
L'incontro tra il patriarca ecumenico di Costantinopoli Athenagoras I e Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, non rappresenta soltanto un evento emblematico della fervida stagione di dialogo nell'amore tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa inaugurata dal Vaticano II, ma custodisce un messaggio ancor oggi attuale per vivere con fedeltà e apertura all'azione dello Spirito Santo il cammino verso la piena e visibile unità tra la Chiesa d'Occidente e la Chiesa d'Oriente. La ricostruzione storica ampiamente documentata che ne è fatta in queste pagine, insieme all'interpretazione attenta del suo significato e dell'eredità che ne consegue, fanno di quest'opera un punto di riferimento sicuro e un contributo prezioso per ridare slancio a tale cammino e profilare un metodo che riconosce nella conversione del cuore e della mente e nella reciproca carità vissuta in Cristo «l'anima del movimento ecumenico» (Unitatis redintegratio, 8).
«Ecclesia semper reformanda est». È tuttavia inconfutabile che vi siano delle stagioni particolari nel corso delle quali si assiste a un'accelerazione e al tempo stesso a una concentrazione delle riforme sotto la spinta dei tempi ma anche e soprattutto dello Spirito. Oggi ci troviamo a vivere una di queste stagioni. Francesco è un papa riformatore poiché è stato eletto sotto la spinta della richiesta di un profondo rinnovamento della Chiesa.
Opera altamente originale: l'esistere e l'operare del Cristo in noi e la nostra partecipazione alla sua vita divina.
Questo secondo volume di Opuscoli completa la traduzione dei testi del XXVI tomo delle Oeuvres di Annecy. Si articola in due parti: gli scritti redatti senza particolari destinatari formano la prima, quelli che hanno un particolare destinatario la seconda. Pur trattandosi di testi minori, tanto nella prima quanto nella seconda parte emerge il mistico e il saggio maestro di vita spirituale. Nella prima, risultano di particolare rilievo la meditazione sul Cantico dei Cantici e i Frammenti sulle virtù cardinali e morali; nella seconda, gli scritti redatti per Rosa Bourgeois, badessa di Puits-d’Orbe, e quelli per la sorella, la presidente Brûlart. L’insieme dei testi ci consegna la luminosa certezza che anima l’esperienza mistica di Francesco di Sales e il suo originale sopraumanesimo cristocentrico: la più alta dignità dell’uomo consiste nell’essere creato da Dio «per conoscerlo, ricordarsi di lui e amarlo»; invece costituisce una grande sventura ritenere di «essere al mondo soltanto per costruire case, sistemare giardini, possedere vigne, ammassare oro, e simili cose passeggere».
Il laicato cattolico vive tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima del Novecento una stagione ricca e vivace, mentre l'ambito ecclesiale è animato da fermenti di rinnovamento. Richiamandosi a tale cornice questo saggio storico considera la figura di Chiara Lubich, donna laica, declinandola, sulla base di un ricco apparato documentario, alla luce della formazione ricevuta e del ruolo svolto in Azione Cattolica. Il focus si sposta poi agli albori del Movimento dei Focolari che, nato in piena temperie bellica, mostra tratti esperienziali e linee spirituali che disegnano sul piano personale e comunitario una fisionomia laicale spiccata e originale. Negli anni Cinquanta prendono forma i tratti dell'Opera di Maria, plasmati sul modello della giovane di Nazareth. Nel periodo che precede il Concilio Vaticano II Chiara Lubich si colloca tra coloro che nel contesto ecclesiale hanno a vario titolo aperto nuove prospettive di vita laicale.
La narrazione del Sé, specialmente nel rapporto con l'altro, costituisce un esercizio fondamentale nella tensione verso la comprensione della vita e del mistero, come risulta dallo studio dei testi mistici. Un percorso di scrittura che nel tempo ha visto un protagonismo femminile altrimenti inedito nella storia della letteratura. Attraverso un confronto fra i primi scritti autobiografici di Chiara Lubich e quelli di altre personalità significative del '900, come Etty Hillesum, Madeleine Delbrêl, Itala Mela, Giorgio La Pira e Divo Barsotti, emerge come il linguaggio mistico, inteso come lingua speciale dell'amore, apra il testo a sorprendenti possibilità di conoscenza, nonché di costruzione, della realtà. Un confronto che mette in evidenza anche le potenzialità e le caratteristiche proprie della scrittura femminile e maschile.
Il volume raccoglie i contributi di diciannove qualificati teologi e teologhe che insieme ad alcuni storici si propongono di rilevare e interpretare le correlazioni tra il Concilio Vaticano II e il carisma dell'unità di Chiara Lubich nella logica della coessenzialità di doni gerarchici e doni carismatici. La ricerca guarda, in particolare, alla Costituzione sulla divina Rivelazione Dei Verbum e a quella sulla Chiesa Lumen Gentium, nell'orizzonte del cammino sinodale in cui è impegnato oggi, su invito di Papa Francesco, tutto il Popolo di Dio.
Una nuova edizione critica in formato tascabile ed economico dell'opera piu nota del filosofo roveretano Rosmini, messa all'indice per ragioni politiche nel 1849. Quest'opera di rosmini puntua lizza, con straordinaria lungimiranza, i mali che gravano sulla chiesa, tra i quali l'ins ufficiente partecipazione del popolo alla liturgia, la medioepiscopali e nell'amministraz ione dei beni ecclesiastici e costituisce una attenta analisi filosofica e politica del pensiero e delle vicende europee del primo ottocento. C onclude l'opera una ricostruz ione della vicenda compositiva e delle prime edizioni dell'
La preghiera cristiana per eccellenza, nell'ormai classico commento del grande scrittore alessandrino. L'alessandrino Origene è uno dei più originali Padri della Chiesa di lingua greca. Tra i suoi numerosissimi scritti figura anche il celebre Commento al Padre Nostro, nel quel l'Autore si propone di "considerare quanta potenza racchiuda la preghiera suggerita dal Signore", come egli stesso dichiara programmaticamente nell'incipit. Un testo nel quale Origene dispiega tutta la sua finissima sapienza esegetica e manifesta il suo pensiero. In particolare trova piena espressione il suo ottimismo pastorale che prevede la salvezza finale di tutti: "Il peccatore, infatti, dovunque si trovi, è terra in cui in qualche modo si trasformerà se non si pente; chi invece fa la volontà di Dio e non trasgredisce le spirituali leggi di salvezza, è cielo".
Oggi come non mai la comunitarietà della Chiesa è messa in crisi. È proprio ciò a rendere attualissime le pagine bonhoefferiane. Il testo, infatti, offre un ritratto della vita cristiana appassionata e vibrante perché realmente comunitaria. Una vita fondata sulla preghiera comune quotidiana (anche e soprattutto in famiglia), sulla necessità di riferirsi a Cristo e non a noi stessi come criterio unico delle relazioni, sul bisogno di condividere le parole del Vangelo per non sentirci soli nel mondo, sull'accoglienza del perdono (e della confessione del peccato) come conseguenza dell'accettazione del fatto che siamo fragili e non possiamo salvarci da soli. Un classico della spiritualità e della teologia del XX secolo.
In edizione economica, la traduzione italiana dell'opera più importante di sant'Anselmo d'Aosta. Cur Deus homo ("Perché Dio [si è fatto] uomo", o "Perché un Dio uomo") è il titolo di un saggio di teologia che il monaco e filosofo Anselmo scrisse nel 1098. Il testo è considerato da alcuni addirittura il più importante e impegnativo sul piano dottrinale della produzione di Anselmo. Redatto in forma dialogica (tra Anselmo e Bosone) e articolato in due libri di diversa lunghezza, il Cur Deus homo è storicamente legato alla dottrina della sostituzione o soddisfazione vicaria: la salvezza dell'umanità è resa possibile dall'offerta libera che il Cristo, Dio-uomo, fa di se stesso al Padre per pagare il debito contratto dall'uomo con il peccato d'origine.
In edizione economica, una traduzione del Cantico spirituale, capace di restituire la lingua immaginosa, metaforica e visiva del mistico-poeta. Considerato, insieme alla Notte oscura, tra le migliori poesie in lingua spagnola sia dal punto di vista formale e stilistico che per l'immaginazione e il simbolismo, il Cantico spirituale occupa un posto centrale tra le opere di Giovanni della Croce. Si tratta di un canto d'amore metaforico in cui la "sposa" (che rappresenta l'anima) ricerca lo "sposo" (che rappresenta Gesù Cristo), trovando la piena gioia dopo essersi riuniti. Si tratta di una sorta di libera versione in lingua spagnola del Cantico dei cantici in un'epoca in cui era proibito tradurre il testo della Bibbia in lingua volgare. La presente edizione, grazie alla traduzione di un linguista, si propone di restituire in modo originale la densità e la ricchezza del linguaggio mistico di Giovanni della Croce.

