, da tutelare. La relazione non esclude la solitudine, che anzi si trova al cuore dell'amicizia. I rapporti amicali non sono poi tutti uguali: mutano nel tempo, a seconda delle diverse età della vita, del genere, dei caratteri, delle condizioni esterne, familiari, sociali e storiche. L'amicizia, non ultimo, ha risonanze in psichiatria, tanto più in una situazione post-pandemica, ed è alla base della cura. Grandi pensatori, poeti e scrittori accompagnano Eugenio Borgna in questa riflessione a tutto campo sul sentimento di amicizia: Friedrich Nietzsche, Emily Dickinson, Rainer Maria Rilke, Thomas Mann e Antonia Pozzi, fra gli altri, prestano le loro parole per coglierne meglio il senso e il valore.
Eugenio Borgna concepisce la speranza come un’inclinazione umana solo apparentemente fragile, in realtà continuamente capace di farci accedere alla pienezza dell’esistenza. Che si tratti delle difficoltà della vita quotidiana o degli abissi della psicopatologia, è dalla conoscenza di sé che nasce la spinta ad aprirsi al futuro e uscire dalla solitudine.
Borgna descrive le molte declinazioni della speranza a partire dalle intuizioni di grandi poeti e scrittori come Leopardi e Kafka, oltre che dalla sua lunga esperienza clinica e di pratica della psichiatria fenomenologica. La speranza è da sempre al centro della cura: senza di essa non si riuscirebbe a trovare le parole da rivolgere ai pazienti, a ciascuno quelle che gli siano più consone. È come una stella cometa che illumina le notti dell’anima.
La fede e la speranza ci sono date anche per chi le ha perdute o non le ha mai avute e dovremmo testimoniarle soprattutto oggi, dimostrando sincerità e fiducia che ridestino risonanze nei cuori. La speranza è apertura all'altro e premessa all'essere in relazione e in comunione. E non c'è vera speranza se non è condivisa con gli altri: solo per chi non ha più speranza, ci è data la speranza.
Tutti noi abbiamo bisogno di legami, ma ne siamo anche profondamente spaventati. In essi e nel tradimento della fiducia che vi abbiamo riposto risuonano gli echi dei nostri traumi più profondi, tuttavia solo nei legami troviamo le riparazioni a cui non possiamo smettere di credere, ma le nostre ambivalenze e le nostre angosce ci guidano, spesso e fatalmente, verso profezie che si auto avverano. Nella polarità dipendenza-autonomia si gioca la danza della relazione. Il libro affronta il tema della dipendenza affettiva, e del suo rovescio, la contro dipendenza, atteggiamenti opposti ma che hanno una radice comune e che rappresentano in fondo le due facce di uno stesso problema. La prospettiva psicologica che viene proposta permette al lettore di inquadrare l'argomento attraverso un ampio spettro descrittivo, inoltre, partendo dal contributo di diverse teorie della personalità, vengono presentate delle chiavi esplicative per far luce sulle linee di sviluppo che possono concorrere a trasformare la dipendenza, da naturale passaggio evolutivo e aspetto della modulazione relazionale, in una soluzione patologica.
Tutti da ragazzi abbiamo preso in giro gli amici o siamo stati oggetto di canzonature, ma oggi questo modo di fare tutto sommato innocuo è diventato sarcasmo, vera e propria arma impugnata dal gruppo per asservire i suoi adepti al potere interno: una violenza acutissima (spesso banalizzata come «bullismo») che giunge a corrompere giovani ben educati e di per sé ben intenzionati. Se si riesce a liberarsi dal sarcasmo, allora si prova l’ebbrezza della libertà che Dio ci ha dato per scegliere il bene, e si cresce con vera personalità senza tanti rischi: una bella avventura, in cui vale la pena di impegnarsi, per provare la gioia di essere padroni delle proprie scelte.
Il libro
Sergio Bordi è stato uno dei più autorevoli membri della Società psicoanalitica italiana e il volume raccoglie in modo sistematico suoi testi inediti, che colmano una mancanza nella letteratura di ambito psicoanalitico.
Gli scritti scelti rispecchiano i temi fondamentali degli studi di Sergio Bordi e mostrano la sua visione clinica e teorica, con un’attenzione particolare ai cambiamenti avvenuti nella terapia psicoanalitica e allo statuto epistemologico della psicoanalisi.
L'autore
Sergio Bordi (1929-2006), studioso di grande originalità, molto attivo anche nella formazione, è stato un pioniere del rinnovamento della psicoanalisi italiana.

