
Il difficile rapporto con il cibo, la possibilità di apprezzarlo senza diventarne schiavi, e il digiuno come via di ascesi.
Gregorio il Sinaita, vissuto a cavallo fra il XIII e il XIV secolo, è una tra le più luminose figure di santi della Chiesa ortodossa, colui che iniziò, sulla Santa Montagna dell'Athos in Grecia, la pratica dell'esichia, cioè la preghiera profonda e ininterrotta che Gesù stesso chiede nel Vangelo. I suoi scritti sono ben conosciuti, mentre la Vita rimaneva inedita in italiano. È una testimonianza preziosa, perché giunge dalla viva voce del monaco Callisto, che fu discepolo del santo bizantino, e visse per lunghi anni a strettissimo contatto con lui. Le opere e gli insegnamenti di san Gregorio il Sinaita non perdono nulla della loro freschezza originaria, anzi si rivelano particolarmente attuali, nel presentare una figura di eremita che si sposta da un luogo all'altro, che non disdegna un rapporto sano e fecondo con la società e che propone la preghiera come via privilegiata per attuare in pienezza la Grazia battesimale.
Dom Lambert Beauduin (1873-1960) è stato un personaggio capitale per la storia monastica e per la vita della Chiesa del XX secolo. Personalità vivace e in un certo senso profetica, fu monaco di grande attività soprattutto in ambito liturgico e nella particolare attenzione che ebbe verso l’ecumenismo. Fondò l’abbazia di Chevetogne in Belgio, l’unica con la particolarità di possedere due chiese, una chiesa di rito latino e l'altra di rito bizantino. Un’occasione per approfondire la conoscenza di una figura innovativa, a tratti anche scomoda, che ha comunque segnato la vita della Chiesa.
Il mondo invoca costantemente la pace, che in questi tempi difficili sembra sempre più un miraggio. Ma il cristiano sa bene che la pace vera è dono di Cristo e che, per ottenerla, è necessario un cuore purificato e totalmente aperto all'amore salvifico del Figlio di Dio. Questo è l'insegnamento dei nostri padri nella fede: essi, infatti, non sono mai venuti meno alla loro fedeltà al signore, nemmeno durante le più violente persecuzioni. I Padri della Chiesa hanno esplorato in particolare la pace del cuore, cercandola e trovandola nella scrittura e nella tradizione della Chiesa. Questo libro propone di ripercorrere le loro orme, affinché possiamo anche noi cercare e infine trovare il riposo nel cuore dell'agnello immolato vincitore del Male.
il volume contiene il resoconto di una disputa teologica intorno alla liberta e alla tramontabilita di dio, svotasi del 1471 tra il card.bessarion e i suoi colleghi.testo in latino edizione 1997.
il volume e`il primo tentantivo di ripensare la filosofia francescana nell ottica della filosofia moderna. Diviso in due parti, il volume tratta della metafisica del pensiero e del problema dell io. Edizione 1999
l opera comprende gli atti del congr. Intern. Celebrato nel vii cent. Della morte di s.bonaventura, fondatore della scuola francescana. Si tratta di tre volumi con saggi, scritti e racconti del santo. Edizione 1976.
UN TENTATIVO ARDITO E BEN RIUSCITO DI PORRE IN TERMINI CRITICI IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA E DI OFFRIRNE LA SOLUZIONE, FACENDO RIFERIMENTO ALLA FILOSOFIA DI SAN BONAVENTURA. EDIZIONE 2000.
Il volume offre, a studiosi e a cultori di cristologia, uno sguardo attento e ben documentato sul dibattito contemporaneo su Gesu, affrontando in principal modo la questione dell'identita messianica di Gesu. L'Autore analizza, con uno stile chiaro e scorrevole, una delle questioni centrali della cristologia, ossia l'identita messianica di Gesu. L'argomento viene sviluppato a partire dalla tradizione neotestamentaria, soprattutto dai vangeli di Marco, Matteo e Luca, e offre nuovi impulsi al dibattico contemporaneo su Gesu.
L'Autore espone la ricchezza e profondità dei contenuti teologico-spirituali presenti nei vari Scritti del Santo di Assisi rintracciati alla luce degli attributi divini con i quali Francesco designa Dio nella Lauda. Appare innovativo, nel panorama degli studi francescani, come l'Autore, esaminando caratteristica formale, influssi e linguaggio del testo, svela l'uso attento, da parte di Francesco, di figure retoriche, atte a rendere il testo della Lauda non soltanto espressione della sua fede ardente, ma anche idoneo dal punto di vista formale.

