
Con il termine "anima" la teologia cristiana, riprendendo alcune acquisizioni della cultura biblica e della filosofia greca, ha voluto salvaguardare l'identità singolare dell'essere umano e la sua destinazione a superare la morte. Negli ultimi decenni, alcuni orientamenti delle neuroscienze hanno invece ritenuto che anche la dimensione "spirituale" degli esseri umani sarebbe espressione di processi neuronali. Il libro si confronta con questi orientamenti per verificare se quanto la tradizione ci ha lasciato in eredità sia da abbandonare o non piuttosto da interpretare come utile strumento per riaffermare l'originalità dell'essere umano tra i viventi. L'obiettivo che l'autore si prefigge è anzitutto metodologico: di fronte al fenomeno umano qual è la spiegazione che meglio corrisponde all'aspirazione al trascendimento che anche la cultura e la tecnica testimoniano? Il confronto si sviluppa a partire dai grandi pensatori del passato - in particolare Tommaso d'Aquino - e dalla ricerca esegetica attuale.
Com’è possibile che il cristianesimo sia davvero una religione universale? Quali sono i processi e gli stili dell’evangelizzazione? In modo pionieristico e profetico, nell’immediato secondo dopoguerra, il teologo parigino Jean Daniélou traccia in questo saggio orizzonti e criteri che mantengono intatta la loro attualità. Incarnazione e redenzione, Pentecoste e Parusia, storia e mistero e altre tensioni generative che innervano la storia della salvezza vengono esplorate con il piglio dell’intellettuale e con l’ardore del missionario. Una raccolta di meditazioni nate all’interno dell’esperienza del Circolo san Giovanni Battista, di cui Daniélou fu instancabile animatore per decenni. L’affresco di una teologia della missione che già all’epoca delineava il nascente volto di un cristianesimo in India, in Cina, in dialogo con religioni e culture mondiali.
Jean Daniélou (1905-1974), cardinale francese, è stato tra i maggiori teologi del Novecento. Nel catalogo Morcelliana ricordiamo, di Daniélou, Il mistero dell’avvento, I Vangeli dell’infanzia, Saggio sul mistero della storia e, di G. Pasquale, Jean Daniélou.
Il volume raccoglie, per la prima volta in edizione italiana, le meditazioni di Romano Guardini sullo Spirito Santo. In queste pagine, che abbracciano un ampio arco cronologico (1933-1952), l'autore ne indaga la natura, il ruolo nella Rivelazione e nel mistero della Pentecoste, la presenza discreta e costante nella storia. Nel Libro della Genesi, lo Spirito aleggia sulle acque al momento della creazione, quando ancora la terra è "desolata e vuota"; è il respiro di Dio dal quale proviene all'uomo la vita. Da allora, è stato ed è presente in ogni momento nelle vicende del mondo, è principio generativo senza cui nulla è possibile: la vita delle creature, la fede, la preghiera. Con uno stile narrativo, a tratti poetico, l'autore offre uno strumento prezioso per esplorare le dimensioni fondamentali dello Spirito Santo, che "opera in modo che, più le cose sono nelle mani di Dio, più diventano se stesse".
Nella società attuale l'idea cristiana di Dio sembra aver perso ogni potenziale di provocazione, condannata all'indifferenza e all'inattività. è necessario liberarla da tutto ciò che, nel corso di secoli, l'ha paralizzata fino a soffocarla per conferirle un senso nuovo e riscoprirne le implicazioni per l'esistenza. L'autore propone allora, sulla base del Vangelo di Giovanni, l'idea che Dio è de-coincidenza: non può essere ridotto al dogma o all'ideologia, lo si può pensare solo disfacendo ogni definizione, ogni significato attribuitogli dalla tradizione, per intenderlo invece come l'apertura da cui scaturisce l'inaudito. Questo genera inevitabilmente nel pensiero un senso di vertigine. Come noi viviamo solo se de-coincidiamo dal già vissuto, se apriamo nella nostra vita nuovi "possibili", così Dio è vita se è de-coincidenza.
I saggi qui raccolti, alcuni dei quali inediti, delineano una proposta metodologica per l'interpretazione dei testi biblici e rispondono agli interrogativi sul senso della teologia nella vita cristiana. In un'epoca in cui molti teologi si domandavano se fosse legittimo applicare metodi storico-critici alla lettura della Bibbia, Romano Guardini offriva un contributo lungimirante, che si mantiene attuale anche a distanza di quasi un secolo. Confrontandosi con Anselmo di Canterbury e Karl Barth, attraverso temi quali la creazione e il rapporto tra mito e Sacra Scrittura, l'autore dimostra che quest'ultima è un testo insieme sacro, spirituale e storico. La Rivelazione si rivolge a ogni persona e a ogni tempo, al singolo nella sua unicità e all'umanità intera. In linea con il motto anselmiano Credo ut intelligam, credo per poter comprendere, solo con gli occhi della fede è possibile leggere la Bibbia in maniera autentica, quale «messaggio dall'eternità di Dio al presente». Romano Guardini (1885-1968) è stato uno dei protagonisti della storia culturale europea del sec. XX. Presso la Morcelliana è in corso di stampa l'Opera Omnia.
Se celebri sono le indagini di Guardini sull'Angelo in Dante, Dostoevskij, Rilke, gli scritti da lui dedicati alle origini dell'angelologia giudaico-cristiana non erano mai stati raccolti. Dall'Angelo di Giacobbe agli Angeli dei Vangeli, a quelli dell'Apocalisse... Guardini disegna i volti di una figura che appare come l'Altro dell'umano. L'Angelo aiuta l'uomo a essere se stesso proprio indicando - con la sua paradossale presenza - l'invisibile alterità di una mèta, di cui custodisce lo sguardo e il nome. Per Guardini, nell'ascolto della voce silente degli Angeli ne va della vocazione escatologica dell'umano. Un compito certo oggi temerario, cui invita un testo che può ben definirsi un compendio di angelologia biblica. Queste pagine sono anche il presupposto per disporsi all'interrogazione di quei poeti che, come suggerisce Guardini, meglio hanno saputo ascoltare quella voce. Prefazione di Silvano Zucal.
In occasione della proposta avanzata in Vaticano dalla Curia Generale dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi per il riconoscimento di "Dottore della Chiesa" per santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), molti studiosi e specialisti del pensiero della filosofa hanno convogliato le proprie energie e ricerche - coordinati dallo studioso Francesco Alfieri - con l'obiettivo di analizzarne gli scritti per mettere in risalto la sua "eminente dottrina", requisito indispensabile per l'ottenimento del riconoscimento di Dottore della Chiesa. Dalle ricerche contenute in questo fascicolo emerge che la Stein non sia morta il 9 agosto 1942 nel campo di sterminio di Auschwitz, ma che sia sopravvissuta un altro anno in questo campo di sterminio, e quindi che sia morta nel 1943: una rivelazione fondamentale, che apre a nuove e inesplorate piste di ricerca sugli studi steiniani.
Guardini ebbe per tutta la vita una frequentazione assidua del testo biblico, in vista della predicazione nella liturgia, della ricerca teologica e della proposta educativa. I due scritti qui pubblicati per la prima volta in lingua italiana, L'amore nel Nuovo Testamento e La fede nel Nuovo Testamento, testimoniano questo suo accostamento diretto e profondo alla sacra Scrittura, in un'epoca nella quale per i cattolici non era per nulla abituale. Lo sguardo del pensatore tedesco, formatosi alla scuola di Agostino, di Bonaventura e di Pascal, scorge nei testi neotestamentari un filo rosso costante: l'amore.
Oggetto di notevole attenzione e di accesi dibattiti nel pensiero filosofico e teologico fino al XIX secolo, il tema del miracolo sembra esseri eclissato nella filosofia e nella teologia contemporanee. La progressiva secolarizzazione della prima e la pressione esercitata dal naturalismo sulla seconda hanno fatto apparire questo tema come superato e imbarazzante. Eppure, la credenza in quello che Goethe ha definito "il figlio più caro della fede" è ben lungi dall'essere tramontata anche nelle società occidentali e non tutti i filosofi e i teologi contemporanei trascurano di riflettere sul miracolo. Per mezzo di un sintetico sguardo storico al dibattito filosofico e teologico sul miracolo e di un'analisi dei principali problemi teorici che esso solleva nella filosofia della religione contemporanea, questo libro intende mettere in luce la significatività e l'importanza di questo tema per tutti quelli che hanno un interesse intellettuale e esistenziale nei confronti della religione.
Sebbene le scoperte scientifiche e i progressi della tecnica illudano l'uomo di essere padrone della propria esistenza, egli è continuamente posto di fronte all'imprevedibile. Il mistero della realtà ci provoca a pensare per tentare di comprenderlo: quanto ci è dato vivere viene dal caso, dal destino o dalla Provvidenza? Il volume interroga la storia della fede e del pensiero per risalire alle origini filosofiche e bibliche dell'idea di Provvidenza. è un invito a riflettere sul rapporto tra azione divina e avvenimenti determinati da scelte umane, tra miracolo e leggi di natura, tra cura di Dio per le creature e presenza nel mondo del male. In prospettiva cristiana, sentirsi parte di un disegno diventa allora, da limite, occasione per realizzare se stessi nell'affidamento all'Altro.
Scrive Cacciari nell'Avvertenza: «Nessuno come Van Gogh ha visto la tragica letizia del colore, l'immortalità della cosa nell'estremo della sua facies patibilis, la sua eternità in uno con la sua natura terrestre. Solo nutrendosi di essa il nostro esserci può credersi indistruttibile». Un viaggio attraverso l'opera - i simboli, i paesaggi, gli autoritratti, gli oggetti dipinti, i colori - di uno dei pittori più amati, commentata dal filosofo e illustrata con ampio apparato di immagini.