
La fede cristiana ha a che fare con ciò che ancora non si vede proprio attraverso ciò che vediamo e tocchiamo ogni giorno, a iniziare dai nostri corpi, dai nostri volti. Attraverso il farsi «carne» di Dio in Cristo, noi abbiamo avuto conferma della «somiglianza», fin da principio, di Dio con la meravigliosa «immagine» del corpo umano come «maschio e femmina» (Gen 1,27). La salvezza, a cui la fede aspira, è costituita dalla risurrezione della carne, a somiglianza di quella del Risorto che tornerà, come ha promesso, in «carne e ossa» (Lc 24,39) nell’ultimo giorno. Questo libro è rivolto a coloro che, credenti o non credenti, sono disposti a pensare in profondità il mistero del nostro vivere e morire alla luce delle esperienze che ci sono state trasmesse dal passato e che devono aiutarci a tenere gli occhi aperti sulle grandi questioni vissute dall’umanità di oggi. Dunque gente – per parafrasare un teologo dei nostri tempi – capace di tenere in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale.
Nel nostro tempo risulta sempre più difficile parlare di qualsiasi argomento in modo serio e convincente. Ogni tematica viene infatti disintegrata e falsificata in una miriade di opinioni sempre più labili e sempre meno fondate. La verifica concettuale di queste opinioni non è quasi mai richiesta, né tantomeno la loro verifica esistenziale. In realtà, l'elaborazione del pensiero del XXI secolo dovrebbe procedere come una sintesi tra teoria e pratica, tra idee e cammini di vita concreta, condivisa e visibile. Questa concezione di un pensiero chiamato a farsi vita è al cuore stesso della Rivelazione cristiana di un Verbo divino che si incarna, appunto, e si rivela. Il volume è articolato in tre parti: Fondamenti e pratiche (con quattro «stazioni» verso la gioia); Le conseguenze (nei diversi ambiti: della fede, della tecnica, economico-sociale ecc.); I presupposti poetici e spirituali (saggi su Hillesum, Jung, Gatto, Dickinson, Campana, Luzi, Heidegger).
La solitudine ha molte facce eppure non tutte negative, anzi! La sfida sta nel riuscire ad ascoltarla e a imparare a danzare con lei. «Spero che le mie riflessioni possano aiutarti a trovare una musica – che è senso e orizzonte – che ti accompagni. Nella solitudine e nella vita».
Il Verbo incarnato, morto e risorto, è il canale aperto da cui procede Io Spirito effondendosi nell'umanità. Questa effusione è risurrezione, dono dell'amore che non viene mai meno e interpella tutti. Aprirsi a questo dono significa accettare di lasciarlo operare dentro di noi come acqua pura che lava, rinfresca, disseta. Co- me fuoco che brucia, scioglie, riscalda.
Riceverlo è lasciarlo agire, è rendere vivo il nostro battesimo. È permettere alla forza dell'amore di con- solarci, renderci amorevoli.
Fede è fiducia in quest'azione santificante che lo Spirito compie quando ci abbandoniamo alla sua pre- senza viva e intima, avvolgente come il seno di una madre che consola, fa crescere, attende il nostro « sì ».
Perché il dolore, la sofferenza, la malattia? Come mai ci ammaliamo fisicamente o spiritualmente? Gesù guarisce ancora? Potrebbe guarire anche me? Quali sono le condizioni per guarire? Come pregare per la guarigione di un malato? Chi possiede il carisma di guarigione? Il Signore potrebbe aver scelto anche me per questo ministero straordinario? A queste e altre domande si propone di rispondere, pur con tutti i suoi limiti, questo seminario di guarigione.
La delicatezza del tema, la semplicità del linguaggio e la concretezza con cui l'argomento viene esposto, rende questo percorso accessibile a tutti, ma si rivolge particolarmente ai malati nel corpo e nello spirito e a quanti hanno «compassione» di loro. Attraverso questo ministero la Spirito Santo vuole risvegliare la fede nella Chiesa e manifestare le meraviglie di Dio.
Il testo si presenta come un romanzo attraverso il quale riflettere su ciò che rende generativa una comunità parrocchiale, passando da un attivismo senza prospettiva pastorale (legato ad abitudini e tradizioni) a una visione rinnovata, corresponsabile. Quando il parroco ha un malore ed entra in coma, si decide di tenere nascosta la notizia perché si teme che, in assenza del suo pastore, la parrocchia sia accorpata con quella vicina. La comunità si assume responsabilità nuove, ma presto si verificano liti e divisioni. Un giorno, anche l'eucaristia sparisce dalla cappella. La ricerca che ne segue aiuterà a riscoprire ciò che più conta, ciò che è veramente essenziale, e a passare da una sopravvivenza forzata alla ricerca del Sempre Vivo. La comunità «si risveglia» e con essa il parroco, ma in tutti c'è la consapevolezza che qualcosa è cambiato per sempre, senza alcuna nostalgia. Il testo evidenza tutti i cliché della vita in parrocchia: riunioni, processi comunicativi, dinamiche relazionali, progettualità, divisione in gruppi autoreferenziali.
Antonio Ruccia, conquistato dall'esempio di don Tonino Bello, vuole una Chiesa che sconfigge le sonnolenze e combatte le dis-missioni di persone e di comunità. Non si può mai dire: «La Missione è finita». Abbiamo bisogno di persone affascinate da Gesù, missionari senza confini. Abbiamo bisogno di una Chiesa «estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé», a cui papa Francesco ha aggiunto: «contempl-attiva, innamorata di Dio e appassionata dell'uomo», riprendendo proprio le parole di Tonino Bello. È la proposta di una nuova pastorale per tutti i cristiani, espressa con un linguaggio provocatorio, spiazzante, che costringe a riflettere e non permette alcun «non tocca a me!». Le parole di don Ruccia vanno di pari passo con quelle di don Tonino Bello, scelte dagli interventi più illuminanti, provocanti e pungenti - ma anche appassionati e gonfi di tenerezza - del vescovo salentino.
Frutto dell'annuale convegno organizzato dalla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, il testo offre un interessante contributo sulla santità: le sue sfide per la Chiesa oggi, la sua profezia per rifondare un umano più capace di umanità. Tutto questo interpella concretamente la ricerca teologica, la teologia pastorale ma anche le scienze umane il cui obiettivo è aiutare l'uomo ad essere felice, a vivere bene con se stesso e con il mondo. Gli interventi dei diversi autori prendono il via dall'esortazione Gaudete et exsultate e cercano di riportare la santità al centro della vita quotidiana della Chiesa e di ogni cristiano, smascherando tutte le visioni parziali o deformanti ed indicando quel "di più" a cui tutti dovrebbero tendere.
Quale predicazione riesce a essere efficace? Come dovrebbero essere le omelie per non annoiare? In che modo l'annuncio del Vangelo riesce a toccare i cuori e a cambiare la vita? L'Autore mette allo specchio la predicazione, l'evangelizzazione e le apre alla sfida della narrazione, vera e propria possibilità per aprire percorsi efficaci di annuncio. Le sezioni del testo: la predicazione come emerge in Evangelii gaudium; principali caratteristiche e limiti del modello "lineare" di predicazione; principali caratteristiche e vantaggi del modello narrativo; la narrazione: modalità e strumenti; modalità di gestione dello sviluppo dell'omelia/predicazione.
Attraverso una lettura per esplosioni, metodo ermeneutico di M.A. Ouaknin, lettrici e lettori sono condotti ad una stupefacente interpretazione del Decalogo inteso come legge di libertà, di responsabilità e di amore. Il metodo interpretativo di Ouaknin è costruito su metodi qabbalistici di lettura, fatti di gioco sulle parole, sulle lettere, sulla loro permutazione che affascina anche chi non conosce l'ebraico. La Scrittura cresce con chi la legge: questa affermazione di S. Gregorio Magno è vicinissima alle affermazioni di Ouaknin e allo spirito della sua ermeneutica, che può considerarsi un ponte lanciato verso altri territori di analisi e di studio, per superare steccati e incontrare frammenti di verità disseminati ovunque.
Il testo agile nella forma e fresco nel linguaggio si presenta come un'occasione favorevole per mettere ordine nella propria vita, invitando pensieri e sentimenti a fare pace tra loro. Come? Attraverso la preghiera e il discernimento. Il libretto è un'introduzione agli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola valida per tutti e in particolare per i giovani. Un cammino in cinque tappe per diventare più consapevoli di quello che si muove dentro. Ogni tappa/incontro offre indicazioni concrete per conoscersi meglio e spunti biblici per pregare, riflettere e percorrere le vie nuove indicate dallo Spirito.
Da dove parte il testo? Qual è l'obiettivo a cui punta? L'autore si ispira al comandamento più "umano" in assoluto: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», e prova a trapiantarlo nelle dinamiche di un'umanità sempre più orientata dalle logiche del digitale. Cosa significa amare quanto la prospettiva e l'ambiente è digitale? Come pensare la prossimità quando il toccarsi spesso non è fisico? A partire da queste offre una riflessione che si muove su un doppio binario. Da una parte un'indagine di tipo socio-antropologico. Dall'altra una prospettiva pastorale per passare, come direbbe Francesco, da un'analisi a una terapia, fatta di dialogo, ascolto, tenerezza.