
Da oltre 40 anni la Danimarca domina il World Happiness Report, la classifica dei Paesi più felici stilata ogni anno dalle Nazioni Unite. Tanto da diventare oggetto di studi sociologici: sono in molti ad analizzare lo stile di vita dei suoi abitanti che, al di là di questioni strettamente legate all'efficienza dei servizi e al tasso di ricchezza del Paese, è quello ritenuto il più vicino all'optimum. Dopo tredici anni di ricerca e collaborazione, Iben Sandahl, psicologa, e Jessica Joelle Alexander, giornalista, ritengono di aver scoperto il vero segreto della felicità del piccolo Paese del nord e lo svelano in questo manuale. Sembra che alla base dell'appagamento ci sia il modo in cui genitori e figli si relazionano tra di loro, l'empatia e la capacità degli adulti di offrire strumenti e istruzioni senza porre ultimatum ai piccoli. I genitori danesi crescono figli felici, che a loro volta diventano genitori sereni di altri bimbi felici, e così via in un circolo virtuoso. Partendo dalle loro osservazioni e dai loro studi, Sandahl e Alexander sono riuscite nell'intento di scrivere una guida pratica, da poter seguire passo passo per analizzare i propri comportamenti, evitare errori e orientare i propri metodi educativi nella giusta direzione.
Quando nei primi decenni del secondo Novecento la pedagogia era ancora impegnata nel definire la propria identità di sapere, Edda Ducci era appena uscita dagli studi di filosofia teoretica e si apprestava ad entrare nel complesso logos del sapere pedagogico. Nonostante il sospetto dei pedagogisti, timorosi di una indebita colonizzazione filosofica, l'autrice stava per intraprendere una strada, quella del dialogo, che la porterà negli anni ad una singolare interpretazione del rapporto filosofia-pedagogia. Per l'autrice è sempre stato chiaro che la «pedagogia è un contenitore troppo vasto» e che la differenza non consiste soltanto nel considerare l'uomo come oggetto o soggetto, ma piuttosto come l'esplicitarsi di due possibilità: l'una sostiene il sapere circa l'oggetto/soggetto; l'altra mira al costituirsi di una dialettica costantemente alimentata dalla simbiosi tra sapere e modo di essere del soggetto/oggetto. Perciò la filosofia dell'educazione di Edda Ducci non è vista come techne, ma come qualcosa che imprime un suo sigillo ad una praxis che pensa e vive la persona come un "al di là" dell'oggetto.
Pienamente vivi è la storia avvincente di un uomo che ha dedicato la sua vita alla ricerca di ciò che conta veramente. E a guidarlo sono stati gli esseri più emarginati, da sempre etichettati come “in-abili”, profondi conoscitori della sofferenza e maestri nell’arte di guarirla.
Il racconto autobiografico di Shriver prende le mosse dalla silenziosa eredità della zia Rosemary Kennedy e dall’influsso che la sua disabilità intellettiva ha esercitato sui familiari, rivelando pagine inedite della storia di una delle famiglie più importanti d’America.
Il piccolo Tim è cresciuto giocando con i bambini di Camp Shriver, il progetto rivoluzionario lanciato da sua madre Eunice per fornire ai giovani con disabilità intellettiva uno spazio in cui divertirsi e sentirsi partecipi. Fu solo il primo passo nella battaglia in difesa dei loro diritti.
Molti anni dopo, gli atleti di Special Olympics insegneranno a Shriver una lezione fondamentale: la libertà più grande è affrontare la paura, spezzare il suo potere e sconfiggerla.
Pienamente vivi è un emozionante percorso personale e insieme una riflessione su alcune grandi contraddizioni della nostra società: essere diversi è una debolezza o una forza? Per crescere dobbiamo avere fiducia negli altri o solo in noi stessi? La disabilità è una cosa da temere o da accogliere con gioia, da compatire o da purificare?
L'obiettivo del testo è fornire agli insegnanti degli strumenti semplici, ma efficaci, per promuovere il benessere relazionale in classe e per intervenire nella gestione di situazioni conflittuali prima che sfocino in episodi di violenza e di bullismo. Nei vari capitoli il lettore troverà: una breve presentazione di un caso/storia; il riferimento narrativo/letterario di stimolo; la descrizione di prassi educative abituali e ormai quasi inefficaci; l'introduzione di nuove ed alternative strategie; esperienze e attività da vivere e sperimentare in classe. Nel testo emergono le nuove sfide relative alla condizione giovanile; la realtà degli insegnanti oggi e l'esigenza di un atteggiamento proattivo, l'importanza di una educazione emotiva ai fini dell'apprendimento.
Spesso i ragazzi, al termine del percorso catechistico o scolastico, liquidano come inefficace il loro cammino, e nemmeno più vogliono sentir parlare di fede e appartenenza. Il problema non si pone solo a livello di contenuti e strumenti di testo, e non è riconducibile esclusivamente alle famiglie di provenienza (talvolta scristianizzate). La questione è, essenzialmente, di metodo. Educare vuol dire accompagnare i ragazzi - quei ragazzi a cui ci affianchiamo come catechisti, educatori, docenti, genitori, adulti interessati alla loro pienezza - a costruirsi una vita bella e buona. Educare vuol dire aiutare i ragazzi a scorgere e a riconoscere non solo il loro essere, ma anche il loro poter essere, e a lasciarsi sedurre e affascinare dalla promessa che il poter essere esibisce di renderli felici, cioè soddisfatti, realizzati come persone. La nostra catechesi deve avere questo per obiettivo. E questo processo viene favorito dal metodo educativo empatico. Ecco perché questo testo intende offrire in modo sistematico e organico, ma anche in una forma abbordabile e con un linguaggio divulgativo, una teoria dell'empatia come pedagogia; una serie di esercizi e laboratori per l'autoformazione e la conduzione di incontri formativi per catechisti, educatori, docenti, genitori che vogliano educare empaticamente; la presentazione di un nuovo metodo catechistico, fondato sull'empatia e la parola del vangelo e sperimentato con efficacia e successo; un confronto argomentato con eventuali critici.
"L'importante è che la maestra sia brava": ecco il mantra che guida i genitori nella scelta della scuola dei propri figli. Sì, ma se poi in classe ci sono dei bambini stranieri? Potrebbero rallentare il programma... Per farla finita con i luoghi comuni (e i timori incontrollati) che serpeggiano fra i banchi, Benedetta Tobagi è andata a vedere cosa succede nelle scuole primarie. Scuole pubbliche, ovviamente. Un viaggio che è cominciato ad Amatrice, l'ombelico d'Italia, e ha toccato Roma, Brescia, Ancona, Torino, i paesini della bassa mantovana, ma anche realtà più di frontiera come Udine e Palermo. In Italia ci sono molti maestri e dirigenti bravissimi, ma la buona volontà non basta a far funzionare bene una scuola. I bambini stranieri in realtà si rivelano una ricchezza, non un ostacolo. Crescere e studiare in una classe mista permette di conoscere una porzione di mondo più grande. "È come fare un Erasmus stando a casa" e infatti capita a Palermo che studenti universitari e "minori stranieri non accompagnati" frequentino insieme gli stessi corsi di italiano. A Genova e Milano invece uno dei momenti più attesi dagli alunni è la condivisione di parole e storie legate al proprio Paese d'origine. Ci sono scuole che cercano di ampliare l'offerta formativa specializzandosi nello sport o nella musica, altre che istituiscono attività extra senza chiedere costi aggiuntivi ai genitori.
"Insegnare la vita con il movimento e con lo sport" riaffronta originalmente il tema sempre attuale, sempre bisognoso di nuovi punti fermi, del fenomeno movimento. Di esso, inteso come attività motoria in sé ed anche come sport, esalta il significato e il ruolo nella vita delle persone, la funzione di educare alla vita, in quanto capace di conferire fondamentali abilità di vita a chi lo pratica e, perciò stesso, lo esplora. Di abilità di vita tratta appunto questo testo, cioè delle cosidette life skills, che nell'ambito dello sport e dell'educazione fisica trovano ambienti e pratiche ideali per farne esperienza diretta e facilitarne il transfer ad altre - forse tutte le altre situazioni di vita. I tre autori espongono così indagini, ricerche, programmi sperimentati nel mondo con successo e con precise procedure che coinvolgono direttamente ogni persona nel processo decisionale e nel raggiungimento degli obiettivi. Il testo si avvale anche di importanti appendici: la prima, sulle definizioni e sulle classificazioni date alle life skills; la seconda sui programmi monodisciplinari sperimentati con successo in diversi continenti; la terza sui possibili strumenti di valutazione quantitativa e qualitativa della efficacia del cosiddetto life skill training; la quarta, sulle interrelazioni fra efficienza fisico-motoria, funzioni cognitive e life skills in popolazioni con sviluppo tipico o atipico.
Pochi momenti restano impressi in ognuno di noi come quelli vissuti a scuola. È lì che per la prima volta si provano emozioni, passioni, delusioni e rancori che durano una settimana, ma così forti da restare indelebili nella memoria. È lì che, mentre impariamo a conoscere il mondo, il mondo impara a conoscere noi. È lì che nascono amicizie destinate a durare per sempre. Che li si ami o li si odi, gli incontri e gli scontri di quei giorni sono spesso destinati a cambiare una vita e per questo sono stati oggetto dell'attenzione di tanti scrittori, che hanno saputo raccontarli nei loro lati comici e in quelli tragici: gli imbarazzi e le risate, i piccoli drammi e i grandi amori, i misteri da risolvere e gli incubi paurosi. Da Edmondo De Amicis a Stefano Benni, da Edgar Allan Poe a Michael Crichton: un mosaico variopinto di storie su quel tempo che tutti vorremmo tornasse.
Questo libro è una denuncia dall'interno. Per la prima volta un professore di liceo riflette sulle responsabilità di chi sta in cattedra, sulle pratiche che hanno portato la scuola superiore italiana a essere bulturalmente classista'. Professori e presidi non lo ammetteranno mai, però le storie di chi oggi vive la scuola superiore e le indagini statistiche mettono a nudo quello che molti nascondono: il sistema dell'educazione superiore in Italia ricompensa chi ha una predisposizione naturale o chi ha alle spalle una famiglia che spinge i ragazzi allo studio, mentre lascia indietro gli studenti che non hanno talento o capacità acquisite dall'ambiente familiare. La scuola, in particolare i licei e gli istituti tecnici e professionali, compie quest'operazione sotto copertura, innescando una serie di azioni che concorrono a promuovere indistintamente ed emettere così titoli di studio fasulli. La scuola così com'è condanna i più svantaggiati all'incertezza del loro futuro, alla disoccupazione, all'intermittenza professionale.
"Immaginateveli, sì, i vostri figli o alunni come se fossero degli asinelli, perché asini lo sono davvero - so bene che su questo punto siete d'accordo con me - ma immaginateli come asini turbolenti, pieni di paure e ombre, ma anche di desideri inconfessati, di passioni inespresse, affamati di vita, di ignoto, di sogni. Spesso a voi insegnanti e genitori nascondono questi sogni, se li tengono per sé, vi si rifugiano dentro come le talpe nelle loro gallerie sotterranee: è la loro tattica di sopravvivenza, non si palesano quasi mai davanti ai vostri occhi come realmente sono. Dall'altra parte immaginate i testi antichi del teatro, I classici polverosi dai nomi impronunciabili: da Eschilo all'Aristofane che campeggia nel titolo di questo libro, da Plauto a Molière a Shakespeare, fino ad Alfred Jarry, fino a Bertolt Brecht. Guardateli insieme, gli asini e i classici, i barbari e la biblioteca: niente di più lontano, dite voi? Avete ragione: un adolescente di oggi conosce tutti i tipi di iPhone, e sa smanettare su ogni tastiera elettronica; che hanno a che fare con lui quei busti da museo, quelle barbe intimorenti e quella noia annunciata? Nulla. Gli asinelli e i classici sono legni che appartengono ad alberi lontanissimi tra loro, ai confini opposti della foresta, destinati a non incontrarsi. Ma se qualcuno fosse in grado di avvicinarli?" (Marco Martinelli)
Se una buona memoria è come avere un asso nella manica, una memoria straordinaria può davvero cambiarci la vita. Esami, test, discorsi in pubblico, meeting importanti, diventano molto più semplici da preparare, e anche nella vita privata (nomi e visi da ricordare, password, vocaboli stranieri) scompaiono gaffes e perdite di tempo. In questo volume due esperti trainer hanno raccolto tutta l'esperienza dei loro corsi - i più seguiti in Italia - per fornirci le tecniche più innovative per leggere velocemente, memorizzare in modo rapido e per sempre, studiare in meno tempo e con un rendimento assicurato, aumentare la concentrazione, ricordare senza sforzo ciò che si vuole. Unendo mappe mentali, neurobica, tecniche di apprendimento veloce e strategie di rilassamento (l'ansia è nemica della concentrazione), gli autori ci mettono a disposizione un potentissimo metodo personalizzabile a seconda delle esigenze, completo di test, esercizi e trucchi da applicare con grande facilità. Una soluzione ultraefficace per superare prove e sfide, un modo per recuperare tempo libero e sicurezza in se stessi.