
«Gli Studi di cristologia raccolti in questo volume dell'Opera omnia di Giovanni Moioli ci presentano la "cristologia della 'singolarità' di Gesù" in statu nascenti. [...] Si configurano [...] come il ritorno al momento sorgivo con cui il grande teologo della Scuola di Milano ha elaborato il cuore della sua teologia, con il senso vivo della "centralità" di Cristo come "forma" della vita cristiana. La cristologia, tra teologia e antropologia, è il discorso in cui Dio e l'uomo s'incontrano nel fuoco incandescente in cui la differenza cristiana si dice dentro l'universale umano. Essa mette in comunione con il volto "cristiano" di Dio e dà "forma" all'umano nella storia. [...] Nell'arco temporale di appena quindici anni, [Giovanni Moioli] ha realizzato un'impresa gigantesca: dare volto "cristocentrico" al sapere teologico. Senza facili riduzioni né a un cristomonismo teologico, né a un antropocentrismo esistenziale. Egli ha saputo tenere nel crocevia dinamico della storia di Gesù la rivelazione trinitaria e la figura spirituale del credente, punto di sintesi dell'agire morale e della missione pastorale» (dalla Prefazione di Franco Giulio Brambilla).
"Siamo chiamati a essere voce di una sapienza più alta, di una interpretazione del tempo e delle vicende che sia più evidentemente ispirata dal Vangelo, di una missione che interpreti la sete e offra l'acqua che zampilla per la vita eterna. Possiamo anche essere ottusi e stolti, attardarci nella banalità, inseguire originalità bizzarre. Ma non è obbligatorio essere stolti. Possiamo anche decidere di invocare, cercare, accogliere insieme il dono che continua a venire dall'alto per rendere feconda di bene ogni terra, ogni persona, ogni situazione." (Mario Delpini)
Certamente è il Signore che semina la Parola, ma ha bisogno di contadini che si prendano cura della terra e del seme! La comunità educante, i catechisti in particolare, sono i contadini del campo loro affidato. Il vissuto dei ragazzi, la terra, è una dimensione fondamentale della catechesi, che si intreccia costantemente con le altre dimensioni: la Parola di Dio, la preghiera e la liturgia, e il tessuto vitale di una comunità cristiana. Tutti gli educatori sono chiamati ad avere uno sguardo limpido, un ascolto attento e costante, un cuore aperto e fiducioso verso i ragazzi per intravedere, interpretare con grande sensibilità e accogliere costantemente il loro vissuto, come il terreno buono nel quale gettare e far crescere il seme della Parola. «Una comunità educante e, in essa, catechisti e catechiste seminano la Parola: alla maniera di Gesù. E, insieme, uniti a Gesù, sono Parola seminata nel vissuto dei ragazzi.» (Mario Antonelli)
"Sono trascorsi quarant'anni dall'inizio dell'esperienza della Scuola della Parola voluta dal cardinal Martini, che ha segnato il cammino della Chiesa ambrosiana e, in particolare, dei giovani. Lo vogliamo ricordare con questo libro che raccoglie trenta meditazioni di don Giovanni Barbareschi, che dal 1991 al 1998 predicò, seguendo con cura il metodo della lectio divina, quando l'iniziativa venne decentrata in una settantina di chiese della diocesi. Fedele al primato della Parola, che in queste pagine è davvero sovrana, egli lascia che sia sempre essa a parlare ai giovani e a provocare le loro esistenze credenti. Mettendo a disposizione i testi di don Barbareschi vogliamo continuare a ricordare questo indimenticabile prete, nel secondo anniversario della morte, avvenuta il 4 ottobre 2018." (dalla Prefazione di monsignor Franco Agnesi)
Ripensare in modo radicale la pastorale giovanile, perché parta da un reale ascolto dei giovani e dei loro vissuti: questa l'esigenza alla base delle riflessioni del presente volume, che vede nella pratica di vita comune temporanea una proposta educativa capace di rispondere ai bisogni e alla crescita nella fede durante la giovinezza. Scopo del testo è fornire quell'impalcatura teorica interdisciplinare di riferimento che rifletta su implicazioni, dinamiche e obiettivi educativi in gioco, e senza la quale qualsiasi sforzo, per quanto appassionato, risulterebbe poco efficace.
Tra le icone bibliche più rilevanti dal punto di vista teologico c'è quella del gregge, che allude a Israele, scelto da Jahvè di mezzo a tutti i popoli e accudito come fa un pastore con il suo gregge. Meditando su alcune pagine bibliche di ambedue i Testamenti scopriamo il vero volto di Dio, che per amore, solo per amore, si è scelto Israele come suo partner privilegiato; riconosciamo i battiti del suo cuore sensibile e sempre pronto a commuoversi, come un padre tenero nei confronti del suo figlio prediletto. Sotto questo profilo Antico e Nuovo Testamento convergono pienamente.
Una lettura della lettera apostolica Patris corde, dedicata alla figura di san Giuseppe, dono prezioso da parte di papa Francesco per tutto il popolo cristiano e in particolare per i sacerdoti e i consacrati, per «accrescere l'amore verso questo grande Santo, per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare le sue virtù e il suo slancio». Il Papa, volendo proporre da imitare le virtù del carpentiere di Nàzaret, annota: «San Giuseppe ci ricorda, ci invita, ci insegna». In questi punti bisogna sostare per meditare, assimilare e lasciarci interpellare dal suo slancio e dalla sua creatività in ogni occasione.
Lungo un percorso che si snoda attraverso sette contributi, frutto di una serie di incontri della diocesi di Milano, ci si sofferma su alcuni degli aspetti principali della vita cristiana: l'eucaristia, la preghiera, l'annuncio, le relazioni, la carità e la testimonianza. Con capacità di analisi supportata da fiducia e speranza, alla luce dell'esperienza della pandemia, gli autori invitano a trasformare sempre di più le nostre parrocchie in comunità fraterne e missionarie.
«L'uomo "spirituale" è colui che, nella fede, vive di ciò che crede: vive, cerca di assimilare, cerca di personalizzare, secondo certi criteri, l'oggettività cristiana. Così, una storia della spiritualità cristiana è la storia di questa personalizzazione, e di come si è espressa; è anche la storia delle tensioni e delle crisi a cui questa personalizzazione si è trovata o si va trovando esposta; è anche la storia delle assimilazioni parziali e di quelle non riuscite o dei rifiuti di personalizzare l'oggettivo della fede cristiana» (Giovanni Moioli).
«In un tempo di fatica esistenziale per tutti, per il crescere dell'ansia, a seguito della interminabile pandemia, occorre uno stile nell'esercizio dei ruoli di responsabilità che assicuri e rassicuri, che protegga e promuova, che offra orizzonti di speranza, anticipando, nella fermezza e nella gentilezza, il senso promettente e sorprendente della vita, con un agire non tanto e non solo solidale ma sinceramente fraterno». Spesso chi ha responsabilità si trova di fronte «il singolo individuo, incline a pensare solo a sé e a ritenersi il centro dell'universo, secondo un individualismo troppo diffuso e troppo approvato, ritenga che i suoi desideri, bisogni, pretese, tutto sia legittimo e urgente». La priorità irrinunciabile è innanzitutto la famiglia, a partire dalla «promozione delle condizioni che rendano desiderabile e possibile la formazione delle famiglie». Una stabilità del nucleo familiare avviene se «trova nella società condizioni di vita serene, sane, per la disponibilità di case accessibili, per occasioni di lavoro propizie, per il sostegno necessario alla paternità e alla maternità responsabili, per alleanze educative». Altra priorità sono i giovani. «L'emergenza educativa deve richiamare l'attenzione di tutti non solo nello sconcerto di episodi di cronaca impressionanti per aggressività, degrado, depressione. La stagione indefinita del Covid-19 ha diffuso, soprattutto negli adolescenti e nei giovani, svariate forme depressive, con un aumento considerevole dei disturbi alimentari sino alle forme estreme della bulimia, dell'anoressia, del buttar via la vita nei rischi estremi e nel suicidio». La riconoscenza e la gratitudine vanno a tantissime persone impegnate sui vari fronti: sindaci, amministratori, forze dell'ordine, insegnanti, personale sanitario, sindacati, volontari, professionisti. «Ringrazio tutti coloro che vivono con onestà, impegno, fiducia i rapporti ordinari e che contribuiscono a dare della nostra città e del nostro territorio l'immagine di una società in cui è possibile una vita buona». «È mio desiderio incoraggiare tutti nella pratica della lungimiranza, fieri della nostra identità ambrosiana e proprio per questo forti nel resistere a ogni illegalità, tentazione divisiva, mancanza di speranza, certi che la potenza d'amore dello Spirito continua ad abitare anche la nostra Milano facendo germogliare infiniti semi di bene».
Una raccolta di meditazioni teologico-spirituali per riscoprire una figura di per sé sfuggente come san Giuseppe, e tuttavia "santo", ossia uomo in cui Dio opera, e di sommo rilievo, specie se si pensa che, dopo Maria, è il santo più importante per la Chiesa. Una varietà di voci attorno alla figura del Patrono della Chiesa universale, tracciando un percorso a tre fuochi: una lettura attenta e appassionata della Lettera apostolica di papa Francesco, Patris corde; una rassegna degli Inni liturgici, che sono come il fiore poetico e musicale della meditazione cristiana sulla figura di Giuseppe; infine, la presentazione del Santuario giuseppino di Milano, ancora in gran parte sconosciuto, con l'illustrazione di tre grandi e pregevolissime tele, veri e propri gioielli d'arte e di cultura cristiana custoditi nel Santuario, raffiguranti alcuni "misteri" della vita di san Giuseppe. Chiude il volume un'Appendice con tre omelie tenute nel Santuario in occasione delle tre liturgie principali dell'anno dove si fa memoria del santo.