
Entro il quadro storico dello sviluppo del costituzionalismo moderno, l'autore ricostruisce il clima politico e intellettuale nel quale ha preso forma la nostra Carta fondamentale del 1948. Oggi che cosa è cambiato? Perché si è aperto un processo di riforma costituzionale? Secondo l'autore la crisi della costituzione italiana coincide con la crisi dei partiti che hanno lasciato un vuoto riempito dal ruolo crescente assunto dai giudici e dalla Corte costituzionale. Ma, poiché è impensabile che la costituzione possa vivere solo attraverso l'interpretazione delle corti, le riforme che il Parlamento si appresta a discutere sono l'occasione per ridefinire il patto costituzionale nel rispetto dei diritti fondamentali giurisdizionalmente tutelati.
Il volume raccoglie gli Atti della Giiornata di Studi La sfida della transanazionalizzazione tra teoria delel fonti e dottrina delle costituzioni", organizzata dall'Università Kore di Enna. "
Il volume, oltre a presentare il testo della Costituzione italiana attualmente in vigore, riporta anche:
- gli estremi delle leggi costituzionali che hanno modificato l’articolato originario;
- gli estremi delle disposizioni normative che hanno attuato i precetti costituzionali;
- un indice analitico per agevolare quanti non hanno dimestichezza con i contenuti della nostra Carta costituzionale.
L'autore segue lo sviluppo del pensiero giuridico e politico di Preuss fin dagli anni '80 del XIX secolo, rapportandolo ai dibattiti coevi all'interno delle scienze del diritto e dello stato nonché alle trasformazioni che contrassegnarono la storia sociale, politica e costituzionale tedesca a cavallo fra i due secoli. Attraverso l'opera di Preuss viene così presentata un'originale lettura del contraddittorio processo di democratizzazione sfociato in Germania nell'esperimento weimariano. Il rigore e la passione con cui Preuss fece oggetto di riflessione politica negli ultimi anni della sua vita una democrazia in costruzione e continuamente esposta alla minaccia del disfacimento fanno di lui una figura emblematica.
Unica sopravvissuta di una serie di costituzioni greche attribuite ad Aristotele, la Costituzione degli Ateniesi è di grande interesse e di importanza straordinaria perché presenta nella prima parte una documentatissima storia della Costituzione ateniese dalle sue origini fino alla fine del V secolo e nella seconda ne espone il funzionamento ai tempi dell’autore, basandosi sulle leggi in vigore e sull’osservazione diretta. L’opera si inserisce in una serie di cinque volumi dedicati al tema della Democrazia in Grecia (i primi due volumi, dedicati alla Politica di Aristotele, sono già usciti).
Prima viene la Costituzione; poi, eventualmente, l'ingegneria costituzionale. L'Autore, già presidente della Consulta, lo ricorda preoccupato a lettori ed elettori di fronte al processo di revisione costituzionale voluto dal centrodestra. Spiega, cioè, che la controriforma della Cdl rischia di compromettere anche la tenuta della prima parte della Costituzione, quella che tutela i diritti fondamentali di tutti. E allora anche l'ultima lezione di Giuseppe Dossetti torna di preziosa attualità. I saggi e gli interventi qui raccolti (scritti tra 2002 e 2005) analizzano sia le proposizioni normative che riguardano la cosiddetta devolution, investendo l'organizzazione verticale della Repubblica, sia le proposte di revisione della forma di governo.
Che cosa è una Costituzione? È a questa domanda che il libro intende offrire risposte, necessariamente articolate, delineando il processo storico da cui è scaturita l'assunzione delle costituzioni come leggi fondamentali degli stati contemporanei. Perciò percorre le linee del pensiero politico dell'Occidente, dall'antichità ai grandi protagonisti della teoria costituzionale del secolo scorso. Ricostruisce il significato che assumono le rivoluzioni del Settecento, quella americana e quella francese, come fattori determinanti dell'immissione delle costituzioni nelle realtà statali. Descrive le vicende che caratterizzano, nell'Ottocento e nel Novecento, i rapporti tra stato e costituzione negli Stati Uniti, in Inghilterra, Francia, Germania e Italia, e che segnano le fasi evolutive del costituzionalismo, da quella liberale e borghese, a quella democratica e dello stato sociale. Rileva i termini della dialettica sviluppatasi tra gli ideali del costituzionalismo e lo stato monopolista della forza legale e della produzione del diritto. Propone la tesi che la Costituzione, ogni Costituzione, sia un principio politico che si normativizza, per trasfondere nell'ordinamento statale i valori di cui è portatore,e che si identificano, da due secoli, nei diritti dei cittadini, nell'eguaglianza, nella diffusione del potere.
Il costituzionalismo è un movimento di pensiero orientato sin dalle proprie origini a finalità politiche concrete, come la limitazione dei poteri pubblici e l'affermazione di sfere di autonomia garantite dalla norma. In una parola, è ciò che in ogni fase storica impedisce all'intero politico di assorbire le parti che lo compongono. Ma se da un lato difende spazi di autonomia, il costituzionalismo tende anche alla costruzione di unità politiche sempre più forti e coese, e quindi concorre a istituire quel potere comune nei confronti del quale rivendica limiti e garanzie. Il volume illustra, in primo luogo, i percorsi storici del costituzionalismo. Nella prima parte viene esaminata la sua complessa vicenda per tappe e modelli, con riferimento al suo dipanarsi nel corso dell'intera età moderna. Dalla analisi dei caratteri storici del costituzionalismo, nella seconda parte il volume passa ad affrontare i grandi problemi delle odierne democrazie costituzionali: il declino del tradizionale principio di sovranità, l'affermarsi di una dimensione costituzionale sovranazionale (come nel caso dell'Europa), il prodursi di rinnovati significati storici degli atti fondamentali del legiferare, del governare, del giudicare e il complesso strutturarsi di principi costituzionali fondamentali come il principio di uguaglianza.
Argomento di questo libro è la genesi delle dottrine costituzionalistiche. L'autore ne rintraccia le premesse nel pensiero politico greco e soprattutto nell'esperienza giuridica della Roma repubblicana. Furono la decisiva influenza di Roma sul pensiero europeo e la rinascita della giurisprudenza romana in Europa occidentale, nel dodicesimo secolo, a favorire l'affermarsi della "common law" e il sorgere dei più importanti principi del costituzionalismo, principi che l'Europa recepì solo dopo l'esperienza del totalitarismo. Con grande acutezza, l'autore tratteggia lo snodarsi, nella tradizione inglese, della storia del costituzionalismo, intorno al contrasto tra "gubernaculum" e "jurisdictio", e indica le soluzioni nei concetti di responsabilità politica e di controllo giudiziario della costituzionalità delle leggi.

