
La Chiesa anglicana in Inghilterra e nei domini britannici
Rapporti interconfessionali e interreligiosi
In appendice: traduzione e interpretazione dei testi e delle norme dell'anglicanesimo
Lo studio di Patriarchi esamina, in una prospettiva di dialogo ecumenico e interreligioso, gli elementi chiave di quella forma di cristianesimo sviluppatasi nell'Inghilterra del XVI secolo e poi diffusasi nei domini dell'impero: storia, dottrina, organizzazione, liturgia, rapporto con le altre denominazioni cristiane e contributo al dialogo tra religioni.
Questa indagine ha lo scopo di inquadrare in una prospettiva storica quella che è stata chiamata la Ostpolitik vaticana, impersonata, come negoziatore, da monsignor Agostino Casaroli. Egli stesso ce ne ha lasciato un compiuto resoconto e ora è stato anche pubblicato un volume documentario tratto dalle carte del suo archivio personale. È questa certamente una fase importante della politica della Santa Sede in difesa del principio della libertà di religione, e nel caso specifico di quella cattolica, nel periodo seguente la Seconda guerra mondiale, quando essa è stata più direttamente minacciata e soffocata in quasi tutti i paesi della cosiddetta fascia cattolica dell'Europa centro-orientale (Lituania, Polonia, Slovacchia, Austria, Ungheria, Croazia e Slovenia), che merita un'attenta considerazione da parte della storiografia.
Il volume esplora l'affascinante e raffinato mondo ereticale spagnolo seguendo otto itinerari individuali di personaggi, più o meno noti, caduti nelle reti dell'Inquisizione. Attraverso scritti e processi inquisitoriali spesso inediti si delineano affinità e percorsi comuni all'interno di quell'eclettica e dirompente eresia spagnola cresciuta tra i conversos del Quattrocento, maturata negli ambienti di alumbrados della Spagna degli anni Venti-Trenta e fatta conoscere in Europa attraverso le straordinarie esperienze di Juan de Valdés e Miguel Servet.
L’inizio tumultuoso e per vari aspetti anomalo del Concilio Ecumenico Vaticano II è sempre stato poco conosciuto e lasciato cadere nell’oblio più completo dalla storiografia dominante sul Concilio, ragion per cui non si può nemmeno dire che sia stato “rimosso”. Questo saggio di Paolo Pasqualucci si propone di ripristinarne la perduta memoria, nella convinzione che la singolare “pastorale” prodottasi alla fine nei documenti di quel Concilio non dogmatico debba imputarsi anche a quell’inizio. L’analisi viene condotta con particolare riguardo al tormentato iter conciliare di uno dei documenti più importanti del Concilio stesso, la costituzione Dei Verbum sulla divina Rivelazione.
Nel maggio del 1975 la Fraternità Sacerdotale S. Pio X - congregazione di vita in comune senza voti (pubblici) fondata cinque anni prima secondo tutti i crismi del diritto canonico da mons. Marcel Lefebvre ad Écône in Svizzera, nel Vallese - fu soppressa dall'Ordinario locale unitamente al Seminario che ne costituiva la sua stessa ragion d'essere. Secondo il diritto, solo al Papa spettava il potere di dissolvere una congregazione regolarmente istituita. O al vescovo diocesano, ma solo come esecutore dichiarato e dimostrato della volontà del Papa di sopprimere l'ente. Tale volontà doveva risultare da una pontificia "approvazione in forma specifica" della procedura di soppressione. Ma la prova di tale indispensabile "approvazione" non è mai stata fornita. Si è trattato di un caso da manuale di abuso di potere, abuso che il presente saggio espone in dettaglio in tre capitoli, con un'analisi della documentazione esistente, dalla quale risultano inequivocabilmente le numerose e gravi irregolarità che viziarono l'intera procedura.
Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello (Ap 19,9). Per accedervi occorre solo l'abito nuziale della fede che viene dall’ascolto della sua Parola (cfr. Rm 10,17): la Chiesa lo confeziona su misura con il candore di un tessuto lavato nel Sangue dell'Agnello (cfr. Ap 7,14). Non dovremmo avere nemmeno un attimo di riposo sapendo che ancora non tutti hanno ricevuto l'invito alla Cena o che altri lo hanno dimenticato o smarrito nei sentieri contorti della vita degli uomini.
Per questo ho detto che "sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per |’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l'autopreservazione" (Evangelii gaudium, n. 27): perché tutti possano sedersi alla Cena del sacrificio dell'Agnello e vivere di Lui (Papa Francesco, Desiderio desideravi 5).
Il lavoro si svolge in modo molto semplice: dalla presentazione della Lettera Apostolica, confrontarci con la Liturgia di Trento, perché possiamo comprendere e far brillare tutto il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II, come risposta missionaria davanti alla crisi del mondo moderno (cf Giovanni XXIII, Costituzione Apostolica "Humanae Salutis", 25 aprile 1961, con cui indiceva il Concilio). La Costituzione Lumen Gentium ci ha fatto riscoprire la Chiesa come "popolo di Dio", come comunità cristiana: è questa comunità tutta intera, Capo e membra, che celebra il Mistero della Pasqua. A questa comunità cristiana il Concilio ha aperto le Scritture in maniera davvero grande con la Dei Verbum, perché la Parola di Dio torni ad essere la lampada ai nostri passi, la luce sul nostro cammino (cf Sal 119,105). La Sacrosanctum Concilium ha permesso alla Liturgia di tornare alle sue fonti ebraiche e patristiche, tradotte in un nuovo stile celebrativo che ha nel Messale Romano di Paolo VI il suo libro maestro. Di questo rinnovamento ci piace cogliere, poi, la dimensione escatologica propria della Liturgia e lo strumento, a nostro avviso, più adatto per mettere in atto questo rinnovamento è l'iniziazione cristiana, attraverso un'esperienza ecclesiale particolare.
Ezechiele PASOTTI è un presbitero della Diocesi di Roma, licenziato in Teologia Liturgica al Pontificio Istituto Liturgico S.Anselmo (Roma). Ha svolto il ministero di evangelizzazione in diversi Paesi d’Europa, America e Africa, e per quasi 20 anni è stato Prefetto agli studi nel Seminario Diocesano Missionario "Redemptoris Mater" di Roma.
Occasione preziosa per guardare avanti. Il Cammino neocatecumenale è "una modalità di iniziazione cristiana degli adulti". Questo è forse il dato meno percepito dopo questi primi 50 anni. Gli iniziatori hanno gettato il seme e lo hanno curato a lungo con amore. Dio lo ha benedetto con abbondanti frutti e con il sigillo dell'autorità della Chiesa. Oggi diventa imprescindibile porsi la domanda: "Il Cammino viene da Dio o da Kiko e Carmen?". Questo carisma risponde a un'"urgente necessità": riscoprire la bellezza, la ricchezza del battesimo e della fede. Rievangelizzare, oggi, con la modalità di "una catechesi postbattesimale a modo di catecumenato" (San Giovanni Paolo II): riscoprire, cioè, una "via pastorale permanente" di formazione cristiana.
La spiritualità ortodossa della Terra Russa troppo spesso è ingiustamente trascurata dal mondo occidentale. Perciò questo saggio si propone di farcela scoprire e di condurci nel cammino lungo e affascinante dell’ecumenismo, perché – secondo una frase molto cara a Giovanni Paolo II – la Chiesa possa nuovamente respirare con entrambi i suoi due polmoni.
La conoscenza più approfondita dei vari aspetti della cultura russa, come l’arte e la letteratura, ci potrà aiutare a comprendere non solo lo stretto legame fra i canoni estetici bizantini e l’icona russa, ma anche e soprattutto la profonda spiritualità della letteratura russa del XIX secolo.
Infine, seguendo l’evoluzione storica del monachesimo russo potrà cogliere anche il perché dello stretto legame esistente fra Chiesa Russa e società civile e politica, così come appare ancora bene evidente ai nostri giorni il legame esistente fra Chiesa e Stato in Russia.
Questo volume raccoglie gli Atti dei tre convegni dedicati a San Bonaventura in prossimità dell'ottavo centenario dalla sua nascita e organizzati dalla Cattedra Marco Arosio e la Facoltà di Filosofia dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. La prima parte del volume (La teologia della storia in san Bonaventura, 15-16 aprile 2015) riguarda la teologia della storia del Dottor Serafico, riconosciuta la sua originalità speculativa a partire dagli studi di J. Ratzinger e convenientemente impreziosita da un rescritto del Papa emerito. La seconda parte (La scuola teologica francescana del secolo XIII, 7-8 aprile 2016) incornicia Bonaventura nel contesto teologico francescano del suo tempo, mentre la terza (La ricezione di san Bonaventura nel pensiero del Novecento, 26-27 aprile 2017) guarda agli influssi potenti esercitati dal Nostro su teologi e filosofi di prim'ordine del Novecento.

