
Il ciclo di incontri «Quale bellezza salverà il mondo?» (tra questi, il dialogo tra due grandi vecchi della cultura europea come Agnes Heller e Zygmunt Bauman, di prossima pubblicazione) ha richiamato grandi nomi e un pubblico appassionato.
Sul tema «Libertà, cultura della legalità e il Dio nascosto» si sono intrecciati i pensieri di un grande teologo-filosofo come Vito Mancuso e di un uomo di legge come Guido Rispoli, procuratore della Repubblica a Bolzano.
Kant sosteneva che il «legno storto» uomo ha dentro di sé un germe del bene attestante un’origine divina. L’esempio dei vigili del fuoco americani che nel momento dell’attentato alle Torri Gemelle si gettano dentro le torri avvolte dalle fiamme e dal fumo mi sembra illuminante in questo senso. Quei vigili del fuoco hanno sacrificato la propria vita per cercare di salvare quella degli altri (Guido Rispoli).
Ed è proprio quella estetica, se ci pensiamo, l’esperienza più generale, più coinvolgente delle altre dimensioni, come rivelatrice della trascendenza, come partecipazione a quella dimensione che noi chiamiamo Dio nascosto: quella dimensione di ulteriorità che è al di là del gene egoista […]. Simone Weil diceva: siamo qui su questa terra unicamente per una cosa, per fare esperienza di bellezza (Vito Mancuso).
Il desiderio di possedere, antico come l'uomo. E il senso del limite, come misura dell'essere umano. Dalla Bibbia al Vangelo: è più facile che un cammello passi dalla cruna dell'ago... Da Platone che condanna la "pleonexia" (la brama di avere sempre di più) alle "nozze" di Francesco d'Assisi con la povertà, per fare spazio a Dio. E agli altri. Sobrietà e condivisione come antidoti al "vizio" della ricchezza. Un monaco e un filosofo laico discutono di una pulsione "naturale" all'accumulazione dei beni, che l'etica e la spiritualità religiosa interpretano e "governano".
Il teologo racconta il potere di Gesù, che non è imposizione di forza ma amore-servizio. L’autorità, quella vera, quella secondo la visione di Dio, non s’impone ma propone; non dirige la vita altrui, non prende decisioni per gli altri ma li aiuta a maturare.
La storica descrive l’evoluzione della cultura e della politica islamica, nelle sue contraddizioni, dai tempi del Profeta ai nostri giorni, concludendo con un antico detto della saggezza musulmana: «Un principe senza giustizia è come un fiume senz’acqua».
Prefazione di Francesco Ghia
Un astronauta e un teologo discutono del senso del limite, della fame della scoperta, dell'avventura umana che si gioca tra gli estremi di uno sconfinato orizzonte di curiosità e di ricerca, e i limiti naturali e morali che gli esseri umani hanno imparato a darsi, nel corso della storia. Tra gli spazi siderali delle imprese cosmonautiche e gli abissi dell'anima umana, un dialogo ricco di sorprese e di provocazioni.
Il tema della complessità è al centro di tutte le teorie classiche della modernizzazione. È uno dei temi che in sociologia è stato affrontato dagli studiosi quando si interrogavano sulle origini della modernità. Il loro interrogativo era sempre: «Come si è arrivati qui, a questa società complessa rispetto a un prima, vissuto come più semplice?» (Chiara Saraceno)
Il termine «complessità», dal latino cum-plectere, «tessere insieme», «intrecciare», indica ciò che è interconnesso, interdipendente. Questa è la condizione della nostra contemporaneità, dell’era planetaria in cui ci troviamo. E questa è anche una delle convinzioni che sostengono l’impianto dell’enciclica "Laudato si’" di papa Francesco, «la convinzione che tutto nel mondo è interconnesso» (Luciano Manicardi)
Prefazione di Enrico Zaninotto
La nostra civiltà sembra averci portato ai limiti di una soglia finora inconcepibile con implicazioni nella sfera politica, del lavoro e dell’educazione. Ad esempio, ci ricordiamo forse del bipolarismo tra capitalismo e comunismo? Tutto è stato travolto dalle innovazioni del capitalismo globale. E di come era il livello dei nostri computer solo qualche decina di anni fa? La comunicazione, la finanza, i consumi, gli armamenti, la costruzione giovanile del comportamento…
tutto è andato cambiando in tempi rapidissimi (Stefano Fantoni)
Nel passato, nella cultura agricola, tutto avevo il suo ritmo. La semina, la crescita, il raccolto, il mungere le vacche, la preparazione dei campi… Oggi nel mondo industriale tutto dev'essere fatto più velocemente a causa della competizione e della pressione per produrre una redditività sempre maggiore. L’uomo quasi non conta più, importa solo la forza e la velocità del lavoro. Nell'industria 4.0 si cerca di sostituire l’uomo con i robot, e se il lavoro umano viene ancora richiesto, l’uomo viene ridotto alla dimensione di un robot (Notker Wolf)
Prefazione di Francesco Pederiva
Un reportage sull’ecumenismo visto da un cattolico non specialista, ma conquistato dalla causa dell’unità cristiana e del dialogo con le fedi viventi. L’autore, fra i primi e più attivi promotori del SAE (Segretariato per le attività ecumeniche), rivive decenni di impegno, a partire da una prospettiva di fede, ad accogliere le diverse conoscenze e a tentare di comporle in una sintesi armonica. Si vede così l’ecumenismo attraversare con il suo passo, talvolta spedito e spesso zoppicante, le diverse stagioni, dalla disciplina monocorde degli anni ’40 e ’50 al pluralismo degli ’80 e ’90, alle inquietanti domande della post-modernità. Nella percezione di chi scrive, il territorio dell’ecumenismo è costellato di panorami e scorci inattesi, tali da trasfigurare i volti 'alieni' delle altre confessioni e le parole 'straniere' delle altre religioni fino all’approdo in un limpido orizzonte familiare, forse suscettibile di conferire ricchezza e respiro anche alla ricerca di senso della vita.
Tommaso Moro è stato, nel XVI secolo, uno degli uomini più potenti dell’Inghilterra. Apparentemente lontano dalla 'perfezione evangelica' che veniva identificata comunemente con la condizione del monaco celibe, povero e obbediente ai superiori: era infatti sposato, padre di figli, proprietario di terre e secondo in autorità soltanto al re. Eppure... Eppure, quando Enrico VIII gli chiede di rinunziare ai dettami della coscienza per la ragion di Stato, Tommaso non ci sta: accetta di perdere il potere, le proprietà, la famiglia e persino la vita pur di non tradire ciò che riteneva essere il progetto divino sull’umanità. Con ciò diventa non solo un santo canonizzato dalla Chiesa cattolica, ma un esempio universale di 'libertà nel mondo'. La vicenda – e le sue implicazioni teologiche – sono magistralmente evocate in questo aureo libretto di Hans Küng, certamente uno dei massimi teologi 'ecumenici' contemporanei: le condanne da parte del Vaticano non hanno impedito che i suoi numerosi libri (tra cui la trilogia Ebraismo, Cristianesimo, Islamismo) siano stati tradotti in decine di lingue.
Moltissime visioni della monaca di Dresda sono state confermate dai fatti storici: avvicendamenti politici, la conversione della Russia, l’elezione al soglio papale di Ratzinger, lo strapotere della scienza, l’inquinamento che ci sta uccidendo e la reggenza, che sta per imporsi o si è già imposta, della gerarchia di Satana su questo mondo.
Preparatevi ad essere proiettati in un elenco drammatico di turbamenti della terra, predetti fino quasi al Tremila. Ma soprattutto, preparatevi a fronteggiare i 6666 giorni di buio, ovvero la dominazione sul mondo degli uomini di Satana. Si sono già insediati o stanno per insediarsi?
Questa breve riflessione sulla bestemmia vuole essere un richiamo ad arrestare il dilagare del vizio di pronunciare oltraggio contro Dio e il suo Creato. Ogni bestemmia è una ferita procurata al cuore di Dio Padre ed è una spinta in più sulla via delle tenebre. È dunque imperativo rinunciarvi e contribuire a sradicarne la pratica.
“La bestemmia è il peccato più enorme fra tutti” (S. Tommaso D’Aquino).
Queste poche pagine trattano delle cose ultime", e sono state scritte per offrire qualche risposta ai fondamentali interrogativi dell'uomo sull'aldilà. "
La riconciliazione è il rinnovo di quell’alleanza che Dio ha fatto con l’uomo. Cristo ne rappresenta il “contratto” più credibile, perché è morto per riconciliarci con il Padre.
Quando riflettiamo sui temi della conversione, della Penitenza, come altresì sui luoghi della sua celebrazione, abbiamo l'occasione di gridare ad alta voce che "tutto è grazia".
Questa pubblicazione, che raccoglie alcuni interessanti testi sul sacramento della Riconciliazione e sulla sua celebrazione, costituisce un valido strumento per la catechesi, per la vita spirituale e per le scelte di fede che di giorno in giorno siamo chiamati a operare per la nostra salvezza e santità di vita.
Giuseppe Falanga, teologo, è responsabile delle pubblicazioni scientifiche della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale di Napoli. E' redattore della rivista Liturgia, organo del Centro di Azione Liturgica (Cal.) Ha pubblicato saggi di teologia liturgica e dogmatica.