
Il pensiero teologico e spirituale di Nicola Cabasilas si presenta come un modello paradigmatico per ripensare l'esperienza dei sacramenti dell'iniziazione cristiana. Il battesimo, la cresima e l'eucaristia non sono una realtà statica, ma fortemente dinamica; atti ciascuno a realizzare attraverso la propria specificità e dono di grazia la nostra umanizzazione, ossia la nostra unione con Cristo. I sacramenti sono anzitutto una esperienza dell'agire di Dio, in Cristo, per opera dello Spirito Santo, ma anche il luogo della nostra risposta filiale a un dono di amore che sempre ci precede, ci accompagna e ci guida.
La misericordia di Dio non è un concetto astratto e inafferrabile. Nel libro dell'Esodo la Bibbia ci mostra come essa si inscriva all'interno di un racconto, toccando la vita degli uomini e del popolo. La rivelazione del Sinai è la rivelazione del Nome divino, che vuol dire presenza di Dio nella storia e nel futuro del popolo. Il Signore è il Dio che è con me, che dai cieli si china per camminare al mio fianco.
Che senso ha parlare di "riparazione"? L'autore vuole chiarire il Significato di questa espressione, così tipica della spiritualità del Sacro Cuore, tanto da caratterizzarne per secoli il linguaggio e la pratica. Gesù Cristo è l'unico che ha veramente espiato tutte le nostre colpe, e noi tutti viviamo nel Suo perdono: a noi dà, nella grazia dello Spirito Santo, la possibilità di amare Dio e il prossimo, proprio perché Lui ci ha amato per primo. I nostri atti di giustizia, dunque, non ottengono quella misericordia che ci è stata data gratuitamente, ma la rivelano; sono veramente atti umani, interamente nostri, e al tempo stesso dono gratuito di Dio a noi Suoi figli, che siamo stati creati in Cristo Gesù per le opere buone affinché le praticassimo.
Achille Gagliardi (1538-1607) è un gesuita italiano della generazione immediatamente successiva alla morte di sant'Ignazio. Assai rinomato al suo tempo, svolse incarichi di insegnante, direttore spirituale e superiore nella Compagnia di Gesù. In questo libro presenta il discernimento come luogo in cui l'anima scopre la verità di sé grazie alle mozioni interiori che lo Spirito vi suscita.
La preghiera migliore è quella che nasce dal cuore e usa parole proprie, parlando al Signore come parla un amico con l'amico, un figlio al Padre. Tuttavia a volte è utile usare qualche preghiera scritta da altri, perché interpreta bene i nostri sentimenti e mette in evidenza aspetti importanti della fede. La maggior parte delle preghiere sono scritte dall'autore seguendo l'itinerario ignaziano della storia della salvezza: l'interiorità, il silenzio, la ricerca di Dio, il significato della Scrittura, il bisogno di perdono e di guarigione; altre sono anonime, in fogli volanti; altre ancora sono state composte da santi e grandi autori.
Mensile di preghiera con le lodi del mattino e della sera. Celebrazione eucaristica giornaliera.
Il dolore, la delusione, le frustrazioni, le ingiustizie fanno parte della vita di ognuno. Nel corpo, nell’anima o nello spirito, chi per un verso, chi per un altro, chi in un tempo, chi in un altro, siamo in fondo tutti de "poveri Cristi".
La spiritualità del Cuore di Cristo ci insegna a vivere le nostre personali “passioni" vivendo fin da ora la potenza della Risurrezione del Signore, nel dono del suo Spirito. E così possiamo portare con Lui la nostra croce, senza rimanere soffocati dal rancore o prostrati dalle umane vicende. Un tempo si parlava di "anime vittime" del sacro Cuore: possiamo capire questa espressione come dimensione importante della vita cristiana, senza squilibri o false prospettive, senza equivoci e con sapienza, per imparare ad unire tutta la nostra vita a quella di Gesù.
Ritenuti a torto un mero retaggio del passato, i vizi capitali costituiscono un'autentica enciclopedia delle passioni umane, una lettura geniale dell'agire umano nelle sue derive negative e nei beni cercati attraverso di essi. Chiunque consideri con attenzione questi vizi potrebbe trovarvi ogni possibile situazione di vita, di classe sociale, di attività proprie della giornata dell'uomo di sempre. Si potrebbe dire dei vizi capitali quello che il regista polacco Kiesloswski aveva osservato a proposito dei comandamenti: "Essi riassumono l'intera nostra esistenza, ciò che siamo e ciò che vorremmo essere: tutti li disattendiamo eppure tutti ci riconosciamo in essi". Questa polarità di trasgressione e ideale evidenzia la perenne attualità del discorso sui vizi, mettendo in guardia da una suggestione mortale: la tentazione di eliminare gli ideali dalla vita, rassegnandosi ad accogliere passivamente ciò che capita, con indifferenza. L'importanza di studiare i vizi capitali si giustifica infine per la profonda saggezza di cui sono portatori. Non a caso sono stati lungo i secoli oggetto di indagine da parte di artisti e studiosi delle discipline più diverse: le loro analisi delineano un profilo dell'uomo di tutti i tempi. Questo libro intende esplorare tale saggezza, avventurandosi in un percorso affascinante che coinvolge teologia, filosofia, psicologia, arte e letteratura.
Qual è il significato umano e spirituale del desiderio? Si può vivere senza affetti? Cosa significa "valere"? Rabbia e aggressività sono nemici da fuggire o alleati indispensabili? Che fare quando arriva il momento della crisi? Il senso dell'umorismo può essere un segno di salute mentale e spirituale? E quando l'amicizia può considerarsi un aiuto per la propria vita? Quanto incide la paura nelle nostre scelte e nella più generale rappresentazione della vita, della società e della relazione con Dio? Cosa può dire il diffondersi dell'odio anche nelle società apparentemente evolute e civilizzate del XXI secolo? È possibile "curarlo" in qualche modo o ci si deve arrendere alle sue derive? Perché tristezza e felicità, quando le si studiano a fondo, si rimandano vicendevolmente?
In questo libro, che esce in una nuova edizione, aggiornata e ampliata, si cerca di dare una risposta a questi ed altri interrogativi con cui, bene o male, ognuno di noi è chiamato a fare i conti: essi vengono presi in considerazione nel loro rapporto con la vita spirituale, senza con questo trascurare il contributo offerto dalle scienze umane. Scopo di questo confronto è di giungere ad una visione più vera e riconciliata con la propria affettività: un ideale non certo facile e tuttavia necessario.
Gli affetti costituiscono una realtà fragile e apparentemente imprevedibile, eppure sono la nostra forza, un tesoro prezioso per conoscere la verità di noi stessi e del nostro rapporto con Dio.
Il nome Borgia accende l'immaginario e rinvia spesso a narrazioni da saga, in cui un onnipresente cocktail fatto di delitti, intrighi, scandali e vizi ha alimentato nel tempo una sterminata letteratura e trasposizioni artistiche di vario tipo. Ma oltre agli arcinoti Rodrigo, Lucrezia e Cesare ? i protagonisti maggiori della «leggenda nera» dei Borgia ?, il celebre casato annovera anche rappresentanti mirabili, tra cui svetta la figura ricca e complessa di Francesco. Da politico di spicco della Corona spagnola a terzo Generale dei gesuiti, la sua fu una vita poliedrica. Uomo pragmatico e di governo, dotato però anche di grande profondità spirituale, è stato decisivo per Ignazio di Loyola e il decollo della Compagnia di Gesù. Dopo una panoramica sul contesto e la storia personale del protagonista, il libro si addentra nella sua interiorità, approcciando l'espressione matura dell'intima fisionomia borgiana: il Diario spirituale. L'Autrice esce dagli stereotipi univoci e riduttivi entro cui il «santo Duca» è stato a lungo costretto, mostrando anche quanto ancora egli sia interessante per l'oggi.
Dall'esperienza di vita e di fede di una coppia, Roberta Carpenè e Marco tezza, nasce la preghiera; anzi, una novena, cioè nove tempi di preghiera, per nove giorni consecutivi. Le pagine qui presentate sanno di freschezza: la verità di una vita vissuta come tante altre coppie, con le loro prove e le loro attese, le loro speranze e le loro gioie, tutto vissuto alla luce della parola di Dio. Roberta e Marco ci propongono queste riflessioni per alimentare la nostra devozione e sostenere la nostra preghiera, e per testimoniare che esiste un modo " a due" di seguire Gesù, che gli sposi cristiani devono vivere. Credo che il pregio di questa proposta sia di condurci oltre le immagini oleografiche della Santa famiglia, e di aiutarci a respirare quell'atmosfera di fede e di servizio a Dio che alimentava Maria e Giuseppe, la prima coppia cristiana, e che sgorga dal loro Figlio. Tutto questo in modo molto concreto, senza spiritualizzazioni illusorie o retorica ecclesiastica, ma nella robustezza della casa fondata sulla roccia e nella fiducia nella divina provvidenza.
Uno dei grandi temi del Pontificato di papa Francesco è la misericordia che Dio ha nei confronti di tutti i suoi figli, che siamo noi. La tenerezza è l'espressione materna di questa misericordia e ci permette di cogliere quanto Dio sia vicino alla nostra esistenza. Tutti abbiamo bisogno, tutti abbiamo momenti di fatica, tutti cerchiamo una parola di perdono e di consolazione: ecco, ci dice il Pontefice argentino che in questi dieci anni abbiamo imparato ad apprezzare e ad amare, Dio è colui che non ci fa mai mancare una risposta, anzi non ci fa mai mancare una carezza.