
La Teoria della mente studia la capacità tipicamente umana di spiegare e prevedere il comportamento proprio e altrui mediante l'attribuzione di stati mentali. È un ambito di ricerca interdisciplinare cui contribuiscono principalmente la psicologia e la psicopatologia dello sviluppo. Il volume è una mappa per orientarsi nella ormai imponente letteratura sulla Teoria della mente: dopo un'introduzione che delinea lo stato dell'arte nel settore, presenta i contributi che possono essere considerati veri e propri classici, fino ai più recenti orizzonti della ricerca.
Questo terzo libro di Massimo Fagioli è la dimostrazione della validità e della solidità del discorso iniziato con "Istinto di morte e conoscenza" e continuato con "La marionetta e il burattino". Sono tre volumi che si pongono come momento fondamentale nella storia del pensiero. Rendono cioè passato quanto, fino ad ora, era attuale. Il centro intorno al quale ruota questo libro è, infatti, la separazione. Non solo perché parla di essa, ma in quanto è la testimonianza, l'occasione e la proposizione di una separazione dal passato. Dalla castrazione alla nascita. Affinché il castrato possa trasformarsi e nascere come uomo è necessaria la denuncia e il superamento del fallimento teorico di Freud e la dimostrazione della verità di una analisi trasformativa della dimensione psichica umana. È quanto l'autore fa articolando una analisi accurata, ma sempre contenuta all'essenziale, dei nodi centrali del freudismo: la permanenza del dubbio per la mancata scoperta della pulsione umana di rapporto con la realtà, le contraddizioni della teoria del narcisismo primario, il fondamento della teoria del destino della castrazione e dell'identificazione sulla negazione dell'Io del neonato, la negazione del desiderio e la sua confusione con l'invidia, l'identificazione di Freud con Schreber, l'impossibilità di cogliere il reale contenuto patologico dell'omosessualità e di pensare il superamento del complesso edipico... ecco alcuni passaggi specifici del discorso che dimostra il fallimento freudiano.
La teoria della regolazione affettiva è alle radici di tutte le psicoterapie. Eminenti teorici, fra cui Allan Schore e Daniel Stern, hanno illustrato come e perché l'affetto regolato sia l'elemento chiave per il nostro funzionamento ottimale. Hill decodifica il voluminoso corpus della ricerca contemporanea in questo campo, offrendo un modello coerente e fruibile per la terapia basata sulla regolazione affettiva. Il libro è organizzato intorno ai quattro ambiti dì un modello clinico: una teoria del corpo-mente; una teoria dello sviluppo ottimale della regolazione affettiva in una relazione di attaccamento sicuro; una teoria della patogenesi, che riconduce la regolazione affettiva disturbata a un trauma relazionale e a relazioni di attaccamento insicuro; una teoria delle azioni terapeutiche mirate a riparare i sistemi di regolazione affettiva. Hill descrive con efficacia e concretezza di riferimenti come si sviluppano i differenti pattern di attaccamento; come i pattern di regolazione si trasmettono dai caregiver ai bambini; che forma assumono, in termini neurobiologici, psicologici e relazionali, i pattern adattivi e disadattivi; in che modo i deficit di regolazione si manifestano come sintomi psichiatrici e disturbi di personalità; infine, i mezzi con cui i deficit di regolazione possono essere riparati.
La varietà dei contributi dello psicologo tedesco Kurt Lewin, è documentata in questa raccolta classica dei suoi scritti, pubblicata nel 1935. Oltre a un fondamentale saggio sui criteri di fondazione della psicologia come ricerca sperimentale di stile galileiano, opposta alla tradizionale psicologia descrittiva "aristotelica", sono inclusi i lavori sulla struttura della mente, sulla concezione dinamica dei rapporti tra organismo e ambiente, sullo sviluppo psichico infantile normale e patologico, sulle emozioni e sulla personalità. L'opera è un importante punto di riferimento per la psicologia sociale, per la sociologia e la pedagogia moderna.
Riparare i danni profondi causati dall'abuso precoce, dall'incuria grave e dalla deprivazione infantile è un compito estremamente complesso, paragonabile alla guarigione di una lesione in un organo del corpo. Questo testo offre al lettore italiano il primo studio completo e rigoroso sul trauma da trascuratezza infantile, noto anche come neglect. Ruth Cohn descrive con precisione le molteplici competenze che un clinico deve padroneggiare per diagnosticare correttamente il neglect e impostare un adeguato percorso terapeutico. Il testo, innovativo e in molti passaggi illuminante, si fonda in modo solido sulla teoria dell'attaccamento ed è reso accessibile e schematico grazie anche all'esposizione di casi clinici in apertura di ogni capitolo. Caratterizzato da un taglio pratico e dall'approccio evidence-based, "Teoria e clinica del Neglect" fornisce a tutto il mondo della psicoterapia, e in particolare agli psicotraumatologi, gli strumenti per riconoscere i segni della trascuratezza traumatica infantile e comprendere gli effetti duraturi che questa può avere nell'età adulta, al fine di massimizzare così l'efficacia della terapia.
L'alleanza terapeutica non è solo un fattore che predice il buon esito di qualsiasi esperienza di psicoterapia. Secondo le linee guida per la psicoterapia dei disturbi dell'adulto che conseguono a esperienze traumatiche cumulative durante lo sviluppo della personalità, l'alleanza terapeutica può costituire una priorità assoluta per evitare lo stallo del trattamento o l'abbandono prematuro da parte del paziente. Questo libro ne propone una visione originale, basata sulla teoria cognitivo-evoluzionista dei sistemi motivazionali. Al centro dell'attenzione sono le pratiche cliniche concrete che permettono di costruire una valida alleanza terapeutica fin dalle prime sedute e di ripristinarla dopo le crisi a cui va inevitabilmente incontro nel corso del trattamento dei disturbi più complessi. Lo psicoterapeuta esperto potrà così confrontare teoria e pratica clinica dell'alleanza nella prospettiva cognitivo-evoluzionista con altre più tradizionali, mentre lo psicoterapeuta all'inizio della professione potrà acquisire in modo dettagliato le necessarie abilità. Conclude il volume il resoconto di una prima ricerca empirica riguardante le differenze fra la visione tradizionale e quella cognitivo-evoluzionista dell'alleanza terapeutica.
Stephen Mitchell è unanimemente riconosciuto come il principale autore e portavoce di quella "svolta relazionale" che tanto ha influenzato la psicoanalisi degli ultimi trent'anni. Ma in Mitchell è possibile riconoscere anche un modo profondamente personale di intendere la teoria e la clinica psicoanalitica, non direttamente o esclusivamente rivolto alla creazione di una psicoanalisi non pulsionale. Tanto nella teoria quanto nella pratica clinica, grazie alia sua capacità di sciogliere le principali dicotomie che hanno costellato la storia psicoanalitica, Stephen Mitchell è riuscito a dar vita a una psicoanalisi interessata a comprendere i molteplici modi in cui fantasia e realtà, intrapsichico e interpersonale, passato e presente si fondono, influenzandosi a vicenda, nella relazionalità umana. La capacità di tenere in equilibrio dialettico la natura illusoria e quella reale delle relazioni interpersonali costituisce la qualità principale di una relazionalità sana. In questo volume sono raccolti i principali articoli teorici e clinici di Mitchell, in cui l'autore descrive la teoria e la cura analitica come la capacità di "interiorizzare una sorta di amore per la vita che si conserva senza illusioni, eppure è continuamente arricchito da esse".
«Ci sono libri che cambiano il modo di fare psicoterapia. Sono rari. Uno lo avete tra le mani. In queste pagine è riuscito l’esperimento alchemico: restare in contatto con l’unicità dello scambio umano e allo stesso tempo indicare un modo di intervenire rigoroso e manualizzato sulla relazione terapeutica». Dalla Prefazione di Giancarlo Dimaggio
Attraverso l’esemplificazione di casi clinici e trascrizioni di sedute, gli autori indagano il concetto di alleanza terapeutica, sia nei suoi aspetti teorici che in quelli pratico-operativi. Fondato sugli sviluppi della psicoterapia relazionale, il libro formula chiari principi di intervento riservando un’attenzione particolare ai processi interni del terapeuta e al ruolo che questi svolgono nel ricomporre i momenti di crisi dell’alleanza.