
Nel 787 d.C., nel pieno dello scontro dottrinario sull'iconoclastia, l'imperatrice d'Oriente Irene convoca il secondo Concilio di Nicea. L'intento è dirimere la dibattuta questione del culto delle immagini sacre. Esaminando le ragioni avanzate da iconofili e iconoclasti il Concilio definirà un elemento importante nell'esperienza di fede del Popolo: l'arte è capace di portare con efficacia davanti agli occhi la storia della pagina Sacra. L'icona diviene così strumento utile alla vita nuova donata nel Battesimo. L'arte sacra è viva e, in quest'ottica d'intercomunicazione, è formulata una nuova ipotesi in un passaggio definito "dal teologico al teologale". L'arte entra nella vita del credente e al tempo stesso la vita e le esperienze del credente, attraverso l'arte, possono esprimersi nel linguaggio teologico. È proprio a livello teologale - quello dove avviene l'incontro con Cristo, dove la teologia si salda con la vita - che l'uomo può trovare la sua massima espressione. Il volume segue la trama argomentativa degli atti del Concilio ed espone i principali argomenti esposti contro la fazione iconoclasta, fornendo uno sguardo completo sulle vicende e tratteggiandone i successivi sviluppi dogmatici.
Fondata su un'ampia indagine documentaria, questa biografia ricostruisce il percorso umano e religioso di Marcello Cervini, papa Marcello II nel 1555, nei decenni che fecero da sfondo al dilagare in tutta Europa della Riforma protestante e alla drammatica crisi allora vissuta dalla Chiesa di Roma. Alla corte di Paolo III, di cui fu segretario e consigliere, il Cervini affinò i suoi talenti sul terreno diplomatico, fino a diventare una figura chiave della politica curiale. Destinato a incarichi di altissima responsabilità, fu chiamato a presiedere le prime sessioni del concilio di Trento che, proprio grazie alla sua energica azione, avrebbero sancito la definitiva condanna delle dottrine d'oltralpe. Il cruciale ruolo politico e religioso che egli ebbe nel guidare i lavori dell'assemblea conciliare consente di cogliere i drammatici conflitti che ne percorsero e influenzarono gli esiti, anche alla luce del suo ruolo di fiduciario dei Farnese e di autorevole esponente della congregazione del Sant'Ufficio istituita nel 1542. Questa ricerca rivela la molteplicità di strategie elaborate in quei decenni cruciali da un personaggio la cui elezione papale parve segnare una svolta nella storia della Chiesa di Roma, per confluire poi nel tenace mito agiografico dell'austero riformatore sottratto da una morte subitanea al compito di realizzare l'incisivo rinnovamento delle istituzioni ecclesiastiche lungamente auspicato. Un mito messo in discussione in questo libro, che ricostruisce invece un profilo del Cervini assai più complesso, in grado di racchiudere i molti volti con i quali la storiografia lo ha tradizionalmente presentato.
Chiara Quaranta ha compiuto gli studi a Torino, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'Europa in età moderna; attualmente svolge attività di ricerca post-dottorato presso l'Università di Torino. Si è occupata di storia della cultura e della vita religiosa italiana del Cinquecento.
Questo libro è pensato come un commento biblico-teologico alla Costituzione dogmatica sulla rivelazione divina Dei Verbum, che viene ripercorsa e analizzata in modo sistematico, offrendosi quale valido strumento per la comprensione di un documento oggi quanto mai attuale.
"San Medardo è una personalità quasi sconosciuta nella nostra epoca, eppure la sua vita e il suo pensiero sono ancora di grande attualità. Medardo è vissuto in quella che oggi è la Francia a cavallo tra il IV secolo e il V secolo. Nel 530 fu eletto Vescovo di Noyon, cittadina a nord di Parigi; egli è stato testimone dell’incontro di due culture diverse quella gallo–romana e quella franca. Medardo ha contribuito in modo determinante a saldare le diversità culturali francho-galliche e romane, contributo che ha preso vigore e forza in quella che può essere definita la peculiarità del Carisma di Medardo. Egli infatti fin dalla giovane infanzia si è contraddistinto per il dono della carità che esercitava nei confronti dei poveri e di chiunque avesse bisogno tanto da essere acclamato ancora in vita come Santo. Anche grazie all’accoglienza e l’amore per l’altro, di san Medardo, quello che poteva essere uno scontro di civiltà si è trasformato in una fusione che ha dato origine alla cultura occidentale."
L'uomo che si è presentato fin dall'inizio come un apostolo di pace e di amore come risponderà alle formidabili sfide che la chiesa deve affrontare nel mondo travagliato di oggi? Ill futuro della missione e del vangelo, dipende da questo. Scritto da Samuel Pruvot con la collaborazione di Marc Leboucher, questo libro è la prima biografia francese del Santo Padre.
SAMUEL PRUVOT, laureato all'IEP di Parigi e specializzato in cattolicesimo contemporaneo, è un giornalista politico.
Tra - suoi libri ricordiamo Le mystère Sarkozy (Le Rocher 2016) e François Hollande, Dieu et la République (Salvator 2013).
Missione cristiana e colonizzazione caratterizzano, a partire dal XVI secolo, il grande movimento d'espansione che spinge gli europei all'esplorazione di nuovi mondi, al dominio dei popoli e alla conquista delle anime. Dapprima l'associazione delle due imprese spinge i teologi spagnoli a interrogarsi sulla legittimità di condurre la colonizzazione in nome dell'evangelizzazione. Ma la costruzione di imperi immensi fa accettare la colonizzazione come una necessità e un'occasione provvidenziale per ampliare il regno di Dio. La questione si sposta sulla modalità adeguata a realizzare una colonizzazione cristiana e a salvaguardare l'indipendenza della missione. Neanche la seconda espansione coloniale del XIX secolo, nel periodo della rivoluzione industriale e della mondializzazione del capitallsmo, chiama in causa la volontà di collaborazione, anche se scatena critiche e suscita rivalità tra missionari e colonizzatori. La convergenza degli interessi si trasforma più spesso in connivenza e prende la forma di una collaborazione strumentalizzata dalla propaganda coloniale. Un esame più attento delle strategie, degli obiettivi e delle realizzazioni fa emergere l'incompatibilità delle due logiche; si evidenzia che la missione si è associata alla colonizzazione senza legarsi alla sua sorte. Il conflitto dei nazionalismi impone, dopo la Seconda Guerra Mondiale, la separazione tra i due movimenti. La posizione del cristianesimo e la sua visione del mondo restano segnati da questa ambigua avventura.
Nel mondo contemporaneo sembra accorciarsi il distacco tra il politico e il sacro. Tra diritto e religione il confine diventa incerto. Eppure già nel pensiero medievale compaiono le prime teorie della laicità maturate in occidente. Persino in Tommaso la sfera laica della politica emerge con grande trasparenza come dimensione non più sacrale. Con Dante, e soprattutto con Marsilio, il cammino verso l'autonomia del laico rompe ogni disposizione al compromesso. I ritardi accumulati nella istituzione dello stato territoriale costituiscono però un impedimento alla chiarificazione delle distinte sfere del civis e del fidelis. Un approccio laico continua a tessere. Anche in Vico il diritto diventa un rapporto specificamente mondano legato alle utilità e agli interessi. Soprattutto con Leopardi si presenta una filosofia attenta alle dimensioni del finito e della corporeità. Ma il suo sistema materialista è una anomalia passeggera. Il collasso della cultura laica sui temi del diritto si può rinvenire non soltanto nel mistico Gentile ma anche nel laico Croce. La laicità rappresenta per questo un obiettivo ancora da raggiungere.

