
Nelle pagine di questo libro l'Autore, affermato biblista, affronta l'argomento aldila' secondo la tradizione cristiana.
Per quale motivo seguire e amare la Chiesa? Con parole chiare e semplici, attingendo anche a quanto si dice nel Nuovo Testamento e a quanto hanno detto i Padri della Chiesa, l'Autore cerca di rispondere a questo interrogativo.
Il presente saggio si propone come tentativo di riflessione e sintesi teologica con l'intento di mostrare il collegamento fra la teologia e alcuni vissuti fondamentali dell'esistenza umana. Punto di partenza è la consapevolezza della diversità abissale tra Dio e l'uomo, che non può essere intesa come contrapposizione o conflittualità, né estraneità. Lo scopo dell'esistenza umana, nel disegno di Dio, è quello di realizzare una profonda condivisione-compenetrazione umano-divina. È un cammino nel quale l'uomo sperimenta la propria fragilità, di fronte alla quale Dio non resta indifferente, ma in Cristo viene a condividere fino in fondo la nostra condizione umana. Attingendo in particolare alla teologia di S. Ireneo l'Autore offre una stimolante e originale riflessione sull'argomento.
Il presente volume è una proposta di riflessione contestuale, spirituale, teologica e pastorale sull'identità del ministero presbiterale e sullo stile e le priorità del suo esercizio nelle circostanze attuali. Nei contributi raccolti si staglia la convinzione che l'identità presbiterale non si definisce in sè bensì in relazione: con Gesù, con la Chiesa come popolo di Dio pellegrinante nella storia, con tutti gli uomini e le donne, nella loro ricerca di felicità e di unità nella libertà.
In questa mappa ideale di relazioni lo stato d'animo disorientato e, talvolta, emarginato di tanti preti di oggi riesce a trovare la strada per superare le oggettive difficoltà di una crisi sotto gli occhi di tutti lasciandosi, interpellare e trasformare dal Vangelo, che sempre risuona vivo nella Chiesa.
E' questa - come ha affermato Giovanni Paolo II e ha ribadito Benedetto XVI - la "bussola" del cammino.
Che cos'è la fede? Come nella storia della teologia si è evoluta la riflessione su di essa? L'Autore avvia un percorso di lettura storica e teologica. Il risultato è un itinerario affascinante attraverso una serie di "quadri storici": dal concetto di Sacro nella mentalità primitiva alla Rivelazione del Santo nell'Antico e Nuovo Testamento, alla dimensione della fede in sant'Agostino, in san Tommaso fino alla definizione che il Concilio Vaticano II ha dato della fede nel Dei Verbum. Una riflessione stimolante e originale sull'argomento.
L'ottava parola del decalogo proclamata in Es 20, 16 (e in Dt 5, 20), secondo quella che ne appare la più adeguata traduzione dall'ebraico, vieta, propriamente, non di pronunciare falsa testimonianza, ma di rispondere come testimone di menzogna. Il senso autentico del precetto biblico, pur calato nel suo peculiare contesto giudiziario dischiude una "idea" di verità di tipo non teoretico-metafisico bensì pratico-sapienziale e storico-esistenziale, che intuisce nella dimensione relazionale della domanda e della risposta - ovvero nell'abisso della dia-logia e dell'alterità - l'essenza originaria e irrelativa della libertà, in cui menzogna e verità (a dispetto di accomodanti semplificazioni manicheistiche) si danno assieme, in un moto dialettico e contestuale di velamento e dis-velamento. Rispondere come testimone di menzogna non è solo violazione di una regola giuridica e di un comandamento, ma anche radicale contraddizione del vincolo di affidamento "credente" che informa tutta la Torah di cui JHWH, per primo, è testimone verace. La testimonianza fedele finisce sorprendentemente con il rivelarsi il luogo ove accade un atto di cura e di responsabilità verso il prossimo, che non è cosa diversa dall'amore.
Lo studio nasce dalla diffusa consapevolezza che è necessaria oggi una teologia che nasca dal vissuto del credente, attenta ai segni dei tempi; una teologia che metta, cioè, in atto un dialogo fondato nell'esercizio rigoroso dell'intellettualità, ma insieme radicato nell'esperienza vitale del dono reciproco di sé. La teologia "in" Gesù nasce là dove ciascun teologo è talmente "povero" di sé da far vivere Gesù nella e come Chiesa, e cioè nella comunione fra tutti. I contributi tracciano un ricco e illuminante percorso di riflessione. A conclusione segue un suggestivo approfondimento della Chiesa anglicana, sul rapporto tra unità e verità in ambito ecumenico.
Attraverso le Scritture e i testi di grandi testimoni della Tradizione della Chiesa il significato teologico e mistico dell’abbandono e della morte di Gesù. La nostra epoca è caratterizzata dal “dilagare del nulla”. Il non senso è avvertito come un negativo, un galleggiare sul vuoto. Dove trovare la luce? Partendo da tale invocazione di senso, nella consapevolezza che l’esperienza e la teologia mistica riconoscono nel nulla di Cristo la rivelazione dell’essere di Dio che è Amore, il volume traccia un percorso di riflessione sull’abbandono e la morte di Gesù come via di conoscenza di Dio. I contributi interrogano la Scrittura e la grande Tradizione della Chiesa nei testi di San Paolo, Bonaventura, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux. La questione del nulla viene inoltre affrontata nella sua valenza speculativa entro la vicenda del pensiero occidentale (contributo del filosofo Massimo Donà).
Una ricerca sul pensiero e lo studio dell'Aquinate sul Verbo incarnato e sull'uomo nella condizione ontologica più elevata. Nell'ambito degli studi sul pensiero di Tommaso d'Aquino manca ancora una ricerca esauriente sull'esperienza vissuta da Cristo sulla croce. Lo studio intende colmare questa lacuna, poiché tale tematica è rilevante non solo per comprendere la visione dell'Aquinate sul Verbo incarnato ma soprattutto per la sua idea dell'uomo nella condizione ontologica più elevata. Vengono così analizzate diverse questioni speculative, in particolare la passione del taedium, ovvero la radicale esperienza della solitudine e del non-senso. Lo studio si articola in due parti: la prima è dedicata alla speciale quanto unica relazione che lega il Figlio con il Padre, guardata soprattutto attraverso analisi della visio e della fruitio Dei. La seconda volge all'indagine delle passioni, considerate anche nella loro valenza morale, che hanno albergato nell'anima del Crocifisso.
La teologia dell'Aquinate, "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia". La teo-logia di san Tommaso d'Aquino - riconosciuto dalla Chiesa cattolica come il Doctor communis e riproposto nel Concilio Vaticano II e nella Fides et ratio di Giovanni Paolo II come "maestro di pensiero e modello del retto modo di fare teologia", ha ancor oggi qualcosa d'importante da insegnarci? È l'interrogativo da cui prende le mosse il presente studio come punto di partenza per un rilancio del dibattito teologico sulla Trinità. La Teologia di Tommaso, infatti, insieme a quella del De Trinitate di Agostino, è senza dubbio uno snodo decisivo nella storia della riflessione su Dio che è Trinità d'amore, a livello di metodo e a livello di contenuto. A tal fine nel volume Coda contestualizza storicamente e culturalmente l'impresa teologica dell'Aquinate, cercando di discernere, in prima battuta, la spinta e l'illuminazione carismatica che interiormente la anima e la orienta.
Quale contributo la Chiesa con il suo messaggio di "Unità" può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno? Il titolo della ricerca si ispira a un'espressione usata da Agostino per spiegare il passo del Vangelo giovanneo, dove viene interpretata simbolicamente la tunica di Gesù: "Essa è senza cucitura, così che non si può dividere; e tende all'unità, perché raccoglie tutti in uno". Clemenzia analizza pertanto nel pensiero di Agostino la categoria teologica dell'unità in riferimento alla Chiesa. Si vuole rispondere in questo modo a un duplice interrogativo: quale contributo la Chiesa può offrire al contesto socio-politico-economico e culturale odierno, con il suo stesso esserci? Quale significato di "unità" scaturisce dall'essere della Chiesa, a partire da un pensatore classico come Agostino? Un contributo utile al contesto sociale contemporaneo segnato dalla globalizzazione che ha determinato una dolorosa frattura tra locale e globale, tra culture e tra Paesi ricchi e Paesi poveri.

