
Il titolo di questo volume è tratto dall'epitaffio tombale di Silvestro II al Laterano. La Doctissima Virgo per eccellenza è la Madonna, la cui immagine è stata scelta per la copertina, ma il testo originale può alludere anche alla Sapienza, la Sophia.
"Non possono esistere tentennamenti, dubbi, filosofie, opinioni diversificate perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ogni aborto è un assassinio. Eppure Madre Teresa ha visto sfruttamento, strumentalizzazione, miseria, morte dell'infanzia, ma, nonostante ciò, mai, in nessuna situazione, ha cessato di predicare l'aborto come sinonino di assassinio. [...] E il diritto? Cosa ne fa il diritto della equazione di Madre Teresa di Calcutta tra aborto ed assassinio? È evidente che, se limiti a questa equazione sono conosciuti dalla morale e dalla filosofia, a maggior ragione non possono non appartenere al mondo del diritto, di quello secolare però, non di quello canonico." (dalla Presentazione di Carlo Taormina).
Il libro raccoglie gli atti del 34° Convegno CISM dell'Area animazione della Vita consacrata svoltosi a Collevalenza dal 20 al 24 novembre 2017, dal tema "Silenzio. Ascoltiamoli! Formare i giovani correndo insieme verso il Risorto".
Tema centrale del libro è il rapporto tra i giovani e la vita consacrata.
Questo libro si offre come introduzione e approfondimento al manoscritto I dodici gradi del silenzio della mistica carmelitana francese Suor Maria Amata di Gesù (1839-1874).
L'attuale contesto di dialogo interreligioso, favorito dalla ortodossa interpretazione del Concilio Vaticano II alla luce della Sacra Tradizione - così come costantemente ribadito nel Magistero di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco - trova maturi i tempi per una spiritualità cattolica, da decenni presente nei gruppi della meditazione cristiana, vissuta nel silenzio interiore della propria anima al cospetto del Dio vivente e in dialogo consapevole con la diversità propria delle meditazioni orientali.
Spiritualità dalle radici antiche e profonde, radicata nella Sacra Scrittura e nell'esperienza soprannaturale dei padri del deserto, dei Padri della Chiesa, dei mistici medievali, moderni e contemporanei, la pratica del silenzio interiore ci permette di accedere in modo sicuro all'esperienza del Dio presente in noi e di ristrutturare mente e corpo dai disagi del vivere anti naturale promosso dalla società globalizzata.
Cielo e terra sono uniti da un vivo ma invisibile legame. Gli angeli testimoniano la connessione inscindibile tra questi "due mondi"; eppure le loro figure sembrano attrarre più la devozione popolare che la ricerca teologica. In questo testo l'autore, accompagnato dalla speculazione di S. Bulgakov, intende fare chiarezza sulle creature angeliche, riferendosi soprattutto a quell' "amico celeste", che riconduce l'uomo alla sua origine divina.
Il volume risponde alla domanda se esiste una modalità tipicamente fran-cescana di interpretare e di assumere, come riferimento nel cammino di fede e di esistenza evangelica, la figura di Giuseppe di Nazareth. La risposta affermativa a spinto gli Autori a riprendere il confronto con la vivente tradizione francescana, e riproporre come condivisione le vecchie e nuove scoperte al riguardo.
GLI AUTORI
GUGLIELMO SPIRITO, italo-argentino nato a Buenos Aires, è francescano conventuale. Ha ottenuto la Li-cenza in Teologia Pastorale Sanitaria al Camillianum (Roma) e il Dottorato in Teo-logia Spirituale all’Antonianum (Roma), dove è docente così come all’Istituto Teo-logico di Assisi (ITA. Tra le sue pubblicazioni recenti: Tra San Francesco e Tolkien. Una lettura spirituale del Signore degli Anelli (ll Cerchio, 2006), I Padri del deserto tra i francescani (Edizioni Messaggero, 2007) e Terra che diventa cielo. L’inabita-zione trinitaria in san Francesco (Edizioni Studio Domenicano, 2009), Sentirsi a casa. Paesaggi interiori ed esteriori (Edizioni Messaggero, 2016), L’essenziale è in-visibile agli occhi. Gli angeli nella tradizione francescana (Edizioni Porziuncola, 2019).
EMANUELE RIMOLI, nato a Castrovillari (CS), è francescano conventuale. Dopo la Scuola Militare Nunziatella di Napoli, ha ottenuto la Licenza in Antropologia Teo-logica presso la Facoltà Teologica Teresianum (Roma) e il Dottorato presso la Pon-tificia Facoltà Teologia San Bonaventura Seraphicum (Roma) dove è docente di An-tropologia Cristiana. Con Guglielmo Spirito, ha pubblicato: Dalla Santa Russia (Il Cerchio, 2008), Quale Cristo si cerca nel deserto? (Edizioni Messaggero, 2009) e Amici per sempre (Edizioni Porziuncola, 2010) e Figli nel Figlio. San Giuseppe nella spiritualità francescana (Edizioni Porziuncola, 2012).
«Le leggi imbrigliano le azioni, non le opinioni o le idee, questo succede nelle tirannie... Nego di aver insultato chicchessia. Ho espresso dei pareri che rimangono nel perimetro del legittimo, di
ciò che la nostra legge ci consente. Non ho usato parole volgari, ho usato espressioni forti che non possono essere ricondotte arbitrariamente a insulti...».
Un esempio? «Ho una mia idea della famiglia, ritengo che non esista il diritto alla genitorialità: non esiste né nei sistemi sociali umani, né in natura... Esiste invece quello che io chiamo il diritto
dei figli di essere cresciuti da chi biologicamente li procrea; e non possiamo trascendere da questa legge “naturale”. So che ci sono delle eccezioni, che anche nelle famiglie biologiche ci può essere
uno dei due genitori che a un certo punto viene a mancare e allora si corre ai ripari, ma non possiamo partire da un incidente di percorso per farne una regola per tutti. Io non sono assolutamente d’accordo sull’utero in affitto: a mio avviso è una sorta di “economia dell’infanzia”: i bambini non si comprano, non si cedono, non si fa tratta di bambini, anche se posso capire che vi
sia un desiderio di genitorialità. Mi dispiace, non tutto può essere esaudibile in questo mondo.
Io non posso concepire una donna usata come un forno, dove un bambino viene messo e preparato per poi essere ceduto a qualcun altro... Non voglio imporre la mia idea a nessuno, però voglio avere la libertà e il diritto di esprimerla.»
«La reazione alla pubblicazione del mio libro comprova in maniera empirica esattamente ciò che sta succedendo nella nostra società odierna. Non a caso il mio libro si intitola Il mondo al Contrario. Perché questo è il primo paradosso: viviamo all’interno di società in cui i nostri avi hanno combattuto e sono morti per la libertà e la democrazia, e dove invece, piano piano, questi concetti vengono relegati solo in alcuni aspetti. Non solo in Italia, ma in tutto l’Occidente: puoi essere democratico e libero solo entro alcuni limiti. Non ne puoi toccare alcuni punti, perché
altrimenti sei scomodo, e provano a toglierti di mezzo».
(dall’ultima intervista al Generale Roberto Vannacci inserita nel Volume)
L'AUTORE
Il Generale Roberto Vannacci è uno degli Alti Ufficiali dell’Esercito Italiano di maggior esperienza internazionale (Somalia, Rwanda, Yemen, Balcani, Costa d’Avorio, Iraq,
Afghanistan, Libia, Russia). Ha comandato il 9° reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” e la Brigata paracadutisti “Folgore”. Plurilaureato, parla sei lingue. È sposato, con due figlie.
Verso le periferie del mondo e dell’esistenza: è questa la direzione verso cui si volge quest’ultimo libro di don Vito Cassese. La stessa direzione che ha seguito la sua azione pastorale e missionaria nelle comunità a lui affidate. La stessa direzione verso cui si sta muovendo la Chiesa universale, in particolare dopo l’elezione di papa Francesco. Le periferie del mondo e dell’esistenza non sono tanto lontane dal nostro continente, dalla nostra città, da casa nostra e dalla nostra vita quotidiana. Le nuove periferie sono molto più vicine al nostro “baricentro” di quanto possiamo credere. Sono i luoghi dove è facile notare macroscopiche assenze di strutture e iniziative per le esigenze più elementari di chiunque a tutti i livelli. Nell’analisi puntuale che don Vito fa in quest’opera non mancano riflessioni e interventi provenienti da diverse voci ed esperienze, ma soprattutto non manca la sua esperienza locale, nella sua città: Non dobbiamo dare per scontato che i problemi del nostro paese siano solo a causa di conseguenze sociologiche, ecclesiastiche, politiche o fuoriuscita di senno di qualche litigioso permanente senza titoli di lauree, di cui falsa-mente si pregia o di altri fregiati dagli stessi che si nascondono dietro di lui e basta. Un’analisi, quella contenuta in Una Chiesa in uscita: alle periferie dell’esistenza, non per piangersi addosso ma per continuare e rafforzare la propria missione, riprendendo il cammino sempre dall’Inizio, da ciò che riaccade nel quotidiano, nel banale, in virtù di un Miracolo permanente, che ha la faccia di chi accetta la sfida del reale.
L’inizio della vita, la fine della vita, la sacralità della vita e quindi il tema attualissimo del testamento biologico hanno direttamente a che fare con il problema dell’anima. Un tema, quello della sua essenza, origine e destinazione, da sempre al centro della riflessione di filosofi e teologi, in quanto elemento imprescindibile per la comprensione della nozione della vita. Negli ultimi due secoli le scoperte della termodinamica, della biologia e delle scienze cognitive hanno offerto spunti di analisi che hanno spesso condotto a una vera e propria contrapposizione tra una visione dell’anima improntata a principi filosofico-teologici e una improntata a principi scientifici.
Per cercare di verificare se tale contrapposizione abbia o no una reale consistenza, si rende necessaria un’analisi della cornice scientifica all’interno della quale si sviluppa la riflessione sull’anima, al fine di tracciare in tal modo i limiti di indagine della scienza in un terreno che resta prettamente filosofico-teologico.
Il libretto di Giovanni Straffelini, docente di ingegneria dei metalli e appassionato lettore di meditazioni teologiche e filosofiche, vuole illustrare brevemente, con linguaggio piano, semplice e accessibile anche ai non specialisti, il problema dell’anima, tra esplorazione scientifica e fede nelle “cose ultime”
Con una postfazione di Carlo Alberto Defanti