
Papa Francesco ha scelto come tema per il prossimo Sinodo ordinario dei vescovi il discernimento, indicandolo come operazione urgente nella vita della chiesa e soprattutto nel processo vocazionale.
Ma quali criteri guidano il discernimento spirituale? Come possiamo esercitare il discernimento a livello personale e comunitario? La capacità di discernimento, di scelta, è propria di ogni uomo, ma il discernimento spirituale è un’operazione che ha come protagonista lo Spirito; è un dono dello Spirito di Dio che si unisce al nostro spirito, e come tale va desiderato e invocato dal cristiano.
1. Introduzione
2. Il discernimento negli scritti dell’Antico Testamento. Le due vie. La profezia
3. “Donami un cuore che ascolta”. I libri storici e sapienziali.
Il discernimento nei vangeli. Discernere i segni dei tempi: Lc 12,54-57
4. Il discernimento comunitario negli Atti degli apostoli
5. Il discernimento comunitario negli scritti paolini
6. Il discernimento, dono dello Spirito santo. Discernere Cristo
7. L’esercizio del discernimento. I sensi implicati nel discernimento.
Il primato della Parola. I frutti del discernimento
8. La coscienza. Il discernimento nell’esortazione apostolica “Amoris laetitia”
Sono raccolti gli interventi più significativi del magistero del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, dal suo discorso inaugurale – autentico documento programmatico per un servizio di comunione – fino alla Via crucis composta per papa Giovanni Paolo II e da questi celebrata al Colosseo il Venerdì santo del 1994, passando per tematiche vaste e profonde quali l’ecumenismo, il dialogo con gli ebrei e le grandi religioni del mondo, l’ ecologia e la pace. È la testimonianza di un servizio reso a tutta l’umanità attraverso quello strumento della volontà di Dio che è il ministero del Patriarca ecumenico e, nello stesso tempo, un segno della gratitudine del Monastero di Bose verso Bartholomeos I per la paterna benevolenza e l’amicizia mostrata a più riprese, in particolare in occasione della sua visita a Bose il giorno di Pentecoste del 1994.
Bartholomeos I (Dimitrios Archondonis, nato a Imbros il 29 febbraio 1940), dopo essere stato Metropolita dapprima di Philadephia e poi di Calcedonia, nonché segretario del Santo Sinodo, il 2 novembre 1991 è stato eletto a succedere a Dimitrios come Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico.
Un itinerario di sequela
alla luce del vangelo di Luca
“Chi è Gesù?” è la domanda che, nella sua provocante semplicità, riconduce ogni discepolo alle sorgenti della sua ardente ricerca del volto di Colui che è al cuore dell’esistenza cristiana. È una ricerca che dà forma alla narrazione stessa del Vangelo di Luca, come ci mostrano queste pagine che seguono Gesù nella sua salita a Gerusalemme e che accompagnano i suoi discepoli dapprima lungo le strade della Galilea e della Giudea e poi, ai nostri giorni e nelle nostre vite, aiutano il lettore a discernere il cammino della sequela e i tratti del volto del Signore vivente.
Franco Giulio Brambilla (Missaglia 1949) è presbitero della diocesi di Milano, docente di cristologia e antropologia teologica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, appassionato cercatore della “visione cristiana dell’uomo” anche nel ministero pastorale. Tra le sue pubblicazioni fondamentali ricordiamo Cristo, Pasqua del cristiano; Il Crocifisso risorto e il più recente Esercizi di cristianesimo.
Un’analisi viva del significato ecclesiale dell’eucaristia,
condotta a partire dai riti
e fondata su un’esperienza vissuta del mistero
“È nell’eucaristia, in questo santo dei santi della chiesa, in questa ascesa verso la cena del Signore, verso il suo Regno che si trova la fonte della sperata rinascita della testimonianza cristiana nel mondo”. L’autore offre una sapiente rilettura dei fondamenti teologici della celebrazione eucaristica, riscoprendone così il senso originale e le ricadute esistenziali. L’eucaristia è al cuore della rivelazione cristiana e anticipa il Regno veniente, “è il mistero che mi ha interpellato fin dall’adolescenza – confessa l’autore – e che non ha mai cessato di colmarmi di gioia”.
Alexander Schmemann (1921-1983), presbitero ortodosso, docente di Storia della chiesa all’Institut Saint-Serge di Parigi e poi di Liturgia al seminario teologico Saint Vladimir di New York di cui divenne anche decano, ha contribuito come pochi al rinnovamento e alla diffusione del pensiero teologico ortodosso in Europa occidentale e negli Stati Uniti.
Avere il senso dell’eucaristia,
è sapere che la vita
è più forte di tutto,
che l’amore ha sempre l’ultima parola.
Ogni nostra eucaristia svela, al cuore dell'universo e dell’umanità, la resurrezione di Cristo e annuncia la sua azione salvifica per ogni uomo. L’eucaristia diviene centro di resurrezione perché in essa è vissuta e attualizzata la novità radicale della Pasqua: tutti gli elementi della morte sono trasformati in vita, amore, fiducia, gioia. Celebrata e vissuta in verità, l’eucaristia diviene così dinamismo e potenza di resurrezione che rende ciascuno di noi un essere pasquale, cioè uomini e donne capaci di aprirsi a cammini di speranza, di libertà e di vita, e capaci di comunicare questa speranza a tutta l’umanità, con gesti di condivisione che dicono l’amore folle di Cristo per ogni essere umano. In questi testi l’autore non raccoglie solo i risultati di una riflessione teologica ma ci comunica anche un’esperienza di fede, per suscitare in ciascuno di noi il desiderio di cibarci del Pane di vita.
Evdokimov vuole lanciare un messaggio preciso: il matrimonio deve essere visto come la consacrazione dell’amore umano, ovvero mediante la celebrazione liturgica è lo stesso amore creaturale dell’uomo e della donna a essere investito delle energie del Regno e costituito segno/partecipazione dell’amore di Cristo e della chiesa, anzi dello stesso amore trinitario. L’amore coniugale diventa la materia del sacramento del matrimonio ... Evdokimov scrive un libro che utilizza insieme e liberamente fonti orientali e occidentali, pensa a una teologia personalista del matrimonio a due polmoni, capace di esprimere quanto di meglio oriente e occidente avessero allora da dire sul mistero del matrimonio. E scrive con grande forza di pensiero, con ricchezza di intuizioni e con ampiezza di riflessione; molte pagine non lasceranno indifferente il lettore e offriranno punti di vista originali su tanti aspetti della teologia.
(dalla “Prefazione” di Basilio Petrà)
Pavel Evdokimov (San Pietroburgo 1901 - Meudon 1970), conseguì la licenza in filosofia alla Sorbona e quella in teologia all’Istituto di teologia ortodossa San Sergio, dove fu professore di teologia morale. È stato direttore del Centro di studi ortodossi San Sergio di Parigi, membro del comitato direttivo dell’Istituto ecumenico di Bossey e del Consiglio ecumenico delle chiese di Ginevra. Ha partecipato, in qualità di osservatore della chiesa ortodossa, al concilio Vaticano II. È considerato uno dei maestri della teologia e della spiritualità ortodossa del xx secolo.
L’immagine di Dio nell’uomo
non è un dato di fatto legato alla creazione,
ma la vocazione costitutiva dell’alleanza,
è la chiamata a essere a imitazione di Dio:
come lui amanti in piena gratuità,
fedeltà e compassione.
Queste pagine scaturiscono da un’idea originale: la teologia biblica deve essere il grembo entro cui cresce la riflessione teologica, poiché quest’ultima non è nient’altro che interpretazione del linguaggio simbolico della Bibbia. Il linguaggio figurato ha un peso determinante nel parlare biblico su Dio: di Dio si dice che ha occhi e mani, che ha passione e tenerezza. E questo ci conduce a un’immagine di Dio del tutto differente da quella del Dio dei filosofi: un Dio soggetto, invece che un Dio oggetto, un Dio persona, invece che un Dio forza, un Dio per l’uomo, invece che un Dio in sé.
C’è un sogno di Gesù
che ci porta a volare oltre la paura:
è la parola delle beatitudini,
prefigurazione dell’umanità promessa
Oggi, come sempre nel corso della storia, è importante che ogni essere umano si interroghi sul tempo presente, per giungere a una visione lucida della realtà e a un’azione responsabile. Riflettendo sull’uomo come destinatario e co-soggetto di una promessa che contiene il senso del nostro vivere e che attraverso una parola dà inizio a una storia, l’autore esamina la differenza tra la promessa di unità e di progresso offerta oggi dal modello della globalizzazione e la promessa di compimento e di salvezza che è al centro del cristianesimo. Promessa, quest’ultima, ben delineata nelle beatitudini, “sogno” di Gesù che proviene dalla radice stessa della sua umanità e che è rivolto alla libertà di ogni uomo.
Roberto Mancini (Macerata 1958), docente di filosofia teoretica all’Università di Macerata, è autore di numerosi saggi su tematiche fondamentali dell’esistenza umana quali l’ascolto, la pace, il bene e la libertà. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il silenzio, via verso la vita e L’uomo e la comunità.
Il pensiero di Ricoeur, nutrito anche da una fede cristiana mai ostentata, lascia spazio al paradosso e gli riconosce la forza di spiazzare, di intrigare, di inquietare, di disorientare, fornendo così all’uomo l’occasione di rimettersi in cammino rompendo con la pigrizia delle abitudini. In questo libro, come grata memoria per la sua preziosa testimonianza, abbiamo voluto raccogliere alcuni suoi contributi che riguardano problematiche religiose e di fede. Significativamente Ricoeur preferisce parlare di Dio onni-amante piuttosto che onnipotente. Sì, “l’unico potere di Dio è l’amore disarmato” (dall' Introduzione di Enzo Bianchi, priore di Bose).
Paul Ricoeur (1913-2005) è stato uno dei testimoni e dei protagonisti più sensibili della coscienza filosofica del Novecento. Insignito di numerosi riconoscimenti, tra i quali il Grand Prix de l’Académie Française e il Premio Paolo VI, resta ancora oggi il modello dell’intellettuale sempre disposto a lasciarsi interpellare dagli eventi e a cercare nel dialogo una risposta “pensata” e feconda.
“Ogni rinnovamento della Chiesa
consiste in una fedeltà più grande
alla sua vocazione.
La chiesa è chiamata
a questa continua riforma”
(Concilio Vaticano II, Unitatis Redintegratio 6).
Nell’intima costituzione della chiesa vi è un’esigenza continua di rinnovamento. La parola di Dio, che ogni giorno la alimenta, la spinge in questa dinamica positiva, vitale, di riforma. Lo stesso movimento, nel corso dei secoli, è però stato necessario anche a causa della presenza nella chiesa di inevitabili aspetti di decadenza che si sono sovrapposti alla freschezza originaria. Presentiamo qui un’antologia di testi, tra i principali appelli alla riforma lanciati ripetutamente nel corso del secondo millennio della storia della chiesa in occidente. Vi figurano sia esponenti cattolici sia alcuni protagonisti delle Riforme evangeliche, fino ad arrivare ai documenti del concilio Vaticano II, in cui si esprime con chiarezza che il processo riformatore potrà avere pieno sviluppo solo in una comune ricerca di fedeltà all’evangelo condivisa tra tutte le chiese.
Saverio Xeres, presbitero della diocesi di Como, insegna storia della chiesa presso lo Studio teologico del seminario diocesano di Como, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Ha pubblicato vari contributi di storia della chiesa, sia generale sia locale, tra i quali La chiesa, corpo inquieto (Àncora 2003) e Chiaro di luna (Àncora 2008).