
La complessità della vita richiede uno sguardo capace di riconoscere la bellezza nelle persone e nelle cose. Tuttavia, le situazioni contingenti rischiano di fagocitare questo sguardo per farci vivere con ansia, angoscia e preoccupazioni. Mantenere vivo questo sguardo aiuta ad illuminare quello che stiamo vivendo e, pur non eliminando il dolore e la sofferenza, lascia spazio alla speranza e alla gioia. Per riuscirci è necessaria una pedagogia, ovvero, occorre educare il nostro cuore alla bellezza e il nostro sguardo alla compassione e alla cura.
In un mondo fortemente stimolato e frammentario i legami rischiano di essere superficiali e spezzarsi con leggerezza. Diviene allora urgente avere una chiara idea su chi siano la persona e la coppia, così come è fondamentale capire come costruire dinamiche fra le persone che resistano al tempo e che portino alla maturità. Il percorso di crescita affettiva nella coppia, durante il fidanzamento e poi nel matrimonio, è indispensabile per vivere in una realtà complessa come quella presente. Con questo libro ci si augura di gettare un po' di luce su tale complessità, in modo da far emergere sempre più la bellezza dello stare insieme come coppia e nel comprendere che la vocazione al matrimonio è la chiamata alla personale realtà familiare, cellula della più grande famiglia umana.
Insulti, minacce, urla, mistificazioni: il linguaggio e gli scritti sono oggi dominati dalla superficialità e dalla prevaricazione, dai rapporti lavorativi a quelli familiari passando per la politica e la scuola. Dobbiamo riflettere sulla «grandezza della parola», perché torni a essere il cuore di comunicazioni vere, profonde, significative.
Il testo si caratterizza per un'approfondita analisi della società contemporanea, ormai orfana del "padre", e delle conseguenze della perdita di autorevolezza, moralità, etica, sacrificio, tutte caratteristiche legate alla figura paterna, in chiave psicologica, sociologica, familiare e sociale. L'epoca delle emozioni moderne ha sostituito indegnamente l'anacronistica rigidità patriarcale lasciando un vuoto e una crisi di senso profonda. La famiglia, la scuola, la società e le comunità sono smarrite. Occorre ritrovare il senso del vivere e del comunicare mediante il rispetto reciproco e la condivisione dei propri sogni. Gli autori, attraverso facili suggerimenti, indirizzano verso la riscoperta di una paternità (non solo genitoriale, ma anche comunitaria e sociale) sana, qualificata e credibile.
Bellezza, magrezza, forza, efficienza, giovinezza: sono i valori di una nuova "religione" del corpo che è all'origine del dilagare di palestre e centri estetici, del successo della chirurgia plastica, del fiorire di riviste dedicate alla bellezza. Un fenomeno che ha ripercussioni profonde sul modo di relazionarci con il nostro corpo e con gli altri. L'Autore intende offrire uno strumento divulgativo per comprendere i linguaggi e le problematiche del corpo. Nella 1a parte viene tracciata l'evoluzione storica e sociale del corpo nella realtà italiana, con particolare riferimento al bisogno elementare del nutrimento e del sostentamento. Nella 2a parte si analizza l'aspetto fenomenologico del corpo con l'analisi dei significati più profondi fino ad arrivare ad individuare nel corpo la sede dell'io, del tu e del dialogo fra i due. Nella 3a parte si indicano i bisogni individuali della persona, con particolare attenzione al linguaggio del corpo e alle problematiche più evidenti (piercing e tatuaggi; chirurgia plastica ed estetica, e dismorofobia; culturismo; anoressia e bulimia). Infine si propone una serie di piste pratiche e concrete per facilitare un rapporto armonico con il corpo.
Una raccolta di contributi per rappresentare e puntellare il ricco universo della cura in ambito psicologico e psicoterapeutico e trovare il senso e il significato che in esso vi si riconosce. Cura è una parola antica. Viene definita arte. Per molto tempo ha coinciso con sedare dolorem. Quale dolore e di chi? Del paziente o dell'operatore? La cura dell'altro si traduce in gesti, in un'attenzione continuamente centrata sull'altro da sé? Corrisponde ad una prescrizione? È priva di giudizio? Coincide con il prendersi cura? O coincide con la guarigione? Corrisponde all'ascolto o è determinata dalle buone tecniche? E quali sono le buone tecniche della cura e dell'aiuto? Esistono tempi e spazi di una buona cura? Le emozioni e i sentimenti del paziente e del terapeuta che ruolo ricoprono nelle relazioni di cura? E la cura si occupa di compiti e/o processi o si identifica con un modo di essere, una qualità, un atteggiamento verso il soggetto delle proprie attenzioni? A cosa si affianca l'agire terapeutico? Quali sono gli ambiti e le forme di cura in psicoterapia e nelle relazioni di aiuto? Chi cura e che cosa si cura? Percorrendo quattro aree concettuali - il senso della cura, l'efficacia della cura, le dimensioni della cura e i mediatori della cura - il testo si prefigge di dare risposte ai diversi interrogativi che spesso, nella relazione con l'altro, il professionista dell'aiuto è invitato a porsi.
Poche cose sono più importanti della qualità e della credibilità dei leader, poiché esse giocano un ruolo vitale in ogni aspetto della nostra vita. Tuttavia, una forte leadership è una competenza difficile da padroneggiare. I buoni leader devono imparare non solo a gestire, analizzare e valutare, ma anche a incoraggiare, far migliorare e ispirare. Qui John Adair, celebrato esperto in leadership training, dimostra che la filosofia di Confucio aiuta a diventare leader migliori e che le sue massime non sono solo idee interessanti di qualche millennio fa, ma possono contribuire a sviluppare la fiducia e le competenze necessarie per operare nelle moderne organizzazioni.
Il libro raccoglie una serie di contributi di autori noti e significativi (basti ricordare Fodor, Gould, Liotti, Pinker e Sperber) sul tema dell'influenza, più o meno esplicitamente riconosciuta, che la teoria darwiniana ha esercitato e può ancora esercitare sulla psicologia e sulle sue applicazioni alla psicoterapia. La proposta di un volume collettivo nasce dal crescente interesse per l'argomento a livello nazionale e internazionale.
Il grande successo della Psicologia Individuale aveva indotto alcuni allievi di Adler ad inserire la sua psicologia nel pensiero cattolico e in quello luterano indicandola come utile mezzo per l'attività pastorale. Fu così necessario che Adler ribadisse l'assoluta indipendenza della scienza da qualsiasi religione, ideologia o movimento politico, tracciando le fondamentali distinzioni tra cura d'anime e psicoterapia. L'interessante dibattito, che non è la sintesi finale del problema, ma solo il punto di partenza per ulteriori discussioni, confronti e verifiche, rimase sconosciuto perché tutte le copie di questo libro, pubblicato nel 1933, furono bruciate dai nazisti. Le puntualizzazioni di questo scritto sono comunque ancor oggi necessarie per distinguere la vera psicoterapia da qualsiasi altra "guida dell'uomo" esercitata da chiunque, psicologicamente più forte, influenza il più debole. Postfazione di Gian Giacomo Rovera.
I media, digitali o analogici che siano, presentano per la famiglia una sfida che possiamo sintetizzare in una parola: cambiamento. Cambiamento delle routine familiari, cambiamento delle parole e dei modi di relazionarsi, che non di rado generano nel genitore inquietudine in quanto si trova spaesato di fronte a nuovi linguaggi.
Questo libro si rivolge ai genitori per introdurli nel mondo dei media con una chiave originale e secondo una prospettiva pedagogica. Non vietare, controllare e proteggere, bensì accompagnare, conoscere e crescere possono essere le azioni di un genitore non spaventato ma consapevole, a cui questo agile volume fornisce strumenti conoscitivi e suggerimenti per la mediazione educativa.
Il volume fa parte di una nuova collana chiara, pratica e autorevole con le risposte alle domande più comuni dei genitori. Contiene inoltre schede con situazioni, problemi specifici e risposte strutturate in più punti.
DESTINATARI
Genitori e educatori.
AUTORI
Alessandra Carenzio, dottore di ricerca in Pedagogia, svolge attività di ricerca e formazione presso il CREMIT, Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media e alla Tecnologia, dell’Università Cattolica di Milano. Insegna Metodi e Tecniche del Gioco e dell’Animazione presso l’Università Cattolica di Piacenza. Tra i suoi interessi di studio: il rapporto tra media e minori, l’impiego dei media nella didattica e nell’educazione, le pratiche mediali come occasione di intervento educativo.
Michele Aglieri è pedagogista e formatore. Insegna all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e all’Istituto di Scienze Religiose di CremaCremona-Lodi. E’ membro del Consiglio Direttivo di CESES (Centro Europa Scuola Educazione Società), coltiva numerosi interessi in campo educativo e collabora con varie riviste tra cui Dirigenti Scuola, Famiglia Oggi e Scuola Italiana Moderna. Ha pubblicato Valutare. Percorsi e tracciati di analisi pedagogica, La Scuola, Brescia 2008.