
Oggi, nel mondo, i cristiani pagano un pesante tributo all’intolleranza e alla discriminazione. Sempre di più, essi divengono il bersaglio di attacchi dissimulati e violenti. All’origine di questa autentica persecuzione, i novelli Nerone che sono il fanatismo induista, buddista, comunista e islamico. Attraverso i manuali scolastici egiziani, la discriminazione legale imposta dalla sharia islamica, la volontà dei comunisti cinesi di dirigere le Chiese locali, l’interdizione fatta agli intoccabili indiani di convertirsi, si vuole mettere la museruola ai cristiani. Impedire loro – come su tutto il territorio dell’Arabia Saudita – di praticare liberamente la fede più diffusa nel mondo. E se questo non è sufficiente, li si uccide. Nelle Filippine, in Iraq, nello Yemen, in India, in Cina, nello Sri Lanka…
Le nuove persecuzioni non sono atti isolati, ma voluti, programmati, ponderati. L’autore, esperto di tali questioni, lancia il segnale d’allarme e ci rivela il pensiero estremista che conduce a tali atrocità. Davanti ai fatti presentati, sempre più virulenti, egli denuncia un vero e proprio tsunami cattofobico, che distrugge il semplice diritto di praticare liberamente la propria fede, e domanda se si possa parlare di genocidi cristiani. Domani, si potrà ancora andare a Messa?
L’Autore
Thomas Grimaux, 41 anni, è scrittore (Les Perles du Caté, Cerf 2005; Bilan des persécutions antichrétiennes, AED 2006…). Ha viaggiato, per numerosi anni, in alcuni paesi in guerra o in paesi di persecuzione (Penisola arabica, Europa centrale, Africa centrale, Africa dell’Est…). Per lui, l’importante era vivere con gli uomini e le donne normali, e non soltanto con le autorità religiose o civili. Perciò, le sue descrizioni hanno un lato «vissuto» che ci fa immergere nella realtà quotidiana; e i suoi ragionamenti sono convalidati da fatti concreti e reali.
Ma la sua esperienza sul terreno è corroborata dallo studio dei testi che promuovono l’anticristianesimo: ciò ne fa uno degli specialisti di questo settore, perché egli ne scruta nei minimi particolari la logica interna e le filiazioni.
Senza denunciare le persone ma solo i nuovi fascismi, verde, rosso o altro, egli intende suonare il campanello d’allarme su alcune situazioni sconosciute al grande pubblico. Ma, soprattutto, per mezzo di uno studio sistematico, egli intende svelare l’ampiezza dell’anticristianesimo, laddove noi, abitualmente, siamo al corrente soltanto di tale o talaltro atto isolato.
Il Duomo di Milano, simbolo della città e una delle cattedrali più maestose della Cristianità, con il suo tripudio di guglie che si slanciano verso il cielo, ha una storia lunga e affascinante che prese avvio nel lontano 1386, epoca in cui Milano era dominata dai Visconti. Nessun autore contemporaneo ne descrive un preciso «atto di nascita», ma numerosi documenti riportano la demolizione della vecchia chiesa di Santa Maria Maggiore e l'avvio dei lavori per la cattedrale: «del popolo» per alcuni - che attribuiscono l'iniziativa della nuova costruzione esclusivamente ai cittadini e al vescovo, per i quali erigere una chiesa monumentale, tale da mettere in ombra tutte le altre grandi chiese della regione, avrebbe dimostrato la centralità e la perdurante potenza della metropoli ambrosiana -, di Gian Galeazzo Visconti per altri, che testimoniano come egli non tardò a manifestare il proprio interesse e a dare il proprio importante appoggio, cercando di condizionare a suo favore l'attività del cantiere. La storia del Duomo è anche dunque la storia dei rapporti di potere che impastarono le sue fondamenta, e dei diversi protagonisti che animarono la vita dell'epoca: l'arcivescovo, i papi, una cittadinanza fiera che mal sopportava il proprio signore, le maestranze d'Oltralpe. Paolo Grillo, con uno stile godibile e una notevole ricchezza documentale, ci racconta in queste pagine i primi decenni di esistenza del Duomo, dagli scavi delle fondamenta - che si spinsero a grande profondità, fino a raggiungere i sei metri dal suolo -, alla ricerca dei marmi con la scelta del marmo di Candoglia, all'impresa dei Navigli, lungo i quali particolari barconi chiamati «plati» trasportavano le pesanti lastre di marmo dal Lago Maggiore al centro della città, dove venne predisposto un porto di scarico di cui oggi rimane traccia solo nella toponomastica. Studiare gli archivi della Fabbrica del Duomo, fondata solennemente il 16 ottobre 1387, significa però anche conoscere nel dettaglio aspetti di vita quotidiana delle maestranze, il succedersi degli architetti e il dibattito sulle diverse idee costruttive in un'epoca che vedeva le architetture svilupparsi in altezza in quello che verrà definito «stile gotico», e scoprire atti di generosità di persone sconosciute, che diedero il loro fondamentale contributo alla riuscita di un'opera che avrebbe cambiato per sempre il volto della città. Sullo sfondo, i grandi temi dei traffici commerciali, degli scambi tra la città e le campagne e il dramma della peste, in un quadro generale che delinea il passaggio dal Medioevo alla modernità.
Il volume descrive i comuni urbani e le abbazie cisterceni nell'Italia nord-occidentale, nei secoli XII-XIV L'esperienza del monachesimo riformato dei Cistercensi ebbe un grande successo nell'Italia settentrionale dei secoli XII e XIII. Le fondazioni dei monaci bianchi trovarono l'entusiastico supporto così delle famiglie signorili come dei membri del popolo urbano, oltre che dei vescovi e delle autorità comunali. Al di là delle teoriche proibizioni degli statuti dell'Ordine, le città divennero presto il principale punto di riferimento per le abbazie della regione.
La chiesa di Palestina e di Gerusalemme – il luogo, poi chiamato «terra santa», in cui Cristo patì, morì e risorse –, come pure la chiesa di Antiochia – dove per la prima volta si parlò di «cristiani» –, sono le regioni originarie della fede ecclesiale in Gesù il Cristo. Dalla comunità gerosolimitana la predicazione cristiana si propagò nella «mezzaluna fertile» e per vie disparate raggiunse le regioni della Mesopotamia, della Persia e del Caucaso.
Nel periodo che separa il concilio di Calcedonia e la fine del VI secolo, prima dell’esplosione islamica, in quelle regioni si formarono chiese con gerarchie autonome, ed è questo il tempo in cui fattori di natura gerarchica iniziano a entrare nel panorama delle chiese locali, creando quell’immagine nebulosa che ancor oggi caratterizza il cristianesimo nel Medio Oriente.
Questo nuovo tomo della grande cristologia del card. Alois Grillmeier – dovuto alle cure di Theresia Hainthaler – mira a inquadrare gli sviluppi della dottrina cristologica in un’area variegata e complessa che si distinse per i grandi centri di studio e le figure di pensatori eminenti. Come nei tomi già pubblicati, ricchissimi indici – lessicali, onomastici e analitici – facilitano un uso altamente proficuo di un’opera senza precedenti.
Don Gilberto Pozzi, con l'aiuto del maresciallo della Guardia di Finanza Luigi Cortile e di Nella Molinari, diede vita a Clivio (VA) a una cellula partigiana che combatté una guerra senza armi, procurando false identità a ebrei, profughi e persone invise ai nazifascisti, permettendogli così di scampare alla deportazione. Fu tra i fondatori della cellula O.S.C.A.R. (Organizzazione Scout Collocamento Assistenza Ricercati), che favorì l'espatrio clandestino in Svizzera di ex prigionieri e dissidenti, e collaborò con le "Aquile Randagie", un movimento scout clandestino nato durante il Ventennio fascista. Definito lo "Schindler di Clivio", Pozzi venne imprigionato nel carcere di San Vittore a Milano e liberato grazie all'intervento del cardinale di Milano Alfredo Ildefonso Schuster; mentre il maresciallo Cortile morì nel campo di Mauthausen-Melk. Don Gilberto proseguì il suo ministero sacerdotale anche dopo la guerra e per la sua attività umanitaria ricevette l'encomio del cardinale Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano.
In occasione della beatificazione di Paolo VI, Padre Gianfranco Grieco, fa rivivere in questo volume tutto il pontificato del papa Montini, ripercorrendo questi intensi quindici anni con fedele precisione cronologica e restituendo nel giusto contesto storico gli scritti e i gesti di un Papa che ha aperto una nuova epoca per la Chiesa.
Come scrive il vescovo di Kracow, cardinale Stanislaw Dziwisz, nella presentazione di questo volume si vede subito emergere la personalità profetica e spirituale di un Uomo di Dio: un papa mariano, missionario, poi papa del perdono e della riconciliazione, della famiglia e della vita, del dolore e della sofferenza, della giustizia e della pace. Uomo autentico, aveva capito subito che bisognava abbattere muri storici e costruire ponti di solidarietà tra popoli e nazioni per una nuova umanità.
"'Gli imprevisti della Riforma' è destinato a tutti coloro che vogliono capire come l'Europa e il Nord America di oggi sono diventati quello che sono": ecco, nelle parole dell'autore, l'ambizioso programma di questo libro, che in versione originale ha dato vita a un acceso dibattito ed è destinato a diventare punto di riferimento per un pensiero critico della cultura occidentale contemporanea. Storico statunitense dalla scrittura insieme elegante ed erudita, Brad Gregory ricostruisce il farsi della modernità come effetto a lungo termine di alcune svolte accadute nel lontano passato. Il punto di cesura si verifica con la Riforma protestante che, negli intenti dei suoi padri, avrebbe dovuto sanare le derive della cristianità medievale e riportarla al cuore del messaggio evangelico. Ma una serie di eventi e di problemi complessi, primi fra tutti i conflitti e i disaccordi dottrinali sorti fin da subito non solo con la Chiesa di Roma ma anche all'interno della stessa compagine protestante, ha portato a effetti imprevisti, non intenzionali e a volte addirittura contrari alla visione di partenza, che hanno contribuito alla costruzione dell'Occidente moderno...
Il volume ripercorre la storia dell’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo, fondato da madre Geltrude Comensoli, dalle sue origini - individuate a partire dal 1882 - fino al secondo dopoguerra. Tale evoluzione storica viene qui indagata in una prospettiva prevalentemente economica, sociale, finanziaria e organizzativa, secondo il profilo metodologico di ricerca applicato da alcuni anni dal gruppo di ricercatori coordinato da Mario Taccolini, presso il Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In particolare il primo capitolo del libro analizza l’evoluzione carismatica della presenza della congregazione religiosa bergamasca in Italia e nella sua prima apertura missionaria mondiale. Nella seconda parte dello studio si affronta la delicata e nodale questione della gestione patrimoniale dei beni di volta in volta acquisiti dall’istituto. Nella terza viene approfondito l’aspetto legato all’andamento cronologico e qualitativo della demografia riferibile alla congregazione, tema strettamente correlato a quello della valorizzazione delle risorse umane convenute nella famiglia religiosa nel corso del tempo. Nell’ultimo capitolo, per molti versi il più innovativo, vengono enucleate le dinamiche reddituali e di funzionamento economico dell’istituto, potendo attingere le informazioni fondamentali da una lunga serie storica di dati di bilancio, analitici e consolidati, relativi alla gestione economica della stessa congregazione, con attinenza anche alle dinamiche di rapporto tra centro e periferia. Con questa monografia, trova così ulteriore e fattivo sviluppo l’intenzionalità storiografica generale del percorso di ricerca indicato, volto alla ricostruzione dei caratteri della presenza e dell’azione economica e sociale delle congregazioni religiose in età contemporanea
Gli autori
Giovanni Gregorini svolge la propria attività di ricerca scientifica presso il Dipartimento di Scienze storiche e filologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Nella stessa Università insegna Storia economica e sociale nella facoltà di Sociologia a Brescia e in quella di Economia a Cremona. Ha effettuato indagini nei campi della storia finanziaria e bancaria, come pure della storia dello sviluppo economico, dell’industria e dei corpi intermedi a livello sia nazionale sia regionale lombardo. Tra le sue pubblicazioni: Il frutto della gabella. La Ferma generale a Milano nel cuore del Settecento economico lombardo (Vita e Pensiero, Milano 2003); Work, production, community. Economy and society in the one hundred and fifty years of the story of the installation of the industrial metallurgymechanic plant in Lovere, in G. Gregorini - C. Facchini, Waves of steel. The works, Lovere and the lake: 150 years of history (2006); Per i bisogni dei ‘non raggiunti’. L’Istituto Suore delle Poverelle tra Lombardia orientale e Veneto (1869-1908) (Vita e Pensiero, Milano, 2007).
Il volume raccoglie gli Atti del colloquio di studio nazionale svoltosi a Brescia il 6 ottobre 2006. La prima parte della pubblicazione approfondisce, in una cornice storica generale, il rapporto tra le nuove congregazioni religiose e la società italiana nel XIX e nel XX secolo. La seconda parte è dedicata ad alcuni casi di studio riferiti alle fonti, agli strumenti e ai più recenti profili di indagine attinenti ad alcune congregazioni esistenti sul territorio nazionale, ponendo una singolare attenzione alle dinamiche di sviluppo patrimoniale, finanziario e reddituale, come pure di funzionamento organizzativo interno e di gestione delle risorse da investire nelle diverse comunità in cui le congregazioni religiose sono inserite.

