
Quando la televisione ha scoperto che la politica può fare audience, e i politici hanno capito di poter raggiungere il vasto pubblico adattandosi alle logiche dello spettacolo, è nata la politica pop: un "ambiente mediale" scaturito dal collasso di generi televisivi e costumi sociali invecchiati, in cui politica e cultura popolare, informazione e intrattenimento, comico e serio, reale e surreale si fondono in una nuova miscela espressiva. Per molti è una pericolosa deviazione dal compito "alto" della formazione di un'opinione pubblica avveduta. Per altri, come alcuni autorevoli studiosi, l'"infotainment" offre un'informazione minima, ma sufficiente a una "cittadinanza sottile". Dovremo allora rivalutare il "Grande Fratello", paradossale scialuppa di civismo, attraverso il televoto, per cittadini altrimenti destinati all'emarginazione? Bisognerà in ogni caso considerare con occhi nuovi, come fa questo libro, "Annozero" e "Ballarò", "Che tempo che fa" e "L'isola dei famosi", "Le Iene" e "Porta a Porta", "Striscia la notizia" e "Matrix".
Gianpietro Mazzoleni insegna Comunicazione politica e Sociologia della comunicazione all'Università degli Studi di Milano e dirige la rivista "Comunicazione politica (ComPol)". Con il Mulino ha pubblicato "La comunicazione politica" (2004). Anna Sfardini è assegnista di ricerca all'Università degli Studi di Milano. Tra le sue pubblicazioni: "MultiTV. L'esperienza televisiva nell'età della convergenza" (con M. Scaglioni, Carocci, 2008) e "Reality tv. Pubblici fan, protagonisti, performer" (Unicopli, 2009).
La crisi della politica è sotto gli occhi di tutti. Da garanzia di ordine e sicurezza, essa si sta rovesciando nel proprio contrario: in fattore di insicurezza, violenza, paura. Lo dimostra un quindicennio di nuovo disordine mondiale, dalle cosiddette guerre umanitarie fino alla recente avventura irachena. Il libro mette a fuoco questa caduta, sfuggendo alla tentazione di ridurne l'origine a cause contingenti, e indicandone invece il significato profondo nell'esaurimento di quella che qui viene chiamata la 'politica dei moderni'.
"Caro figlio, in questo libro cercheremo di riflettere un po' sul fatto fondamentale che gli uomini non vivono isolati, ma riuniti in società. Parleremo del potere e dell'organizzazione, del mutuo soccorso e dello sfruttamento dei deboli da parte dei forti, dell'uguaglianza e del diritto alla differenza, della guerra e della pace. Parleremo delle ragioni dell'obbedienza e di quelle della ribellione. Come in "Etica per un figlio", anche in questo libro penso di schierarmi del tutto apertamente da una parte o dall'altra, qualora mi vada di farlo, non ho intenzione di fare la morale su chi sono i "buoni" e chi i "cattivi", né ti consigliere chi devi votare e neppure se votare. Andremo alla ricerca delle questioni fondamentali, di ciò che è in gioco nella politica e non di ciò a cui giocano i politici... Dopo di che, tu avrai l'ultima parola: fa in modo che nessuno te la tolga né la pronunci al posto tuo." Le motivazioni fondamentali che hanno da sempre mosso l'agire politico degli uomini, passate in rassegna dallo sguardo di Fernando Savater.
In breve
«Caro figlio, in questo libro cercheremo di riflettere un po’ sul fatto fondamentale che gli uomini non vivono isolati, ma riuniti in società. Parleremo del potere e dell’organizzazione, del mutuo soccorso e dello sfruttamento dei deboli da parte dei forti, dell’uguaglianza e del diritto alla differenza, della guerra e della pace. Parleremo delle ragioni dell’obbedienza e di quelle della ribellione. Tu mi conosci: anche se in questo libro penso di schierarmi del tutto apertamente da una parte o dall’altra, qualora mi vada di farlo, non ho intenzione di fare la morale alla fine su chi sono i ‘buoni’ e chi i ‘cattivi’. Andremo alla ricerca delle questioni fondamentali, di ciò che è in gioco nella politica e non di ciò a cui giocano i politici».
Indice
Prologo - Prologo all’edizione 1993 - 1. Siamo qui riuniti... - 2. Obbedienti e ribelli - 3. Vediamo un po’ chi è che comanda - 4. La grande invenzione greca - 5. Tutti per uno, uno per tutti - 6. Le ricchezze del mondo - 7. Come far guerra alla guerra - 8. Liberi o felici? - Epilogo. Potevamo arrivare fin qui - Dizionario del cittadino che non ha paura di sapere - Commiato
Molte cose stanno accadendo sotto il cielo della nostra democrazia mentre la politica assediata va distribuendo scomuniche ai comportamenti che la mettono in discussione. Lo sforzo di queste pagine è di indagare come l'antipolitica non sia condannata a restare perennemente tale, nel senso che politica e antipolitica si contendono il medesimo spazio. Nella quotidianità, nell'organizzazione, nelle istituzioni. A separarle un confine transitabile nei due sensi. E questa è una buona notizia. Il mantra corrente non è più che la politica sia cosa sporca, ma cosa inutile. È la sua "inutilità percepita" che impedisce di difendere il primato della politica contro l'antipolitica in nome di un Parlamento ritenuto finto. È dunque richiesto alla politica il coraggio di chi si mette "in mezzo", con il gusto prima di vivere e condividere la condizione e le aspirazioni della gente comune e "indignata", per poi eventualmente governarla.
Dal dibattito sulla 194 alla situazione della famiglia, ai rapporti tra Chiesa e Stato, all'impegno dei cattolici in politica, l'autore raccoglie in questo volume i suoi "scritti corsari". Una voce coraggiosa che si leva fuori dal coro.
La prima parte ripercorre il dibattito sul potere di comunità. La seconda parte affronta il tema della cultura civica e approda alla specificità del caso italiano. Nell'ultima parte sono presentati protagonisti e fenomeni distintivi della politica locale: i partiti e i movimenti sociali nel rapporto, spesso conflittuale, tra centro e periferia; il clientelismo, le istituzioni locali; le politiche pubbliche decentrate.
La "Storia della politica internazionale nell'età contemporanea" di Formigoni è una sintesi di vasto respiro, che prende avvio addirittura dalle premesse medievali e moderne del sistema delle relazioni internazionali quale si è sviluppato nell'Otto-Novecento. Ora Formigoni ha ripreso di quel volume la sola parte novecentesca, che di fatto è quella che oggi incontra un più diffuso interesse. A questa ripresa della parte sul ventesimo secolo ha tuttavia premesso due cospicui capitoli che tracciano le linee della storia ottocentesca, rendendo così il volume pienamente autonomo.
Dinamiche e connessioni verso un nuovo progetto politico internazionale. Dalla caduta del Muro di Berlino (1989) ad oggi, passando per l'attacco alle Torri Gemelle (2001), lo scenario politico internazionale è cambiato profondamente. L'espressione "politica inframondiale" tenta di cogliere la situazione di stretta interconnessione che ormai si registra tra le varie aree del mondo, e che va ben al di là della globalizzazione. Da un assetto "bipolare", si è passati infatti ad un contesto "multipolare" segnato dalle grandi incongruenze globali. Ulrich Beck ci ha ricordato come la società contemporanea globale si trovi a dover affrontare i medesimi rischi, che non tengono conto delle frontiere nazionali: pensiamo ai cambiamenti climatici o alle crisi economiche e finanziarie. La politica, pertanto, se vuole essere all'altezza delle trasformazioni in corso nei vari ambiti dell'attività umana, non può più essere pensata solo all'interno di un contesto locale, e persino nazionale. Per, una nuova alleanza più inclusiva e paritaria, che va oltre le alleanze militari ed economiche esistenti. Frutto di una trentennale esperienza di diplomatico di professione, Ferrara si propone una riflessione interdisciplinare sulle dinamiche della politica internazionale nel quarto di secolo seguito alla liquidazione della guerra fredda: un percorso critico e analitico che combina elementi di analisi empirica e spunti di teoria normativa, con un costante riferimento agli eventi della politica...

