
Che cosa ha a che fare con le vicende attuali della Chiesa una beata mistica di due secoli fa, Katharina Emmerick, che vide la coesistenza di due papi? E perché a Fatima la veggente Lucia parlò del santo padre e di un vescovo vestito di bianco percepiti contemporaneamente come in uno specchio? E quanto le antiche profezie di Malachia fanno realmente riferimento ai pontefici dei nostri giorni, che da lui vengono definiti "gli ultimi"? In questo "excursus" documentatissimo le più significative rivelazioni relative ai tempi che stiamo vivendo vengono presentate in ogni dettaglio, mostrandone le strette correlazioni e chiarendone i risvolti. In particolare, risultano di stupefacente attualità le profezie e le apparizioni mariane più recenti: da quelle italiane di Tre Fontane e Civitavecchia, a quelle europee di Amsterdam e Medjugorje, fino a quelle brasiliane di Anguera e Itapiranga, di Akita in Giappone e di Kibeho in Rwanda, per citarne solo alcune. Tanti i campanelli d'allarme: il dilagare dell'apostasia, cioè il rinnegamento della fede da parte di sacerdoti e laici, l'espansione della massoneria e di una lobby gay fra gli ecclesiastici, e inoltre una cruenta persecuzione contro i cristiani culminante con l'assassinio del papa e un attentato terroristico in Vaticano. Le mistiche e i mistici della storia, con una particolare accentuazione in Faustina Kowalska, Luisa Piccarreta e Maria Valtorta, hanno tuttavia ricevuto nelle loro visioni la conferma di quanto preannunciato a Fatima: dopo un periodo di gravi tribolazioni, la Chiesa rifiorirà.
Dal Natale del 2024 all'Epifania del 2026 si svolgerà a Roma il Giubileo che, fin dal 1300, periodicamente commemora la nascita di Gesù Cristo. Quello del 2025 sarà il 30° Anno santo, definito da papa Francesco «uno speciale dono di grazia, caratterizzato dal perdono dei peccati e, in particolare, dall'indulgenza, espressione piena della misericordia di Dio». Tuttavia, se è vero che chiunque ne ha sentito parlare, non è così semplice comprendere la reale importanza di questo appuntamento, che ha scandito nei secoli la storia della Chiesa e dell'umanità. Districarsi tra le moltissime informazioni e notizie che ruotano intorno a un avvenimento simile può risultare complicato, ed è grande il rischio di perdere l'opportunità di viverlo appieno, in tutta la sua eccezionalità. Per questo, il libro di Saverio Gaeta è una guida indispensabile per chiunque voglia capire la tradizione del Giubileo in ogni suo aspetto: il significato storico e spirituale dell'Anno santo, i simboli - dal pellegrinaggio, all'inno, al logo -, i luoghi, con cartine e illustrazioni chiare e dettagliate. Senza dimenticare una lista di appuntamenti, informazioni pratiche e numeri utili per muoversi e visitare Roma. Insomma, un volume prezioso per orientarsi nella complessità di un evento epocale, che richiamerà fedeli, pellegrini e curiosi da ogni parte del globo.
L'autore raccoglie in questo volume brevi studi e riflessioni intorno a ciò che ne è del cristianesimo alla svolta del millennio, nel convincimento che esso esca in frantumi dal lungo e duro confronto con la modernità, impossibilitato a proporsi ancora nelle forme istituzionalizzate che ne hanno lungamente garantito ruolo storico e potere. Di fatto già da tempo si vive «dopo Cristo», in senso opposto a quello che aveva segnato la «svolta dei tempi» annunciata da Paolo. La vita sociale che si è affermata ovunque prescinde oramai dal modo di essere cristiano, e al cristianesimo tocca perciò misurarsi con una nuova imprevista svolta, che gli impone di sperimentare altre vie e plurali per attestare credibilmente la fede evangelica. Di questa contraddittoria situazione, misurata sul tempo che dal dopo Concilio giunge ai giorni nostri, Gaeta coglie alcuni tratti salienti, puntando l'attenzione ora su figure che nel Novecento hanno avvertito per tempo la crisi, ora sulla politica ecclesiastica degli ultimi Pontefici, ora sul venir meno dell'istanza religiosa nella società e, in conclusione, su qualche attestazione di una spiritualità cristiana laicamente vissuta.
Descrizione dell'opera
«La Chiesa con la sua storia bimillenaria, con la ricchezza del suo patrimonio spirituale e dottrinale, ma aperta al mondo per annunciare in modo adeguato il suo messaggio agli uomini del suo tempo, si è trovata nella difficile situazione di custode del suo passato e insieme promotrice di un coraggioso rinnovamento e aggiornamento, tra due punte estreme che correvano il rischio di dimenticare che i due poli devono essere ambedue salvati e armonizzati: tradizione e innovazione; identità da salvare e novità da promuovere. [...] È questo il nodo di fronte al quale si è sviluppata la vicenda di mons. M. Lefebvre. Ed è questo anche il problema dell'interpretazione del concilio Vaticano II. Solo all'interno di questo grande tema si può comprendere tutta la vicenda lefebvriana e anche l'interesse che la stessa vicenda ha destato nella Chiesa» (dalla Prefazione).
L'opera ricostruisce dettagliatamente la nascita e l'evoluzione dello scisma della comunità fondata nel 1970 da mons. Marcel Lefebvre, operato attraverso la consacrazione di quattro vescovi senza il mandato pontificio (30.6.1988) e di cui ancora oggi sono al vaglio tentativi di regolarizzazione canonica.
Sommario
Prefazione (V. De Paolis). Sigle e Abbreviazioni. Introduzione. I. DALLA FONDAZIONE ALLA COMUNITÀ LEFEBVRIANA ALLO SCISMA DEL 1988. PRIMO PERIODO (1970-1976). 1. La fondazione della «Fraternità Sacerdotale S. Pio X» di Ecône. 2. Il periodo intermedio tra il 1970 e il 1976: analisi storico-critica. 3. L'estate calda del 1976. 4. L'udienza di Castel Gandolfo. 5. La lettera di Paolo VI del 11 ottobre 1976. SECONDO PERIODO INTERMEDIO (1977-1987). 1. Introduzione. 2. La conferenza di palazzo Pallavicini a Roma e la mediazione di mons. Stimpfle. 3. Il concistoro cardinalizio del 27 giugno 1977. 4. Fase iniziale di Ratio agendi circa l'esame del pensiero di mons. Lefebvre. 5. Il monito di Paolo VI nell'anniversario dell'Incoronazione. 6. L'inizio del pontificato del beato Giovanni Paolo II. 7. L'esame delle dottrine presso la SCDF. 8. La corrispondenza Lefebvre-Šeper dopo l'esame preliminare delle dottrine. 9. La dichiarazione dell'8 novembre 1979 di mons. M. Lefebvre. 10. Il clima favorevole della fine del 1979 e l'inizio del 1980. 11. Palazzini e lo studio di un decreto pontificio. 12. Corrispondenza del 20 ottobre 1980 inerente la futura soluzione del caso. 13. L'avvento di J. Ratzinger alla guida della SCDF. 14. Il primo capitolo generale della FSSPX. 15. L'indulto vincolato della Quattuor abhinc annos. 16. L'incontro ecumenico di Assisi del 1986. TERZO PERIODO (1987-1988). 1. Dialogo Ratzinger-Lefebvre e la Lettera ai futuri vescovi del 29 agosto 1987. 2. La visita apostolica del card. É. Gagnon. 3. «Nova et vetera»: Giovanni Paolo II a J. Ratzinger. 4. Il Protocollo di accordo del 5 maggio 1988. 5. Sono caduto in un tranello: la ritrattazione del Protocollo di accordo e i tentativi di conciliazione. 6. La rottura dei colloqui. 7. La lettera di Giovanni Paolo II del 9 giugno 1988 e l'annuncio dell'azione delittuosa. 8. Le ammonizioni canoniche. 9. Le consacrazioni episcopali illegittime del 30 giugno 1988. 10. Termini della controversia: scisma e stato di necessità. II. UNO SCISMA MODERNO. QUARTO PERIODO (1988-2007). 1. Il m.p. Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II. 2. Il decesso di mons. Lefebvre e il capitolo generale della FSSPX. 3. L'intervento del Pontificio consiglio per l'interpretazione dei testi legislativi del 24 agosto 1996. 4. Il pellegrinaggio della Tradizione a Roma nel 2000 e i tentativi di una riconciliazione. 5. L'esordio del pontificato di Benedetto XVI. QUINTO PERIODO (2007-2011). 1. Il m.p. Summorum pontificum e la «guerra preventiva». 2. La remissione di scomunica ai vescovi consacrati illegittimamente della FSSPX e la lettera del 10 marzo 2009 di Benedetto XVI. 3. Il riordino della Pontificia commissione «Ecclesia Dei» ed il m.p. Ecclesiae unitatem di Benedetto XV. 4. L'Istruzione Universae Ecclesiae della Pontificia commissione «Ecclesia Dei». «UNA EST COLUMBA MEA». UNO SCISMA MODERNO. 1. L'instaurazione dei colloqui: il dialogo, la visione prospettica. 2. Il c.d. Preambolo dottrinale. 3. Ipotesi di soluzione alla situazione emblematica della comunità lefebvriana. 4. «Una est columba mea»: il superamento delle divisioni tra i credenti in Cristo. Indice dei nomi.
Note sull'autore
CHRISTIAN GABRIELI è dottore in diritto canonico e ricercatore in ambito storico-giuridico. In particolare, svolge attività di ricerca presso gli Archivi vaticani sui complessi rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese all'inizio del Novecento e sul ruolo fondamentale esercitato dal card. Celso Costantini per una loro soluzione. In tale quadro, ha pubblicato contributi scientifici che hanno messo in luce l'importanza della Delegazione apostolica in Cina.
Interessante ed affascinante storia della Georgia e delle sue relazioni con la Santa Sede. Il libro tratta della nascita del cristianesimo in Georgia; del formarsi rapidamente di un regno cristiano, della sua storia prima dell'avvento dell'Islam; del monachesimo georgiano, con personaggi della statura di Evagrio e di Pietro l'Ibero; dei suoi rapporti con l'Europa e la Santa Sede. Sullo sfondo, la millenaria lotta del popolo georgiano in difesa della sua identita nazionale e cristiana contro arabi, mongoli, persiani e ottomani, fino ad arrivare al drammatico asservimento alla Russia sovietica e all'indipendenza del 1991.
La Gravissimum educationis, tra i testi emanati dal Concilio Vaticano II, è il meno considerato e addirittura sconosciuto alla stragrande maggioranza dei cristiani, anche fra coloro che sono impegnati nell’ambito educativo.
In questo saggio l’autore analizza l’intricato percorso redazionale di questa dichiarazione e si pone l’obiettivo di ricostruire il dibattito conciliare sul tema educativo.
Il documento del Concilio Vaticano II sull’educazione mette in risalto, da una parte la continuità col passato, e dall’altra evidenzia alcune linee innovative recepite dal contesto pedagogico del tempo.
La desacralizzazione e la scristianizzazione accompagnano il destino dell'uomo occidentale. La civiltà del capitalismo assoluto, che basa il suo dominio sul nichilismo relativista e sulla volontà di potenza tecnoscientifica, non solo non ha più bisogno di affidarsi, come un tempo, alla religione quale strumento di potere: deve necessariamente promuoverne l'estinzione. Con il suo richiamo al sacro e alla trascendenza, alla dignità dell'uomo come immagine di Dio e all'idea di una verità non utilitaristica, la religione cristiana resta infatti una "potenza frenante" rispetto al nulla della civiltà merciforme e del fanatismo economico. Per Diego Fusaro questo pernicioso processo di desacralizzazione si manifesta al livello più preoccupante nel pontificato di Francesco, e nel suo tentativo di scendere a patti con la civiltà dei consumi, assimilandone il lessico e la visione del mondo - anche se in salsa progressista. Come la perestrojka proposta da Gorbacëv per "ammodernare" il comunismo produsse il suo scioglimento nel capitalismo, così la modernizzazione combattuta da Ratzinger e difesa da Bergoglio non porta il cristianesimo alla sopravvivenza, ma alla dissoluzione. La fine del cristianesimo è un atto d'accusa filosofico contro la fede "liquida" e low cost , e insieme un invito a riscoprire il messaggio di Pasolini, secondo cui «l'opposizione al nuovo potere non può che essere un'opposizione anche di carattere religioso». Per Fusaro, contro lo spirito del tempo presente è irrinunciabile un'alleanza tra la Chiesa resistente al modernismo nichilista e le forze laiche anticapitalistiche che non intendono soggiacere al consumismo imperante.
«Dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio»: dagli inizi della civiltà cristiana questa frase ha significato la rivoluzione più importante nella storia delle istituzioni, ma anche la più difficile da realizzare. Ancora oggi parlare di Stato laico e di libertà della Chiesa, e tradurre in pratica tali concetti, significa muoversi su un terreno ricco di insidie e di contraddizioni. Per affrontare questi temi attualissimi, Ombretta Fumagalli Carulli sceglie la via del discepolo medievale che, mettendosi ‘sulle spalle del gigante’, vede meglio e più lontano. In questo caso ‘il gigante’ è l’autorevole tradizione giuridica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con i suoi prestigiosi maestri: Vincenzo del Giudice, Orio Giacchi, Giuseppe Dossetti. Così, dopo avere ricordato l’apporto della dottrina canonistica, sono tre le piste di ricerca proposte: l’emergere dell’idea laica nella storia europea, la posizione dello Stato italiano, le nuove frontiere dell’Europa. Alla nascita e alla storia dello Stato laico, dal Medioevo alla Rivoluzione francese, è dedicato il primo capitolo. Sulla base delle categorie storico-giuridiche così costruite, viene poi focalizzato il rapporto tra Stato italiano e fenomeno religioso. Dopo brevi cenni sui modelli di Stato - liberale e fascista - precedenti l’età democratica, sono affrontati i problemi che laicità e libertà pongono allo Stato democratico. A causa delle ambiguità presenti nelle nostre leggi e della lentezza dell’iter parlamentare, a produrre diritto è spesso la Corte costituzionale. A essa perciò è riservato ampio spazio, in particolare rispetto all’emersione della libertà religiosa istituzionale a fianco di quella individuale e collettiva. Nel terzo capitolo l’orizzonte si amplia dall’Italia all’Europa, completando il quadro dei problemi e le prospettive di ulteriori evoluzioni. Dalla CSCE, oggi OSCE, alla Costituzione europea viene analizzato il consolidamento della libertà religiosa istituzionale e il ruolo delle religioni nella costruzione dell’Europa unita.
Il risultato è uno studio importante, che illumina la grammatica e le sintassi giuridiche e istituzionali di un tema controverso e affascinante, e «riprende le fila di un lungo discorso» per svilupparne le conseguenze, sia attuali sia rivolte al futuro che è per noi oggi l’Europa.
Ombretta Fumagalli Carulli si è laureata in Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore nel 1966. Dal 1975 è titolare di cattedra universitaria (Diritto canonico e Diritto ecclesiastico) prima all’Università di Ferrara, poi all’Università Cattolica di Milano, dove insegna tuttora. Eletta al Consiglio Superiore della Magistratura, alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica, dal 1993 più volte fa parte del Governo italiano. Dal 2003, nominata da Giovanni Paolo II, fa parte dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali. Visiting professor in diverse Università europee e membro di società scientifiche e di comitati di riviste giuridiche, è autrice di numerose pubblicazioni in diritto canonico, storia della Chiesa, ordinamento giudiziario, procedura penale, diritto costituzionale italiano, diritto ecclesiastico, diritto di famiglia, magistero sociale della Chiesa, diritto processuale civile. Segnaliamo: Intelletto e volontà nel consenso matrimoniale in diritto canonico (Vita e Pensiero, Milano 1974); I fondamenti religiosi dell'Assolutismo in Bossuet (Milano 1975); Il matrimonio canonico dopo il Concilio (Milano 1978); Società civile e società religiosa di fronte al Concordato (Vita e Pensiero, Milano 1980); Giustizia inquieta (Milano 1990); Il Governo della Chiesa universale e i diritti della persona (Vita e Pensiero, Milano 2002).
San Brandano d'Irlanda naviga verso terre ignote spinto come Ulisse dal desiderio di conoscere; Gregorio Magno come Edipo nasconde nel cuore la colpa dell'incesto; Maddalena come Elena appare irresistibilmente seducente; san Giorgio vince il drago come Perseo: nelle storie e nelle leggende medievali sui santi rivive il mito degli eroi antichi. Anche gli eroi cristiani intervengono a favore dei popoli, combattono le ingiustizie, civilizzano nuove terre, affrontano fatiche con coraggio sovraumano. Come gli eroi greci sono mortali e dotati di poteri straordinari: possono operare prodigi o miracoli, fermare mostri e pestilenze, combattere il male e allontanare le catastrofi. Il corpo è al centro della vicenda dell'eroe/santo: straordinario nella resistenza e potenziato nelle capacità, indica l'estremo limite delle possibilità umane. È il santo la nuova figura di venerazione, erede dell'antico modo di percepire la presenza divina nel mondo. Attorno al suo culto, nei luoghi delle reliquie o del martirio, in ogni angolo dell'impero cristiano, si costruiscono santuari e basiliche. Perché la potenza misteriosa del sacro ha bisogno di rendersi percepibile qui e ora, attraverso ciò che resta di un corpo, attraverso la volontà di credere che ciò che è morto è ancora vivo e operante. Secoli di storia dimostrano che, a dispetto di Brecht, l'eroe (o in qualsiasi modo lo si voglia chiamare) è una necessità della psicologia collettiva.
Si tratta di un libro sulle idee che nel pensiero cristiano hanno giustificato la guerra o favorito la pace dai primi secoli fino a oggi, da Paolo di Tarso a karol Wojtyla, da Clemente di Alessandria a Giovanni XXIII.
Un volume sull'ideologia della guerra nella storia del cristianesimo. Dall'antichità cristiana ai maestri dei secoli XII-XIII, dalle Crociate alle guerre contro gli eretici, dalla giustificazione dei massacri dei popoli del nuovo mondo alle posizioni di Lutero e Calvino: per tutti la guerra è un momento in cui si realizza la giustizia di Dio.