
Afferma il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in postfazione: "Il linguaggio e lo stile francescano di don Tonino Bello lo stiamo rivivendo e contemplando in una sorprendente sequela di immagini: nel volto, nei gesti, nelle parole di Papa Francesco. La santità francescana di don Tonino è intrisa di risurrezione, di vita, quindi di ottimismo cristiano. Ci fa contemplare il creato con occhi nuovi. Ci aiuta a guardare con occhi pasquali, pieni di bontà e di carità, al mondo, alla storia personale e sociale, alla Chiesa". È il filo conduttore che lega all'unico dorso gli scritti nel volume, articolato in cinque saggi e altrettante testimonianze di frati minori cappuccini. Invitati dal loro ministro provinciale di Puglia, Pier Giorgio Taneburgo, a riflettere sulla "magnifica freschezza profetica" del vescovo alessanese terziario francescano, argomentano su come abbia saputo indicare cieli nuovi e terra nuova attraverso l'annuncio cristiano e la propria vita. Fede, testimonianza, eucaristia, Chiesa, pace e missione le dimensioni maggiormente approfondite.
Il volume raccoglie una serie di undici saggi, dal 2002 al 2011. Contributi sui rapporti tra Francesco e Innocenzo III, Sant'Antonio di Padova, Santa Chiara d'Assisi, le dinamiche interne dell'Ordine francescano nel suo sviluppo, la presenza dei frati Minori nel contesto urbano e culturale del tempo.
San Pier Damiani (1007-1072), abate del monastero di Fonte Avellana e poi cardinale vescovo di Ostia, fu una delle personalità più di spicco della riforma cattolica dell'undicesimo secolo. Il suo Liber Gomorrhianus apparve attorno al 1049, in un'epoca in cui la corruzione era largamente diffusa, fino ai vertici del mondo ecclesiastico. In questo scritto, diretto al Papa Leone IX, Pier Damiani denuncia i vizi perversi del suo tempo con un linguaggio che non conosce falsa misericordia e compromessi. Egli è convinto che di tutti i peccati, il più grave si ala sodomia, termine che comprende tutti gli atti contro natura, che voglio soddisfare il piacere sessuale distogliendolo dalla procreazione. "Se questo vizio assolutamente ignominioso e abominevole non sarà immediatamente fermato con un pugno di ferro,-scrive- la spada della collera divina calerà su di noi, portando molti alla rovina". Papa Leone accolse con gratitudine il Liber Gomorrhianus, scrivendo a Pier Damiani che "ognuna delle affermazione di questo scritto incontra la nostra approvazione, come acqua gettata sul fuoco diabolico"e, raccogliendo le indicazioni del santo, intervenne con fermezza contro i sodomiti nella Chiesa. Oggi, scrive Roberto de Mattei nella sua introduzione all'opera, "il Liber Gomorrhianus ci ricorda che c'è qualcosa di più grave del vizio morale praticato e teorizzato. E' il silenzio di chi dovrebbe parlare, l'astensione di chi dovrebbe intervenire, il legame di complicità che si stabilisce tra i malvagi e coloro che, con il pretesto di evitare lo scandalo, tacciono e tacendo acconsentono e, peggio ancora, l'accettazione da parte di uomini di Chiesa dell'omosessualità, considerata moncone un gravissimo peccato, ma come una "tensione" positiva verso il bene, degna di accoglienza pastorale e protezione giuridica (…). Porterà la lettura del Liber Gomorrhianus a infondere nel cuore di qualche prelato o laico lo spirito di san Pier Damiani, scuotendolo dal torpore e spingendolo a parlare e ad agire?"
Rivista annuale per il 2011.
Il volume, pubblicato in occasione del 50° anniversario della morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963) e dell'elezione di Paolo VI (21 giugno 1963), riprende molte relazioni presentate in occasione di un grande convegno internazionale tenuto al Laterano nell'ottobre 2002 e si arricchisce di nuovi importanti contributi.
In questo piccolo libro, il Patriarca di Venezia ci invita a ripercorrere i primi passi di fede della comunità cristiana. Un invito a "ripensare il nostro modo di dire sì a Gesù Cristo", in chiave personale e comunitaria.
Tre giornalisti che hanno lavorato con lui raccontano il privato e il pubblico di Cristelli, uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori, in terra trentina ma non solo, delle novità del Concilio Vaticano II. Dalla tribuna del settimanale diocesano «Vita Trentina», di cui è stato direttore dal 1968 fino al clamoroso "licenziamento" nel 1989, Civi - come firmava i suoi fulminanti articoli di fondo - ha rappresentato per più di vent'anni una Chiesa che sta dalla parte dei poveri, che ama e promuove il dialogo, che non ha paura delle polemiche. La sua scrittura giornalistica lucida e affilata lo ha reso protagonista di memorabili battaglie di opinione e ha fatto della sua direzione di «Vita Trentina» un argine autorevole contro tante logiche di potere che tendono a farsi strada dentro e fuori la Chiesa. Per la prima volta viene raccontata la vita privata di questo vivacissimo prete pubblico, a partire dall'infanzia montanara sull'altopiano di Piné fino alle ultime battaglie giornalistiche.
Un punto di vista prezioso per approfondire - nel contatto con la storia e la cronaca degli ultimi cinquant'anni - le premesse, i valori e gli esiti del Concilio Vaticano II.
Nel volume l'Autore propone la cronaca dettagliata, pubblicata sul bollettino ufficiale del custode di Terra Santa nel 1964 e fino ad oggi inedita in Italia, della visita che Papa Paolo VI fece 50 anni fa in Terra Santa.