
Una discussione ad alto livello sulla controversa lezione tenuta a Ratisbona da Benedetto XVI: quale rapporto tra fede e ragione? tra religione e violenza? tra le diverse religioni mondiali?
Dalla quarta di copertina:
La lezione che Papa Benedetto XVI ha tenuto a Ratisbona ha ricevuto una grande eco in tutto il mondo e provocato accese discussioni. Il suo significato sta nell’importanza delle questioni che solleva: qual è il rapporto tra fede e ragione, tra religione e violenza? In quali rapporti stanno le diverse religioni e come si manifesta la religiosità nel nostro mondo occidentale? Una discussione ad alto livello. Knut Wenzel ha raccolto le principali prese di posizione che il discorso del Papa ha suscitato fra teologi e filosofi di rilievo internazionale. Il libro riflette così in modo completo l’ampiezza dei toni registrati nella discussione.
AUTORI:
Kurt Flasch, dal 1970 al 1995 professore di storia della filosofia all’istituto di filosofia dell’università della Ruhr a Bochum.
Jürgen Habermas, dal 1971 al 1983 direttore del Max Planck Institut per la ricerca sulle condizioni di vita nel mondo tecnico-scientifico; dal 1983 al 1994 professore di filosofia all’università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte.
Wolfgang Huber, professore, vescovo della chiesa evangelica di Berlino - Brandeburgo - Lusazia superiore, presidente del Consiglio della chiesa evangelica tedesca (EKD).
Walter Kasper, cardinale, è stato professore di dogmatica alla facoltà di teologia cattolica dell’università di Münster prima e di Tubinga poi; dal 2001 presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani.
Aref Ali Nayed, è stato docente ospite al Pontificio Istituto di studi arabi e d’islamistica e attualmente è consigliere del Cambridge Inter-Faith Programme della facoltà di teologia dell’università di Cambridge (Gran Bretagna).
Magnus Striet, professore di teologia fondamentale presso la facoltà di teologia cattolica dell’università Albert Ludwig di Friburgo.
Knut Wenzel, professore di teologia sistematica all’università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte.
Uwe Justus Wenzel, dottore in filosofia, redattore della pagina culturale (ambito di competenza le scienze umane) della Neue Zürcher Zeitung.
Edizione italiana a cura di Flavio Dalla Vecchia
Uno strumento fondamentale per lo studio delle origini cristiane. L’Autore analizza il Nuovo Testamento per svelare le strategie messe in atto onde illustrare il mistero di Cristo sfuggendo al pensiero gnostico. E fa luce su alcuni aspetti del pensiero di Paolo e Giovanni che, in qualche misura, hanno subito l’influsso del linguaggio e dell’immaginario gnostici.
Dalla quarta di copertina:
Il dibattito sul rapporto tra il Nuovo Testamento e la gnosi, intesa come movimento o come sistema concettuale, anima da tempo la ricerca sulle origini e sullo sviluppo della teologia cristiana. Dibattito reso ancor più intenso con le scoperte di Nag Hammadi che hanno permesso di accedere a testi gnostici ebraici e cristiani.
Con un contributo documentato e ampio, il lavoro di Schmithals – qui presentato in edizione italiana, che aggiorna quella tedesca – aiuta a definire i termini del problema, le sue radici storiche e soprattutto illumina circa i risultati della ricerca contemporanea.
Il lettore è invitato a percorrere il Nuovo Testamento scoprendo le strategie messe in atto dai suoi autori per illustrare il mistero di Cristo. Pur dimostrando che il Nuovo Testamento non include alcuno scritto gnostico, Schmithals riesce in modo convincente a scoprire tra gli avversari di Paolo esponenti di tale dottrina allo stato nascente, facendo luce inoltre su aspetti del pensiero paolino e giovanneo che, in misura maggiore o minore, hanno subito l’influsso del linguaggio e dell’immaginario gnostici.
Uno strumento fondamentale per lo studio delle origini cristiane.
Assistiamo oggi al diffondersi di testi – alcuni dei quali sono autentici best-seller – che propagano l’ateismo e intentano un attacco alla religione. L’autore del presente saggio, teologo nordamericano profondo conoscitore di questa letteratura, espone in modo puntuale i tratti caratteristici di questo fenomeno “nuovo”, avvicinandone con rilievo critico le tesi principali e i punti problematici.
Dalla quarta di copertina:
«È un fenomeno facilmente osservabile nelle librerie e sulla stampa: si vanno diffondendo libri che propagano l’ateismo e intentano un attacco diretto alla religione, in particolare al cristianesimo, raggiungendo anche tirature da best-seller.
Il merito del libro del teologo nordamericano di Washington, John Haught, è di conoscere la varia letteratura in materia, soprattutto di lingua inglese (anche digitale), ma di concentrarsi sui libri più completi e più diffusi di questa tendenza, e precisamente L’illusione di Dio (2006) di Richard Dawkins; La fine della fede (2004) di Sam Harris; Dio non è grande (2007) di Christopher Hitchens.
La concentrazione sui testi principali, nel contesto di altri scritti, ampiamente citati, permette al teologo di svolgere una trattazione essenziale e puntuale, espositiva e critica, delle tesi principali di questo fenomeno».
dall’Editoriale
Due importanti contributi scientifici atti a favorire quella conoscenza della storia e delle istituzioni di Israele, attraverso cui è possibile accedere in modo consapevole, intelligente e critico alle pagine della Bibbia.
Edizione italiana a cura di Gianni Francesconi.
Dalla quarta di copertina:
Questa Breve storia di Israele risulta dall’unificazione di due contributi (Una storia di Israele e Le istituzioni religiose in Israele) che gli autori hanno scritto per il Nuovo Grande Commentario Biblico, edito da Raymond Brown, Joseph Fitzmyer e Roland Murphy, e pubblicato in lingua italiana nel 20022 dall’editrice Queriniana.
Lo scopo del libro è di favorire la conoscenza della storia e delle istituzioni di Israele e, attraverso di esse, un accostamento più profondo e critico alla Bibbia per un pubblico di lettori e lettrici più vasto rispetto a quello che può accedere al Grande Commentario.
Alla comprensione critica dei testi della Scrittura è infatti di grande utilità il poterli collocare nel contesto storico e culturale a cui essi fanno riferimento. La ricostruzione, qui operata sulla base degli studi più recenti, della complessa vicenda storica del popolo ebraico, nelle grandi linee della sua evoluzione, come pure nelle forme e nei significati delle sue istituzioni caratterizzanti, può essere uno strumento prezioso per approfondire anche i significati della Parola stessa, che si manifesta e si radica nella vita concreta di un popolo e plasma gli aspetti comunitari del suo cammino.
Il contributo di Karl Rahner alla comprensione cristiana del morire e della morte, oggi imprescindibile per uno studio dell’antropologia teologica e dell’escatologia cristiana, in due trattati dal valore esemplare, divenuti dei “classici”: Sulla teologia della morte (1958) e Il morire cristiano (1976).
Dalla quarta di copertina:
«È noto il contributo dato da Karl Rahner alla comprensione cristiana del morire e della morte. Innanzitutto un trattato dal titolo Sulla teologia della morte (1958) e successivamente una più essenziale e breve trattazione dal titolo Il morire cristiano (1976), inserita nel “Nuovo corso di dogmatica come teologia della storia e della salvezza”, Mysterium Salutis, quale saggio introduttivo all’escatologia, che ora proponiamo in nuova edizione italiana in quanto rappresenta ormai un piccolo classico nella storia dell’escatologia e dell’antropologia filosofica e teologica».
dall’Editoriale
Il laico Habermas, uno dei più autorevoli pensatori del nostro tempo, ha mostrato di apprezzare il rilievo sociale delle religioni e di riconoscere i limiti di certa razionalità illuministica. Questo saggio offre un breve quadro complessivo del pensiero del filosofo e sociologo tedesco e ricostruisce in termini critici il suo modo di porsi di fronte alla questione religiosa.
Dalla quarta di copertina:
Jürgen Habermas, uno dei più autorevoli filosofi e sociologi del nostro tempo, dopo un lungo percorso teorico rigorosamente laico, guidato dal postulato dell’ateismo metodico, si è segnalato soprattutto nell’ultimo decennio per significative aperture alla religione, culminate nella discussione pubblica del 2004 con l’allora cardinale Joseph Ratzinger. Importante è il riconoscimento del perdurante rilievo sociale delle religioni e del contributo che i cittadini credenti possono dare al dibattito politico nella nuova temperie della società postsecolare, non più egemonizzabile da posizioni razionalistiche. Ma ancor più rilevante è l’ammissione dei limiti della razionalità laica e della possibile verità delle credenze religiose.
In questo libro si offre un breve quadro complessivo del pensiero di Habermas e si ricostruisce puntualmente il suo confronto con la questione della religione, rimarcandone sia i pregi sia le irrisolte difficoltà.
In un contesto di incontro, di scambio e di dialogo fra musulmani e cristiani, nei primi sorgono spesso delle domande circa la fede e la vita dei secondi. Quelle domande trovano una risposta teologica in questo libro, che si incarica di chiarire le rispettive posizioni di chiesa e moschea, offrendo un aiuto eccellente per una informazione oggettiva e per potersi orientare.
Dalla quarta di copertina:
L’incontro fra musulmani e cristiani avviene sempre più spesso. Sovente i primi si interrogano sulla fede dei secondi. Lo studio analizza dodici delle più importanti domande e spiega la radice da cui provengono. In esso vengono chiarite le posizioni cristiane a partire dalla teologia cristiana e dall’esperienza di dialogo con i musulmani, e si sviluppano dei tentativi di risposta comprensivi ed equi. In questo modo il volume offre a cristiani e musulmani un aiuto eccellente per orientarsi e una base di partenza per il dialogo comune.
Come individuano le Scritture ebraico-cristiane ciò che costituisce l’essere umano veramente tale e ciò che al contrario lo disumanizza? Un breve trattato sulla concezione biblica dell’uomo, che trova le sue coordinate nella categoria di alleanza e nell’evento dell’incarnazione. Un saggio che illustra la specificità irriducibile della prospettiva biblica nel contesto delle molteplici interpretazioni dell’umano fornite oggi dalla filosofia e dalle scienze.
Dalla quarta di copertina:
Cosa vuol dire essere uomo? Quando l’uomo è veramente essere umano? In cosa consiste la sua humanitas? Cosa fare perché l’uomo sia (o torni ad essere) umano? A queste domande, al centro della celebre Lettera sull’umanismo di Heidegger (1946), l’Autore, teologo e saggista, risponde attingendo alla sapienza biblica.
Ne risulta un breve trattato dell’umanesimo biblico, che trova le sue coordinate nella categoria dell’alleanza e nell’evento dell’incarnazione di Gesù il Cristo, e che viene illustrato nella sua specificità irriducibile nel contesto delle molteplici prospettive interpretative dell’umano.
Il saggio fornisce gli strumenti indispensabili per orientarsi in modo critico nel panorama contemporaneo – complesso, frammentato, talora disorientante – della ricerca sul Gesù storico. Il lettore viene guidato a percorrere le tre fasi successive, corrispondenti a tre diversi paradigmi scientifici, dello studio storico sulla figura del Nazareno. Così da comprendere la necessità e il senso della ricerca incessante del Gesù della storia per chi vuole vivere e testimoniare Gesù nella storia.
Dalla quarta di copertina:
«Vogliamo vedere Gesù!», chiedono all’apostolo Filippo dei Greci timorati di Dio al tempio di Gerusalemme (Gv 12,20). La ricerca del Gesù storico si potrebbe interpretare come la continua ricerca di vedere Gesù lungo la storia. Il presente saggio, nato dalla scuola e per la scuola, serve a chiunque voglia orientarsi nel postmoderno panorama, complesso e frammentato, talora disorientante, della ricerca sul Gesù storico. Da un discernimento critico che si ispira al cambio di paradigma il lettore sarà aiutato a percorrere le tre fasi successive della ricerca: illuminista, kerygmatica e postmoderna. Attraverso vie diverse, divergenti o convergenti, riuscirà a comprendere la necessità e il significato della ricerca incessante del Gesù della storia per vivere e testimoniare Gesù nella storia.
Il saggio è impreziosito da un’appendice di Silvio Barbaglia, di grande attualità: il Gesù della storia nella galassia di internet.
In questo libro viene proposta una rilettura della fede cristiana muovendo dalla riconsiderazione dell’alternativa tra religione e fede, tra la rappresentazione di un dio immaginario e l’adesione al Padre di Gesù. L’approccio è quello di una filosofia della fede che cerca di chiarire, in un linguaggio accessibile, il senso del credere e le sue conseguenze per l’esistenza e per la storia. I temi affrontati riguardano lo statuto antropologico e conoscitivo della fede, l’esperienza umana del tempo, il confronto con la morte, la fisionomia di un cristianesimo fedele che sappia assumere la centralità della risurrezione. Il libro punta a riscoprire quelle evidenze della fede che spesso restano non viste o fraintese per il sedimentarsi nella coscienza collettiva di una serie di ovvietà che sono dette “cristiane” e non lo sono.
Vale la pena di ascoltare la voce interiore della coscienza. La frase «Posso!» per tanto tempo è stata considerata la strada più sicura verso il successo. Una marcia che ha portato alla crisi. Non è logico che sia considerato un modello chi nuoce agli altri, tronfiamente conscio della propria importanza: consumi, mondo del lavoro, educazione, relazioni di coppia, politica, mezzi di comunicazione, scienza – le tentazioni sono grandi, per tutti. La propria coscienza è la migliore consigliera e la protezione più sicura contro le catastrofi.
Un articolato dialogo tra uno dei più noti teologi della morale in Germania e una giornalista e docente universitaria con vasta esperienza e conoscenza della cultura contemporanea.
Questo libro non vuole convertire alla religione (la religione non esiste), né alla fede cristiana. Intende semplicemente informare sui temi controversi del nuovo ateismo. E ricordare che, al di là della ricerca delle scienze naturali, non resta spazio soltanto per congetture a ruota libera, bensì inizia un modo accurato di pensare, di percepire e di distinguere. Pure il polemista che si prefigge di combattere la religione e il cristianesimo dovrebbe prima studiare a fondo i suoi avversari e le loro ragioni.
Descrizione
«Alla domanda “Che cosa è l’uomo? Chi siamo?” non è possibile rispondere in modo soddisfacente con i metodi delle scienze naturali. Ciò non depone contro tali scienze, ma contro l’illusione di ascrivere loro la capacità di spiegare tutto. Pure la giustizia, la pace, la libertà, la colpa e il perdono sono di grande importanza nella nostra vita e nel nostro mondo, ma fuori dalla portata delle scienze naturali» (Richard Schröder).
«Il confronto più lucido con L’illusione di Dio di Dawkins viene dal libro Liquidazione della religione? di Richard Schröder, un teologo che ha alle spalle la spiacevolissima esperienza di sei decenni di società comunista atea della ex DDR» (Hans Küng, Ciò che credo, Rizzoli 2010).

