
Filosofia e teologia hanno qualcosa da dirsi? Klaus Hemmerle ne è profondamente convinto, sì da condurre un dialogo appassionato e illuminante tra le due discipline. Negli scritti qui proposti se ne rintracciano le orme in una ricerca che ci conduce dal dialogo tra sacro e pensiero, a quello tra verità e testimonianza, alla questione del tempo e della Trinità, del rapporto tra verità e amore, fino alla domanda del pensare e del suo relazionarsi con l'evento della Rivelazione e con la fede. Salvaguardando la necessaria autonomia di filosofia e teologia, Hemmerle ne esalta insieme la complementarietà e attraverso un atteggiamento di pensiero che cura il dettaglio e guarda tutta la realtà circostante senza prendere nulla per già noto e conosciuto ci offre uno strumento che può ridare slancio sia alla filosofia che alla teologia, affinché si rimettano in gioco per offrire risposte alla cultura odierna. Il volume, che accanto alla selezione dei testi ne vuole offrire anche una lettura organica, è una novità nelle ricerche hemmerliane in ambito italiano. Per tale ragione esso si pone all'interno della collana "Per-corsi di Sophia" quale strumento di riflessione e approfondimento di alcune linee di ricerca dell'Istituto.
Gregorio di Nissa (335 ca.-394 ca.) affronta nel trattato Ad Ablabium un aspetto fondamentale della dottrina cristiana sul mistero della Trinità: come sia possibile che le tre divine Persone siano Uno e che un Dio sia tre Persone, ovvero come si possa affermare che esistono tre ipostasi in Dio, ma al tempo stesso un’unica sostanza. Nell’interpretazione del problema Gregorio di Nissa arriva ad una soluzione di grandissima ricchezza teologica: compara la natura divina con quella umana, evidenziando come mentre gli uomini agiscono ciascuno per proprio conto, per cui tre uomini sono effettivamente tre, l’attività delle tre Persone divine è una e unica, per cui pur essendo tre sono una. Giulio Maspero dedica il presente saggio all’analisi teologica dello scritto nisseno, corredando il commento con una nuova traduzione del testo.
IL CRISTOCENTRISMO HA COME OGGETTO DI RIFLESSIONE CRISTO E IL SUO SIGNIFICATO SALVIFICO PER L UMANITA.
L'opera teologica di Hans Waldenfels, nel vasto e pluriforme panorama della teologia fondamentale contemporanea, si accredita soprattutto per due motivi: da un lato, come pochi altri, egli ha saputo recepire in forma integrale e creativa il contenuto dottrinale e ispirativo della Costituzione dogmatica del Vaticano II Dei Verbum sulla divina rivelazione, sviluppando in particolare quella proposta di teologia "contestuale" che lo ha reso celebre a livello internazionale; dall'altro lato, innestando la sua riflessione sulle linee-forza del magistero conciliare, Waldenfels si è impegnato, in modo coerente e omogeneo, a svilupparne la prospettiva in relazione alla quaestio di fatto via via resasi più urgente nel post-concilio in riferimento al tema della rivelazione: il pluralismo delle religioni, come, in un famoso intervento del 1996, ha sottolineato con decisione l'allora cardinale J. Ratzinger. Per questi motivi la teologia di Waldenfels costituisce un importante e per certi versi imprescindibile punto di confronto per chiunque voglia oggi approfondire seriamente la teologia delle religioni e del dialogo interreligioso. La ricerca svolta con puntiglio, rigore e apertura d'orizzonti da Vincenzo Di Pilato offre in queste pagine un'esaustiva ricostruzione analitica che va di pari passo con un'acuta valutazione sintetica dell'intera opera di Waldenfels, privilegiando l'interesse per l'incontro tra la rivelazione cristiana e le grandi tradizioni religiose dell'umanità, e insieme propone un'opera originale, a partire dal confronto cordialmente sintonico e scientificamente critico con la ricostruzione e l'analisi delle molteplici articolazioni del pensiero di Waldenfels. Di Pilato offre così un quadro vasto e convincente in cui trovano adeguata sistemazione le tematiche di una collocazione teologica persuasiva e pertinente delle religioni nella storia della salvezza alla luce dell' ephdpax cristologico, di una criteriologia incisiva e produttiva per il loro corretto discernimento, di una delineazione coerente e significativa dell'identità per sé dialogica della missione ecclesiale.
Una sintesi nuova e originale della persona umano-divina di Gesù e della sua coscienza
Per il credente, il farsi carne del figlio di Dio è luogo storico-salvifico ed escatologico che ha reso possibile la piena comprensione del valore della corporeità, e da Cristo e in Cristo il corpo è anche il luogo del farsi della Chiesa, nuova umanità. Scegliendo il corpo come luogo teologico della sua indagine, lo studio propone diversi itinerari disciplinari che, nella circolarità tra presupposti antropologici ed esiti teologici (ed ecclesiologici, in particolare) prospettino una rinnovata comprensione del compiersi del corpo ecclesiale.
Una 'summa teologica' del pensiero di Klaus Hemmerle su Dio uno e trino.
In questo volume si raccolgono i contributi esposti in due convegni, realizzati dall'area di ricerca SEFIR, rispettivamente su Istanze epistemologiche e ontologiche delle scienze informatiche e Istanze epistemologiche e ontologiche delle scienze biologiche. I due eventi, pensati e realizzati come parti integranti di un unico programma di ricerca interdisciplinare, hanno espresso l'intenzione di sollecitare alcuni esponenti delle scienze informatiche e biologiche a mettere in luce questioni e temi di carattere epistemologico e ontologico che emergono nel loro procedere conoscitivo e di stabilire un dialogo costruttivo con altre discipline che toccano anch'esse il significato del reale, quali la filosofia e la teologia. In un panorama culturale sempre più sensibile alla relazione sinergica tra scienze naturali e teologia, si offre al lettore questo testo nella convinzione di poter stimolare e arricchire la propria personale riflessione.
Fino al IV secolo la filosofia non si era fermata su quella che è l'esistenza personale: partita esaminando l'esterno, la natura, le cose, in seguito aveva elaborato un duplicato del mondo sensibile con un altro mondo, che di quello sensibile era l'archetipo e il modello. Senza dubbio, i dotti e i sofisti si erano occupati pure del problema umano; ma non avevano notato che il mondo interiore differisce da quello esterno in maniera essenziale, e lo avevano descritto desumendo la terminologia dal mondo della natura o da quello dell'astrazione. Quando sorsero le polemiche sulla Trinità e sul Logos incarnato, si dovette tradurre la fede degli apostoli con il linguaggio dei Greci, che era diventato il linguaggio della gente istruita, e si dovettero attribuire significati nuovi a sostanza, ipostasi, natura, persona, relazione. In tale contesto si sviluppa il pensiero di Gregorio di Nissa, che diede alla relazione il significato interiore che oggi anche noi vi attribuiamo. Insieme all'approfondimento del significato dei nomi divini di Padre, Figlio e Spirito, e quindi delle relazioni immanenti alla natura divina, egli diede significato alla dimensione interiore dell'essere umano creato a immagine di Dio: come in Dio vi sono relazioni eterne e immutabili, così nell'uomo e nella donna le relazioni acquistano la prospettiva di una dimensione che li muta interiormente, li nobilita o li appesantisce, li manipola o li divinizza. Lo studio qui presentato offre una disanima delle correlazioni presenti nel padre cappadoce tra lo sviluppo della teologia trinitaria e l'analisi dell'interiorità umana, fino a identificare un prima e un dopo rispetto alla scoperta dell'amore eterno che unisce e distingue il Padre e il Figlio nell'essenza dell'unico Dio, fino alla formulazione di un'antropologia trinitaria.
«Un comandamento nuovo vi do: che vi amiate gli uni gli altri; come io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri» (Gv 13, 34). Il comandamento nuovo rappresenta la caratteristica specifica e la novità più profonda di tutto l’ethos cristiano e, addirittura, il suo «vertice» (cf. MD 7). Come mai, allora, esso non è trattato in maniera chiara e ampia nella riflessione teologica tanto che si potrebbe dire che questo specifico comandamento di Gesù sia passato quasi inavvertito lungo i secoli? Convinti della sua centralità e della sua importanza per la vita cristiana, il libro analizza questo studio sul pensiero di Chiara Lubich e sulla sua proposta di vita centrata sulla prassi del comandamento nuovo. Da questa prospettiva è possibile prendere, poi, spunto per approfondire il valore di tale comandamento come fondamento per un possibile orientamento esistenziale.
La questione antropologica è oggi più che mai urgente in tutti gli ambiti. Che cosa è l'uomo? Meglio, chi è l'uomo? Varie sono le risposte, spesso tra loro inconciliabili. Eppure il presente e il futuro dell'uomo, nonché del pianeta in cui vive, dipendono non poco dalle risposte di cui si occupa l'antropologia teologica. In tale orizzonte il volume presenta in particolare il pensiero di Chiara Lubich, offrendo alcune novità dal punto di vista metodologico e contenutistico. Dopo un'introduzione sulla persona e l'opera letteraria della Lubich, vengono esaminati i contenuti più importanti della sua concezione antropologica, alla luce della specifica metodologia dell'autore: una "metodologia dall'interno", che si differenzia da quelle che la tradizione teologica ha definito "dall'alto" o "dal basso". Ne deriva la constatazione di quanto pertinente sia per l'antropologia della Lubich l'attributo a essa associato di "trinitaria".
Quale contributo la Chiesa con il suo messaggio di "Unità" può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno? Il titolo della ricerca si ispira a un'espressione usata da Agostino per spiegare il passo del Vangelo giovanneo, dove viene interpretata simbolicamente la tunica di Gesù: "Essa è senza cucitura, così che non si può dividere; e tende all'unità, perché raccoglie tutti in uno". Clemenzia analizza pertanto nel pensiero di Agostino la categoria teologica dell'unità in riferimento alla Chiesa. Si vuole rispondere in questo modo a un duplice interrogativo: quale contributo la Chiesa può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno, con il suo stesso esserci? Quale significato di "unità" scaturisce dall'essere della Chiesa, a partire da un pensatore classico come Agostino? Un contributo utile al contesto sociale contemporaneo segnato dalla globalizzazione che ha determinato una dolorosa frattura tra locale e globale, tra culture e tra Paesi ricchi e Paesi poveri.