
Nella Prefazione dell'Instrumentum Laboris per il prossimo Sinodo Ordinario sulla famiglia, si ricorda che la Relatio Synodi, che viene inviata come Lineamenta, si è conclusa con queste parole: "Le riflessioni proposte, frutto del lavoro sinodale svoltosi in grande libertà e in uno stile di reciproco ascolto, intendono porre questioni e indicare prospettive che dovranno essere maturate e precisate dalla riflessione delle Chiese locali nell'anno che ci separa dall'Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi" (Relatio Synodi n. 62). In seguito, facendo riferimento a questo anno di approfondimento, si parla del coinvolgimento delle istituzioni accademiche in questo periodo. Accogliendo questa proposta, la Facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università della Santa Croce, in collaborazione con le altre Facoltà della stessa Università, ha organizzato, il 12 e 13 marzo del 2015, il Convegno Matrimonio e famiglia. La questione antropologica e l'evangelizzazione della famiglia, i cui frutti sono raccolti in questo volume, nel quale ci sono due linee guide che hanno illuminati tutti i lavori. Nella prima parte del volume sono presentate le diverse relazioni, che ruotano attorno al tema fondamentale dell'antropologia del matrimonio, affrontata da diverse prospettive: teologica, filosofica, giuridica. Vengono anche studiati alcuni argomenti fondamentali sui quali Papa Francesco ha ripetutamente invitato ad una riflessione seria e approfondita...
Il prof. José Antonio Riestra, nato a Bilbao (Spagna) nel 1945 e ordinato sacerdote nel 1974, ha conseguito il dottorato in Teologia presso la Facoltà di Teologia dell'Università di Navarra (Spagna) nel 1976. Professore ordinario di Teologia dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce e professore invitato presso l'Angelicum, ha svolto la sua attività soprattutto nel campo della Cristologia e della Mariologia. Membro della Sociedad Mariológica Española, dell'Associazione Mariologica Italiana e socio della Pontificia Academia Mariana Internationalis, dal 1998 ha redatto annualmente la bibliografia mariologica spagnola per la rivista Estudios marianose, dal 2008, la bibliografia annuale delle riviste della Sociedad mariológica española. È direttore della rivista Scripta de Maria. Tra le sue pubblicazioni vanno menzionati: El misterio de Jesucristo(in collaborazione con i proff. F. Ocáriz e L.F. M ateo Seco), 4ª ed., Pamplona 2010 (tr. italiana: Il Mistero di Cristo. Manuale di Cristologia, Roma 2000; tr. inglese: The Mystery of Jesus Christ. A Christology and Soteriology Textbook, 2nd ed., Dublin 2005; tr. in tagalo: Ang Misteryo ni Jesu-Cristo: mga aralin ng cristolohiya at soteriolohiya, Quezon City 2012); Cristo y la plenitud del Cuerpo Místico. Estudio sobre la cristología de Santo Tomás de Aquino, Pamplona 1985. Testi di: Antonio Aranda, Félix María Arocena, Juan Luis Bastero, Stefano M. Cecchin, O.F.M., Antonio Ducay, Juan Esquerda Bifet...
Uno sguardo ricognitivo sul mondo rivela come, accanto a condizioni economiche diversificate alla radice dell'identità dei vari paesi, della loro cultura e della loro politica, ha un posto importante il modo in cui si concepisce, si valuta e si vive la relazione tra uomo e donna, con i conseguenti legami e le implicazioni sociali che da essa derivano. I repentini cambiamenti sociali e l'evolversi delle forme di interazione umana, hanno portato alla odierna emergenza antropologica: conoscere l'uomo comporta oggi una ricerca più ampia di quella intrapresa da Diogene. Uomo e donna sono in cerca di identità, e la conoscenza della loro relazione è la via per affrontare una prospettiva esistenziale la cui valenza è vitale e attende ancora di essere dispiegata. Se il messaggio, nonché il senso, di tutta la rivelazione cristiana è l'amore che Dio infonde in ogni cosa creata, in una prospettiva realistica e non virtuale è necessario riconoscere alla relazione uomo-donna una centralità strutturale rispetto a tutto il creato.
Un testo sulla magnanimità. E' un ideale che ha le sue radici nella fiducia nell'uomo e nella sua intrinseca grandezza. E' la virtù dell'agire. E' la forma suprema della speranza umana. La magnanimità è una virtù capace di dare senso a una vita intera, trasformandola, dandole nuovo significato e guidandola verso la maturazione della personalità. E' la prima virtù che identifica un leader.
Questo volume raccoglie i contributi presentati al XVI Convegno della Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce, svoltosi nei giorni 3 e 4 marzo 2015. Il convegno, intitolato "Il mistero di Cristo, reso presente nella liturgia", ha offerto una riflessione sulla liturgia a partire dal mistero di Cristo, suo centro e radice. Tale mistero va inteso in tutte le sfumature con cui lo presenta la Scrittura. Punto di partenza è una visione complessiva che, avendo come fulcro il mistero Pasquale, abbraccia tutto il "mistero" di Cristo: la sua Persona radicata nella storia di un Popolo, la sua Pasqua, l'incorporazione della sua Chiesa mediante il dono dello Spirito, l'attesa della consumazione escatologica. L'architettura delle relazioni principali si struttura in due momenti. Il primo è l'approfondimento della testimonianza del mistero di Cristo a partire da ciò che di essa ci dicono la Scrittura, la celebrazione e la confessione teologica. Il secondo, un'analisi che mette a fuoco l'esperienza del mistero a partire da una triplice prospettiva: l'esperienza di un'azione liturgica concreta - in questo caso, la liturgia delle Ore -; la modalità musicale come luogo privilegiato per celebrare il mistero di Cristo; il rapporto che intercorre tra il mistero ritualmente celebrato e l'esperienza non rituale dello stesso mistero nella vita dei fedeli.
La dottrina della salvezza dell'uomo in Gesù Cristo è al centro della fede e della vita cristiana. La storia teologica non ha sedimentato un modello essenziale per interpretare il senso dell'opera salvifica di Cristo, ma ha piuttosto proposto una pluralità di schemi e di immagini, che, nel loro insieme, comunicano tale senso. La riduzione di questa molteplicità a un unico modello si tradurrebbe in un inevitabile impoverimento e in una arbitraria unilateralità. Uno studio scientifico della soteriologia deve quindi adoperarsi per trovare centri di unità e di significato che possano integrare armonicamente le immagini e i modelli legittimamente proposti dalla storia della teologia e, prima ancora, dalla Scrittura. Scopo del presente volume è appunto la determinazione di un centro organico di convergenza, che l'autore individua nell'idea che l'opera salvifica di Gesù consiste "nel riportare il mondo al Padre", nel ripristinare il progetto divino interrotto dal peccato.Pur senza trascurare gli elementi essenziali da cui ogni ricerca sul tema non può prescindere, il presente volume non si articola secondo il classico schema tripartito (parte biblica, parte storica, parte sistematica), ma, adottando un approccio innovativo, introduce immediatamente il lettore nel dato rivelato, approfondisce poi il "come" e il "perché" dell'opera di salvezza e, infine, illustra il frutto di tale opera, al fine di contribuire a una migliore comprensione della salvezza cristiana.
Come offrire le ragioni della fede cristiana nel contesto culturale e multireligioso della società contemporanea, spesso segnato dal relativismo e dall’indifferenza religiosa? Come può la Parola di Dio, affidata alla fragilità e ai limiti della parola umana, continuare a interpellare ed attrarre gli uomini e le donne del nostro tempo con il fascino del Risorto? L’autore della recente Teologia Fondamentale in contesto scientifico, già curatore del Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, intende rispondere con questo volume alle precedenti domande, seguendo l’idea programmatica di una teologia in contesto e sviluppata di fronte a un interlocutore. La Rivelazione e la sua credibilità – nuova edizione totalmente riveduta e ampliata delle precedenti Lezioni di Teologia Fondamentale pubblicate dieci anni or sono – è concepita come manuale per il corso di Teologia Fondamentale delle Facoltà teologiche e degli Istituti di Scienze Religiose. L’opera si dirige anche a tutti coloro che desiderano approfondire il contenuto della fede cristiana perché occupati nella catechesi e nella formazione di laici impegnati in una nuova evangelizzazione. Il percorso teologico-fondamentale è progettato nella sua forma tradizionale, come una teologia della Rivelazione e una teologia della credibilità. Quale snodo necessario, il programma ospita il trattato sulla fede e un’esposizione della trasmissione della Rivelazione nella Chiesa, per offrire poi in chiusura alcuni elementi del rapporto fra Rivelazione cristiana e religioni. L’autore privilegia la prospettiva didattica, sia nel linguaggio impiegato, sia introducendo schemi e concetti sintetici, sia, infine, fornendo al lettore un’Antologia di testi, tratti dal Magistero della Chiesa e da autori di riferimento, e una bibliografia ragionata.
Giuseppe Tanzella-Nitti (1955, www.tanzella-nitti.it) è professore ordinario di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Dirige il Centro di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede (disf.org) e la Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (sisri.it). Laureatosi nel 1977 in Astronomia a Bologna, ha lavorato fino al 1985 nell’ambito della ricerca scientifica. Conseguiti nel 1988 la licenza e nel 1991 il dottorato in Teologia dogmatica, prima di dedicarsi alla Teologia fondamentale è stato docente del Trattato su Dio e del trattato di Antropologia teologica. Si occupa attualmente di Teologia della Rivelazione, dello studio dei rapporti fra teologia e filosofia, fra Rivelazione cristiana e pensiero scientifico. Autore di una quindicina di volumi, vari dei quali tradotti in altre lingue, e di oltre 150 articoli, ha diretto per Città Nuova, insieme ad Alberto Strumia, il Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede in 2 volumi (Roma 2002) e sta attualmente lavorando ad una Teologia fondamentale in contesto scientifico in 4 volumi, dei quali, sempre per i tipi di Città Nuova, sono usciti i primi due (vol. 1: La teologia fondamentale e la sua dimensione di Apologia; vol. 2: La credibilità del cristianesimo, Roma 2015.
Antonio Stoppani (1824-1891), geologo, sacerdote e apologeta, è forse poco noto al grande pubblico, benché durante la seconda metà dell’Ottocento abbia svolto un ruolo importante sia nella Chiesa italiana che a favore del neonato Regno d’Italia.
Geologo di fama nazionale, impegnato anche nello studio delle possibilità di sviluppo energetico e industriale del paese, negli ultimi venti anni della sua vita si dedicò anche a studi di tipo apologetico ed esegetico, che confluirono nell’Exemeron, la sua opera principale di commento al testo di Genesi 1. Dall’opera emerge la sua preoccupazione per la scelta di un atteggiamento concordista da parte della maggioranza degli apologeti, scelta che egli reputa errata e pericolosa. A ciò si aggiunge la sua attenzione a promuovere la cultura scientifica del clero, e in generale dei credenti.
Nel presente testo vogliamo presentare, prendendo le mosse dallo studio delle opere di carattere apologetico e da una breve biografia di Stoppani, le sue riflessioni e le sue proposte sul tema dei rapporti fra scienza e fede, ovvero fra la teologia e la cultura scientifica, tema al giorno d’oggi di grande attualità.
In appendice il lettore trova un’antologia di testi di Stoppani, tratti dalle sue tre opere principali di carattere apologetico, di più difficile reperimento rispetto a quelle di carattere divulgativo come Il bel Paese.
Lucia Alessandrini (Merano, 1957) è professore ordinario di Geometria all’Università degli Studi di Parma, dove si occupa di varie tematiche nell’ambito della Geometria differenziale complessa. Ha conseguito la Laurea e poi la Licenza in Scienze Religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare (Pontificia Università della Santa Croce). Collabora con la sua diocesi, Bolzano-Bressanone, in qualità di membro del Consiglio Pastorale diocesano, e con il Progetto Culturale della CEI in qualità di esperto. Dal 1976 fa parte del Rinnovamento nello Spirito Santo, dove ha ricoperto vari incarichi, a livello nazionale e locale.
Il libro offre un'esposizione d'insieme del bene giuridico del matrimonio e della famiglia nella Chiesa, in cui vengono trattate le questioni fondamentali del diritto matrimoniale canonico. In appendice sono invece raccolti i principali lavori che lungo gli anni l'autore ha dedicato a questi temi, cercando di mostrare anche in essi la fecondità di un approccio realistico al diritto inteso come il bene giusto. Il tema è molto attuale in un momento in cui Papa Francesco, dopo aver convocato due Assemblee del Sinodo dei Vescovi dedicate alla famiglia e pubblicato l'esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetita, invita la Chiesa a vivere con particolare intensità la sollecitudine dei Pastori e di tutti i fedeli nei confronti di questo grande dono. E questo testo può aiutare a scoprire che il contributo del diritto canonico non può concepirsi in maniera meramente strumentale, quale semplice mezzo per regolarizzare situazioni, ma corrisponde alla dimensione di giustizia intrinseca ai rapporti coniugali e a tutti gli altri rapporti familiari, che va informata dal vero amore coniugale e familiare.
Oggi diventa urgente ripensare le scienze da un punto di vista che non pretende di unificarle riconducendole ad unum, ma che si propone di trovare la loro unità in una reciproca relazionalità entro la quale esse possano dialogare in modo fecondo, mantenendo e anzi promuovendo la loro specifica autonomia. Il presente volume nasce da questa esigenza. Esso si propone di rispondere alle grandi sfide del nostro tempo presentando il progetto di un paradigma relazionale come interfaccia fra le scienze. Per cominciare questa avventura, il volume prende in considerazione le scienze teologiche, filosofiche e sociali. Perché questa scelta? La ragione di fondo sta nel fatto che i proponenti condividono la presupposizione generale secondo cui "all'inizio (della realtà, di ogni realtà) c'è la relazione". Un tale assunto è certamente da sottoporre allo scrutinio scientifico, esplicativo e comprendente, e anche empirico per quanto riguarda le scienze umane e sociali. Ma implica di per sé un imprescindibile riferimento all'ambiente metafisico della ricerca scientifica.
Per Joseph Ratzinger e per Jean Daniélou, l'evento unico, irripetibile ed eternamente presente della morte-risurrezione di Gesù Cristo costituisce la luce che illumina il significato del tempo e della storia, rivelando il cuore del Dio Uno e Trino. Da questo punto sorgivo, entrambi hanno cercato una sintesi tra pensiero, liturgia e vita spirituale. In vari modi e in diversi ambiti, il loro pensiero ha interagito con i nuclei centrali del pensiero del secolo XX, specialmente nella ricerca di una sintesi teoretica capace di abbracciare insieme essere e tempo. Purezza di cuore, si direbbe quasi spirito fanciullesco; esperienza della croce e della risurrezione; interesse per la storia come parte fondamentale del metodo teologico; attenzione al cristianesimo dei primi secoli per cercare luci da offrire al mondo contemporaneo: sono alcune delle caratteristiche che accomunano Joseph Ratzinger e Jean Daniélou. Nella prima parte del presente volume si esplorano le convergenze e divergenze del loro pensiero circa la storia e la verità, l'essere e il tempo. Nella seconda parte si sviluppano le conseguenze di queste posizioni nella comprensione delle religioni, nella liturgia, e nella missione della Chiesa.