
È uno dei termini più controversi del nostro vocabolario, capace di suscitare allo stesso tempo attrazione e repulsione. Considerato uno dei più alti e raffinati momenti di strutturazione sociale dell'uomo, è accusato anche di essere stato la miccia che ha innescato terribili conflitti, o l'alibi dietro cui sono stati perpetrati orrendi crimini. Ma l'ideologia, scrive Freeden, è innanzitutto un quadro concettuale all'interno del quale l'uomo, animale sociale per eccellenza, organizza il proprio pensiero e le proprie azioni individuali e collettive. Michael Freeden offre una panoramica completa e chiara della letteratura, della storia e dei più importanti approcci teorici a tale argomento: a Machiavelli, Marx, Engels e i nazisti si affiancano così il 1984 di Orwell, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti e l'Islam. Un libro per chi cerca un approccio alternativo rispetto ai trattati di teoria politica e sociale, ma anche un'introduzione per chi si avvicina per la prima volta a questi temi.
La globalizzazione ha messo in crisi l'identità - oltre che la stabilità economica - di milioni di persone. È un problema che va affrontato seriamente ma la cui soluzione non può essere il nazionalismo. Un tempo, quando si parlava di globalizzazione, ci si riferiva a un fenomeno unicamente economico. Non è più così. Oggi la globalizzazione - che ha causato la graduale cancellazione di interi settori industriali e, di conseguenza, la dispersione di comunità e modi di vivere a essi legati - significa anche perdita di identità. Il profondo disagio che ne deriva è sentito ovunque: è percepito dagli operai americani che hanno perso il lavoro nelle acciaierie della Rust Belt; dai tedeschi, che parlano nostalgicamente di Heimat, cioè di 'patria'; dagli agricoltori francesi, messi in crisi dalle multinazionali. A partire da questo disagio diffuso, molti partiti politici sovranisti hanno rivendicato la propria identità nazionale. Ma cosa succederebbe se si bloccasse il processo di globalizzazione?
Il referendum su Brexit, l'elezione di Donald Trump, l'ascesa dei movimenti populisti in Europa e in Italia. Istituzioni e meccanismi che hanno regolato la politica e il dibattito pubblico per decenni sembrano sempre più pericolanti, se non già in macerie. Cosa è successo? E cosa ci aspetta? Francis Fukuyama ha scritto il libro che ha fatto il punto sulla fine del Novecento e sul trionfo del modello capitalistico e democratico: "La fine della storia e l'ultimo uomo". Oggi torna con una diagnosi che completa quel quadro e spiega come mai improvvisamente quell'ordine sembra così in crisi all'alba del nuovo millennio. Utilizzando concetti di grande tradizione filosofica e calandoli nei più attuali scenari sociopolitici, Fukuyama è in grado di mettere in fila una serie di fenomeni che sembrano scollegati e fornire una chiave di lettura del nostro presente: da dove viene la forza apparentemente invincibile del populismo? È davvero un fenomeno solo negativo? Perché i social media sono pieni di odio e aggressività? Come mai le classi sociali meno abbienti sembrano ormai del tutto disinteressate a politiche di sinistra? Come convivono nelle nostre società movimenti sempre più avanzati di difesa dei diritti delle minoranze e pulsioni autoritarie? Le risposte di Fukuyama a queste domande indicano una strada da percorrere, al di là della condanna degli estremismi o delle lamentazioni sulla decadenza della politica. E al centro di tutto c'è l'identità, il bisogno di vedersi riconosciuta la propria identità - un bisogno che può portare ad affidarsi a tradizioni inventate, nazionalismi di ritorno, leader carismatici e populisti: «L'affermarsi della politica identitaria è una delle maggiori minacce che le democrazie si trovano ad affrontare, e se non riusciremo a ritornare a visioni più universali della dignità umana, ci condanneremo a un conflitto senza fine». Un libro per capire il presente e immaginare il futuro. Con e-book scaricabile fino al 30 giugno 2019.
Il libro affronta il tema dell'identità europea alla luce dei recenti processi migratori. A partire dalla diffusa domanda di "identità" che segna lo scenario socio-culturale contemporaneo, i diversi contributi del volume mettono a fuoco il problema dell'esistenza e del senso dell'identità europea, analizzando il profilo sociologico, filosofico e giuridico delle nuove dinamiche sociali. Quest'ultime non richiedono solo l'approntamento di politiche migratorie criticamente avvertite, ma impongono un radicale ripensamento delle tradizionali categorie filosofico-giuridiche. In una prospettiva futura si tratterà di comprendere se l'Europa avrà ancora un ruolo decisivo a livello planetario e, in tal caso, quale configurazione essa assumerà senza rinunciare al suo originale patrimonio di civiltà.
La crisi dello Stato moderno e il trasferimento di alcune sue essenziali funzioni al mercato, da una parte, e alla società civile, dall'altra, hanno forse reso superflua la politica? L'hanno forse ridotta a compiti di mero controllo esteriore e di rispetto delle regole del gioco? Stretta fra l'universalismo dei diritti dell'uomo e il particolarismo delle comunità chiuse, la politica rischia di non trovare più il suo spazio vitale. Eppure proprio l'individualismo e il pluralismo stanno contribuendo a rivitalizzare l'istanza di una dimensione comunitaria dell'operare politico. Sono proprio le identità individuali e collettive a richiedere, non solo per la loro protezione e per il loro sviluppo, ma per la loro stessa costituzione un riconoscimento politico. Più che mai l'individuo ha bisogno, per elaborare e realizzare i propri progetti di vita, di un contesto pubblico che coltivi e renda accessibili una grande varietà di beni. Ciò vuol dire che per ben costruire la propria identità personale bisogna cooperare con gli altri nel mantenere aperto e vitale tutto l'orizzonte del bene umano. La tesi che sostiene quest'indagine è che non vi può essere politica come attività se non v'è politica come comunità, essendo questa il luogo dove si realizza l'autentica e piena fioritura della persona umana. In tal modo la politica, non più semplicisticamente identificata con gli apparati istituzionali, può ritrovare in un contesto democratico il suo senso morale.
La prospettiva di sviluppo della difesa unica europea attraverso la storia che ha portato ad una integrazione progressiva sul piano economico e monetario. Interventi dell'on. G. De Micheli e di R. Dumas. Questo libro, risalendo nei secoli e presentando con rigore storico quei momenti che videro realizzarsi, sotto il profilo politico e militare, quell'unita, tra stati europei, che i tempi e le circostanze richiedevano, porta a una riflessione che aiuta a comprendere, grazie anche al contributo di insigni personalita politiche quali Gianni de Michelis e Roland Dumas, cosa potra in concreto accadere in un prossimo futuro, alla luce degli eventi del passato e dei processi in atto, per la difesa europea.
Giuseppe Dossetti (1913-1996), professore ordinario dal 1947 all'università di Modena di diritto canonico, fu l'esponente di maggior spicco del gruppo poi detto "dei professorini" dalla Democrazia cristiana, che nell'Assemblea costituente rappresentarono una componente fondamentale per l'elaborazione del testo costituzionale. Il suo lavoro - come è stato notato da uno dei suoi biografi (Paolo Pombeni) lasciò una traccia profonda sulla Carta. Acquista quindi un rilievo sicuro il passaggio di seguito proposto, che prelude all'accordo sulla visione unitaria della nuova Costituzione e sul peso che in essa avrebbero trovato sia i diritti individuali che quelli sociali. Eletto nel 1948 deputato nella prima legislatura, Dossetti, in dissenso su vari punti essenziali con la linea di De Gasperi e con l'indirizzo prevalente nel partito, nel luglio 1952 si sarebbe dimesso dalla Camera. La sua biografia successiva lo avrebbe visto ancora impegnato in politica (in particolare nelle elezioni comunali di Bologna nel 1956) ma via via sempre più dedito alla testimonianza cristiana: nel 1959 chiese e ottenne di essere ordinato sacerdote, quindi si impegnò fortemente nel nuovo clima del Concilio Vaticano II (alla cui "officina" partecipò con passione), poi dal 1972 compì la scelta di stabilirsi con un gruppo di confratelli i voti a Gerico, nei territori di occupazione israeliana. La nuova edizione di questo volume raccoglie i testi di Dossetti sul tema costituente fino alla nascita dei movimenti in difesa della Carta Costituzionale del 1994. Prefazione di Albertina Soliani.
I partiti sono strumenti indispensabili alla democrazia. Quando diventano ostacoli al libero svolgimento della vita democratica, come accade in Italia, significa che qualcosa non funziona. I finanziamento pubblico ai partiti italiani - chiamato "rimborso delle spese elettorali" per aggirare il referendum abrogativo del 1993 e la tagliola della Corte Costituzionale - è il più elevato d'Europa. Le oligarchie politiche si alimentano di enormi quantità di denaro pubblico che percepiscono e gestiscono senza controlli. I fondi elettorali - che per legge devono andare ai partiti - possono, ad esempio, essere riscossi per conto del partito da associazioni controllate da poche persone o dirottati altrove senza che nessuno abbia qualcosa da eccepire. Questi sistemi di potere sono tanto più odiosi dato che si tratta di soldi che dovrebbero incrementare la partecipazione democratica e che, di fatto, ottengono l'effetto opposto. Reti di interesse assai ramificate possono prosperare sulla mancata diffusione delle informazioni e spostando abilmente il dibattito su temi sempre diversi e marginali. Questo libro svela i principali trucchi con cui si realizza l'accaparramento dei fondi, analizza alcuni casi eclatanti, ripercorre le radici storiche del fenomeno, individua le occasioni mancate e gli errori che hanno portato al declino.
Nel suo "Trattato di diritto ecclesiastico italiano" Pietro Agostino D'Avack afferma che "il problema dei rapporti tra ordine spirituale religioso e ordine temporale politico e delle relazioni conseguenti dello Stato con le confessioni religiose in genere e con la Chiesa cattolica in specie ha sempre costituito una di quelle questioni fondamentali nella storia e nella vita dell'umanità, che più sono state e continuano a essere considerate, analizzate e dibattute nella teologia, nella filosofia, nella sociologia, nella storia e nel diritto". V'è addirittura chi ritiene che forse la materia dei rapporti tra Stato e confessioni religiose "è stata la questione politica culminante nella storia dei popoli fino al punto in cui questa fu dominata dalla questione sociale". In effetti per secoli potere temporale e potere spirituale si sono combattuti nel reciproco tentativo di prevalere l'uno sull'altro o comunque allo scopo di affermare la rispettiva autonomia di fronte alle ingerenze altrui, sino a dar vita a vere e proprie guerre nei momenti di maggiore tensione.
"Sapete chi sono - chi sono veramente, intendo - gli uomini e le donne che Matteo Renzi ha piazzato in tutte le posizioni strategiche del Paese? E, soprattutto, avete idea di quali sono gli interessi - i reali interessi - che il Giglio magico sta portando avanti? (...) Questo libro vi porta dietro le quinte della commedia renziana e vi svela gli intrecci tra finanza e politica, le relazioni internazionali nascoste e gli affari condotti finora a vostra insaputa." (Maurizio Belpietro)
«Sapete chi sono – chi sono veramente, intendo – gli uomini e le donne che Matteo Renzi ha piazzato in tutte le posizioni strategiche del Paese? E, soprattutto, avete idea di quali sono gli interessi – i reali interessi – che il Giglio magico sta portando avanti? No, tutto questo non potete saperlo. Perché oggi chi si mette di traverso rispetto a questo sistema di potere viene imbavagliato, o perde il posto. Questo libro vi porta dietro le quinte della commedia renziana e vi svela gli intrecci tra finanza e politica, le relazioni internazionali nascoste e gli affari condotti finora a vostra insaputa. Perché Renzi sarà pure 'un maleducato di talento', come lo ha definito qualcuno, ma quando si tratta di esercitare il potere si muove senza indugi, e senza remore. Entrerete nella stanza dei bottoni, leggerete sms e ascolterete telefonate minacciose, vi affaccerete nelle enclavi in cui si concludono le trattative che riguardano il destino dell'Italia, e in cui spesso si respira uno 'stantio odore di massoneria', verrete a conoscenza di tutti i segreti che cercano disperatamente di non farvi conoscere su di lui: i clan, gli amici degli amici, le trame, i rapporti con la finanza, le multinazionali, la sanità, le banche. Aggiornato agli ultimi sviluppi e forte di gustosi inediti, questo è il libro che Matteo Renzi – l'uomo che aveva annunciato che in caso di sconfitta al referendum costituzionale avrebbe 'lasciato la politica' - non vi farebbe mai leggere.»
Una storia vera ma così incredibile che sembra creata da un'immaginazione diabolica. Un ex terrorista finito in carcere più volte, legato alla Banda della Magliana e addestratosi in Libano durante la guerra civile. Da anni gira per Roma tranquillo con una benda sull'occhio perso durante una sparatoria. Lo chiamano "il cecato". È lui che governa politici di destra e di sinistra. Per i magistrati è il capo. Un omicida. Ha inferto 34 coltellate alla sua vittima ma in cella è diventato detenuto "modello". I suoi convegni in nome della legalità raccolgono il plauso di grandi nomi. In realtà ha fregato tutti. Fuori dal carcere è diventato il businessman dell'organizzazione criminale. Un funzionario pubblico e poi uomo chiave del coordinamento nazionale sull'accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell'Interno, che nasconde almeno tre false identità, le usa per coprire vari reati ma nessuno se ne accorge. È l'uomo di collegamento tra boss e politica. E ancora neofascisti, ultras, soubrette, calciatori, attori. Una galleria eccezionale di personaggi... Tutto questo è "I re di Roma". Abbate e Lillo hanno costruito un racconto con documenti inediti. La testimonianza appassionata di chi ha denunciato quel sistema criminale quando nessuno ne voleva parlare.