
In questo nuovo saggio, prosecuzione ideale dei due precedenti dedicati al Mediterraneo e agli scenari futuri del nostro pianeta, Giancarlo Elia Valori punta l’attenzione su una realtà che conosce dall’interno, e da decenni, grazie sia alla sua attività di manager pubblico e privato sia alla sua cattedra all’Università di Pechino: la Cina, il gigante asiatico passato in brevissimo tempo dalla fame al ruolo di superpotenza politica ed economica. Valori indaga i molteplici aspetti del boom cinese, non limitandosi a quelli economici, ma illustrando i risvolti geopolitici della proiezione internazionale della più popolosa nazione del mondo, che toccano l’intero quadrante eurasiatico e mediorientale. Né si ferma al presente, ma ripercorre i tratti fondamentali, le continuità e le cesure della storia cinese, dal confucianesimo al maoismo, dagli eccessi ideologici al pragmatismo attuale, restituendoci il ritratto inedito di un Paese ancorato alla sua tradizione e nel contempo proiettato nel nuovo millennio. Mostra soprattutto l’importanza che, agli occhi della Cina, riveste il Mediterraneo, la porta d’ingresso a quel mercato africano in cui i cinesi investono miliardi di dollari per assicurarsi l’approvvigionamento di materie prime, risorse energetiche e prodotti alimentari. E proprio questa centralità del Mediterraneo costituisce oggi la migliore occasione di sviluppo per l’Italia e per l’Europa.
Giancarlo Elia Valori è uno dei più importanti manager italiani. Docente universitario e attento osservatore della situazione politica ed economica internazionale, nella sua lunga carriera ha ricoperto importanti incarichi in prestigiose società italiane ed estere. Attualmente è a capo di La Centrale Finanziaria Generale SpA, della holding regionale Sviluppo Lazio SpA e della delegazione italiana della Fondazione Abertis. Inoltre è presidente onorario dei colossi cinesi Huawei Italia e HNA Group nonché detentore di importanti cattedre presso prestigiosi atenei quali la Yeshiva University di New York, l’Hebrew University di Gerusalemme e la Peking University. Nel 1992 viene nominato Cavaliere della Legion d’onore con la motivazione: “Un uomo che sa vedere oltre le frontiere per comprendere il mondo”; dall’11 maggio 2001 è ambasciatore di buona volontà dell’Unesco per i meriti profusi generosamente nella difesa e nella promozione del patrimonio immateriale. Nel 2002 riceve il titolo di “Honorable” dell’Académie des Sciences de l’Institut de France. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo Geopolitica e strategia dello spazio (Rizzoli 2006), Antisemitismo, olocausto, negazione (Mondadori 2007), Mediterraneo tra pace e terrorismo (Rizzoli 2008) e Il futuro è già qui (Rizzoli 2009). È il vincitore del premio “Ischia Mediterraneo” 2009.
Riccardo Modena, agente letterario, è un uomo in crisi: sessantenne, come molti della sua generazione ha ripudiato gli ideali e i miti sessantottini per inseguire il miraggio del benessere e della carriera, ritrovandosi insoddisfatto e deluso alle soglie della vecchiaia. Nel pieno del sessantotto, anche lui come tanti aveva trovato in Cuba una patria ideale, e in Che Guevara aveva visto il simbolo dell'eroe coraggioso e puro. Cuba, tuttavia, si rivela ben diversa da quella che aveva sognato: in pieno disfacimento il regime castrista, corruzione e affarismo dilagano, il razzismo non ha più maschere, la violenza si respira nell'aria. Scoprirà così che le ragazzine si prostituiscono a quattordici anni e gli slogan ossessivi della propaganda fanno da grottesco sottofondo alla miseria e alla lotta quotidiana per l'esistenza. Ma anche i diari del Che, offerti a Riccardo Modena, si rivelano un miraggio: emergono via via nuovi inquietanti particolari sull'autentica personalità del guerrigliero, documenti finora tenuti segreti ribaltano l'immagine di lui diffusa in Occidente.
Chi e Adriano Sofri? Un ritratto inedito del personaggio e della realta carceraria italiana. Un Adriano Sofri inedito: non soltanto testimone della realta carceraria e delle relazioni tra detenuti anche di diversa generazione, ma ri-lettore e interprete delle attese, delle speranze, delle disperazioni che abitano il carcere, inteso come luogo del dolore e come nicchia per modi diversi dell'esistere e del resistere. Il colloquio, registrato presso il carcere di Pisa, attraversa e interpreta le situazioni di ordinaria detenzione toccando soltanto di striscio il lungo calvario di accuse e di processi che riguardano, invece, il detenuto Sofri". A questi temi e dedicata una premessa dell'autore dettagliata e documentata. Una ricognizione a interviste televisive di Adriano Sofri, da schermi Rai e con diversi interlocutori, delinea, poi, una sorta di biografia intellettuale: un "chi e" di Adriano Sofri al di la dei curriculumvitae e delle immagini di maniera. "
Il volume propone un approccio teologico-morale, e in dettaglio morale-sociale, al pensiero del teologo gesuita B.J.F. Lonergan, guardando soprattutto al trentennio 1945-1975: in questi anni l'intellettuale canadese entra in una fase di maturità culturale e teologica, proprio mentre vanno prendendo sempre più piede, in Europa e nel mondo, i temi dell'economia e della storia, frattanto divenuti molto importanti anche nel pensiero sociale della Chiesa o, come si dice, nella dottrina sociale cattolica.
Il 30 giugno è una data storica per la transizione egiziana. È il giorno dell'atteso passaggio del potere dalla Giunta militare, alla guida del paese dalla caduta del Rais Hosni Mubarak, al neo-presidente Mohamed Morsi, il primo democraticamente eletto in Egitto con il recentissimo voto del 16-17 giugno. È una vittoria del fondamentalismo? Il presidente dei Fratelli Musulmani metterà in piedi una repubblica islamica o sarà, come promesso in campagna elettorale, il "presidente di tutti"? Dove sono finite le istanze laico-liberali che avevano animato Piazza Tahrir? Il presidente Morsi si trova a capo di una repubblica di fatto ancora in fieri, senza un assetto istituzionale certo né una Carta Costituzionale definitiva. In "Verso un Egitto democratico", Antonio Badini, ex ambasciatore al Cairo e autore del precedente ebook "Il futuro dell'Egitto", analizza le poste in gioco e i retroscena di questa storica transizione, aiutando il lettore a capire il complesso gioco delle forze in campo. L'autore individua chiaramente colpe e meriti dei due attori che finora hanno retto il paese in un costante braccio di ferro, esercito e Fratelli Musulmani, e non tralascia di valutare il ruolo giocato dall'Egitto nello scacchiere internazionale.
L'episodio biblico dal quale trae ispirazione il titolo di questo libro è quello in cui il profeta Giona si indigna con Dio perché non distrugge Ninive, città nemica di Israele, sterminandone gli abitanti dapprima minacciati da Dio per i loro peccati ma poi salvati perché convertitisi. Il libro di Giona viene richiamato nel dialogo tra il cardinale arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi, figura tra le più eminenti e popolari del cattolicesimo contemporaneo, e Paola Ziccone, operatrice del Diritto da decenni impegnata nel mondo carcerario e nella pratica della mediazione penale. Il resoconto di questo dialogo, che costituisce la parte centrale del volume, si è svolto in alcuni incontri avvenuti durante il periodo del lockdown della primavera 2020: un momento di sofferenza e paura planetaria, che ha condotto miliardi di persone a vivere contemporaneamente un'esperienza di separazione, segregazione, costrizione, com'è quella del carcere.
Alcide De Gasperi fu lo statista politico italiano che, profondamente legato alla fede cattolica, consacrò la sua vita politica all'affermazione della giustizia sociale, all'elevazione morale, culturale ed economica dei lavoratori, alla ricerca di una diffusa solidarietà fra classi sociali. Non è tuttavia possibile comprendere le ragioni profonde che lo spinsero a tale intensa azione senza fare un preciso riferimento alla religiosità e spiritualità che lo contraddistinsero e senza illustrare i grandi avvenimenti politico-economici che in quel periodo sconvolsero tutto il mondo e, in modo particolare, Stati Uniti ed Europa: la "Grande Guerra", le crisi economiche degli anni '20 e '29, il New Deal, il corporativismo, il secondo conflitto mondiale, la fine del fascismo, la ricostruzione italiana e la nascita dell'Unione europea.
Ex magistrato di Cassazione, ex presidente della Corte di Assise di Torino ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Elvio Fassone è stato dieci anni in Senato.
A partire da piccoli aneddoti emblematici, da "disadattato alla politica", come ama definirsi, in questo libro ricostruisce dall'interno tessere eloquenti di una politica spesso dimentica di equità, senso delle istituzioni, etica, spirito di servizio e competenza.
Vengono così alla luce le vere regole del gioco, dall’impreparazione, la faziosità e la mentalità predatoria ai conflitti con la magistratura e ai tentativi di fare del Parlamento un organo di ratifica dell’esecutivo.
È possibile far andare le cose diversamente? E se è possibile, perché non accade?
Elvio Fassone
In occasione del cinquantenario della Fondazione Adriano Olivetti, il libro raccoglie una scelta degli scritti (dal 1954 al 2002) di Umberto Serafini, Presidente della Fondazione nel suo primo ventennio di attività. Spiccano la lungimiranza, la concretezza degli obiettivi, la ricchezza delle strategie politiche e delle argomentazioni dell'autore. Vengono inoltre commentati i principali eventi politici della seconda metà del secolo scorso attraverso una visione "dal basso" dei poteri locali, base fondante degli Stati nazionali e delle federazioni sovranazionali. I diversi livelli di governo della cosa pubblica (dalle autonome comunità locali "a misura d'uomo" agli Stati Uniti d'Europa e oltre, fino all'intero pianeta) sono visti nei loro reciproci condizionamenti al fine di perseguire gli interessi generali dei cittadini. L'auspicio di questa pubblicazione è di favorire - in un momento cruciale dell'integrazione europea - una maggiore conoscenza del federalismo, in particolare fra gli amministratori locali, gli esponenti politici nazionali, le giovani generazioni.
«Anche se talvolta misteri inestricabili si sono addensati in
alcuni passaggi della vicenda italiana, la mia impressione è
che ormai nessuno creda più alla realtà così come è.
E dunque c’è sempre una seconda realtà da ricercare.
Non credo che sia in principio sbagliato, e non posso certo
dirlo io che ancora non ho smesso di scavare, chiedere,
provocare. Ma aspirare sempre alla quadratura del cerchio
fa sì che spesso ombre riottose sfidino le leggi della percezione
e affollino impazzite la scena fino a oscurarla del tutto.»
La storia dell’Italia post-bellica comincia nella notte
del 4 gennaio 1947, quando Alcide De Gasperi,
presidente del Consiglio dei ministri, si imbarca
su un aereo e vola verso gli Stati Uniti.
Un viaggio diplomatico che segna una svolta,
un confine tra un «prima» e un «dopo».
Ma che, secondo molti, sarebbe anche all’origine
di una storia nazionale di sovranità limitata, di misteri,
di verità non rivelate, di poteri forti o occulti che hanno
tramato contro lo Stato e nello Stato.
Da quella notte del 1947 fino allo scandalo delle escort dell’estate 2009, Francesco Cossiga ripercorre in questo libro oltre sessant’anni di vita pubblica italiana, fornendo di ogni passaggio cruciale una lettura politica talvolta inaspettata, spesso spiazzante, sempre illuminante. Il suo è un racconto eccezionalmente prezioso dato che dell’intera storia della Repubblica, come ha dichiarato lo stesso Cossiga, «siamo rimasti solo due testimoni, io e Andreotti».
Si è detto che nessun Paese al mondo abbia più misteri dell’Italia: dalla lista, mai trovata, degli spioni dell’Ovra a quella di coloro da internare in caso di golpe al vero elenco degli iscritti alla loggia P2. In effetti, circostanze inspiegabili si sono presentate con ricorrenza: sono sparite le quattro valigie di pelle verde di Togliatti, così come quelle di Moro; la borsa di Calvi fu esibita in tv, ma parzialmente svuotata; e perché mai, nel 1964, Nenni disse che sentiva «tintinnar di sciabole»? Per arrivare a oggi, molti si domandano quale sia la vera origine della fortuna economica di Silvio Berlusconi e, nella cronaca più recente, che cosa succedesse davvero alle feste nelle sue ville.
C’è l’abitudine, in Italia, a ricercare ossessivamente una verità nascosta dietro ogni vicenda, senza mai fidarsi delle apparenze. Eppure, secondo Cossiga, la nostra è al tempo stesso la storia di una «invincibile stabilità». Nel senso che nonostante tutto, nonostante le stragi, nonostante la mafia e nonostante il terrorismo nazionale e internazionale, questo Paese è sempre riuscito a evitare che la sua democrazia si ammalasse irreversibilmente. Di tutto ciò, delle luci e delle ombre, dei momenti drammatici come il caso Moro e di aspetti mai venuti molto alla luce quali i rapporti con il mondo arabo, Francesco Cossiga dà ora la sua versione: la versione di K.
Treni, profughi, convogli militari nel buio. In una lunga insonnia accanto alla stufa accesa, sulla frontiera dell'Est, Paolo Rumiz sente la notte di malaugurio di un'Europa assediata da guerre e governata dai poteri selvaggi dell'economia. Riceve segnali allarmanti da Francia, Germania, Spagna, Grecia e Paesi Baltici e si chiede come resistere a tutto questo. Orwell è entrato anche a Bruxelles, i princìpi della Costituzione europea sono in macerie, le sbarre di confine ritornano. Intorno, guerra contro le vite umane che migrano, guerra di tutti contro tutti, disumanità e indifferenza. L'uomo nel buio sente che i barbari possono arrivare in qualsiasi momento, e capisce che non basta la parola "fascismo" a definirli. Dietro al fascismo c'era un'idea di società, dietro a costoro c'è un'identità costruita da influencer e priva del profumo dolce della patria. Ed è di notte che essi si muovono, digitando parole di odio in rete. I nuovi barbari si servono meglio di chiunque altro di questa macchina perversa per occupare il vuoto politico lasciato da una sinistra inconsistente, lontana dal popolo e priva di etica. Ma proprio quando "tutte le fisarmoniche della notte sembrano suonare assieme", Rumiz scopre una miriade di punti luce dall'Atlantico alle terre dell'Est. In Germania, ma anche altrove, sono scesi in piazza a milioni contro i sovranisti. Allora sente crescere in sé il demone dell'ironia e della lotta, e al tempo stesso la fiducia nella forza della parola di cui si sente custode. Poi il cielo si schiara, e le ombre fuggono negli anfratti del bosco. "Quelli come me non hanno che parole da offrire. Ma le parole non sono poco, in questo sconfortante silenzio".