
Da alcuni decenni si vanno moltiplicando i gruppi e le associazioni che fanno riferimento allo Spirito Santo, lo Spirito di Dio. Comune denominatore è l'esperienza "Spirituale". Non interessa tanto sapere che esiste lo Spirito, o definire la sua identità; ciò che si desidera è sentire, percepire gli effetti della sua presenza e delle sue ispirazioni, insieme con la volontà di individuare i doni concreti con i quali lo Spirito agisce nelle comunità. Allora diventa urgente un discorso sullo Spirito Santo. Ma come farlo? Nelle pagine del libro a parlare è soprattutto la Parola di Dio, in particolare il vangelo di Giovanni, per riandare all’esperienza "Spirituale" fatta da Gesù e dai suoi discepoli. Si aprirà davanti un panorama affascinante, vasto, e a tratti anche sconosciuto; uno sguardo che permetterà di cogliere i vari risvolti della figura dello Spirito Santo che, come afferma la fede cristiana, è "Signore e da la vita".
I tempi che viviamo sono dominati dal mercato e dalle sue narrazioni: perfino nel linguaggio quotidiano è difficile sfuggire alle metafore economiche. Tuttavia la crisi che sperimentiamo rimette in discussione l’efficacia di questa egemonia culturale. Rifletteremo sul fatto che, nonostante uno scenario brutale, molte persone continuano a donare. Il dono è però solo in apparenza qualcosa di semplice: che cosa è dono? Qual è il suo rapporto con la giustizia? Chi può fare un dono? Chi può riceverlo?
Una interpretazione originale di un'epoca ricca di controversie come il Rinascimento. Questa la proposta dell'autore grazie alle possibilità offerte dalle rete che gli hanno permesso di mettersi in modo nuovo ai servizio di antiche domande. Una lettura "elettronica" di testi noti, e di altri riscoperti, fa emergere un Savonarola teologo, oltre che profeta e politico, che ispirandosi a Paolo e Agostino si oppone, in nome della interiorità e della grazia, alla religione delle opere e agli sfarzosi quanto vuoti rituali della vita religiosa fiorentina quattrocentesca. Un Savonarola che gioca un ruolo decisivo nella genesi della Riforma e di quell'Evangelismo italiano di cui il "Beneficio di Cristo" è il testo più rappresentativo. Sullo sfondo si muovono le grandi figure della civiltà rinascimentale, da Machiavelli a Michelangelo, da Piero di Cosimo a Raffaello, da Giovanni Pico e suo nipote Gianfrancesco a Guicciardini, da Erasmo a Valdés a Lutero, conventi e comunità di laici sparsi in tutta Italia, uomini di corte e grandi prelati, tutti in misura minore o maggiore legati all'insegnamento del frate e alla sua teologia del "Miserere".
“Dal campanile al campanello” una conversione pastorale a tutto tondo quella che suggerisce don Emanuele Tupputi vicario giudiziale del Tribunale diocesano di Trani-Barletta-Bisceglie, impegnato nel servizio di accompagnamento e accoglienza dei fedeli separati della medesima Arcidiocesi e autore del Vademecum per la consulenza nella fragilità matrimoniale utile a quanti, a vari livelli (sacerdoti, operatori di pastorale familiare e del diritto canonico), sono quotidianamente a contatto con fedeli feriti. Si tratta di uno dei pochi esempi di Vademecum elaborati nelle diocesi italiane, messo a disposizione, anche, per quanti si approcciano per la prima volta al mondo della giustizia relativa alla nullità matrimoniale o non hanno un’adeguata preparazione giuridico-canonica, e questo lo rende ancor più prezioso e utile.
Il Vademecum è strutturato in sei capitoli, un'appendice ed un’ampia bibliografia, in cui sono riportate indicazioni pratiche circa lo svolgimento del colloquio con la coppia, le modalità di individuazione degli apporti probatori per sostenere un’eventuale richiesta d’invalidità matrimoniale, la documentazione utile da fornire sempre in vista di un procedimento giudiziale e delle indicazioni pastorali alla luce dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia, qualora non fosse possibile intraprendere l’iter processuale. Il testo si configura come una guida agile ed elaborata al fine di inserire pienamente la prassi giudiziaria nella dimensione pastorale superando le presunte contrapposizioni tra pastorale e diritto e crescere come comunità cristiana, sempre più, nell’arte dell’accompagnamento, del discernimento e dell’integrazione per il bene di tutti i fedeli che ci sono affidati ed in particolar modo per quei fedeli «più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito, ridonando fiducia e speranza» (AL 291).
Capace come pochi di un'interrogazione radicale sul senso della fede cristiana nel tempo della compiuta secolarizzazione, Sergio Quinzio è stato uno degli autori che più hanno inciso negli ultimi anni del dibattito culturale italiano ed europeo. I suoi principali scritti sono tradotti e studiati in più lingue, e tanti dei suoi interlocutori privilegiati si dimostrano ancora debitori nei confronti del suo pensiero e della sua testimonianza. Gli interventi qui raccolti sono di diverso stile, dalla testimonianza personale al saggio, dal ricordo alla riflessione.
"Il prete è uomo tra gli uomini. Allo stesso tempo porta, attraverso la sua umanità, qualcosa che gli è stato affidato, che molti altri non conoscono. Qui sta la particolarità della sua figura e della sua missione, che ha affascinato e interrogato tanti romanzieri e tanti uomini di cinema e di teatro. Per questo abbiamo voluto ascoltare l'esperienza di alcuni sacerdoti. In un modo o nell'altro vivono sulla frontiera dell'umano dove il dolore dell'uomo e l'enigmaticità della sofferenza sono merce di tutti i giorni." (dalla prefazione di Massimo Camisasca)
Una caratteristica delle opere teologiche di Antonio Rosmini è la ricchezza di citazioni e di allusioni alla Sacra Scrittura. Nella sua riflessione Rosmini parte dai testi scritturistici e sviluppa poi la sua concezione, sulla base della vasta e profonda conoscenza che egli ha della grande Tradizione e sullo sfondo della sua visione personale di pensatore originale. Ne risulta una singolare unità organica, in cui la sacra Scrittura costituisce l'anima e l'ispirazione generale della teologia rosminiana, anticipando le indicazioni date a questo proposito dal concilio Vaticano II. Il presente lavoro si divide in due parti, costituite la prima dallo studio dell'opera: "L'introduzione al vangelo secondo Giovanni commentata", la seconda dallo studio della "Antropologia Soprannaturale". Per ognuna di queste opere ricerchiamo dapprima l'esegesi che l'autore dà dei testi pneumatologici neotestamentari, di quelli giovannei, di quelli paolini, dei vangeli sinottici e degli altri scritti sacri. La teologia dello Spirito Santo proposta dal Rosmini appare così nel suo aspetto di profonda radicazione nella grande Tradizione della Chiesa Cattolica e insieme nel contributo originale della visione personale di lui.
Cristianesimo ed emergenze culturali del terzo millennio.
Il compito, le sfide, gli orizzonti
Prefazione di S.E. Mons. Gianni Ambrosio
Ogni vera inculturazione del Vangelo passa attraverso il vissuto culturale di un popolo e in esso si consuma, si compie: entra a permeare profondamente abitudini, usanze, istituzioni, ruoli, leggi, persino sistemi di produzione, perché in fondo raggiunge e cambia l’uomo nella sua realtà di uomo, trasformando i giudizi di valore, il modo di percepire se stesso e la realtà che lo circonda. Per questo motivo, il Vangelo che si incultura esige anche un discernimento valoriale sulle oggettivazioni visibili dello spirito umano, sapendo che però la comunicazione del Vangelo va ben più in profondità. Quella del “coltivatore di sicomori” appare come una metafora interessante che nella lettura del processo di inculturazione permette di riconoscere il “rispetto” per ogni cultura, ma anche il dono fatto dal Vangelo. Il coltivatore è in realtà un intagliatore, perché opera un taglio particolare che permette al frutto di giungere a maturazione. La necessità del “taglio” dice l’importanza che il contenuto eccedente e salvifico del Vangelo incida le/nelle culture; d’altra parte però i frutti sperati sono propri delle culture. Questa prospettiva è indagata nell’opera tenendo conto delle sfide fondamentali dell’odierna congiuntura culturale – il multiculturalismo, la questione ambientale ed ecologica, il riduzionismo antropologico tra bioetica e politica – e di due grandi orizzonti possibili per risolvere le difficoltà: l’allargamento sapienziale de

