
L AUTORE SI INSERISCE NEL DIBATTITO RIGUARDO IL PROBLEMA DELLA SALVEZZA PRENDNEDO IN ESAME VARIE SCUOLE DI PENSIERO.
Una avvincente introduzione alla teologia, dalle lezioni tenute dall'Autore all'universita di Freiburg i.B. Nel 1974/1975.
Figura tra le più originali e creative della teologia ortodossa del XX secolo, Sergej Bulgakov (1871-1944) compie un percorso intellettuale ed esistenziale affascinante: giovanissimo, abbandona la fede e si avvicina al marxismo; passa quindi all’idealismo, per poi tornare con una consapevolezza nuova alla fede ortodossa, l’unica risposta integrale alla ricerca di senso dell’umanità. Tale vicenda esistenziale influenza e confluisce nella sua riflessione teologica. Ne Il Paraclito affronta la "questione del Filioque", ovvero la relazione dello Spirito Santo con il Padre e il Figlio nella Trinità, questione da secoli considerata elemento di divergenza tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Sulla base di una profonda lettura della teologia patristica occidentale e avvalendosi delle categorie della filosofia idealista, Bulgakov sviluppa un modello di teologia trinitaria che supera tale divergenza.
Gregorio di Nissa (335 ca.-394 ca.) affronta nel trattato Ad Ablabium un aspetto fondamentale della dottrina cristiana sul mistero della Trinità: come sia possibile che le tre divine Persone siano Uno e che un Dio sia tre Persone, ovvero come si possa affermare che esistono tre ipostasi in Dio, ma al tempo stesso un’unica sostanza. Nell’interpretazione del problema Gregorio di Nissa arriva ad una soluzione di grandissima ricchezza teologica: compara la natura divina con quella umana, evidenziando come mentre gli uomini agiscono ciascuno per proprio conto, per cui tre uomini sono effettivamente tre, l’attività delle tre Persone divine è una e unica, per cui pur essendo tre sono una. Giulio Maspero dedica il presente saggio all’analisi teologica dello scritto nisseno, corredando il commento con una nuova traduzione del testo.
Una fede che non cerca la propria intelligenza non è pienamente accolta né veramente pensata né fedelmente vissuta: oggi è più che mai necessario che la Chiesa pensi la fede e che la fede tomi a pensare, dandosi un nuovo impulso missionario per capire l'uomo alla luce del Vangelo. Un percorso articolato all'interno del rapporto tra fede e cultura nel mondo contemporaneo che, coniugando spessore spirituale e saldezza concettuale, vuole proporsi come un invito a essere cristiani all' altezza di un mondo in cui la verità ha cittadinanza solo se rivestita di autenticità.
'È possibile parlare di Dio? E in che modo? Parlare non è forse definire, circoscrivere,de-limitare? É possibile che l'intelletto dell'uomo stabilisca limiti all'infinita essenza di Dio?' Questo è l'interrogativo che guida l'Autore nella sua ricerca. Contro la tendenza dominante del pensiero filosofico occidentale che afferma che di Dio è possibile parlare solo negativamente, dicendo ciò che non è, l'Autore guarda al pensiero cristiano in cui non è la parola dell'uomo su Dio a rivelare ciò che Dio è, ma la Parola di Dio su se stesso. In questa riflessione l'Autore "approda" alla preghiera "che parla di Dio nell'unico modo possibile, volgendosi a Lui col Tu, segnando insieme l'estrema lontananza e l'estrema vicinanza. Consapevole dell'impossibilità di conoscerlo e di parlare di Lui ". (dalla Prefaifone)
Tema quanto mai affascinante e attualissimo, per la nuova attenzione oggi rivolta alle religioni, il fenomeno della rivelazione - della manifestazione cioè del sacro nella vita umana - chiama in causa discipline diverse come la fenomenologia della religione, la teologia, l'ermeneutica, la fenomenologia della religione e del linguaggio, la storia delle religioni. Il tema è qui affrontato con originalità e varietà di prospettive nella scansione dei tre momenti - segno, parola, gesto - che formano il nesso interno e profondo della rivelazione. La prima parte del volume contiene puntuali interventi sulle rivelazioni profetiche nel Vicino Oriente antico e nel contesto ellenistico; sulle nozioni di manifestazione, parola e rivelazione nel pensiero antico mesopotamico; sul concetto di rivelazione nelle tradizioni religiose indiane. Si affronta quindi il tema nella tradizione cristiana, con particolare attenzione alla riflessione di Agostino, per la tradizione occidentale, e di Florenskij per quella orientale. Nell'ultima sezione il fenomeno è messo a confronto con le posizioni più interessanti della filosofia moderna e contemporanea (da Kant a Derrida, da Wittgenstein a Ricoeur, a Maritain, a Husserl).
Questo studio intende evidenziare le ricchezze di sapienza e di dottrina teologica che il dono affidato dallo Spirito a Chiara Lubich contiene e trasmette agli uomini del nostro tempo.
Una lettura originale di Piero Coda sull'intima radice cristiana di Hegel.
A oltre vent' anni dalla sua pubblicazione, il titolo del fortunato saggio di Gianni Vattimo e Pier Aldo Rovatti Il pensiero debole continua a essere considerato, in senso lato, la cifra di molto pensiero contemporaneo. Il depotenziamento della razionalità, l'indietreggiamento verso la "zona d'ombra", si sono imposti in diversi strati della cultura e, con il tempo, hanno finito per incrociare lo stesso cristianesimo: per ritrovarlo, ma depotenziato; per riaccostarlo, nell'atto stesso di indebolirlo. Si è preso così a parlare non solo di "pensiero debole", ma anche di cristianesimo debole, di Dio e di Chiesa deboli; con la pretesa, spesso, di dire la realtà stessa del cristianesimo, di Dio, della Chiesa. A distanza di qualche decennio, è tuttavia possibile porsi qualche domanda, e tentare di dare qualche risposta: è davvero, meno totalizzante e impositiva la cultura del "pensiero debole"? E veramente pietoso e rispettoso della differenza altrui un pensiero che finisce per costringere nelle sue categorie il cristianesimo, con la sua storia millenaria? Il presente saggio intende mostrare, a fronte della rigida alternativa tra un "pensiero forte" e un "pensiero debole", la possibilità di un' altra via, quella di un pensiero umile: capace di non catturare ma di mettersi in ascolto della Rivelazione, per riscoprire, da qui, che Dio e la Chiesa stessi non sono né forti né deboli, ma - appunto - umili. Un affascinante e originale contributo al dibattito culturale contemporaneo.
La dottrina della Trinità - insieme a quella dell'incarnazione - rappresenta il cuore della fede cristiana. Fino al Concilio Vaticano II tale dottrina occupava ambiti marginali nella teologia dogmatica. La dottrina del Dio trino infatti era elaborata in subordinazione al concetto del Dio uno. È quanto, ad esempio, aveva tentato di fare san Tommaso: coniugare l'unità di Dio con la sua trinità. Con il Concilio Vaticano II si assiste ad un cambiamento di prospettiva: il punto di partenza è l'evento salvifico di Gesù Cristo, via di accesso al mistero di Dio. Il presente volume vuole essere un piccolo trattato di dottrina trinitaria in cui l'Autore affronta le principali questioni mettendo in risalto come il cambiamento di prospettiva avvenuto con il Concilio Vaticano II abbia reso necessarie una diversa fondazione e una diversa metodologia per l'elaborazione del trattato. Il testo procede per tesi: dopo una breve formulazione della tesi, vengono esposti i punti essenziali della questione e una breve bibliografia di base.
Il presente saggio scaturisce dall'impegno a prender sul serio l'urgenza del contesto attuale riassumibile nel seguente interrogativo: come tenere insieme, realisticamente, secondo giustizia e verità, la pluralità delle “visioni comprensive della realtà” che popolano un mondo come il nostro che oggi si mostra sempre più uno ma, appunto, nella pluralità arricchente e però non di rado anche confliggente delle sue declinazioni? Il nucleo teoretico del saggio si delinea a partire dalla scelta dei due autori, Luigi Pareyson e John Rawls, che fungono da punti di riferimento paradigmatico. Una sfida ambiziosa, dunque, e complessivamente coronata dal successo. Una sfida affrontata col piglio di chi si vuole sinceramente interprete del “sentire” profondo e delle potenzialità che oggi si annunciano e che si vogliono perseguire in atteggiamento di ricerca e obbedienza della/alla verità custodita dalla tradizione del pensiero e della fede. (dalla Prefazione)