
"Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all'umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali. In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca."
"Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all'umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali. In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca."
Costantino è il primo imperatore cristiano. È il sovrano che si è convertito prima della battaglia di Ponte Milvio, dopo aver visto in cielo la croce con la scritta In hoc signo vinces, e che ha messo fine alle persecuzioni, concedendo libertà di culto ai cristiani. Ma cosa sappiamo realmente di lui? In passato la storiografia diffidava di Costantino, giudicandolo un cinico politicante guidato da calcoli elettorali. Ma dall'ultimo dopoguerra fra gli storici si è diffuso un clima di ammirazione e di ossequio verso il protagonista di quella che molti ritengono la più grande svolta storica mai avvenuta. In questo libro fortemente polemico, Alessandro Barbero ci dice che è impossibile ricostruire con certezza il personaggio di Costantino e che la storiografia recente dà prova di un'inquietante mancanza di spirito critico, sia nei toni celebrativi con cui presenta la figura dell'imperatore, sia nell'ingenuità con cui accetta come autentiche, fonti che meriterebbero un approccio ben più scettico e che, in realtà, se prese alla lettera - lungi dal giovare alla sua immagine - dipingerebbero il profilo poco edificante di un tiranno disturbato.
Il testo presenta la Sindone, illustrando cosa si vede su di essa e mettendo a confronto l'uomo della Sindone con Gesù di Nazaret dei Vangeli. Si racconta la storia del sacro lenzuolo e si riportano le numerose ricerche scientifiche che sono state nel tempo fatte su di esso. In quarta di copertina la cartina e le indicazioni pratiche per raggiungere Torino. Il testo ha una versione in inglese.
Il volume offre una ricostruzione sistematica del periodo della "Ostpolitik" vaticana: sotto il governo di Paolo VI, grazie alle intuizioni di Giovanni XXIII e all'impegno personale di Agostino Casaroli la Santa Sede ha dato vita a una coraggiosa politica di dialogo, che ha portato la Chiesa cattolica al confronto difficile e complesso con i sistemi politici fondati sul marxismo-leninismo. Gli obiettivi di tale politica, all'inizio essenzialmente pastorali, si sono poi ampliati collocando la Santa Sede nelle relazioni politiche internazionali segnate dalla "détente" e definite nell'Atto Finale di Helsinki. In questo contesto è emersa la figura di Casaroli quale negoziatore vaticano e autorevole protagonista. Il volume si chiude con riflessioni relative al pontificato di Giovanni Paolo II e al suo operato per la riunificazione del continente europeo.
Le pagine di questo libro sembrano pagine di storia dimenticata. La guerra fredda, la pace fredda, l'ostpolitik, la distensione, la caduta dei regimi comunisti, la ricerca di un nuovo ordine internazionale: la Santa Sede e' presente negli eventi della storia contemporanea.Dando la precedenza ai grandi problemi dell'Europa l'intuizione di Paolo VI porto' la Santa Sede alla Conferenza di Helsinki nel 1975 rispondendo ad una iniziativa dell'Unione Sovietica. La liberta' religiosa rivendicata dalla Santa Sede a Helsinki per tutti, credenti e non credenti, cattolici e atei, significava in sostanza liberta' di pensiero e di coscienza. Fu un valido sostegno nella lotta dei dissidenti russi, di Carta '77 in Cecoslovacchia e di Solidarnosc in Polonia contro i regimi comunisti.
Il volume offre al lettore, in edizione critica, fondamentali carte inedite dell'Archivio Casaroli. Oltre a una ricca documentazione su trattative, accordi e relazioni fra Santa Sede e paesi del blocco sovietico, vengono pubblicate carte personali, per la più parte manoscritte, in cui il cardinale appunta conversazioni, annota impressioni, esprime punti di vista e giudizi che si forma durante le trattative e i viaggi di lavoro al di là della cortina di ferro. Il materiale è destinato a gettare nuova luce, oltre che sulla storia della diplomazia pontificia del secondo Novecento, sul complesso delle relazioni internazionali in Europa, a partire dagli anni che precedettero la costruzione del muro di Berlino, fino alla sua caduta. Da quelle carte emerge un tempo e un uomo: un tempo difficile, di divisione e tensioni e insieme il carattere di un uomo che, con la pazienza antica della fede, seppe in solitudine varcare i confini e percorrere le strade dell'Est, e farsi interlocutore - grazie non solo alla finezza diplomatica, ma anche a una speciale capacità di ascolto e alla riconosciuta gentilezza d'animo - di uomini e governi asserragliati al di là di un apparentemente invalicabile muro.
Personaggio spesso accostato con interesse anche nel secondo dopoguerra per la sua parentela con il Sostituto alla Segreteria di Stato vaticana, il bresciano Lodovico Montini, per la sua stretta familiarità con i protagonisti di una stagione cruciale per la Chiesa e la società italiana, si rivela in queste pagine anzitutto un 'testimone d'eccezione' di quel lungo percorso intellettuale e religioso compiuto in seno al movimento cattolico italiano dal fratello minore don Battista, il futuro papa Paolo VI, col quale condivise il gusto per un confronto con il mondo contemporaneo libero da antiche condanne. Nei delicati incarichi ricoperti - l'Azione cattolica prima, le istituzioni democratiche poi - applicò con estrema originalità allo stesso progetto europeista propugnato da Alcide De Gasperi all'inizio degli anni Cinquanta molte delle intuizioni maturate decenni prima in terra bresciana insieme al fratello minore.
L'esperienza delle Missionarie del Sacro Cuore di allargare l'orizzonte missionario verso l'Oriente è nata dal desiderio di realizzare il sogno apostolico della Fondatrice, S. Francesca Cabrini. Nel 1926 le prime Missionarie iniziarono l'appassionante avventura, certe di poter comunicare la fiamma dell'Amore di Dio a tutti, ma specialmente ai più bisognosi ed emarginati. La drammatica e meravigliosa avventura durò venticinque anni: espulse dal paese, il loro cuore rimase in Cina, sostenuto da molte Missionarie cinesi che, entrando a far parte della Congregazione di Madre Cabrini, avrebbero coltivato la speranza di ritornarvi un giorno.
Nel corso dell'anno liturgico, la Chiesa commemora, mediante la successione dei tempi liturgici, i diversi misteri della Redenzione che trovano il loro alveo e il loro compimento nella Pasqua, aprendo «ai fedeli i tesori della potenza e dei meriti del suo Signore, in modo da renderli come presenti a tutti i tempi». L'anno liturgico non è la successione filmica di avvenimenti passati, ma la condivisione della storia di Gesù mediante la comunione con il Risorto nello scorrere del tempo. Ogni anno, nel ritorno di un nuovo ciclo liturgico, la comunità dei credenti è chiamata a vivere il tempo che scorre nella luce del mistero di Cristo, pregno di salvezza, proseguendo senza sosta il suo cammino di conversione e di sequela di Cristo.
Il volume riporta integralmente il documento che pretende di riprodurre un editto emesso dall'imperatore romano Costantino I e risalente al 324. Con esso, l'imperatore concederebbe al papa Silvestro I e ai suoi successori il primato sui cinque patriarcati (Roma, Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia e Gerusalemme) e attribuirebbe ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità temporale su Roma, l'Italia e l'intero Impero Romano d'Occidente. Dopo l'edizione Valla, la "Donazione di Costantino", il falso storico più famoso al mondo, viene integralmente tradotta e nuovamente interpretata. In appendice il testo greco.
È un documento di interesse sulla vita quotidiana e la dottrina dei monaci siriani, in un'epoca fiorente della Chiesa nestoriana, alla quale appartiene Giuseppe Busnaya (869-979). Sebbene indirizzato a quanti conducono una vita di solitudine, la genuinità del cibo spirituale che viene offerto in questo libro può essere recepito anche da quanti vivono in un cenobio o nel mondo. Giuseppe nasce nel villaggio di Beit Edrai nell'869. Rimasto orfano di padre, si occupa di crescere i suoi fratelli e la sorella. All'età di trent'anni circa, Giuseppe entra nel monastero di Rabban Hormizd. Dopo quattro anni trascorsi nel cenobio si ritira a condurre vita solitaria in una cella non lontana dalla comunità, e infine si ritira a vita solitaria. Rimarrà in una stretta e povera cella per circa dodici anni. Nel 929, dopo trent'anni di vita monastica trascorsi nel monastero di Rabban Hormizd, Giuseppe si trasferisce nel monastero di Mar Abramo di Beit Çayarê, dove continua a vivere nel silenzio di una cella. Rabban Giuseppe comincia ad esercitare la paternità spirituale. Il 4 settembre 979 muore Rabban Giuseppe.