
Il volume, curato da G. della Croce e L. Borriello, ripropone il Cammino di perfezione, così come è uscito dalla penna di Teresa, nella sua primitiva stesura del 1566, senza i tagli e gli interventi del teologo censore.
In 73 capitoli Teresa, con lo stile immediato della conversazione, presenta alle monache del monastero di S. Giuseppe i capisaldi della sua opera di riformatrice del Carmelo. In queste conversazioni ella affronta problemi scottanti: le guerre di religione, la donna e la preghiera, tema allora molto dibattuto a causa di correnti di pensiero diffidenti circa le virtù e le capacità della donna, le false pretese di persone entrate in monastero per motivi sociali...
Tra fervore e ardore, autobiografia e finzione...
L'intensità della vita spirituale, la grande opera riformatrice, la malattia e le sofferenze di ogni genere non impedirono a Teresa di Gesù di scrivere quelle stupende opere in cui ci ha consegnato la sua esperienza mistica e la sua dottrina. Attraverso di esse, ella svolge ancora oggi, nel Carmelo e nel mondo, l'ardente attività della sua anima apostolica ed è sempre, a tutti, Maestra di preghiera e Madre di vita spirituale. Questa raccolta di Pensieri raccoglie alcuni frutti, tra i più deliziosi, nati alla luce della contemplazione e maturati nella meditazione della propria esperienza.
Le tre "Confutazioni contro di iconoclasti" di Teodoro lo Studita, monaco bizantino vissuto tra l'VIII e il IX secolo, sono un trattato in forma dialogica che testimonia tutta la forza spirituale del Santo nell'affrontare, con franchezza d'animo e profonda convinzione, l'eresia iconoclasta. Le argomentazioni dell'autore, esposte secondo la logica del sillogismo di tradizione greca, manifestano la sua straordinaria cultura, dimostrandosi fondate e inattaccabili, non lasciando spazio al dibattimento perché la verità è unica ed eterna. Il libro di Antonio Calisi - noto iconografo e conoscitore della teologia e della liturgia bizantina - è la prima traduzione in lingua italiana del testo antico edito da Migne nella Patrologia Graeca (vol. 99) e offre un notevole contributo alla conoscenza della questione delle icone e del dibattito sull'ipostasi di Cristo. Un utile supporto di studio per gli appassionati della teologia dei Santi Padri e della storia della Chiesa nell'impero bizantino ai tempi di Teodoro lo Studita. La prefazione è opera di Emanuela Fogliadini.
Teodoreto, vescovo di Ciro, rappresenta l'ultima grande voce di Antiochia ed uno dei più rappresentativi esponenti dell'età aurea della patristica. Uomo dalla solida cultura sia classica che religiosa, scrittore fecondissimo, è testimone della fioritura monastica nella sua patria. Fenomeno originale - è ormai acquisito il fatto che il monachesimo della Siria non dipende da quello egiziano - questa storia presenta i grandi monaci che hanno segnato una stagione importante della Chiesa. Gli asceti che Teodoreto stesso ha conosciuto, o di cui altri gli hanno parlato, sono uomini e donne che hanno portato su di sé l'esperienza di Cristo. Se si oltrepassa la scorza di un'ascesi apparentemente "bizzarra", comprensibile se la si colloca nel suo periodo e contesto, si scoprono modelli di vita stimolanti a servire il Signore con fedeltà e amore.
I primi cristiani hanno trasmesso un’esperienza per loro incontestabile: chi accoglie la parola del vangelo e crede in Gesù, nel battesimo nasce cristiano. Ma cristiano poi si diventa nella misura in cui il dono dello Spirito ricevuto manifesta la sua potenza di trasfigurazione della persona e del mondo. La parola dei primi tre concili è maturata su tre secoli di esperienza e di testimonianza vagliata dal sangue dei martiri, “seme di Chiesa”. Gli stessi Padri che hanno aiutato ad elaborare il dogma in un concilio, hanno anche descritto in termini molto concreti la vita cristiana che corrispondeva a tale parola di fedeltà della Chiesa unita. Ecco allora le letture patristiche che accompagnano lungo il percorso: la Vita Antonii di Atanasio, il trattato sullo Spirito Santo di Basilio, gli scritti sulle beatitudini di Gregorio di Nissa, quelli sulle virtù e i vizi di Evagrio e Cassiano... nella ricerca di una corrispondenza tra dogma e vita cristiana. Una lettura che può aiutare a ricomporre in antropologia la tanto auspicata necessaria unità tra teologia e vita spirituale.
Indice: Introduzione * Dall’esperienza di fede al “dogma” cristologico
* L’eresia ariana e i risvolti antropologici * Il paganesimo “interiore” e “La Vita di Antonio”, realizzazione concreta del dogma di Nicea * Costantinopoli: La vita divina nei battezzati e la divinità dello Spirito Santo * Il “regno di Dio” descritto nelle beatitudini * Efeso: dignità della creatura nuova, prefigurazione del regno compiuto * Il rapporto tra dono di Dio e impegno personale * I vizi e l’impegno per custodire la grazia * La memoria della salvezza: un’arte della relazione con il Salvatore
"In occasione degli ottocento anni di presenza francescana in Terra Santa risulta particolarmente significativo dare alle stampe questo catalogo dei libri di viaggio antichi 'Itinera ad loca sancta' frutto del lavoro paziente del dott. Alessandro Tedesco. I libri di viaggio antichi conservati presso le biblioteche della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme sono una delle testimonianze del lungo servizio dei francescani in questi luoghi: da ben otto secoli infatti, i frati si prendono cura dei luoghi santi, della memoria liturgica a essi legata e sono il punto di riferimento per i pellegrini. Frati e viaggiatori hanno sentito la necessità di raccontare e fissare in inchiostro una traccia del loro vissuto in questa terra secondo la propria sensibilità e interesse, restituendo al lettore di oggi un panorama articolato e stratificato della Terra Santa. La raccolta infatti, non comprende solo cronache e diari con la registrazione della propria esperienza, ma conta anche volumi di guide alle indulgenze, osservazioni etnografiche, rilievi archeologici, descrizioni topografiche e manuali di botanica. Sfogliando il catalogo si trovano libri in latino, italiano, tedesco, olandese, inglese, francese, portoghese e spagnolo, stampati in tutta Europa e scritti da viaggiatori delle più diverse provenienze. A questa già grande varietà umana, si aggiunge anche quella di chi ha usufruito di questi libri lasciando traccia di pensieri e riflessioni a bordo pagina oppure firmandone il possesso attraverso il proprio nome, timbro o exlibris. Registrando anche questi elementi in ciascun esemplare del fondo, il catalogo allestito dal dott. Alessandro Tedesco è ancor più significativamente un catalogo dei tipi umani che, nel lasciare traccia di sé in modo più o meno consapevole, raccontano una parte importante della storia dei Luoghi Santi e della Cristianità in questa Terra, fatta non solo di pietre e luoghi ma soprattutto di testimoni diretti dei luoghi della salvezza." (Dalla presentazione di Francesco Patton). Saluto di Lionel Goh. Premessa di Edoardo Barbieri.
Le testimonianze "bresciane" sulla santità di Paolo VI, qui per la prima volta raccolte e annotate da Massimo Tedeschi, sono tratte dalla Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, conservata negli archivi della Congregazione delle Cause dei Santi. Documenti che riportano - ai fini del processo di canonizzazione - i detti su Montini riferiti da coloro che lo hanno conosciuto: queste parole, radunate al di fuori dei faldoni ufficiali, sembrano ridare corpo e vita alle virtù di Montini che si manifestano fin da ragazzo e seminarista, e poi da sacerdote, vescovo e Papa. Una polifonia di voci che converge nel mostrare la straordinaria levatura spirituale e umana di Montini, per un ritratto seppure parziale ma poco convenzionale. Come quello, familiare, che si trae dal ricordo di Chiara Montini Matricardi e dall'album di famiglia, dove si coglie la levità dello zio don Battista e non solo la solennità del vescovo e del Papa.
Agli inizi dell’età moderna la Congregazione del Sant’Uffizio, da cui in Italia dipendevano i tribunali dell’Inquisizione, ebbe un ruolo preminente fra le organizzazioni create dalla Chiesa cattolica per riformare se stessa e contrastare la diffusione del protestantesimo. Tuttavia, malgrado l’abbondanza degli studi su Riforma e Controriforma e l’interesse attuale per questo periodo, l’Inquisizione romana spesso appare descritta a tinte fosche come esempio di arbitrarietà e orrori giudiziari, oppure prudentemente semplificata con generici accenni. Tale, dunque, il controverso oggetto dell’indagine svolta da John Tedeschi in questi saggi, frutto di una lunga attività di ricerca, condotta con rigore critico e precisione filologica. Proprio l’analisi scrupolosa di documenti originali, spesso inediti, e l’osservazione comparata del funzionamento dell’Inquisizione romana e della contemporanea giustizia secolare delineano un quadro ben diverso da quello tradizionalmente recepito, evidenziando i limiti di interpretazioni schematiche ormai sedimentate nell’immaginario collettivo. Procedendo sulla via del «restauro filologico» Tedeschi chiarisce equivoci e manipolazioni della terminologia inquisitoria (per esempio «abbruciare» letto al posto di «abiurare», «carcere perpetuo» anacronisticamente interpretato come carcere a vita) e indica alcuni fattori che possono aver contribuito al loro perpetuarsi. Si scopre così non solo la relativa mitezza delle pene comminate dall’Inquisizione romana, ma anche l’inaspettata modernità delle sue procedure. In esse, infatti, si ritrovano, seppure in forma embrionale, metodi e consuetudini che assai più tardi avrebbero fatto la loro comparsa nel diritto penale: la limitazione del ricorso alla pena di morte, la presenza di un «pubblico difensore», l’utilizzo di quelle che oggi definiremmo perizie, il diritto di appello a una corte di grado superiore, la prassi della libertà condizionata e persino degli arresti domiciliari. Così «se di giustizia in senso etico non si può parlare, si deve riconoscere che la giustizia in senso legale, nel contesto giurisprudenziale dell’Europa dell’inizio dell’età moderna, fu realmente erogata dall’Inquisizione romana». Questa la tesi sostenuta e argomentata da Tedeschi con una rigorosa operazione storiografica. Lontano dalla provocazione come da intenti apologetici, il suo lavoro, considerato tra le opere fondamentali sull’argomento, offre un contributo determinante alla revisione della «leggenda nera» dell’Inquisizione, che tanto pesantemente ha condizionato l’immagine del rapporto tra Chiesa e mondo moderno.
John Tedeschi è nato a Modena nel 1931 ed è emigrato negli Stati Uniti all’età di otto anni. Sin dai tempi dei suoi studi all’Università di Harvard, la sua attenzione si è concentrata sulla Riforma protestante italiana nel Cinquecento e sulle procedure dell’Inquisizione romana. È stato professore associato alle Università di Chicago, dell’Illinois a Chicago e del Wisconsin. Per quasi due decenni ha lavorato presso la Newberry Library, dove ha fondato il Center for Renaissance Studies. Ha ricoperto la carica di presidente della Society for Reformation Research (1971) e della Sixteenth Century Studies Conference (1987) e ha fatto parte del comitato esecutivo della Renaissance Society of America (1971-1996), nonché dei comitati scientifici di numerose pubblicazioni, tra cui il recentemente completato Index des livres interdits.
"La formazione della donna negli scritti e insegnamenti di Elena da Persico Una raccolta inedita di scritti di Elena da Persico (1868-1948), giornalista, scrittrice e politica italiana, promotrice di opere sociali a favore delle donne e fondatrice dell'istituto secolare le Figlie della Regina degli Apostoli. Dichiarata Venerabile dalla Chiesa. Il volume è suddiviso in due parti: nella prima Carmela Tascone riporta e commenta brani tratti dalla rivista “L?Azione Muliebre”, che la da Persico diresse dal 1904 al 1948, affrontando varie tematiche, perlopiù incentrate sull’importanza della formazione della donna; nella seconda Dora Castenetto propone una selezione di scritti rimasti fino a oggi inediti e destinati alla formazione delle Figlie della Regina degli Apostoli. Chiude il volume una breve nota biografica."