
La "Chiesa del Calvario" così efficacemente descritta nelle pagine seguenti è la Chiesa del Risorto, primizia di quella novità di cui Benedetto XVI dice: "La nostra vocazione e il nostro compito di cristiani consistono nel cooperare perché giunga a compimento effettivo, nella realtà quotidiana della nostra vita, ciò che lo Spirito Santo ha intrapreso in noi col Battesimo: siamo chiamati infatti a divenire donne e uomini nuovi. (...) portatori della gioia e della speranza cristiana nel mondo".
Alla Chiesa, dunque, è affidato il compito di proclamare e di testimoniare in Cristo Gesù l'uomo nuovo, l'uomo perfetto, il modello a cui sono chiamati a ispirarsi ogni visione antropologica e ogni progetto personale e collettivo.
Con la scelta del tema educativo come perno attorno a cui ruota l'impegno pastorale del decennio in corso, la Chiesa in Italia ha dato ampia prova di avere compreso e di essersi fatta carico di questa responsabilità. La stessa "carità della memoria" di cui parlano gli autori nel presente volume è una dimensione fondamentale dell'azione educativa
Contro ogni tentazione di intellettualismo, assai forte nell Occidente europeo, siamo invitati a partire continuamente dalla realtà e ad assecondare la vita. La vita, e massimamente la vita in Cristo, è un esperienza carica di ragioni che la persona veramente matura è chiamata ad assecondare (prima la vita della dottrina). In essa consiste la verità, cioè un adeguato rapporto tra l io e la realtà (si giunge così al sapere della verità).
“Cristo non è soltanto il primogenito di ogni creatura”, ma lo è anche di tutti i suoi Santi. E come non si può separare il Capo dalle membra, così le membra non si possono separare dal capo. Se è vero che non è proprio di questa vita, di cui godiamo solo un anticipo, ma di quella eterna, che Dio sia tutto in tutti, è anche vero che fin d’ora Egli abita inseparabilmente nel suo tempio, che è la Chiesa” (San Leone papa). In che misura, poi, siamo in Lui, ce l’ha rivelato Egli stesso: “Come tu Padre sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21).
L'ispirazione "scrivi delle preghiere" arriva dopo una malattia, che colpisce imprevista e quasi beffarda e che, insieme con un radicale cambiamento di vita, porta anche una crisi fatta di paure, dubbi, insicurezze. Ed è proprio quell'ispirazione ad aprire la strada che porta fuori dal buio, verso la luce. Se il il percorso non è concluso, la direzione è tracciata e indica una possibile via d'uscita per chiunque si trovi a vivere un momento di difficoltà: il dialogo profondo e sincero con se stessi può essere l'inizio della rinascita.
Dallo scrigno dei ricordi di famiglia Chiara Martino ha estratto foto e aneddoti della vita di suo padre Alfonso, che è stato un fedele collaboratore di Padre Pio e un punto di riferimento per tutta la comunità dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo. Sono testimonianze emozionanti che parlano di speranza e di amicizia, di legami profondi nati alla presenza del santo frate: questo piccolo viaggio nel tempo vuole ricordare o far conoscere quelle anime belle, legate dalla fede, dall’amore per Dio e dal grandissimo affetto per Padre Pio.
Nel presente studio vengono considerati quattro problemi di morale sociale, sempre attuali: la sperimentazione sul corpo umano; la tortura; il suicidio; la pena di morte. Per ognuno di essi viene presentato il fenomeno, vengono offerte notizie storiche e presentata la valutazione morale.
"La sessualità è all'origine della differenziazione uomo-donna e conduce l'uno e l'altra alla maturità personale e sociale. L'argomento, spinoso, difficile e multidisciplinare, è trattato qui da molti punti di vista, in particolar modo da quello morale cattolico. Particolare attenzione è prestata ad alcuni fenomeni di devianza: autoerotismo, pornografia, sessodipendenza, omosessualità, gender."
La speranza, in genere, è l’attesa fiduciosa di qualcosa di bello, di buono, di lieto che si desidera.
Essa è tipica dell’essere umano che, coscientemente o incoscientemente, si sente imperfetto, insicuro, e lo accompagna in tutte le dimensioni della sua esistenza: materiale, spirituale, sociale, temporale, religiosa.
La virtù della speranza viene considerata:
- nella esperienza personale;
- nella Bibbia;
- nella riflessione teologica.
In un ultimo capitolo vengono presentati:
- i doveri verso la speranza cristiana
- i peccati contro la speranza cristiana.
Due parti compongono questo libro:
- la prima sulla libertà
- la seconda sulla conversione
Le rispettive riflessioni focalizzano il discorso dell’ambito religioso, soprattutto circa
- la Sacra Scrittura
- il Magistero ecclesiale
I due ambiti si rivelano essere in continuità di contenuti e di intenti.
Forse la verità più straordinaria dell'età moderna è che certi tipi di tecnologia avanzano non in modo lineare, ma su curve esponenziali. Ogni anno una parte sempre più ampia del mondo della tecnica viene risucchiato in queste curve esponenziali. A grandi linee, ciò significa che ogni anno vede più innovazione rispetto a tutti gli anni prima messi insieme. Ciò implica che i prossimi vent'anni presenteranno cambiamenti tecnologici così profondi da rendere quasi irrilevante tutto ciò che è venuto prima. Questa velocità ci interroga e lo scenario diviene così complesso che sfida la nostra capacità di comprendere la tecnologia e i suoi prodigi. Questo testo prova a far risuonare alcune di queste domande.
Il "Discours de la Servitude volontaire, ou le Contr'Un", scritto presumibilmente intorno al 1550, appartiene a quella eletta schiera di libri che a dispetto della loro brevità hanno lasciato un solco indelebile e fecondo sul terreno del pensiero politico d'Occidente. Questo scritto - opera di un ventenne - che destò l'appassionata ammirazione di Montaigne e fu il tramite intellettuale dell'amicizia «completa e perfetta» tra i due pensatori costituisce una tra le più penetranti analisi del mistero dell'obbedienza civile: «Come può accadere che in ogni regime, in ogni luogo e tempo della storia, singoli uomini o sparute minoranze riescono a dominare e asservire intere masse?» Sebbene ancora poco noto al grande pubblico, il Discours è stato, attraverso quattro secoli, fonte d'ispirazione per molti coraggiosi paladini della libertà, da Marat a Lamennais, a Landauer, fino al massimo filosofo libertario del XX secolo, Murray N. Rothbard, il cui saggio introduttivo su La Boétie correda questa edizione. Postfazione di Nicola Iannello e Carlo Lottieri.